Not All That, di totalizzyness - tradotta da LaTuM

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LaTuM
view post Posted on 27/7/2013, 15:07 by: LaTuM




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.



Not All That


Capitolo 10

Le due facce della stessa medaglia






Dean e Castiel rimasero in piedi a fissare perplessi Gabriel e Balthazar salire in auto e andarsene in fretta e furia e suonare assurdamente il clacson non appena furono in strada. Castiel rivolse a Dean un sorriso imbarazzato e sfregò leggermente le scarpe sull'asfalto.

“Direi che si sono trattenuti” disse Castiel facendo scoppiare a ridere l'amico che gli afferrò una spalla per non cadere.

“Mi piace la tua famiglia Cas! Era da tanto che non mi divertivo così!”

“Beh, mi fa piacere. Io la maggior parte delle volte non li posso sopportare.”

“Credo dipenda dal fatto che non sono costretto a vivere con loro. Comunque... cosa ti va di fare? O meglio, come preferisci che ti inizi ai Metallica?”

Castiel sorrise a attraversò il parcheggio insieme a Dean finché non raggiunsero l'auto.

“Non ha importanza come... mi basta iniziare dal titolo che mi hai suggerito solo qualche ora fa.”

“Amico, ti farò ascoltare qualunque cosa abbiano mai composto i Metallica!” rispose Dean aprendo la portiera a Castiel sorridendogli per poi entrare in macchina a sua volta, al posto del guidatore. Senza smettere di sorridere, Castiel si allacciò la cintura e appoggiò le mani sulle gambe mentre osservava incuriosito Dean che trafficava con l'autoradio.

“Non c'è niente di meglio che sentire un nuovo gruppo mentre si guida senza una meta precisa e con i finestrini tirati giù. Lo so che nel cruscotto ci sono un sacco di cassette, ma riesci a recuperarmene una che s'intitola Ride the Lightening?”

Castiel annuì e fece quanto Dean gli aveva chiesto, fermandosi a osservare incuriosito la copertina dell'album prima di consegnare l'oggetto in mano all'altro.

“Ok, prima che la lezione abbia inizio, ti va di andare da qualche parte in particolare?”

“No, mi va benissimo stare in auto mentre tu guidi. Nel caso invece tu preferisca fermarti, se giri a sinistra dove c'è la biblioteca e prosegui dritto si arriva a un lago...”

Dean annuì e mise in moto l'auto.

“Allora andiamo!”

Nel momento in cui l'auto partì, si accese anche lo stero e una melodia leggera (per quanto leggera potesse essere la musica dei Metallica) che annunciava l'inizio di Fight Fire With Fire invase l'abitacolo.

“Non sembrano così tremendi...” disse Castiel pensieroso.

“Dagli ancora un momento...”

Dopo quaranta secondi le chitarre smisero di essere leggere e melodiche e da quel momento, tutto quello che Castiel riuscì a sentire fu rumore. Il ragazzo si girò in direzione dell'amico aggrottando la fronte, rendendosi però conto che l'altro stava faticando parecchio per non lasciarsi andare all'head-banging.[1]

“Riesci davvero a sentire questa... roba?”

La domanda di Castiel lo fece scoppiare a ridere.

“A ognuno il suo. Comunque non tutte le canzoni sono così. La maggior parte sì, ma a te potrebbe piacere Fade to Black. E' sicuramente più tranquilla...”

Castiel alzò le spalle e cercò di rimanere di ampie vedute: alla fine avrebbe trovato almeno una canzone dei Metallica di suo gradimento... se così fosse stato probabilmente Dean lo avrebbe apprezzato maggiormente. Generalmente le relazioni umane funzionano meglio se ci sono dei punti in comune e al momento Castiel non aveva nulla dalla sua. Certo, delle cose in comune le avevano, come frequentare la stessa scuola, vivere nella stessa città, essere vivi, ma Castiel dubitava fortemente che quegli argomenti potessero nascere delle grandi conversazioni.

Per tutto il tragitto il ragazzo fece del suo meglio per ascoltare i testi delle canzoni nonostante la musica gli stesse – metaforicamente – facendo sanguinare le orecchie. Se non altro i Metallica avevano per lo meno il buon senso di scrivere dei testi di senso compiuto e cantarli, invece che limitarsi a gridare come facevano i gruppi che ascoltava Gabriel.

