Not All That, di totalizzyness - tradotta da LaTuM

« Older   Newer »
  Share  
LaTuM
view post Posted on 17/1/2013, 15:05




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.

notallthat



Not All That

Capitolo 5

Il mistero che non sei altro




Castiel brontolò e si rigirò nel letto, allungando un braccio per riuscire a spegnere la sveglia posata sul comodino prima di alzarsi. Considerato il fatto che il sole non era ancora sorto e che la sua camera era ancora immersa nel buio, era ovvio che fosse abbastanza presto. Il ragazzo accese la lampada che aveva sul comodino e scese dal letto afferrando l'accappatoio dallo schienale della sedia che era davanti alla scrivania e se lo strinse addosso. Castiel si accasciò davanti al computer e rimase a guardare lo schermo vuoto per qualche momento prima di accenderlo e poi uscire dalla sua stanza.
“Buongiorno Cassie!”
Castiel salutò suo fratello maggiore con uno sbadiglio e si trascinò verso la macchinetta per il caffè.
“Come mai qui, Baltahzar?”
“Ti voglio bene anch'io, fratellino. Sarò qui fino a domenica quindi ho pensato di venire a salutarvi.”
“Oh, e quando sei arrivato?”
“Circa un'ora fa...”
“Hai guidato tutta la notte? Vuoi un caffè?”
Balthazar sorrise e fece scorrere velocemente alcune pagine di una rivista.
“Sì, grazie.”
Castiel prese due tazze dalla credenza e le mise sul piano da lavoro, sbirciando la rivista che stava leggendo il fratello. Era abbastanza risaputo che Balthazar avesse l'abitudine di comparire all'improvviso per qualche giorno quando in realtà avrebbe dovuto essere al college, ma nessuno se n'era mai lamentato.
“Allora, dimmi un po' Castiel. E' da tanto che non parliamo un po' noi due.”
Il ragazzo alzò le spalle e andò a sedersi vicino al fratello.
“E' tutto come al solito, c'è un nuovo ragazzo a scuola.”
“Ah si?”
“Sì... si chiama Dean Winchester. E' una persona piacevole e a Gabriel sembra piacere parecchio.”
Balthazar sorrise.
“A Gabriel piace chiunque, ma tu invece Cassie... gli hai parlato?”
Castiel scivolò giù dalla sedia e andò a recuperare la caraffa del caffè oramai piena.
“Beh, stiamo lavorando insieme per un progetto di storia: io, lui, Gabriel e Anna, quindi ieri sera siamo andati insieme in biblioteca per fare delle ricerche. È stato abbastanza divertente e in effetti lui sembra essere piuttosto simpatico. Ci siamo scambiati anche un paio di e-mail...”
“Aaawww, il mio fratellino si sta facendo degli amici!”
“Non lo so... E' che non riesco a controllarmi quando sono con lui. Gli dico cose che non mi sarei mai sognato di dire a nessuno, persino del crollo che ho avuto l'anno scorso.”
“Sul serio?” gli domandò Balthazar alzandosi per recuperare i cartone di latte dal frigorifero “Nessuno lo sa oltre a noi!”
“E lui... davvero, non so perché gliel'ho detto. In meno di ventiquattrore ha saputo molte più cose lui di me rispetto a quello che tutti gli altri sono riusciti a scoprire in tre anni! Gli ho detto della...”
“...sì?”
“Della... beh, della mia asessualità.”
“Sul serio?!”
“E' stato Gabriel a tirare in ballo l'argomento! Io... gliel'ho semplicemente detto! Le parole mi sono uscite e basta. Lui domanda e io non posso fare a meno di rispondergli!”
