Not All That, di totalizzyness - tradotta da LaTuM

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LaTuM
view post Posted on 9/7/2013, 19:47 by: LaTuM




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.

Not All That

Capitolo 9

Non è un appuntamento!







Gabriel, con in mano un megafono e un ghigno che non prometteva nulla di buono, si fermò in fondo a una grande scalinata e attese il cenno di Balthazar prima di premere l'interruttore e portarsi il megafono alla bocca.

“RIUNIONE DI FAMIGLIA! TUTTI IN CUCINA! ADESSO! PENA LA MORTE!”

Dopo qualche secondo si cominciò a sentire il rumore di passi dai piani superiori mentre Gabriel e Balthazar raggiunsero Crowley in cucina servendosi il caffè in attesa che gli altri arrivassero. Anna fu la prima a fare la sua comparsa, come al solito con il telefono tra le mani troppo impegnata a messaggiare.

“Finisci di scrivere quel messaggio poi dammi il telefono” le intimò Balthazar allungano la mano in direzione della sorella. Lei sbuffò e mandò il messaggio prima di dare controvoglia il telefono al ragazzo. I gemelli entrarono a loro volta in cucina continuando a darsi spintoni mentre Zacharia fu l'ultimo ad arrivare... aveva un'espressione talmente assonata che sembrava essere stato appena svegliato dalle grida di Gabriel.

“Bene, vedo che ci siamo tutti-”

“Un momento, dov'è Castiel?” domandò Lucifer.

“E' fuori ed è proprio di lui che dobbiamo parlare” disse Gabriel cercando di essere paziente.

Balthazar annuì e si alzò in modo che tutti lo vedessero.

“Esattamente... bene, tutti noi sappiamo dell'apparizione di Dean, giusto?”

Gli altri annuirono mormorando qualcosa.

“Ottimo... mi rendo conto che non è corretto condividere questa informazione, ma domani riparto e non posso procedere da solo, ragion per cui ho bisogno di tutto l'aiuto che potete darmi. Posso contare su di voi?”

Il ragazzo s'interruppe osservando il resto della famiglia annuire sospettosamente a quella richiesta.

“Di cosa si tratta?” domandò Anna, nervosa senza cellulare tra le mani.

“Beh, il nostro piccolo Cassie si è preso una cotta per niente di meno che Dean Winchester!”

Dal tavolo si alzò qualche inevitabile risolino.

“E allora?” chiese Zacharia giochicchiando con la tazza che aveva in mano e ricevendo come risposta un'occhiataccia da Balthazar e Gabriel.

“Sto chiedendo a tutti voi di aiutarci e fare la vostra parte da Dottor Stranamore!”

“Ma ho già piazzato Dean con Lisa!” protestò Anna facendo sghignazzare Crowley.

“Non è andata molto bene Anna, l'ha mollata a Balthazar per passare il resto della serata insieme a Castiel.”

“Oh.”

“Ma Dean non è etero?” chiese invece Michael prima da dare al gemello una violenta gomitata che Lucifer non mancò di restituirgli con altrettanta forza e Gabriel non poté che alzare gli occhi al cielo alla vista dei due.

“A quanto pare no. Gli va bene tutto e siamo dell'idea che a lui piaccia Cas e non faccia molto per nasconderlo. Ora di tratta solo di trovare un modo per farli mettere insieme.”

“Perché dobbiamo occuparcene noi? Non potrebbero pensarci anche Meg o Ruby o chi altro?” domandò Lucifer infastidito.

“Perché” iniziò a rispondergli Balthazar chinandosi leggermente verso il tavolo con fare minaccioso “la faccenda è maledettamente seria e delicata. Se lo dicessimo agli altri, andrebbero a spifferarlo subito a tutti e questo renderebbe le cose ancora più difficili di quanto già non siano. Sarà già abbastanza vedersela con un Castiel totalmente estraneo alla cosa e Dean troppo spaventato per tentare qualcosa.”

Gabriel annuì in segno d'assenso.

“So che è una cosa che non abbiamo mai fatto, ma è il momento di darsi da fare per farli mettere insieme: invitare Dean a ogni occasione per fargli passare del tempo con Cas. Michael, Lucifer, a voi il compito di fare da babysitter a Sam... gioca a World of Warcraft quindi dovreste trovarvi bene. Dobbiamo dare una spintarella a quei due!”