Castiel rivolse uno sguardo a Dean osservandolo attentamente: mentre guidava con il braccio appoggiato alla portiera con il finestrino tirato giù mentre il sinistro era disteso in modo tale da permettergli di tenere saldamente il volante sembrava il ritratto del classico ragazzo bello e dannato. Aveva uno sguardo vagamente annoiato e l'aria di uno che avrebbe tranquillamente potuto guidare a occhi chiusi. Si era allentato la cravatta e ora il nodo nascondeva leggermente la pelle sotto la linea del collo, i primi tre bottoni della camicia erano slacciati e il colletto della camicia svolazzava mosso dall'aria che entrava nell'abitacolo. Dean si morse leggermente le labbra quando iniziò un assolo di chitarra, sposando un braccio in modo da poter fingere di suonare a sua volta e guidare allo stesso tempo. Castiel sorridere alla vista di quando quella musica riuscisse ad appassionare il ragazzo... l'amore che Dean provava per i Metallica era un'ottima ragione per amarli a sua volta.

“Allora... che ne pensi?” domandò Dean accorgendosi che Castiel continuava a fissarlo.

“Non... non sono male. I testi non sono particolarmente... poetici.”

“Nah, diciamo che in ogni album c'è una canzone con un testo che spacca. Il resto sono splendidi assoli di chitarra e Lars che suona la batteria come un pazzo.”

“Una canzone per album è una media accettabile?” domandò Castiel perplesso senza però smettere di sorridere.

“Amico, ogni canzone della loro discografia è spettacolare. Alla fine ti ritroverai a voler ascoltare tutto quello che hanno inciso, trovandolo ben più che accettabile!”

“Sentirò qualunque cosa tu mi proponga.”

“Sul serio?” chiese Dean voltandosi verso il ragazzo e ricambiando il sorriso.

Castiel scrollò le spalle senza dare troppo peso alla cosa e tornò a guardare dritto davanti a sé.

“Mi fido dei tuoi gusti in fatto di musica, film... qualunque cosa.”

Dean non riuscì a impedirsi di sorridere ancora di più. Avrebbe voluto rispondergli, ma non aveva la benché più pallida idea di cosa dirgli, così decise di dare una lieve pacca sulla gamba, stringendogli il ginocchio con fare divertito. Castiel non riuscì a staccare gli occhi dalla mano del ragazzo come se si fosse trattato di un serpente velenoso pronto a colpire al minimo movimento. Dean esitò qualche momento prima di riportare la mano sul volante. Castiel continuò a osservarla, ritrovandosi a desiderare che il contatto non si fosse mai interrotto e sentendo la mancava del piacevole calore che aveva provato fino a poco prima.

Mentre i due ragazzi continuavano a girare a vuoto per la città videro che le vetrate dei negozi erano già stati ornati per Halloween. Era solo metà ottobre, ma era abbastanza piacevole guidare e vedere le zucche illuminate e gli scheletri alle finestre. Dean sorrise divertito mentre provava a immaginarsi che costume avrebbe scelto d'indossare Castiel, sapendo che molto probabilmente avrebbe optato per un oscuro personaggio di un qualche classico della letteratura. Non riuscì a fare a meno di pensare all'ultimo Halloween che avevano festeggiato, quando lui e Sam si erano vestiti come Luke e Han Solo riuscendo persino a convincere John a travestirsi da Chewbacca, anche se la sua voce durò poco più di un'ora. Non riuscì a impedirsi di ridacchiare al ricordo di John Winchester che domandava 'dolcetto o scherzetto?' emettendo dei versi spaventosi e facendo scappare tutti a gambe levate prima che i loro due avessero la possibilità di ricevere i loro dolci. Anche alcuni dei bambini più grandi avevano scelto di travestirsi come dei personaggi di Star Wars, citando alcune battute dei film e reinterpretando le scene, c'erano persino un paio di bambini si erano travestiti come R2 e C3PO. Gli adulti che li accompagnavano invece non avevano esitato a tirar fuori le videocamere e immortalare le scene inviandole poi a Dean e promettendo a John che si sarebbero visti presto per festeggiare con un bicchierino il modo eccellente in cui aveva cresciuto i suoi figli.

“Cosa c'è di divertente?” domandò Castiel con un sorriso.

“Oh, niente di che” rispose Dean “Solo vecchi ricordi del mio ultimo Halloween. E' stato... fantastico! Cosa si fa qua da voi?”