“Aaaww! Decisamente devo incontrare questo Dean Winchester! Il genio che è riuscito a risolvere il mistero che non sei altro!”[*]
“Beh, parlane con Gabriel, è suo amico adesso.”
Castiel prese il suo caffè e si fece ritorno nella sua stanza. Ultimamente l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Dean Winchester. Balthazar aveva ragione, sembrava che in pochissimo tempo il ragazzo fosse riuscito a farsi breccia nella dura corazza che Castiel si ostinava a indossare. C'era qualcosa in lui che a Castiel ispirava fiducia, qualcosa che glielo faceva sentire vicino e, allo stesso tempo, Dean sembrava una persona gentile per nulla intenzionata a giudicarlo o interessata esclusivamente alla fama che Castiel aveva a scuola. E a furia di pensarci era davvero arrivata l'ora di andare a scuola. Casa Novak aveva iniziato a riempirsi di persone che correvano di qua e di là recuperando i libri che avevano lasciato in giro e indossando le loro giacche. Castiel e Gabriel stavano per uscire e approfittare del passaggio che Crowley era solito dargli, ma Baltahzar li fermò.
“Oh, avanti fratellino, lascia che per una volta sia io a darti uno strappo fino a scuola!”
Castiel sospirò.
“Dovresti essere a letto a dormire. Sei troppo stanco per poter guidare.”
“Non dire stupidaggini. Dai, andiamo, così strada facendo potrai continuare il discorso che stavi facendo su quel ragazzo...”
“Dean?” domandò Gabriel con un sorrisetto strafottente,
“Ecco come si chiama!”
“Ti racconto tutto io! Andiamo con la Jag?”
“Ovviamente!”
“Io davanti!
Castiel alzò gli occhi al cielo e seguì Gabriel e Balthazar fuori casa, dove i due si stavano già incastrando nella Jaguar grigio metallizzato del fratello che era costata uno sproposito e probabilmente nemmeno li valeva davvero tutti quei soldi.
Castiel rimase sulle sue immergendosi nella lettura del testo di geografia mentre Gabriel raccontava a Balthazar di Dean, entusiasta del fatto che avessero gli stessi gusti, lo stesso senso dell'umorismo e di quanto fosse bella la macchina del ragazzo.
“Quindi ha infranto la regola non scritta che vieta a chiunque di rivolgerci la parola, eh?”
Gabriel annuì.
“Il primo giorno è stato un po' tormentato per questo, ma siamo convinti di aver sistemato a dovere le cose adesso. A meno che, ovviamente, la gente non venga a scoprire di ieri sera. Non eravamo esattamente in incognito da Burger King, qualcuno potrebbe anche averci visti...”
“Beh, visto che vi piace così tanto, non possiamo assolutamente permetterci che Dean finisca nei guai! Credo che qui serva un intervento del sottoscritto.”
Castiel alzò gli occhi dal libro.
“Vuoi peggiorare ulteriormente la situazione?”
“Cas! Se gli do la mia benedizione, tutti quanti vorranno diventare suoi amici e tu potresti uscire liberamente con lui quanto ti pare e piace!” disse Balthazar beffeggiandolo.
“Fantastico! Entri con noi allora? Lo sai che si scatenerà un putiferio?” gli chiese Gabriel.
Balthazar rise mantenendo gli occhi fissi sulla strada e Castiel riprese a leggere senza però riuscire a concentrarsi su quello che c'era scritto, troppo intento com'era preoccuparsi dei disastri che avrebbe potuto combinare Baltahzar.