“Più che una spintarella, dovremmo direttamente buttarli giù da un dirupo!” rise Crowley.

“Dobbiamo procedere con calma o Cas potrebbe farsi un'idea sbagliata” spiegò Gabriel.

“A proposito” domandò Anna allungandosi e cercando di raggiungere il telefono che Balthazar aveva lasciato sul tavolo “Dov'è Cas adesso?”

“Fuori con Dean... vediamo che combinano!”

Gabriel prese il suo cellulare e fece scorrere i nomi finché non trovò il numero di Castiel avviando la chiamata e mettendo il vivavoce in modo che tutti potessero sentire ma tenendo ugualmente il microfono vicino alla bocca così Castiel non avrebbe sospettato nulla.

Finalmente dall'altra parte il ragazzo rispose.

“Ciao Gabriel.”

“Hey Cas! Che fai?”

Tutti i presenti si avvicinarono a Gabriel in modo da poter ascoltare meglio la conversazione.

“Sto studiando.”

“...Dean è lì con te?”

“...sì.”

“Dove siete?”

“Non è mia intenzione dirtelo, Gabriel. Saresti capacissimo di venire qua e interromperci.”

Anna ridacchiò beccandosi una gomitata da parte di Crowley e Balthazar le sibilò di chiudere quella dannata bocca!

“C'è lì qualcuno?”

“Solo Anna che, come al solito, ridacchia davanti al telefono. E non voglio venire a disturbarvi, era solo una domanda...” rispose Gabriel “Comunque stasera pensavamo di andare fuori a cena.”

“Dove?”

“Dimmi dove sei e ti dirò dove andremo!”

Castiel sospirò affranto.

“Da Java.”

“Oh, comodi e vicini sui divanetti?”

“Stiamo lavorando al progetto di storia... sai, quello che a cui dovreste collaborare anche tu e Anna.”

“Se vuoi veniamo lì a darvi una mano.”

“No, grazie. Io e Dean riusciamo a cavarcela da soli, inoltre la presenza tende a distrarre troppo Dean dallo studio. Comunque... dove volete andare a cena?”

“Uhm...” fece Gabriel guardando impreparato Crowley e Balthazar e alzarono le spalle colti alla sprovvista “Da Alfredo's!”

“Ok.”

“Vieni? Porta pure Dean, se gli va!”

Dall'altra parte di sentì una conversazione indistinta prima che Castiel riprendesse a parlare.

“Dean non pare molto dell'idea.”

“Dai, su! Tanto paga Balthazar! Una cena tra amici prima che se ne vada!”

Balthazar incenerì Gabriel con lo sguardo, ottenendo solo una risata divertita come risposta mentre Castiel aggiornava Dean dell'offerta.

“Ok, a che ora?”

“Ti faccio sapere, prima devo prenotare!”

“E' sabato sera Gabriel, non avranno nemmeno un tavolo libero!”

“Ne hanno sempre uno per i Novak!”

“Ok” rispose Castiel sospirando per l'ennesima volta.

“Perfetto, ti chiamo più tardi!”

“A dopo.”

Gabriel interruppe la chiamata con un ghigno soddisfatto.

“Aaww! Quei due sono usciti per un altro appuntamento!!”

“E ne hanno uno anche stasera!” rise Crowley dando il cinque al cugino.

“Che scroccone quello lì!” borbottò Zacharia alzandosi dalla sua sedia.

“Hey! Mica tutti possono permettersi di andare fuori a mangiare dove gli pare. E Alfredo's è tutto fuorché un posto economico! Cassie glielo avrà sicuramente detto, quindi smettila di fare il cazzone!” lo riprese Balthazar mentre Zacharia scrollava le spalle indifferente alle parole dell'altro e faceva ritorno della sua stanza.

“Scusa Balth, è la prima cosa che mi è venuta in mente” disse Gabriel avvicinandosi al frigorifero prendere qualcosa da bere.

“E' tutto ok, significa solo che non possiamo andare tutto tutti. Gabe, tu puoi venire!”

“Quindi viene solo lui?” domandò Anna riuscendo finalmente a riprendersi il telefono.