“Uhm... c'è una specie di ballo a scuola.”

“E fammi indovinare, tu non partecipi mai, giusto?”

“Perché mai dovrei volerci andare?”

“Odi le feste o odi travestirti?”

“Entrambi. Di solito dopo facciamo sempre una festa tra di noi, ma siccome mi accusano di non avere abbastanza fantasia, preferisco nascondermi nella mia stanza.”

“In che senso non hai abbastanza fantasia?”

“Non mi lascio mai andare. Gabriel invece riesce sempre a procurarsi i costumi più elaborati che abbia mai visto.”

“Quest'anno ci andresti?”

“Mi stai chiedendo di andarci con te?”

“Forse?”

“Forse.”

Dean sorrise soddisfatto e iniziò a picchiettare le dita sul volante continuando a guidare finché l'album non finì. Castiel diede il suo benestare a For Whom the Bell Tolls, decidendo che la canzone si poteva adattare abbastanza alla Guerra Civile Spagnola e promise a Dean che una volta a casa sarebbe andato a cercare il testo su Google. Decise che gli piaceva anche Fade to Black, cosa che fece sorridere Dean per tutta la durata delle due canzoni che la seguirono.

Quando finalmente l'album finì, Dean afferrò a casaccio un altra cassetta dal cruscotto facendo il cambio con quella dei Metallica. Improvvisamente la musica dei Black Sabbath riempì l'abitacolo mentre il ragazzo continuava a guidare finché non raggiunsero la biblioteca, visto che l'idea di Castiel di andare al lago era decisamente buona. Quando finalmente arrivarono, Dean avrebbe voluto tenere lo stereo accesso, ma preferiva evitare di scaricare la batteria della sua Piccola.

“Sai... dovremmo farlo più spesso. Andare in giro così, sentire la musica, chiacchierare...”

Castiel annuì osservando Dean mentre spegneva il motore prima di uscire dalla macchina. Cas fece lo stesso, avvicinandosi a sua volta sul cofano, facendo sorridere l'amico.

“Dalle un paio di minuti prima di sederti o ti brucerai le chiappe!”

Castiel annuì e guardò il lago.

“...allora, è finita la mia educazione musicale per questa sera?”

“Per ora. Al momento non voglio disturbare la quiete con Ozzy Osburne.”

“Grazie, Dean. Per questa sera, intendo.”

“Cas, non devi ringraziarmi ogni volta che usciamo. So che per te uscire così è una cosa nuova ma... a me fa piacere.”

Castiel annuì e si guardò i piedi imbarazzato.

“Volevo solo farti sapere che apprezzo molto quello che stai facendo per me.”

“Non sto facendo nulla Cas! Sono tuo amico e questo è ciò che fanno gli amici. Tu mi offri il caffè, io ti un passaggio. Tu mi porti fuori a cena e io mi lascio convincere a fare i compiti.”

“In mia difesa posso dire che non sono stato io portarti fuori a cena.”

Dean ridacchiò.

“Sì, ma c'eri anche tu e in effetti è stata molto una cena tra di noi visto che i tuoi fratelli ci hanno totalmente esclusi dalla conversazione.”

“Sono insopportabili.”

“Sono dei tipi a posto... se non altro abbiamo avuto l'occasione di chiacchierare un po' di più.”

“Ma eravamo già stati insieme per tutto il giorno.”

“E non ti sei ancora stancato di me! Dovrò trovare il modo di sbattere in faccia a Sammy il fatto che non sono la persona più fastidiosa sulla faccia della Terra.”

“Ovviamente Sam non conosce Gabriel ancora a sufficienza.”

Dean rise dando una leggera spinta a Castiel andando a controllare la temperatura del cofano dell'Impala prima di sedercisi sopra. Salì con attenzione sulla carrozzeria fino ad andare ad appoggiare la schiena al parabrezza e fece cenno a Castiel di raggiungerlo. Giusto in tempo per rovinare l'atmosfera di quel momento, il telefono di Castiel suonò, obbligando il ragazzo a vedere chi gli avesse scritto.



“Evita di tornare a casa prima di esservi baciati. E sappi che non ti daremo di certo il bentornato se la tua verginità sarà ancora intatta.”



Castiel sospirò affranto e chiuse il telefono mentre Dean lo guardava perplesso.

“Che succede?”

“Niente. Solo Gabriel che è... Gabriel.”

