Not All That, di totalizzyness - tradotta da LaTuM

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LaTuM
view post Posted on 1/3/2013, 22:32 by: LaTuM




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.

Not All That

Capitolo 7

Te l'avevo detto



Finalmente arrivò venerdì; Sam e Dean al momento erano seduti al tavolo della cucina cercando di fare la maggior parte dei compiti che gli erano stati assegnati prima di uscire per andare alla festa di Balthazar. Dean non era ancora riuscito a incontrare Lisa, ma gli avevano assicurati che si sarebbero conosciuti alla festa. Sam invece si era messo d'accordo con Jessica per incontrarsi direttamente sul posto, cosa che aveva dato a Dean l'occasione di prenderlo in giro fino alla morte. Bobby ovviamente non era molto d'accordo sul fatto che i due ragazzi andassero a quella festa – aveva sentito dei racconti tremendi in merito alle serate organizzate da Balthazar – ma li lasciò comunque andare, conscio che se qualcosa fosse andato storto, avrebbero di certo imparato dai loro errori.

“Finito! Vado a cambiarmi!” esclamò Dean soddisfatto mettendo giù la penna che aveva usato fino a quel momento.

Sam sospirò affranto vedendo il fratello uscire dalla cucina e dirigersi al piano di sopra. Il ragazzo posò la testa sul tavolo, obbligandosi a concentrarsi e finire i compiti che ancora gli mancavano.

Al piano di sopra invece Dean si era fatto una doccia veloce e ora – per la seconda volta in una settimana - era in piedi davanti al suo armadio alla ricerca di qualcosa da mettersi. Guardò l'ammasso di magliette con sopra stampati i loghi dei suoi gruppi preferiti, chiedendosi cosa avrebbe indossato Cas - beh, ovviamente uno dei suoi completi giacca e cravatta, ma non sapeva quale e che aria gli avrebbe dato, se un aspetto casual oppure quello da brillante super-nerd. A distarlo dai suoi pensieri fu un pugno sul braccio da parte di Sam.

“Spostati! Devo prendere una cosa!”

Dean alzò gli occhi al cielo e quasi entrò nell'armadio per permettere al fratello di passare oltre e nel frattempo afferrare una maglietta a caso dal mucchio.

“Beh, era ora che uscissi dall'armadio!” ghignò Sam riuscendo a scappare dalle grinfie del fratello che si stava avvicinando con l'intenzione di colpirlo.[1]

Borbottando fra sé e sé indosso la maglia degli AC/DC e si mise alla ricerca di un paio di jeans decenti. Dopo averci riflettuto per un po' scelse un paio di jeans grigi con degli strappi all'altezza delle ginocchia e cambiò la maglietta degli AC/DC con una più aderente dei Metallica e una camicia nera. Si guardò nello specchio appeso all'anta dell'armadio, mettendosi in posa e ammiccando al suo riflesso finché Sam non si schiarì la gola riportandolo alla realtà.

“Se tu e il tuo riflesso volete stare da soli per un po', basta dirlo.”

Dean rise sarcasticamente e riuscì finalmente a colpire il braccio di Sam.

“Sta zitto e preparati che è tardi!”

Il maggiore dei due uscì dalla stanza ed entrò in bagno, afferrò il deodorante e se ne spruzzò addosso una generosa dose prima di prendere il dopobarba. Tecnicamente quella sera lui aveva un appuntamento, ma stava anche andando a una festa e non gli andava di esagerare. Mise solo qualche goccia di dopobarba prima di sistemarsi i capelli e tornare nella sua stanza e sbraitare ordini a Sam. Alla fine riuscirono a salire in auto con Dean al volante mentre Sam era al telefono con Gabriel per farsi dare indicazioni.

“E' quella grande casa con tutte quelle persone che stanno facendo casino” disse Gabriel divertito mentre Sam sbuffava.

“Quale grande casa? Come la riconosco in un quartiere pieno di case gigantesche? Gran bella indicazione, Gabe!”

“Vero anche questo... dove siete?”

Sam guardò in direzione di Dean.

“Dove siamo?”

“E che cazzo ne so?!” rispose l'altro.

“Descrivimi il posto.”

Sam sospirò di nuovo e chiese a Dean di descrivergli cosa vedeva fuori.

“Siamo in una fottutissima macchina!”

Dean riuscì a sentire Gabriel ridere di nuovo prima che Sam se lo riportasse all'orecchio.