“Sì, dobbiamo assicurarci che quei due si parlino. Comunque, vado a dedicarmi al mio sonno di bellezza, fatemi sapere se riuscite a trovare un tavolo” disse Balthazar congedandosi mentre anche tutti gli altri tornavano a farsi i fatti propri.



***



Dean e Castiel erano chini a leggere lo stesso libro su Alfred Eichmann, scoprendo con piacere che proseguivano quasi alla stessa velocità. Al momento lo studio era l'unica cosa che permetteva a Castiel di mantenere la concentrazione e non distrarsi per colpa di Dean. Se fossero stati intenti a fare altro, Castiel probabilmente avrebbe fatto caso al fatto che la gamba di Dean era addossata a lui o che la mano dell'altro fosse incredibilmente vicino alla sua. Si sarebbe anche accorto che le loro teste si stavano praticamente sfiorando e che Dean profumava di caffè e dopobarba. E per un istante la concentrazione del ragazzo venne meno e se ne rese conto solo quando notò che Dean lo stava osservando prima di riportare all'istante gli occhi sul libro, anche se oramai l'altro era già ben più avanti di lui. Prima di rendersi conto della sua distrazione, per alcuni secondi Castiel si ritrovò a contare le lentiggini sul viso di Dean. Quest'ultimo aveva appena concluso di leggere la pagina quando Castiel invece era solo all'inizio dell'ultimo paragrafo. Quando Dean fece per girare la pagina, Castiel gli bloccò la mano e così rimasero finché non finì l'ultima riga. Solo quando tolse la mano da quella di Dean Castiel arrossì imbarazzato, rendendosi conto che si erano praticamente tenuti per mano.

“Scusami, ho perso per un attimo la concentrazione.”

“Non c'è problema” gli rispose Dean con un sorriso “E' una lettura non per stomaci delicati... e terribile vedere quello che hanno fatto, soprattutto quel medico di cui mi avevi parlato.”

“Lo so... solo...”

“Credo che avrò bisogno di un altro caffè.”

“Ci penso io!” disse Castiel alzandosi di scatto dal divano.

“No, Cas-” provò a protestare Dean, invano. Non fece in tempo a dire nulla che il ragazzo era già arrivato al bancone. Dean prese penna e blocco per gli appunti e iniziando a trascrivere qualche informazione nell'attesa che Castiel tornasse. Era felice di quanto fossero riusciti ad avvicinarsi in meno di una settimana. Non avrebbe mai pensato di dirlo, ma il fatto che suo padre avesse scaricato lui e Sammy da Bobby era la cosa migliore che gli fosse mai capitata. Sam era riuscito a trovarsi una bellissima ragazza e aveva degli amici, lui stesso aveva degli amici niente male e sarebbe stata questione di tempo prima che anche lui trovasse qualcuno. Dopo poco Castiel tornò reggendo due tazze di caffè tra le mani e tornò a sedersi accanto a Dean, assicurandosi però di lasciare abbastanza spazio tra lui e il ragazzo.

“Non puoi continuare a pagare tutto tu, Cas!” disse Dean prendendo il caffè che gli stava porgendo l'altro.

“Perché no?” gli domandò Castiel aggrottando la fronte “I soldi non mi mancano e non ho occasioni per spenderli... perché non farlo per te?”

“Perché... non saprei, ma mi fa sentire un po' inferiore” rispose il ragazzo alzando le spalle.

“Non sei inferiore, Dean. E sta pur certo che non mi credo migliore di te per nessuna ragione, benché meno per tutti i soldi che ho. L'unica cosa che mi sento in grado di fare per portare avanti questa relazione – volevo dire - amicizia è pagare per quello che facciamo.”

Entrambi i ragazzi arrossirono quando Castiel disse per sbaglio “relazione”. Dean abbassò lo sguardo verso la sua tazza e ne bevve un sorso mentre Castiel guardava da un'altra parte dandosi dei colpi sulla fronte colto dall'improvvisa voglia di sotterrarsi e non farsi vedere mai più. I pensiero del ragazzo vennero però interrotti dal cellulare che vibrò sul tavolo catturando così la sua attenzione: era un messaggio di Gabriel che li avvisava di essere riuscito a prenotare per quella sera e che li raccomandava vivamente di vestirsi eleganti, cosa che fece gemere Dean disperato.