“Giusto. Hey... com'è che anche tu non hai un iPhone all'ultima moda o qualcosa del genere?”

Castiel alzò le spalle e si mise il telefono in tasca.

“E' da un po' che uso questo telefono e sinceramente non sento il bisogno di averne uno nuovo. Inoltre, non vedo il bisogno di avere uno smartphone. Mi serve un telefono, non un computer in miniatura. La gente lo usa per andare su Facebook e Twitter ma io non sono iscritto a nessuno dei due, quindi...”

“Non fa una grinza... però così avresti Google a portata di mano. Avresti potuto cercare subito i testi dei Metallica!”

“Ma ho anche una memoria abbastanza buona per ricordarmi di farlo quando arriverò a casa.”

“Ma-”

“-Non mi interessa averne uno. Mi serve un telefono che funzioni, non un oggetto un oggetto di marca che provi quanto sono ricco. Continuano a regalarmene per Natale e compleanni e non faccio in tempo a darli via che ecco che me ne regalano uno nuovo l'anno dopo.”

“...dai via gli iPhone?”

Castiel rise.

“Dici che è un comportamento troppo frivolo? Ne ho dato uno alla professoressa di storia, visto che il suo si era rotto. Ne ho dato un altro a un senza tetto che vedevo ogni giorno dicendogli d'impegnarlo o guadagnarci comunque dei soldi.”

“...dai via gli iPhone?”

“Li do alle persone che credo ne abbiano bisogno. Immagino che se la Apple venisse a conoscenza di quello che faccio con i loro prodotti potrebbero o uccidermi o assumermi come sponsor!”

“Sei veramente pazzo!” disse Dean scoppiando a ridere aggrappandosi a una spalla di Castiel.

“Ne vuoi uno? Ne ho ancora tre in un armadio. E gli ultimi iPod e iPod Nano. Se ne ho già uno, a cosa me ne serve uno nuovo?”

“Non è che la tua famiglia possiede parecchie azioni della Apple?”

“No, credo che semplicemente gli piaccia molto.”

“Uhm... io sono più un tipo da Microsoft.”

“Anch'io. La trovo molto più affidabile.”

“Non riesco a credere che stiamo avendo una discussione del genere!”

“Se non altro siamo d'accordo! Si solito mi capita di discuterne sempre con Anna.”

“E fammi indovinare, lei è una che ama il design intrigante della Apple?” domandò Dean con ghigno.

“Esatto.”

“Lo stesso vale per Sam, ma usa comunque un computer Microsoft perché funziona meglio con i suoi giochi.”

Castiel annuì a alzò gli occhi verso il cielo alla ricerca di qualcosa di nuovo di cui parlare, ma Dean riuscì a batterlo sul tempo.

“Quindi... se ti chiedessi di venire a quella cosa di Halloween con me, ci verresti?”

“Dovrei travestirmi?”

“Certo! Ma ho delle idee fantastiche a riguardo!”

“Ah sì?” domandò Castiel aggrottando la fronte, scettico.

“Però funziona solo se ci sono anch'io, ma sarebbe comunque particolare.”

“Sì? Quindi...?”

“Tu ti travesti da Henry Jones Junior, io da Indianna Jones.”

“Io... cosa?” domandò Castiel mordendosi leggermente le labbra.

“Tu ti travesti da Indianna Jones quando veste i panni del Professor Jones. Un completo, nulla di più. Io invece avrò la giacca di pelle, il cappello, la frusta e tutto il resto.”

“Mi sembra una bella idea... come le facce di una stessa medaglia.”

“Quindi... ci stai?”

“...credo che tu possa riuscire a persuadermi.”

“Che nella tua lingua significa sì?”

Castiel rise e colpì scherzosamente il braccio di Dean.

“Sì, è un sì. Ma dovrà essere un bel costume, sappilo.”

“Fidati, sarà fantastico!”

Castiel guardò nuovamente verso il cielo e sorrise riconoscendo la musica che stava canticchiando Dean tra sé e sé. Castiel nel frattempo stava tamburellando le dita all'altezza della cintura, domandandosi se, visto la quantità di cose aveva da studiare prima del giorno del Ringraziamento, sarebbe riuscito a pensare a qualcosa che non fosse Dean.

Quest'ultimo si schiarì la voce e rivolse uno sguardo a Castiel, sorridendogli mentre il ragazzo sorrideva tra sé e sé.