“Al prossimo incrocio accostate, guardate in che via siete e richiamatemi.”

Sam annuì e chiuse la chiamata lasciandosi cadere il cellulare sulle gambe.

“Al prossimo incrocio accosta.”

“Sta andando fottutamente alla grande!” commentò sarcastico Dean sospirando e poggiando la testa contro il volante, affranto.

“Come facciamo a tornare indietro? Non avrai intenzione di bere, spero!”

“No, voglio ricordarmela questa festa. Questo però non autorizza te a bere!”

“Invece sì! Ho seriamente bisogno di uccidere i miei neuroni!”

“Bravo fratellino!”

Sam alzò gli occhi al cielo e iniziò a considerare l'idea di appoggiare i piedi sul cruscotto così, giusto per infastidire un po' il fratello, ma alla fine decise che non ne sarebbe valsa la pena. Quando raggiunsero la fine della strada, Dean recuperò il telefono da Sam e chiamò nuovamente Gabriel.

“DEAN-O!”

Il ragazzo fece quasi cadere il telefono riuscendo però ad acchiapparlo in tempo prima di riportarselo cautamente all'orecchio.

“Grazie Gabe. Comunque, siamo a Meadow Lane.”

“Oh, quindi siete vicini a una grande casa e un albero con una casetta di legno tra i rami?”

Dean guardò fuori dal finestrino e vide un giardino con un'enorme quercia. Più che una casetta di legno a lui quella roba pareva più un castello, ma comunque...

“Sì.”

“Restate lì!”

Il ragazzo chiuse il telefono in faccia a Dean che, scettico, si poggiò il telefono sulle gambe e si girò verso il fratello.

“Cosa?” gli domandò lui stiracchiandosi le braccia.

“Non ne ho idea, ma credo che Gabriel ci stia venendo incontro.”

I due dovettero aspettare solo qualche istante prima di vedere Gabriel sbucare dall'angolo della strada e corrergli incontro con un sorriso soddisfatto stampato sul viso. Il ragazzo si fiondò sui sedili posteriori appoggiandosi però con le braccia a quello del guidatore e del passeggero.

“Buona sera ragazzi! Forza Dean, andiamo! Gira a destra!”

Dean si girò a guardare Gabriel.

“Ci sei venuto incontro solo per farti dare un passaggio a casa tua?”

“Prima di tutto sto cercando di far arrivare te a casa mia. Gridarti le indicazioni nell'orecchio è molto più divertente che farlo per telefono. E secondo, voglio tornare a casa a bordo di questa meraviglia! Gli altri m'invidieranno da morire!” rispose Gabriel ridendo.

“Oh, capisco perfettamente!” fece Dean, ghignando soddisfatto.

“Perfetto! E ora diamoci una mossa!”

Ci vollero solo pochi minuti per arrivare a casa Novak, dove gli invitati erano già entrati nel pieno della festa e la musica a tutto volume riempiva l'edificio e il giardino.

“Parcheggia pure nel garage, non esiste che questa bellezza resti fuori e che qualcuno la rovini anche solo per sbaglio” disse Gabriel indicando a Dean un punto dal finestrino. Il ragazzo parcheggiò l'Impala in un box decisamente ampio e scesero dall'auto dirigendosi verso la casa, ignorando le occhiate che gli altri invitati gli stavano lanciando.

“Ehm... Cas è da queste parti o si sta nascondendo nella sua stanza?”

“Al momento è nella sua stanza a deprimersi e dove rimarrà finché le cose non supereranno il limite. A quel punto andrà a deprimersi nell'altra casa.”

Non appena entrarono i tre ragazzi vennero salutati da molti degli ospiti già presenti alla festa e dalle urla di Balthazar.

“Dean! Sam! Ce l'avete fatta! È un piacere rivedervi! Venite, dai!” disse il ragazzo mettendo le braccia attorno alle spalle dei due fratelli “Coraggio, vi faccio fare il tour della casa!”

Balthazar e Gabriel gli fecero fare il giro della villa, soffermandosi in particolar modo in quelli che, secondo loro, erano le stanze più interessanti – la cucina, la piscina coperta, la sala giochi – prima di portarli al piano di sopra.

“I bagni sono in fondo al corridoio, o all'inizio, dipende da dove arrivi, e quasi ogni stanza ha il suo bagno personale. Oh, finalmente! Questa è la stanza di Cassie!”

Balthazar bussò e Dean riuscì a sentire dei suoni indistinti provenire da dietro la porta prima che questa si aprisse leggermente facendo in modo che Castiel potesse sbirciare dalla fessura.