“Non ho nulla che si possa definire elegante!”

“Jeans e camicia andranno bene. Come avrai notato, Balthazar si rifiuta di indossare qualunque cosa possa coprirgli i pettorali. E posso sempre prestarti io una cravatta.”

“Quella della Justice League of America!” disse Dean entusiasta facendo ridere l'amico, contento che la gaffe della 'relazione' fosse oramai passata in secondo piano.

“Se vuoi puoi tenerla, io non credo sarei mai in grado di metterla e, come hai potuto constatare, ho più cravatte di quante potrei mai metterne in un anno.”

“Davvero posso?”

“Certo! Anzi, per essere onesto ero alla ricerca di qualcuno a cui darla... sei sicuro di non volere anche le altre?”

“Stai cercando di farmi diventare una tua copia partendo con le cravatte? Le prossime sono le giacche?” chiese Dean ridendo.

“Affatto” rispose Castiel sorridendo imbarazzato “Sono certo staresti molto bene vestito in modo elegante, ma non fa parte di te e, personalmente, mi piaci così come sei.”

“Perché? Sono perfetto così come sono?”

“Sì” rispose l'altro cercando di sforzarsi di ridere e facendo sorridere Dean.

“Ma quanto sei dolce... anche tu non sei male! Comunque... dobbiamo cercare di far fuori più pagine possibili di questa roba, vero?”

“Sarebbe auspicabile...” rispose Castiel sorridendo prima di recuperare il proprio quaderno e una penna.



***



Quella sera, dopo aver riaccompagnato Castiel, Dean tornò a casa il più velocemente possibile, saltando letteralmente nella doccia mentre giù in cucina Bobby e Sam osservavano perplessi il comportamento del ragazzo.

“Che gli prende?”

Sam alzò le spalle e prese una fetta di pane tostato.

“Non ne ho idea, è stato fuori con Castiel tutto il giorno.”

“Sta succedendo qualcosa di strano... come diavolo è riuscito tuo fratello a diventare così velocemente amico del più solitario di tutta la famiglia Novak?”

“Magari si è innamorato!” suggerì il ragazzo scoppiando a ridere prima di dare un grosso morso al toast.

Bobby non poté fare altro che sospirare affranto, riempirsi la tazza di caffè e, dopo aver recuperato il giornale, andarsene in salotto. Sam ghignò e salì le scale portandosi il toast in camera, sdraiandosi sul letto di Dean proprio nel momento in cui questo usciva dalla doccia. Il ragazzo si fermò di colpo sulla soglia della stanza e lo guardò malissimo.

“Che diavolo stai facendo?! Levati subito dal mio letto!”

“Dove stai andando? Non sarà mica un appuntamento di quelli seri?”[1]

Dean gli lanciò un'occhiataccia e aprì l'armadio recuperando la sua camicia e un paio di jeans in buono stato facendo in modo che il ghigno sul volto di Sam si facesse ancora più divertito.

“E' davvero un appuntamento, allora! Sul serio?”

“No! Sto solo uscendo a cena.”

“Un appuntamento con cena in un ristorante o uno di quelli -”

“Vuoi andare a fanculo? Non è un appuntamento!”

Sam rise e si mise a sedere incrociando le gambe.

“Allora perché uscite a cena?”

“E' l'ultima sera di Balthazar da queste parti prima che torno al college e ci vuole portare fuori in un ristorante da fighetti” rispose Dean iniziando ad asciugarsi i capelli con un asciugamano.

“Carino... noi chi?”

“Io, Cas, Gabe e lui credo...”

“Oh, che carini!”

“Smettila. Anzi, levati dalle palle che devo prepararmi!”

Il ragazzo uscì il più velocemente possibile dalla stanza prima che il fratello riuscisse a colpirlo in qualche modo e scappò giù dalle scale. A Dean ci volle qualche tentativo prima di trovare l'abbinamento che lo rendesse il più presentabile possibile. Alla fine optò per una camicia stirata e senza pieghe e un paio di jeans senza buchi o strappi. Una volta vestito tornò in bagno per darsi una sistemata ai capelli e mettersi un po' di dopobarba e, guardandosi allo specchio, si rese conto che era la prima volta dopo tanto tempo che si metteva in ghingheri – o qualcosa del genere – per un'occasione speciale. Era da tanto che non usciva a mangiare con qualcuno e comunque, generalmente, gli abiti casual che aveva andavano più che bene. Considerato che il casual di Castiel corrispondeva a quello che per tutti gli altri erano abiti eleganti, gli venne da chiedersi se per l'amico vestirsi bene significasse indossare uno smoking o qualcosa del genere. Quando il telefono squillò, Dean smise di guardarsi allo specchio e lesse il messaggio che gli aveva inviato Gabriel.