“Ti andrebbe di fare qualcosa in particolare? Non vorrei che ti annoiassi...”

“Non mi annoio insieme a te, Dean.”

“...Grazie Cas, ma davvero.”

Castiel scosse la testa.

“Non sono una persona che si annoia facilmente. Che ore sono?”

Dean spostò il quadrante dell'orologio per riuscire a trovare la giusta angolazione che gli permettesse di leggere l'ora nonostante il buio.

“Sono appena passate le undici. Tra quant'è che devo riportarti a casa? Sai, non vorrei che tue sorellastre cattive si preoccupassero.”

Castiel ridacchiò e si sedette in maniera più composta.

“Possiamo fare quello che ti va. Magari tornare a casa mia e vedere un altro film o qualcosa del genere. Se per il signor Singer non è un problema potresti fermarti a dormire di nuovo da noi...”

“Amico, tranquillo. Per Bobby non c'è nessun problema. Piuttosto non vorrei disturbarvi...”

“No, affatto. Hai in mente qualcosa di meglio?”

Dean fece segno di no con la testa e scese velocemente dal cofano dell'Impala.

“Come potrei dire di no?! Andiamo?”

Castiel sorrise nuovamente e scese a sua volta dall'auto raggiungendo il sedile del passeggero.

Purtroppo per lui a casa erano ancora tutti svegli intenti a guardare la televisione, farsi dei mega-panini a più piani o, semplicemente a leggere. Castiel fece del suo meglio per portare Dean dentro casa senza che gli altri li vedessero, ma Gabriel gli corse incontro. Letteralmente. Lui e Dean si trovarono accasciati sul pavimento leggermente confusi per la botta mentre Castiel li osserva mortificato all'idea di essere stato beccato.

“Dean! Cosa ci fai qui?!”

“Uhm, Castiel mi ha invitato a vedere un film...” rispose il ragazzo con una leggera smorfia.

“Alle undici e mezza di sera? Sul serio?”

Gabriel ghignò soddisfatto prima di rialzarsi e offrendo una mano a Dean per aiutarlo. Questo accettò l'offerta e si tirò su tornando nuovamente al fianco di Castiel.

“Non sapevamo cos'altro da fare...” ammise Castiel sfregando le scarpe sul pavimento mentre l'espressione di Gabriel non mutava di una virgola.

“Allora, che film vedete? Volete andare di sotto? In tal caso sappiate che ci sono i gemelli che se le stanno dando davanti a una partita di Gears.”

“Beh, potremmo sempre vederlo nella mia stanza...” propose Castiel.

“Oh beh, allora divertitivi!” fece Gabriel con un sorriso ancora più grande rispetto a quello che aveva avuto fino a quel momento.

Prima che uno dei due avesse il tempo di dire qualcosa, Gabriel sgattaiolò via canticchiando una canzone, che Castiel non fu in grado di riconoscere, mentre Dean giocherellava imbarazzato con la manica della sua giacca, osservando i piedi dell'amico.

“Uhm, prendiamo il film allora?”

Castiel annuì e gli fece strada verso la sala dov'erano stati la sera prima per recuperare un DVD. Come Gabriel gli aveva anticipato, trovarono Lucifer e Michael che stavano giocando a Gears of War litigando furiosamente nel frattempo. Si tenevano l'un altro con una mano mentre con l'altra cercavano di continuare a giocare allo stesso tempo senza smettere per un secondo di gridarsi addosso. Castiel borbottò uno 'scusate' mentre camminava il più silenziosamente possibile davanti agli scaffali dov'erano impilati i DVD.

“Hai qualche preferenza?” domandò Castiel concentrando l'attenzione su Dean, preoccupato all'idea di disturbare i gemelli. Dean alzò le spalle e recuperò velocemente un paio di DVD lasciando che Castiel lo trascinasse al più presto fuori dalla stanza.

“Va pure a metterti comodo... ti ricordi dov'è la mia stanza?”

Dean annuì e iniziò a leggere il retro della copertina per distarsi un momento.

“Io vado a prendere qualcosa da mangiare.”

“Perfetto...”