“Sì?”

“Castiel, fratellino mio! Vieni a goderti la festa! La gente non vede l'ora di vederti!”

Balthazar si fece da parte in modo che Castiel potesse vedere Dean che se ne stava impalato dietro di lui con le mani infilate nelle tasche dei jeans. Questo convinse Castiel ad aprire un po' di più la porta e sorrise timidamente in direzione del maggiore dei Winchester.

“Ciao.”

Dean osservò Castiel sorridendo compiaciuto: il ragazzo indossava camicia, giacca e pantaloni neri e una cravatta bianca.

“Ciao Cas... hey! Hai un cappello nero di feltro?”

L'altro lo guardò sospettoso.

“Perché?”

“Sembri un gangster vestito così!”

Gabriel e Balthazar risero e annuirono.

“Ne ho uno io! Aspetta un attimo!” disse Gabriel correndo fino all'inizio del corridoio prima si svoltare bruscamente a destra, scomparendo oltre una porta.

“Io andrò a cercare Jess” mormorò Sam allontanandosi dal gruppo. Dean annuì senza riuscire però a staccare gli occhi da Castiel. In compenso nemmeno Castiel era riuscito a guardare altro che non fosse Dean, dal momento in cui aveva notato la sua presenza. Balthazar osservò i due sorridendo, soddisfatto e stranito allo stesso tempo.

“Trovato!” urlò Gabriel correndo nuovamente verso di loro brandendo un cappello nero che mise di forza in testa al cugino. Vedendo che mancava qualcosa, il ragazzo afferrò gli occhiali da sole che pendevano dal collo della maglietta di Balthzar e li mise sul naso di Castiel. Dean e Baltahzar non riuscirono a trattenere una risata.

“Cas, stai benissimo!” disse Dean sorridendo e ottenendo come risposta un sorriso da parte dell'altro.

“Credi davvero?”

“Sono d'accordo con il tuo ragazzo, Cassie! Stai davvero molto bene così!” ghignò Balthazar mettendo un braccio attorno alle spalle di Castiel. Dean e Castiel rimasero a fissarsi e sorridere finché non vennero interrotti da Anna seguita a ruota da bella ragazza alta e mora.

“Ciao ragazzi! Dean, finalmente posso presentarti Lisa. Lisa, lui è Dean!”

La ragazza sorrise e si avvicinò a Dean aggrappandosi al suo braccio.

“Wow, Anna era seria quando mi diceva sei splendido. E hai anche dei bei muscoli! Sarà una serata fantastica, forza, vieni!”

Lisa lo trascinò via senza nemmeno dargli la possibilità di salutare nessuno. Castiel si tolse gli occhiali e sospirò affranto alla vista di Dean che scompariva giù dalle scale. Il ragazzo cercò di defilarsela nuovamente nella sua stanza, ma Balthazar non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.

“Non tenere il broncio solo perché Dean è in compagnia della ragazza più facile di tutta la città. Se ne renderà conto ben presto, lo sai anche tu.”

Castiel lo guardò perplesso.

“Non ti seguo...”

Balthazar rise e si riprese gli occhiali.

“Dai Cassie! E' ovvio!”

“Cosa è ovvio?”

Balthazar stava per rispondergli, ma ci ripensò.

“Niente, ma lo capirai. A ogni modo, andiamo dai!”

Il maggiore dei Novak condusse il fratello al piano inferiore in modo che entrami potessero tornare alla feste e fermandosi a salutare chiunque incontrassero strada facendo. Castiel preferiva restare in silenzio o al massimo rivolgere parola solo ad alcuni suoi compagni di scuola che era certo di conoscere. Mentre gironzolavano per la casa, Cas notò Dean seduto comodamente su un divano con Lisa china su di lui seduta sulle sue gambe e intorno a loro parecchie persone che stavano chiacchierando tra di loro. Non si rese conto di essere rimasto a fissarli con un'espressione piuttosto infastidita finché Balthazar non gli pizzicò una guancia.

“Su con il morale! Dai, prendiamo qualcosa da bere!”

Nel frattempo Dean, per quanto la situazione non gli dispiacesse poi così tanto, non si sentiva a proprio agio con Lisa che gli stava appiccicata addosso. Non era di certo la prima che si comportava così nei suoi confronti, ma il suo atteggiamento era anche fin troppo ovvio. La ragazza continuava a stringersi a lui senza staccargli le mani di dosso e cercando ripetutamente di baciarlo nonostante, a ogni tentativo, Dean girasse la testa in modo che Lisa riuscisse a baciarlo solo sulle guance. Era appena arrivato e Dean non voleva farsi monopolizzare fin da subito.