“Io e Balth prendiamo la Dodge, ergo Cas ha bisogno di un passaggio. Vieni a prenderlo.”



Dean alzò gli occhi al cielo e tornò in camera recuperando la giacca decente dall'armadio e le chiavi della macchina dal comodino. Uscì di casa piuttosto velocemente prima che Bobby o Sam potessero fermarlo e si diresse verso i Novak. Quando arrivò trovò Castiel che lo stava aspettando davanti al porticato seduto rigidamente su una panchina a leggere Per chi suona la campana. Alzò lo sguardo solo quando sentì il rombo del motore dell'Impala e appoggiò il libro sulle ginocchia prima di rivolgere un sorriso a Dean. Questo ricambiò il sorriso e uscì dall'auto dirigendosi con calma verso l'amico. Quella sera Castiel era vestito completamente di nero e, per una volta, niente gilet ma solo giacca, cravatta e camicia, tutte nere.

“Carino, Cas.”

“Grazie... vuoi ancora la cravatta?”

“Cavolo, sì!”

Castiel ridacchiò e tirò fuori la cravatta dalla tasca della giacca porgendola a Dean. Il ragazzo però di ritrasse, alzando le mani in segno di resa.

“Non so mettermela.”

Castiel sorrise e se la mise intorno al collo.

“Non c'è nulla di strano... se vuoi t'insegno.”

Dean annuì e osservò il ragazzo faceva il nodo alla cravatta con una semplicità disarmante prima di allentarla e sfilarsela.

“Però magari è meglio fare un'altra volta, adesso ci conviene andare o faremo tardi. Non riesco a credere che quei due abbiano scelto un'auto a due posti di proposito...”

Dean annuì nuovamente e Castiel si avvicinò a lui mettendogli la cravatta, stringendola e allentandola finché non fu perfetta. Dean sorrise e quando l'altro alzò lo sguardo non riuscì ad allontanare gli occhi da lui.

“Grazie Cas.”

Il ragazzo arrossì per non essersi reso conto di quanto gli fosse andato vicino.

“Non c'è problema... ehm... andiamo?”

Nessuno dei due però si mosse, troppi presi com'erano a guardarsi negli occhi... almeno finché Castiel non tossì imbarazzato, rendendosi conto che aveva persino smesso di respirare. Anche Dean parve riscuotersi e gli sorrise dandogli una pacca sulla schiena.

“Stai bene?”

Castiel annuì e seguì il ragazzo verso l'Impala, sorridendo divertito quando Dean gli aprì la portiera per farlo accomodare prima si fare il giro dell'auto e salire a sua volta, mettendosi in strada nel giro di poco. Dean lanciò un'occhiata all'amico che aveva ancora il libro che stava leggendo poco prima.

“Come s'intitola?”

Castiel osservò Dean incuriosito prima di capire a cosa il ragazzo si stesse riferendo.

“Oh, è Per chi suona la campana di Hemingway.”

“Ne hanno fatta una anche i Metallica.”

“...i Metallica sono un gruppo?”

Dean annuì.

“C'è anche una canzone dei Metallica che s'intitola così.” [2]

“Oh... parla anche quella della guerra civile spagnola?”

“Uhm, sinceramente non saprei. Sembra che parli della guerra, ma dovresti sentirla e farti una tua idea...”

“Ok” rispose Castiel annuendo.

“...Ok? Vuoi dire che ti va di ascoltare i Metallica? Voglio dire... puoi sempre andare a cercarti il testo su Google...”

“Non è un problema, li ascolto volentieri se lo desideri. In fondo sei già riuscito a convincermi a vedere film che altrimenti non avrei degnato di uno sguardo.”

Dean non riuscì a impedirsi di sorridere.