I due ragazzi rimasero un secondo a guardarsi negli occhi, incapaci di muoversi. S'interruppero solo quando dalla stanza alle loro spalle giunsero delle urla troppo forti per essere ignorate. Castiel si schiarì la gola e si avviò verso le scale prima di sparire in cucina. Dean sospirò e si passò una mano sul viso continuando a salire. Gabriel nel frattempo non aveva smesso un secondo di guardarlo incuriosito e, ora che ci pensava, era tutta la sera che lui e Balthazar non facevano altro e la cosa non faceva che aumentare l'imbarazzo già innato di Castiel. Finalmente anche Gabriel si allontanò canticchiando Wango Tango di Ted Nugent, l'ultima canzone di cui Dean aveva bisogno. A fatica si fece strada sul pianerottolo con la testa fra le nuvole, fino a quando qualcuno davanti a lui non schiarì la voce attirando la sua attenzione. Davanti alla posta della stanza di Castiel c'era Balthazar che lo stava guardando con un ghigno soddisfatto dipinto sul viso.

“Un uccellino iperattivo mi ha detto che eri qui per vedere dei film con Cas. In privato. Nella sua stanza. Cos'è successo mentre eravate in giro in macchina?”

“Niente... perché?” domandò Dean rivolgendo un'occhiata sospettosa al maggiore dei Novak.

Balthazar alzò le spalle e si appoggiò allo stipite della porta.

“Nessuna ragione in particolare. Quindi, tu e Cas...?”

“...sì?”

“Sì, eh?”

“Cosa?” fece Dean.

Balthazar gemette frustrato.

“Devo farti lo spelling per fartelo capire?”

“Senti Balthazar, non so cosa tu abbia in mente ma... smettila, per favore.”

L'altro aprì la bocca come se volesse dire qualcosa ma senza riuscire a proferire parola. Serrò la mascella e gli rivolse un sorriso.

“Passate una buona serata.”

Dean si girò di scatto vedendo dietro di lui Castiel che stava guardando Balthazar, palesemente messo a disagio dal comportamento del fratello.

“Grazie Balthazar...”

Dean riusci a oltrepassare la porta e nascondersi nella stanza, aspettando che Castiel lo raggiungesse. Riusciva comunque a sentire i due ragazzi che stavano parlando tra di loro sottovoce ma non era in grado di capire cosa si stessero dicendo.

“Per favore Balthazar, no. Dean non è interessato.”

“Lo sarebbe se glielo dicessi!” sbuffò il fratello.

Dean deglutì nervosamente cercando di ignorare il groppo che gli si era formato in gola e si fiondò sul letto, cercando di capire se Castiel e Balthazar stessero parlando di qualcosa che non fosse... quello. Il ragazzo si tenne la testa tra le mani, alzando lo sguardo solo quando sentì la porta chiudersi e trovando davanti a sé Castiel che gli stava sorridendo timidamente.

“Allora, che film guardiamo per primo?”

Dean ricambiò il sorriso cercando di mascherare il suo imbarazzo e alzò le spalle.

“Per me è indifferente, io li ho già visti. Siamo qui per infonderti un po' di cultura pop, quindi a te la scelta...”

“Ok...”

Castiel prese in mano i due DVD e, prima di accendere il computer, appoggiò sulla scrivania quello che aveva recuperato dalla cucina. Dean nel frattempo si mise comodo, togliendosi le scarpe e incrociando le gambe.

“Quali di questi due è assolutamente un must da guardare?”

“Beh, direi American Psycho. Non puoi non vederlo!”

“Non è uno di quei film paurosi, vero? Non mi piace considerarmi un fifone ma... beh, lo sono.”

“Secondo me è un film fantastico!” disse Dean con sorriso “Leggi cosa c'è scritto sul retro.”

Castiel inserì il disco nel computer e lesse velocemente il retro della custodia, alzando le spalle.

“Probabilmente dovrei leggere il libro.”

“Lo leggerai dopo! Guardiamo questo e basta!”

Castiel annuì e avviò il film prima di sedersi compostamente sulla sedia da ufficio alla ricerca di una posizione comoda.

“Stai seriamente pensando di rimanere seduto lì per tutto il tempo?” domandò Dean aggrottando la fronte “Ti verrà un mal di schiena tremendo!”

“E' a posto così, Dean. Davvero. Tu fa come se fossi a casa tua.”

Dean incrociò le braccia spazientito.

“No, Cas, dai! Vieni qua!”