Di fatti parlava con gli altri ragazzi e dava un'occhiata a quello che gli stava succedendo intorno e alla ricerca di qualcuno che conoscesse. Riuscì a trovare suo fratello insieme a Jessica e alcuni amici della ragazza intenti a chiacchierare vicino alla finestra francese.[2] Ogni minuto che passava, Dean vedeva Sam farsi sempre più vicino a Jessica e non riuscì a non provare un moto d'orgoglio nei confronti del suo fratellino che, nonostante la sua inclinazione da nerd, era stato – almeno apparentemente – in grado di avvicinarsi a qualcuno di così carino come Jess.

Dando un'altra occhiata in giro, Dean vide Gabriel che faceva il cretino insieme a dei ragazzi che era in grado di riconoscere. Era abbastanza certo che stessero complottando qualcosa, ma in fin dei conti Dean non poteva farci nulla. In fondo la casa era di Gabriel e i drink erano già alcolici, quindi non avrebbe avuto senso correggerli ulteriormente. Tuttavia aveva l'aria di uno che stesse progettando qualcosa di meno innocente di qualche scherzetto scolastico. Quando Gabriel lo vide, sorrise e agitò una mano, facendogli segno di avvicinarci. Dean rivolse uno sguardo a Lisa cercando il modo per allontanarsi da lei.

“Vado un attimo a parlare con-”

“Fantastico! Vengo con te!”

Cercando di non apparire troppo infastidito, Dean alzò le spalle e si fece strada insieme alla ragazza fino a raggiunge Gabriel.

“Dean! Lisa! Vi state divertendo?”

Lisa gli rivolse un sorrisetto.

“E' una gran bella festa, ovviamente. Tuo fratello sì che sa come si organizza una serata coi fiocchi!”

“In realtà è mio cugino, comunque ovvio che sa quello che fa! Dean, mi serve il tuo aiuto per una cosa!”

“Uhm...”

“Ma siamo qui per passare una serata noi due!” protestò Lisa incrociando le braccia infastidita mentre Gabriel alzava le mani in segno di resa.

“Capisco, ma non ci vorrà molto, promesso!”

Lisa sbuffò e si alzò sulle punte per dare un bacio a Dean e facendolo durare il più possibile, finché Gabriel non trascinò letteralmente via il ragazzo.

“Mi dispiace amico, avrei dovuto avvisarti prima...”

Dean sorrise e seguì Gabriel fuori nel patio.

“Cos'era quella storia, un salvataggio d'emergenza?”

Gabriel scoppiò a ridere e diede una gomitata al ragazzo.

“Amico, quella ti si era appiccicata come una cozza allo scoglio! Ti avrebbe mollato solo per noi, soprattutto per Balthazar, ma ci ho pensato io...”

“Perché Balthazar?! Cos'ha lui che io non ho?!”

Garbiel rise ancora più forte e fece segno a Dean di accomodarsi pure su una panchina.

“Beh, prima di tutto lo sai bene che lui è il più famoso di tutti i Novak, cazzone! E secondo... beh, ci sono dei retroscena che non conosci. Lei farebbe di tutto per farsi dare una botta da lui. Di nuovo.”

“Wow! Chi è che non è ancora riuscita a farsi?!”

“In effetti credo solo Cas...”

Dean spalancò gli occhi incredulo.

“Cosa?! Sul serio?”

“Sì, scusa... credeva Cas te l'avesse detto che lei è... beh, che è un po'... una zoccola.”

“Sì, che l'ha detto, ma non credevo così tanto!”

“Fidati, le serviresti per aggiungere solo un più uno alla sua già vasta collezione” gli disse Gabriel sventolandogli il bicchiere che aveva in mano davanti agli occhi. Dean alzò gli occhi al cielo e fece cozzare il suo drink con quello di dell'altro, prima di prenderne un sorso. Mentre Gabriel guardava fisso nel vuoto e in silenzio, Dean ne approfittò per dare un'occhiata al giardino: si stava facendo buio ma il posto era illuminato da una grande quantità di luci colorate. La musica che alta tanto quanto lo era all'interno della casa e i ragazzi che erano in giardino erano già abbastanza alticci da mettersi a ballare a piedi nudi nell'erba.