Sam seguì suo fratello lungo i corridoi fino al suo armadietto, cercando di cavar fuori, in un modo o nell'altro, la verità dal fratello.
“Dai, Dean! Raccontami com'è andata! Com'è che all'improvviso hai un appuntamento così?!”
Dean rise e aprì il suo armadietto, guardando divertito il disegno della pin-up in uniforme nazista attaccata allo sportello.
“Non è ben chiaro nemmeno a me, Sam. Fino al momento prima stavo mangiando un hamburger, il secondo dopo avevo un appuntamento.”
Sam vide il disegno e lo staccò dall'armadietto.
“Cos'è questa roba?!”
“E' di Gabriel... l'ha disegnato durante l'ora di storia.”
“E perché ce l'hai tu?”
“Non ne ho idea, tieni conto che stiamo parlando di Gabriel. Quando si tratta di lui le cose non devono avere necessariamente senso” rispose Dean alzando le spalle.
“Hey! Winchester!”
I due fratelli si girarono e videro tre ragazzoni ben piazzati, seguiti a ruota da qualche ragazza, che si stavano dirigendo verso di loro. Dean sospirò affranto e chiuse il suo armadietto, facendo segno a Sam di non stargli troppo vicino.
“Posso esservi utile?”
Uno dei ragazzi lo guardò malissimo e invase il suo spazio personale.
“Ci pareva di essere stati piuttosto chiari con gli avvertimenti. O preferisci semplicemente essere preso a calci in culo?”
“Non ho idea di cosa stia parlando” rispose Dean apparentemente indifferente.
“Sicuro! Quindi ieri sera non eri tu quello che se la spassava insieme ai Novak mangiando hamburger e chiacchierando allegramente...”
“Non saprei, magari hai semplicemente le allucinazioni. Io sono piuttosto sicuro di essere rimasto a casa tutta la sera a guardarmi le meraviglie di Casa Erotica...”
Uno dei ragazzi sbuffò.
“Ma guarda che simpaticone! La smetterai di sorridere quando ti avremo dato una bella ripassata!”
“Perché? State forse pensando di uscire con me e poi non richiamarmi? Mi spezzate il cuore... non prendetevi così gioco di me!”
Con la coda dell'occhio Dean vide Sam nascondere la faccia tra le mani, certo che il fratello stesse cercando di scavarsi una fossa da solo. D'altra parte Dean preferiva dare a quegli energumeni un'altra ragione per massacrarlo invece che solo perché aveva parlato con Castiel. Improvvisamente la folla che si era radunata intorno a loro cominciò a disperdersi e Dean poté sentire un tizio con un accento marcatamente britannico che chiedeva alla folla di farsi da parte.
Uno dei ragazzoni spostò lo sguardo da Dean fermandosi su quello di un tizio alto, biondo e allampanato che si era fermato dietro di loro. I tre energumeni diedero le spalle a Dean e abbassarono al testa, fissandosi i piedi con grande interesse mentre da dietro la figura del biondino il ragazzo riconobbe Gabriel.
“Dean Winchester, giusto? Ho sentito tanto parlare di te! Io sono Balthazar!” fece il nuovo arrivato porgendo la mano a Dean. Quest'ultimo rivolse uno sguardo a Gabriel che annuì freneticamente. Incoraggiato dall'amico, Dean ricambiò la stretta di mano.
“Ciao!”
“Come 'ciao'? Tutto qui? Diventeremo grandi amici io e te. E mi hanno detto che hai anche un fratello, vero? Dov'è Sammy?”
La folla si fece da parte, lasciando Sam alla mercé di quello strano tizio. Balthazar sorrise e si avvicino a lui mettendogli un braccio attorno alle spalle.
“Finalmente ti conosco! Gabriel mi ha parlato così tanto di te – anche se in fin dei conti non è che ti conosca ancora poi così bene! A dire il vero quei due non hanno fatto altro che parlarmi di tuo fratello! Comunque, andiamo, su!”
Balthazar accompagnò Sam e Dean per i corridoi mentre Gabriel e Castiel li seguivano diligentemente. La folla arretrava per farli passare con riverenza come se considerassero Balthazar una specie di re – e in effetti l'idea che si era fatto era anche corretta. Li portò fuori dalla scuola, andando a occupare uno dei tavolini da picnic del giardino, mentre Gabriel, sempre con lo stesso sorrisetto, si sedeva accanto al fratello.
“Cos'era quella farsa?” domandò Dean giocherellando con la chiusura della sua borsa mentre Castiel prendeva posto accanto a Balthazar, il quale non esitò a passare un braccio attorno alle spalle del ragazzo.