I due si limitarono a discutere scambiandosi delle occhiate penetranti e aggrottando le sopracciglia fino a che Cas non cedette e, con sospirando, andò a sedersi sul letto, il più possibile lontano da Dean per evitare possibili fraintendimenti. Sapeva perfettamente invitarlo a casa si sarebbe rivelata una cattiva idea ma, in tutta onestà, sarebbe potuta anche andare peggio. Anche se considerando quello che era successo quando l'altro era entrato in casa e il fatto che ora Dean era seduto comodamente sul suo letto non era sicuramente un buon segno.

Nel momento in cui il film partì, Castiel rivolse uno sguardo all'amico che aveva l'aria di essere parecchio a disagio. Era andato tutto bene finché non era entrato nella stanza. Ovviamente era successo qualcosa con Gabriel o Balthazar... magari gli avevano detto qualcosa che non avrebbe dovuto sapere. Erano stati in grado di scrivere un'intera storia senza bisogno di parole: tutto quel gioco di sguardi, ammiccamenti, frasi piene di significato e linguaggio del corpo sarebbero diventati improvvisamente chiari nella mente del Winchester. Era solo una questione di tempo prima che Dean se ne andasse per non ritornare mai più. Castiel aveva tanto sperato che Dean l'avrebbe semplicemente accettato così com'era: un ragazzo strano con un carattere altrettanto strano. Suo fratello e suo cugino però non erano riusciti a non mettersi in mezzo e avevano fatto in modo di far sapere a Dean che Castiel era sì un tipo strano, ma per una ragione ben precisa.

Doveva ammettere che se anche Dean fosse stato a conoscenza di tutto, stava facendo un ottimo lavoro per mascherarlo.

“Cas, tutto bene?”

Castiel alzò lo sguardo e scosse la testa.

“Eh?”

“Stai guardando o...?”

“Scusami, mi sono distratto un attimo...”

Dean annuì scetticamente prima di prendere a guardare il film, allungandosi per recuperare la scatola di biscotti. Dopo essersene infilato uno in bocca porse la scatola a Castiel che, gentilmente, rifiutò l'offerta indicandogli invece una confezione che conteneva delle cose verde. Dean l'afferrò e la guardò perplesso.

“Mange-tout?” disse leggendo la marca “Cosa diavolo è 'sta roba?”[2]

“Fave” rispose Castiel prendendo la busta che gli stava porgendo Dean “Si trovano spesso cucinate in molte ricette, ma sono buone anche crude.”

“Sono... verdure? Stai guardando uno dei più grandi thriller della storia cinema sbocconcellando verdure?!”

Castiel alzò le spalle e aprì un baccello mettendosi in bocca una fava.

“Sì?”

“Diventi più strano ogni minuto che passa!” disse Dean scoppiando a ridere dando un colpetto scherzoso alla gamba di Castiel. Il ragazzo sorrise e tornò a guardare il film.

Dopotutto non era detto che Dean sapesse qualcosa.



***



Dean si svegliò facendo fatica a mettere a fuoco quello che circondava sentendo al tempo stesso uno strano calore sul lato sinistro del corpo e un peso innaturale sullo stomaco. Si sfregò gli occhi e abbassando lo sguardo vide Castiel addormentato accanto a lui e che gli stringeva il fianco con un braccio mentre la testa era appoggiata sul suo stomaco che si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro. La prima cosa che pensò il ragazzo totalmente colto alla sprovvista fu 'che carino, voglio tenerlo, possiamo tenerlo?' e, senza pensare alle possibile conseguenze, passo gentilmente le dita fra i capelli arruffati di Castiel, sorprendendosi da quanto fossero morbidi. Il sorriso che non era riuscito a trattenere gli si gelò sul viso non appena Castiel cominciò a stiracchiarsi. Dean allontanò immediatamente il braccio e iniziò a muoversi irrequieto, spaventato all'idea che Castiel potesse sorprenderlo mentre gli toccava i capelli. Cas alzò leggermente la testa osservandolo con uno sguardo assonnato e il cuore di Dean cominciò a battere più velocemente. Ci volle qualche momento prima che l'altro si rendesse conto di dove fosse e, non appena accadde, cercò di allontanarsi da Dean il più velocemente possibile.

“Oh mio Dio, mi dispiace. Non volevo... scusami!”

Dean non riuscì a impedirsi di sorridere e si tirò su a sedere alzando le mani in segno resa.

“Cas! Cas, sta tranquillo. Va tutto bene, davvero. Ti sei solo addormentato, non è un problema.”

“Mi sono addormentato su di te!”