“Sei riuscito a parlare con Michael?” domandò Dean all'improvviso continuando però a guardare il giardino.

“No, continuo a dimenticarmene, ma ammetto che mi è venuta un'idea grandiosa per dopo. Forse è un po' crudele, ma ne varrà la pena. Dimmi... Sam è uno che arrossisce facilmente?”

“Oh, sì! Diventa un pomodoro!” disse Dean ridacchiando “Perché? Cos'hai in mente di fare?”

“Sarà una sorpresa per tutti, vedrai!”

“Ok... hey! Ma non è Cas quello?”

Gabriel guardò verso il punto che gli stava indicando Dean; in fondo al giardino c'era un gazebo malapena illuminato ma chiunque sarebbe stato in grado di vedere una figura vestita di scuro con una riga bianca.

“Mi sembra così... mamma mia se fa l'emo!”

Dean sorrise.

“Poveretto!”

“Nah, aspetta!”

Gabriel si frugò nelle tasche finché non riuscì a tirar fuori il telefono. Un secondo dopo averlo sbloccato se l'era già portato all'orecchio mentre Dean non aveva staccato gli occhi neanche per un attimo dalla figura in fondo al giardino e che li stava guardando a sua volta, come se si fosse aspettato qualcosa del genere.



“Cas! Smettila di rintanarti in fondo al giardino!”

“Il tuo ragazzo è qua con me nel patio!”



“Agita un braccio” disse Gabriel girandosi verso Dean dopo aver coperto il microfono con una mano.

Dean lo guardò sospettoso ma fece quanto gli era stato detto.

“Sai, non credo mi piaccia molto sentirmi chiamare così da tutti...”

Gabriel lo ignorò e di riportò il telefono all'orecchio.



“Dai! Vieni qua! Ci ho pensato io a salvarlo!”

“No, per un po' non credo verrà a cercarlo...”

“Bene! Adesso!”



Gabriel chiuse la telefonata e si voltò verso Dean.

“Sta arrivando!”

Poco dopo infatti Castiel li raggiunse nel patio rivolgendo a Dean un timido sorriso. Il ragazzo aveva ancora indosso il cappello di Gabriel ma sembrava aver perso gli occhiali... nonostante tutto Dean non riusciva a smettere di pensare che quei vestiti gli stessero davvero bene.

“Non credo che a Balthazar farebbe piacere sapere che ti sei rintanato in cortile a deprimerti” disse Dean avvicinandosi cautamente a Cas. Il ragazzo fece lo stesso incrociando però le braccia, mettendosi sulla difensiva.

“Sono sicuro che se la starà cavando alla grande anche senza di me... dopotutto ha comunque un sacco di amici!”

“Scusami se sono tipo sparito, ma Lisa sembrava non volermi lasciare andare” si scusò Dean.

“Non preoccuparti, capisco. E' uscita con abbastanza membri della mia famiglia e oramai so come si comporta.”

“Non hai mai pensato che stia cercando un modo per arrivare a te?” domandò Gabriel al cugino, dandogli un lieve colpetto sul braccio.

“Oddio, spero proprio di no!” rispose Castiel con un'espressione di puro terrore dipinta sul viso.

Dean ridacchiò e mise un braccio attorno alle spalle del ragazzo.

“Se dovesse mai venirle in mente di provarci con te, come te ne tireresti fuori?”

“Non so... penso glielo direi e basta” rispose Castiel.

“...quindi io cosa dovrei fare adesso?”

“Cosa vuoi dire? Non ti...” iniziò a domandare lui prima di essere interrotto da Dean.

“Non fraintendermi, mi piacciono le ragazze facili, ma lei è davvero troppo facile!”

Castiel non riuscì proprio a impedirsi di sorridere.

“...te l'avevo detto.”

Dean scoppiò a ridere così forte che dovette rimanere aggrappato a Castiel per non cadere. Anche Gabriel incominciò a ridere alla vista di Dean mentre il cugino rimaneva fermo dov'era, limitandosi a sorridere davanti all'effetto che avevano avuto su Dean le sue parole. Ci volle un po' prima che Dean si calmasse, aggrappandosi con entrambe le mani alle spalle di Castiel.

“Cas, cazzo! Grazie!”

“Ehm... prego?” rispose il ragazzo.

Dean sorrise guardando l'altro ragazzo negli occhi prima di sentirsi tirare per un braccio e ritrovarsi faccia a faccia con una Lisa dall'aria alquanto imbronciata.