“Ho pensato che fosse il caso d'intervenire il maniera abbastanza coatta. Ti sto semplicemente aiutando a evitarti tutta la trafila di scartoffie che dovresti compilare per poterci rivolgere parola. Mi sono fatto vedere, ho chiaramente detto agli altri che sei in alto nella scala sociale scolastica, facendoti guadagnare il titolo di re indiscusso di questo posto. Gabriel non ha fatto altro che tessere le tue lodi e a quanto pare hai fatto colpo anche su Cassie, visto che ti ha confidato i suoi segreti più intimi.”
Dean annuì attentamente.
“Ok... ma se io non volessi essere il re della scuola?”
Balthazar scoppiò a ridere.
“Beh, credo che sia troppo tardi. Oramai ti hanno visto andare in giro con me...”
“Ok.”
“Perfetto, allora. Sappi che venerdì darò una festicciola nella mia vecchia casa, se vi aggrada, mi farebbe piacere che foste i miei ospiti d'onore.”
“Oh, ma Dean è già impegnato, ha un appuntamento!”
Sul serio? E con chi?“
“Lisa Breaden.”
“Oh, la cara e vecchia Lisa. Porta pure anche lei. Non credo vorrà mancare per nulla al mondo. Le mie feste sono diventate leggenda!”
Gabriel annuì convinto.
“Lo sono eccome! E stai tranquillo Sammy, se le cose dovessero prendere una piega un po' troppo per adulti, potrai sempre andare a rifugiarti nella camera dei gemelli. Michael sarebbe entusiasta di trovare qualcuno con cui giocare a World of Warcraft!”
“Uhm, fantastico” rispose Sam accennando un sorriso.
“Bene allora! Festa, casa nostra, venerdì!”
“Perfetto” disse Dean annuendo “Che mi dici Castiel, tu partecipi alle feste?”
Gabriel e Balthazar scoppiarono a ridere.
“Stai scherzando vero!? Cas riesce sempre a essere l'anima della festa! Ne abbiamo passate delle belle facendo degli incontri di wrestling sui tavoli!”
Castiel sorrise.
“No, Dean. Non prendo parte alle feste e per evitarle vado nell'altra casa.”
“A questa però devi venire, Cas! Dico sul serio!” fece Balthazar, ottenendo però, come una risposta, un'alzata di spalle.
“Forse potrò fermarmi per un po', ma ho comunque ancora molto lavoro da sbrigare.”
“Ovviamente, mio caro e piccolo nerd. Ora credo sia ora di andare in classe prima che arriviate tutti in ritardo. Date pure la colpa a me, tanto non possono farmi nulla.”
“La mia aula è dall'altra parte della scuola” gemette Sam mentre Gabriel saltò su come una molla recuperando velocemente la sua borsa.
“Pure la mia! Diamoci una mossa!” disse il ragazzo afferrando Sam per le spalle e spingendolo dentro all'edificio. Baltahzar invece scese lentamente dal tavolo mise un braccio attorno alle spalle di Dean e Castiel.
“Andiamo ragazzi! Potrei anche unirmi a voi, sapete?”
Non appena Dean fece il suo ingresso insieme a Balthazar e Castiel, la classe di ammutolì all'istante. Qualcuno li guardò esterrefatto, altri erano semplicemente troppo scioccati da quella scena. Baltahzar non permise a Dean di defilarsela e lo accompagnò fino al banco dove si sarebbe seduto Castiel, salutando alcuni ragazzi sul tragitto. Castiel scivolò sulla sua sedia accennando un sorriso a Dean, entrambi estremamente imbarazzati dalla situazione in cui li aveva messi Balthazar. All'improvviso il Winchester si sentì chiamare in causa dal maggiore dei Novak che stava spiegando a qualcuno quanto fosse in gamba Dean e come piacesse sia a Gabriel sia a Castiel. Quando l'insegnate finalmente entrò salutò tutti cordialmente – Baltahzar in particolar modo – e fece cenno a tutti di sedersi, invitando l'inatteso ospite a prendere posto a sua volta.
“Che sta succedendo? Perché all'improvviso sei circondato da Novak?” domandò Chuck a Dean quando il ragazzo riuscì finalmente a sedersi al suo posto.
“Beh, sono andato a studiare in biblioteca con Castiel, Anna e Gabriel per lavorare al progetto di storia. Poi improvvisamente questa mattina è saltato fuori Balthazar da non so dove per darmi il benvenuto nel gruppo.”
Chuck annuì e tornò a fissare il suo quaderno.
“Beh, immagino che andare in giro con loro a questo punto di renda popolare...”
“No, credo semplicemente di aver avuto il permesso di parlare con i Novak senza rischiare la pelle” disse Dean abbracciando la borsa che aveva appoggiato sul banco e posando il mento sulle braccia. Balthazar stava allegramente chiacchierando con alcune persone sedute vicino a Castiel mentre questo, beh... le stava bellamente ignorando mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Dean aggrottò la fronte e prese il cellulare e, dopo essersi assicurato che Chuck fosse troppo impegnato a scrivere per vedere quello che stava facendo, scrisse un messaggio a Castiel.