“Beh, fantastico! Te la faccio sentire dopo cena!”

“Ok.”

Non ci volle molto prima che arrivassero da Alfredo's e Dean non gradì molto l'idea di lasciare le chiavi della sua auto a uno del personale perché si preoccupasse lui parcheggiarla, ma le rassicurazioni di Castiel lo costrinsero a cedere. Quando finalmente entrarono nel ristorante, Balthazar richiamò in maniera eccessivamente rumorosa la loro attenzione, costringendo Castiel a nascondersi la faccia, imbarazzato, nel momento in cui Gabriel si unì agli schiamazzi del fratello. Questa volta fu Dean a rassicurare Castiel stringendogli una spalla e guidandolo verso il tavolo sorridendo timidamente finché non si furono seduti e Gabriel abbassò il tono di voce.

“Stai da favola, Dean!”

“Grazie Gabe... non mi pare che tu però ti sia vestito particolarmente bene...!”

Gabriel alzò le spalle e iniziò a giocare con il tovagliolo.

“Nah, non è nel mio stile. Però ho su le mie scarpe buone e mi sono pettinato.”

Dean ridacchiò e diede un'occhiata al ristorante notando che l'ambiente era molto più chic di quanto si era immaginato... oltre al fatto che gli altri clienti stavano guardando malissimo il loro tavolo per la mancanza di decoro dimostrata prima dagli altri due. Nel frattempo Castiel giocherellava imbarazzato con la sua cravatta e Balthazar stava rivolgendo a Dean un ghigno con la sua solita faccia da schiaffi.

“Ehm... perché questa cena, di grazia? Voglio dire, siamo solo noi quattro?”

“Perché non ho intenzione di farmi spennare da tutta la famiglia. Inoltre insieme facciamo un bel quartetto, no? Tu sei un buon amico di Cas e Gabe e io ho un ottimo rapporto con entrambi, quindi come vedi è destino che diventiamo buoni amici pure noi!” rispose Balthazar senza staccare gli occhi da Dean e Castiel.

“O...k? No che mi stia lamentando, sia chiaro!” disse Dean annuendo comunque scettico.

“Goditela e basta, Dean. E assicurati di riportare Castiel a casa per mezzanotte.”

Gabriel rise e trasformò il suo tovagliolo in un cappello da muratore, indossandolo con fierezza anche quando il cameriere arrivò porgendogli i menù e rivolgendogli un'occhiata carica di disapprovazione.

“Dean, sentiti libero di ordinare tutto quello che ti pare”! gli fece presente Balthazar “E che non ti venga in mente di guardare i prezzi!”

Prima ancora che Dean potesse cercare di convincere Balthazar che davvero desiderava una delle pietanze meno costose, Castiel coprì i prezzi con il tovagliolo.

“Non farlo, Dean. Rilassati e divertiti, ricordati che sei tra amici.”

Gabriel sorrise e annuì.

“E se ti venisse voglia di aragosta annegata nello champagne e servita con caviale, l'avrai!”

“Puah! Che schifo!” non riuscì a trattenersi dal commentare Dean.

“Se t'interessa fanno delle ottime bistecche” gli suggerì Castiel.

“Già! Sono come degli hamburger per fighetti!” rise Gabriel sfogliando le pagine del menù, imitato poi da Dean.

Per tutta la durata della cena Dean e Castiel rimasero in religioso, incrociando di tanto in tanto lo sguardo e sorridendosi. Balthazar e Gabriel invece continuavano a chiacchierare a bassa voce, divertiti dal comportamento degno di due piccioncini degli altri due: Castiel che versava da bere a Dean e Dean che rimuoveva delicatamente della salsa dalla bocca di Castiel con il tovagliolo. Mentre stavano mangiando il dolce Dean fece sventolare la sua forchetta davanti a a Castiel, insistendo che dovesse assolutamente assaggiare la torta che avevano ordinato.[3] Quando il ragazzo rifiutò, Dean gli fece presente che lui aveva provato il suo 'caffè diabetico' e, così dicendo, gli ficcò la forchetta in bocca. La cosa fece ridere Gabriel che a sua volta si servì una generosa porzione di torta.

“Il 'caffè diabetico'? Intendi il caffè al caramello macchiato?”