“Dean, dov'eri sparito?!”

Il ragazzo lanciò una veloce occhiata ai suoi amici prima di scrollare le spalle.

“Scusa, mi sono fermato a chiacchierare con Cas” le rispose indicando l'amico che al momento era troppo concentrato a guardarsi le scarpe imbarazzato. A quel punto Gabriel capì che era il momento d'intervenire.

“E' colpa mia Liz. Avevo bisogno che Dean mi aiutasse a convincere Cas a venire alla festa. Sai com'è fatto...”

Lisa sorrise e con aria apparentemente innocente appoggiò un braccio sulle spalle di Dean.

“Non c'è problema, ma adesso è ora di rientrare e ballare...”

La ragazza ammiccò e prese la mano di Dean, trascinandolo verso la casa. Il ragazzo si girò disperato verso i due amici nella speranza che gli venissero in aiuto, ma Gabriel era troppo impegnato a ridacchiare e Castiel stava facendo del suo meglio per non guardarlo.



Oramai erano passate alcune ore da che erano arrivati e, nonostante i suoi tentativi, Dean non era ancora riuscito a scappare dalle grinfie di Lisa. La ragazza l'aveva costretto a ballare (sempre che quel suo strusciarsi contro di lui potesse definirsi tale) sulla pista da ballo improvvisata e, per quanto avesse insistito che avrebbe dovuto guidare, la ragazza aveva continuato a riempirlo di drink, negandogli perfino l'uso del bagno. Fu solo mentre Lisa lo stava trascinando in giro per la casa che Dean vide una via fuga. Ricordandosi di quanto gli aveva detto Gabriel, il ragazzo afferrò Lisa per un polso e la spinse vicino a Balthazar.

“Dean, che fai! Volevo presentarti Amanda!” bisbigliò lei ma smettendo di protestare quando vide Balthazar sorridere nella sua direzione.

“Dean, Lisa, è un piacere vedervi. Come vanno le cose?”

“Benone, direi!”

La ragazza lasciò la mano di Dean e iniziò ad arrotolarsi una ciocca di capelli intorno al dito.

“Ciao Balth...”

Dean fece un passo indietro e recuperò il cellulare dalla tasca dei jeans e mandò un veloce sms a Castiel mentre Lisa iniziava a flirtare senza vergogna con Balthazar che non si stava facendo il minimo problema a ricambiare le avance della ragazza, soprattutto considerato che flirtare era in fondo un tratto distintivo del suo carattere.

“Io devo andare in bagno... non ti scoccia stare con Lisa per un po', vero?” domandò Dean facendo più un'allusione che una richiesta vera e propria. Lisa ridacchiò stupidamente verso il maggiore dei fratelli Novak e si avvicinò ancora di più a lui. Balthazar colse al volo la richiesta e annuì.

“Tranquillo Dean, resto io con lei.”

In quel momento il cellulare di Dean vibrò e il ragazzo se la diede a gambe prima di leggere il messaggio che gli era arrivato.



Sul tetto, al terzo piano ci sono le scale che portano al sottotetto.



Dean sorrise soddisfatto e corse per due piani di scale, lungo un corridoio e infine su per un'altra rampa di scale più stretta delle altre finché non arrivò nell'attico della magione dei Novak. Era molto buio ma sull'altro lato della stanza c'era un'ampia finestra da cui entravano le luci del giardino. Dean individuò la figura di Castiel che se ne stava appollaiato sul tetto a a osservare lo svolgersi della festa dall'alto, lontano da tutto e da tutti. Dean attraversò la stanza e si arrampicò, non con poca fatica considerata la sua stazza, fuori dalla finestra. Sentendo le imprecazioni di Dean, Castiel si girò verso di lui sorridendogli.

“Non sentirti obbligato a farmi compagnia, Dean. Per me ogni festa è così.”

Dean gli sorrise di rimando e si sedette accanto a lui, assicurandosi che l'altro non fosse infastidito dalla sua vicinanza.

“Beh, non avevi mai avuto un amico prima. E si sa che gli amici vengono prima di tutto.”

“Come sei riuscito a sbarazzarti di lei?” gli domandò Castiel continuando a guardare verso il giardino.

“Tuo fratello si è gentilmente offerto di aiutarmi...”

“Non ti piaceva stare in sua compagnia?”

Dean fece segno di no con la testa.

“Preferisco la tua... non continui a strusciarti contro di me e non mi costringi a bere quando non dovrei.”