“Hey Castiel! Tutto bene? Mi sembravi strano prima...”

Castiel sentì il telefono vibrare nella tasca della giacca e si voltò nella direzione di Dean, rivolgendogli un sorriso.

“Sto bene, tutta questa manfrina è per assicurarci che tu possa parlare con noi senza pericolo.”

“Oh, è stato carino da parte sua... credo. Perché l'ha fatto?”

Castiel si guardò in giro, assicurandosi che nessuno stesse guardando quello che stava facendo.

“Perché sapeva che ci avrebbe fatto piacere passare del tempo in tua compagnia non solo fuori da scuola. Ci sta semplicemente facendo un favore.”

All'improvviso Baltahzar si sedette sul banco davanti a Castiel con un ghigno strafottente dipinto sul viso. Considerato che era l'ex re della scuola, l'insegnate pareva incline a concedergli qualche libertà e non gli disse nulla.
“Con chi stai messaggiando, Cassie?”
Il ragazzo nascose velocemente il telefono nella tasca della sua giacca e fece segno di no con la testa.
“Con nessuno... ok, con Dean.”
“E' lì davanti, va a parlargli!”
“No, non voglio finire nei guai.”
Balthazar rise e gli arruffò i capelli.
“Aaww Cas, sei così carino!”
Castiel lo guardò male e si raddrizzò la cravatta com'era solito fare quand'era nervoso. Sentì il telefono vibrare nella tasca della giacca ma aspettò che Balthazar tornasse a sedersi in fondo alla classe prima di leggere e rispondere. Mentre l'insegnante iniziava a spiegare, Castiel prese il cellulare e lesse la risposta di Dean sotto al banco.

“A chi è che fa così piacere la mia compagnia? A Gabriel o a tutti voi? Comunque sia mi fa piacere, siete dei tipi davvero simpatici!”

“Un po' tutti in realtà. A me personalmente piace passare del tempo con te e sono contento che sia lo stesso per te.”


Castiel si diede un colpetto sulla fronte con il telefono, rendendosi conto troppo tardi di come poteva suonare quello che aveva scritto. Fortunatamente la campanella che segnalava la fine della prima ora suonò e, recuperando velocemente le sue cose, il ragazzo si precipitò fuori per raggiungere la classe in cui avrebbe avuto lezione. Prese posto al suo solito banco tirando fuori i libri che gli sarebbero serviti. Il cellulare vibrò nuovamente e Castiel non resistette alla tentazione di vedere cosa gli aveva risposto Dean.