“Con quattro bustine di zucchero e altre schifezze!”

Castiel alzò le spalle e iniziò a masticare il pezzo di torta, cercando di coglierne tutti i sapori sotto lo sguardo divertito di Dean che stacco un altro pezzo di dolce con la forchetta.

“Allora ragazzi, cosa fate dopo? C'è un peep-show[4] molto carino e molto vintage” disse Balthazar con un ghigno e ammiccando in direzione di Castiel.

“No, grazie lo stesso Balthazar. A ogni modo, Dean voleva introdurmi al mondo dei Metallica.”

“Cosa?! Ho provato per anni a farteli ascoltare! Oh, ma se lo chiede Dean allora! In fondo è Dean! Tutto per te, Dean!” brontolò Gabriel ricevendo un'occhiataccia da parte del cugino.

“Non è detto che mi piaceranno, ho detto che sentirò almeno una loro canzone. In fondo mi ha già convinto a vedere un sacco di film... perché non istruirmi anche sul piano musicale?”

“...che film?”

“Più o meno tutti quelli che sono stati girati nella storia del cinema visto che sembra non ne abbia mai visto uno! Comunque ieri sera ci abbiamo dato dentro con Indiana Jones!”

“Sporcaccioni!” disse Balthazar scoppiando a ridere.

“Non era poi così male” fece Castiel graffiando il piatto che aveva davanti con un cucchiaio mentre Gabriel soffocava una risata ficcandosi in bocca un pezzo di torta.

“E dopo chi viene?” domandò Balthazar innocentemente mentre Dean scrollava le spalle finendo la torta che aveva nel piatto prima di rispondergli.

“Dipende... forse Blade Runner. O Arancia Meccanica. E se riusciamo a trovare un intero giorno libero, una maratona all'insegna di Star Wars è d'obbligo!”

“Wow, Cas! Addirittura un giorno intero? Io non mi fare scappare l'occasione!”

Castiel tenne gli occhi fissi sul piatto cercando di mantenere la calma mentre la sua famiglia continuava a fare di tutto per metterlo in imbarazzo. Per fortuna Dean non lo conosceva ancora così bene da rendersene conto scrollò le spalle indifferente.





Note della Traduttrice:

[1] Letteralmente sarebbe hot date, che è un appuntamento le cui intenzioni sono arrivare in terza base... di recente la mia vita sociale è diventata ancora più scarsa del solito, quindi 'appuntamento di quelli seri' è l'unica idea che mi è venuta per rendere le due sfumature di appuntamento: uno più galante e uno che mira al sodo.

[2] Ovviamente Dean parla di For Whom the Bell Tolls, e l'opera di Hemingway è stata tradotta con Per chi suona la campana

[3] E' la solita pie di cui è ghiotto Dean, ma ho deciso di seguire la linea del telefilm e chiamarla o torta o crostata (anche se tendo comunque a preferire torta come traduzione, è comunque più fedele che crostata).

[4] peep-show: apparecchio contenente diapositive, brevi filmati di vario soggetto (anche erotici) visibili attraverso una lente (fonte: Hazon)... capito perché l'ho lasciato in inglese?! XD Tra l'altro l'anno scorso ho dovuto fare una traduzione dal tedesco all'italiano che parlava di Amsterdam (o Amburgo? Boh!) e si parlava anche dei peep-show... qualcuno aveva provato a tradurre il termine, ma la docente ha caldamente sconsigliato di farlo!



Chi non muore si rivede!
Già, sono ancora viva e no, non mi sono dimenticata di NAT, ma è stato un periodo abbastanza duro... tuttavia, da oggi – sì, sì, oggi! - sono ufficialmente Dottoressa, laureata con 110 in scienze della mediazione linguistica in qualità di traduttrice e interprete di trattativa!
Ok, dopo il momentaneo delirio di onnipotenza... vi erano mancati questi due?
Spero di sì!
Scusate ancora se mi ci è voluto un po', ma dovevo guadagnarmi quel maledetto pezzo di carta!

Stay tuned per gli aggiornamenti sul mio Twitter (@latum) o sulla mia pagina Facebook!

PS: Questa è la tesi che ho dissertato... XD Ne vado troppo orgogliosa <3

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30 replies since 8/11/2012, 14:28   443 views
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