“Pensavo dovessi guidare.”

“Infatti, ma non credo sarò in grado di farlo. Cazzo, a Sam gireranno le palle a meno che non riesca a trovare un passaggio. Ma questo punto gireranno a me le palle, visto che non ho affatto voglia di tornare a casa a piedi!”

Castiel aggrottò la fronte.

“Se ti va puoi restare a dormire da noi. Come vedi lo spazio non ci manca...”

“Oh, no! Non potrei mai-”

“Per favore, Dean. Resta.”

Dean sorrise.

“Bene, allora vorrà dire che potrò continuare a bere, anche se credo di essere già abbastanza alticcio. Non è mai una gran cosa quando si bevono troppe cose diverse...”

“Vuoi ubriacarti?”

“Non proprio... tu non bevi?”

“No” disse Castiel scuotendo la testa e iniziando a scrocchiarsi le dita “Una volta Gabriel ha corretto quello che stavo bevendo con della vodka. Ci è voluto un attimo prima che mi ubriacassi, stavo malissimo e ho giurato che non sarebbe successo mai più.”

“Cos'è successo?” gli chiese Dean.

“A parte essermi reso ridicolo davanti a tutti? Sono svenuto in fondo al giardino nel mio stesso vomito. Mi sono svegliato solo perché Gabriel mi ha tirato una secchiata d'acqua. Comunque sia è finito lui nei pasticci, quindi...”

“Beh, ma si può bere senza necessariamente ubriacarsi ma sentirsi solo un po' allegri...”

“No, grazie. Preferisco rimanere lucido.”

“Mi sembra giusto. Beh, io vado a prendermi qualcosa di analcolico da bere, vieni con me?”

Castiel annuì e seguì l'altro ragazzo dentro casa. Nel loro tragitto verso la cucina videro Lisa appiccicata a Balthazar che rideva alle sue battute – affatto divertenti. Il maggiore dei Novak li notò e gli strizzò l'occhio mentre circondava le spalle di Lisa con un braccio. Una volta in cucina Dean e Castiel presero una lattina di coca e tornarono velocemente di sopra, allontanandosi il più possibile dalla festa. Castiel fece strada a Dean fino alla sua stanza facendolo entrare per primo. Non appena si rese conto dov'erano, il ragazzo di fermò di colpo, cercando di mettere a fuoco la camera, stupendosi di trovarla più piccola di quanto si fosse immaginato e rispecchiava perfettamente il suo proprietario. Le pareti erano di azzurro chiaro molto vicino al colore degli occhi di Castiel e tutti i mobili erano fatti di uno stupendo faggio finemente intarsiato. C'erano mensole piene di libri, niente televisore o stereo ma solo un computer dall'aria molto costosa sulla scrivania. A dirla tutta sembrava più un ufficio che una camera...

Quando Dean finalmente si mosse, Castiel poté entrare e chiudersi la porta alle spalle. Sorrise timidamente in direzione dell'altro ragazzo prima di prendere la sedia che stava davanti alla scrivania e fare cenno a Dean di accomodarsi mentre lui si sedeva sul letto.

“Sei sicuro che questa sia una camera da letto?”

Castiel sorrise prima di recuperare qualcosa su cui appoggiare la sua bibita in modo da non lasciare macchie sui mobili.

“Lo so che non ha un'aria molto vissuta – di certo non come quella di Gabriel – ma mi piace così com'è, tenendo conto che generalmente qui passo molto più tempo a studiare che a dormire...”

Dean fece un segno d'assenso e si sedette finalmente sulla sedia che gli aveva gentilmente offerto l'altro.

“Cas, dovresti davvero rallentare il ritmo!”

“Beh, non che abbia molto da fare oltre allo studio. Non ho una vita sociale o altro...” disse Castiel prima di recuperare qualcosa che Dean potesse usare per appoggiare la sua coca. Il ragazzo si alzò per prendere quanto l'altro gli stava porgendo e, nel farlo, entrambi indugiarono un attimo senza riuscire a staccarsi gli occhi di dosso. Questo finché Cas non si sentì le guance andare a fuoco e lasciò andare il sottobicchiere improvvisato fissandosi i piedi imbarazzato mentre continuava a sentire lo sguardo di Dean su di sé.

“Dovremmo fare qualcosa a proposito. Dovresti davvero uscire Cas, anche solo per prendere un caffè o qualcosa del genere.”