“Stanne certo, amico! Abbi un po' più di fiducia in te e rilassati!”

Castiel sospirò rilassato nel vedere che Dean non aveva dato troppa importanza al tono del messaggio precedente. Improvvisamente qualcuno lasciò cadere la borsa sul banco accanto al suo.
“Hey Clarence! Come vanno le cose?”
Castiel alzò lo sguardo e video Meg, una delle sue tane cugine, spostare la sedia e sedersi accanto lui, iniziando a tirare fuori il materiale che le sarebbe servito per la lezione.
“Buon giorno anche a te, Meg. Le cose vanno bene.”
“Bene... ho sentito dire che ti sei fatto un amico...”
Castiel sospirò, in quella scuola i pettegolezzi viaggiavano più velocemente della luce e la presenza di Balthazar di certo non aiutava a rallentarli, anzi!
“Uhm, non esattamente.”
Meg aggrottò le sopracciglia e si spostò la massa di capelli ribelli che le cadevano sul viso.
“Come sarebbe a dire non esattamente? O è tuo amico o non lo è!”
“E' più che altro un amico di Gabriel” le spiegò il ragazzo, schiarendosi la voce.
“Beh, ma piace anche a te... o mi sbaglio?”
“Direi di sì. E' una persona piacevole.”
Meg sorrise.
“Aaww, fantastico! Quando posso conoscerlo?”
Castiel alzò le spalle.
“Non ho idea, quando lo desideri, suppongo.”
A pranzo Dean cercò di raggiungere il tavolo a cui erano seduti Sam, Chuck e Becky, ma vista la quantità di persone che lo circondavano, l'impresa si stava rivelando ardua. Qualcuno gli stava domandando quale fosse il suo 'segreto', altri avrebbero voluto che si sedesse al loro tavolo mentre un altro paio lo stavano maledicendo per essere riuscito a entrare nelle grazie dei Novak dopo soli due giorni di scuola. Come era successo quella mattina, la folla si fece da parte quando arrivò Gabriel.
“Ragazzi, lasciatelo in pace! Ha diritto anche Dean-O di respirare!”
Dean sorrise a Gabriel che gli mise un braccio attorno alle spalle facendogli poi strada verso il loro tavolo.
“Veramente Gabe vorrei pranzare con mio fratello...”
“Digli di raggiungerci!”
“E con Chuck e Becky.”
“...quei due, sul serio?”
“Sì, perché?”
“Nessuna ragione in particolare.”
“Quindi non ti dispiace se...”
“Assolutamente! Ci vediamo dopo in laboratorio!” gli disse Gabriel facendo segno di no con la testa e lasciandolo andare.
“Perfetto!” rispose Dean con un sorriso prima di raggiungere velocemente il tavolo dov'erano Sam e Chuck. Il fratello gli sorrise prima di prendere la sua bibita.
“Guarda un po' chi all'improvviso è diventato Mr. Popolarità!”
Dean alzò gli occhi al cielo e si fiondò sul suo pranzo mentre Chuck e Becky osservavano la scena in silenzio. Sam fece esattamente come il fratello, concentrandosi però a origliare quello che la gente intorno a loro stava dicendo in merito a Dean. La pace però durò poco perché Becky squittì improvvisamente e, voltandosi, Dean vide Balthazar che li stava raggiungendo.
“Dean, amico mio, perché non vieni a sederti con noi?”
“Non sapevo fossi ancora qua... comunque vorrei pranzare insieme a mio fratello e ai miei amici.”
“Andrò via dopo pranzo, ho un po' di posti da vedere, gente da salutare... forse chiedo molto, ma devi assolutamente venire a conoscere il resto della famiglia!”
“In questo preciso momento? Sto provando a mangiare!”
Balthazar sospirò.
“Dai Dean, ti rubo solo un minuto!”
“Ne sei sicuro? Perché siete in parecchi laggiù...”
“Ok, magari due minuti! Dai, vieni! Poi potrai tornare qui!”