“Ti posso assicurare che non è la cosa peggiore che mi sia mai successa, Cas. Davvero! Una volta un tizio si è addormentato vicino a me e nel sonno ha cominciato a strusciarsi contro la mia gamba. Anche se no mi piace dormire così – cavoli, è troppo da ragazze – davvero, non m'importa!”

Castiel sorrise timidamente e si grattò imbarazzato la testa.

“Ti porgo ugualmente le mie scuse.”

“Scuse non accettate, Cas. Non c'è niente di cui tu ti debba scusare.”

L'altro ragazzo sospirò ma sorrise a Dean.

“Non importa Dean, se non accetti le mie scuse dovrò dire a tutti che ti piace farti abbracciare mentre dormi.”[3]

Dean aprì la bocca, esterrefatto.

“Non ci provare, sai!

“Mi basterebbe solo dirlo a Meg e nel giro di cinque minuti l'intera scuola ne verrebbe a conoscenza. Dieci minuti e tutta la città-” iniziò a dire Castiel bloccato però da Dean che lo spinse nel tentativo di farlo smettere, facendo però così cadere entrambi dal letto. Ancora ridendo, Dean riuscì ad ancorare il corpo di Castiel al suolo, anche se non si poteva dire un'operazione particolarmente difficile, visto quanto era magro l'altro ragazzo, a differenza di lui a cui i muscoli non mancavano di certo.

“Ricordati che per parlare ti servono i denti, Cas!”

“Mi stai forse minacciando? Bene, allora lo metterò per iscritto!”

“Ti taglierò le mani!”

“Lo dirò in codice Morse!”

“Ti... sarai morto prima che la gente venga a sapere che ho dormito con un koala di nome Castiel aggrappato alla schiena!”[3]

Il moro scoppiò a ridere e iniziò a divincolarsi sotto il peso del corpo di Dean. Quest'ultimo si alzò leggermente osservando l'altro che cercava di fare il possibile per liberarsi dalla sua presa senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso. Quando il suo cervello riprese a funzionare si alzò e si sedette sui talloni in modo da permettere a Cas sfuggire. Senza rendersene conto si erano nuovamente persi uno negli occhi dell'altro fino a che non vennero interrotti dalla suoneria del telefono di Castiel. Sospirando, il ragazzo recuperò il cellulare dalla scrivania venendo che, ancora una volta, era stato Gabriel a interromperli.



“Abbiamo sentito un tonfo abbastanza impressionate venire da lassù... la tua verginità è ancora sana e salva? Comunque goditi questa foto commemorativa per ricordare gli eventi di questa notte!”



In allegato al messaggio c'era una fotografia di lui e Dean addormentati l'uno accanto all'altro, perfettamente incastrati. Castiel aggrottò la fronte provando un odio profondo verso il cugino che aveva osato invadere la loro privacy. Dean gli agitò una mano davanti agli occhi nel tentativo di richiamare la sua attenzione.

“Che succede?”

“Niente” rispose il ragazzo mettendosi il telefono in tasca “Solo Gabriel che-”

“Che è Gabriel... è qualcosa di così sconvolgente rispetto al Gabriel che conosco anch'io?”

“Qualcosa del genere... non essendo imparentato con lui non cerca di tormentarti ogni secondo della tua esistenza.”

Dean annuì e si mise finalmente in piedi cercando di aggiustare in qualche modo la camicia spiegazzata che indossava.





Note della Traduttrice:

[1] head-banging, è il tipico modo dei metallari (solitamente capelloni) di muovere convulsamente la testa a ritmo di musica. La pratica comporta numerosi torcicollo, ma quando il metal prende possesso di te, fermarsi è impossibile! Buahahaha! …la smetto, eh?

[2] Mange-tout è una marca di prodotti biologici. [logo] In realtà Cas mangia piselli e bacelli, ma la traduzione risultava ridicola in italiano, così li ho trasformati in fave.

[3] qui si parla di spooning – letteralmente dormire a cucchiaio – ma non mi piaceva come traduzione, così l'ho trasformato in dormire abbracciati, incastrati l'uno con l'altro e poi mi è uscito il koala da non so dove.



*teorico* GIRO DI BOA!

Ne mancano solo altri dieci per il doppio delle pagine che ho tradotto fino a questo punto *voglio morire*... ovviamente devono succedere ancora un sacco di cose visto che siamo solo a un terzo della storia XD
 
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30 replies since 8/11/2012, 14:28   443 views
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