“Non sarebbe male cambiare prospettiva di tanto in tanto... però posso continuare a studiare anche fuori?” domandò il ragazzo con gli occhi ancora puntati verso il basso.

“Certo, se questo è quello che vuoi.”

“Grazie” disse Castiel alzando finalmente lo sguardo “Mi ha sempre fatto sentire in imbarazzo uscire da solo per andare da qualche parte a studiare, a meno che non dovessi andare in biblioteca e... beh, nessuno ha mai volta voglia di uscire con me.”

“Io verrei volentieri, magari riusciresti a convincermi a studiare un po'! A proposito... mi fai vedere la tua collezione di cravatte?”

Castiel lo guardò perplesso.

“Vuoi davvero vedere la mia collezione di cravatte?”

“Sì... mi hanno così tanto parlato di quante ne hai e come le tieni, che ora sono curioso di vederle!”

“Beh, quando ne hai tante come ne ho io...” disse Castiel alzandosi dal letto e raggiungendo l'anta di un armadio. Quando l'aprì, Dean fu certo non di aver mai visto così tante cravatte in vita sua e tutte in perfetto ordine cromatico. Il ragazzo si alzò e raggiunse l'altro, rimanendo accanto a lui mentre le loro braccia si sfioravano.

“Wow... te ne servono davvero così tante? Io credo di averne una e basta!”

Cas ridacchiò.

“Io ne ho anche fin troppe e alcune non le ho nemmeno mai messe. Alcune me le hanno comprate giusto perché sanno che mi piacciono. Nella fila in basso invece ci sono quelle che non metto e sono quasi tutte che mi regalato Gabriel per Natale o per i compleanno. Guarda...”

il ragazzo si sporse vero l'armadio e recuperò una manciata di cravatte: la maggior parte avevano dei disegnini infantili di bruchi e farfalle, altre avevano delle inappropriate decorazioni o scritte con espliciti riferimenti sessuali, altre ancora invece semplicemente non erano nello stile di Castiel. Dean ne afferrò una, sorridendo entusiasta.

“Cas, questa è fantastica! Non ti piace la Justice League of Amerca?”[3]

“Non sono un grande amante dei fumetti. Inoltre non ho idea in che occasione potrei indossare una cravatta del genere.”

“Sono certo che troveresti il momento buono. Comunque... indossi anche le bretelle?”

“Qualche volta. Ne ho qualcuna...” rispose Castiel sorridendo timidamente.

“Così come hai qualche cravatta?”

“No, ne ho solamente... dieci paia?” disse il ragazzo recuperando la cravatta dalle mani di Dean e rimettendola al suo posto insieme alle altre. Dean non poté fare a meno di ridacchiare alla vista del DOC di Castiel prima di tornare a sedersi e continuare a guardare incuriosito la stanza.





Note della Traduttrice:

[1] About time you came out of the closet, ma credo che oramai sia ampiamente risaputo che uscire dall'armadio, in inglese, significhi dichiarare pubblicamente la propria omosessualità.

[1] A detta di Google, questa è una finestra francese. Io di architettura non so nulla XD

[3] Superman, Batman, Wonder Woman, Acquaman, Hawkman, Flash, Lanterna Verde... Beh, Wikipedia ne sa più di me.



Il 1° marzo è finalmente arrivato, auguri al nostro Jens ed ecco il capitolo 7. Le cose stanno iniziando a smuoversi, lentamente, ma in modo incredibile secondo me.

Adoro Dean e Cas, adoro Balthazar, adoro Gabriel e adoro l'autrice di questa storia. Più traduco più mi il mio amore per questa fanfiction cresce a dismisura! Btw... la collezione di cravatte?! Dean oramai è vecchia u.u

Inoltre... tradurre questo capitolo è stata un'operazione meno facile del previsto perché diverse frasi richiedevano di essere adattate e interpretate molto più che nei capitoli precedenti. Spero il risultato sia scorrevole e di vostro gradimento!

Il prossimo aggiornamento è previsto per il 25 di marzo... ancora esami (me ne mancano... 6... 7... minimo altri due... circa una decina da dare entro metà maggio e ho finito!), tesi da finire e pochissimo tempo per editare i capitoli... nel frattempo cercherò di continuare il lavoro perché i capitoli pronti si stano riducendo all'osso :S

Stay tuned sul mio Twitter (@latum) o sulla mia pagina Facebook per ulteriori sviluppi!

A presto!

LaTuM

Edited by LaTuM - 25/3/2013, 17:28
 
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