Dean diede una rapida occhiata ai suoi amici. Sam e Becky annuirono mentre Chuck aveva lo sguardo fisso nel piatto. Dean sbuffò ma si alzò comunque e seguì Balthazar verso il tavolo dei Novak. Gabriel sorrise quando li vide arrivare e si spostò, in modo tale che Dean potesse sedersi accanto a lui.
“Allora, Dean, presentazioni!” disse Balthazar che era ancora in piedi accanto al tavolo prima di spostarsi alle spalle di ogni persona che gli presentava. Dean sorrideva imbarazzato, rispondendo con un debole 'ciao' e non appena Balthazar tornò a sedersi, tutti ripresero le loro conversazioni da dove le avevano interrotte, eccetto Gabriel che stava cercando di far divertire Dean creando immagini e parole con il suo piatto di purè e piselli.
“Beh, io tornerei a sedermi dov'ero prima, non ho ancora finito di pranzare” disse Dean dopo quando Gabriel smise di cercare di recuperare i piselli dall'ammasso informe di patate.
“Ok...”
“Perché non ti unisci a noi?”
Gabriel diede una rapida occhiata al tavolo dove c'era Sam e annuì.
“Mi sembra giusto. Vieni con noi, Cas?”
Castiel, che fino a quel momento non aveva interagito con nessuno, alzò gli occhi perplesso.
“Cosa?”
“Io vado a sedermi al tavolo con Sam e Dean, ti unisci a noi?”
“Ehm” fece Castiel guardando il tavolo che gli era stato indicato “Voi andate pure, ci vediamo alla prossima lezione.”
Gabriel aggrottò la fronte ma non diede troppo peso alla cosa.
“Ok, andiamo Dean, fammi strada!”
I due si alzarono lasciando così al resto della famiglia Novak più spazio per sedersi mentre Castiel tornò a concentrarsi sul piatto che aveva davanti, muovendo i bocconi di qua e di là, per nulla affamato, guadagnandosi così un'occhiata perplessa da parte di Balthazar.
“Stai bene Castiel?”
Il ragazzo annuì.
“Sì, sto bene. Non ho particolarmente appetito e il cibo della mensa non aiuta affatto...”
“Lo so, è solo che mi sembri troppo tranquillo... più del solito, intendo.”
“Sto bene” confermò Castiel.
“Uhm...”
Balthazar continuò a guardarlo per qualche minuto con diffidenza prima riprendere a conversare con Anna e Joshua. Castiel a quel punto decise di non avere più fame e, dopo aver finito la sua bibita, lasciò la mensa per andare a rifugiarsi in biblioteca. Come al solito la sua sedia preferita nell'angolo più in fondo era libera... le uniche volte in cui era occupata erano durante il primo giorno dell'anno scolastico, quando quelli del primo anno ancora non sapeva che quella fosse la sua sedia. Tuttavia gli scagnozzi non richiesti di Castiel si premuravano di far presente la cosa ai novellini, in modo che non ripetessero lo stesso errore. A Castiel non piacevano le minacce, non ne vedeva il bisogno. Certo, quella era la postazione preferita, ma la sedia non era veramente sua. Se qualcuno si fosse seduto lì, lui poteva tranquillamente scegliere un altro posto, ma a quanto pare gli altri non la pensavano allo stesso modo. A ogni modo si sedette sulla sua adorata poltrona di pelle marrone e recuperò l'iPod dalla borsa. Quei momenti in biblioteca gli piacevano davvero ed erano gli unici potesse passare tranquillamente senza nessuno intorno, pensò il ragazzo mettendosi gli auricolari nelle orecchie e premendo il taso play.
Dopo diversi minuti Castiel si rese che non era in grado di concentrarsi. Da che aveva aperto il libro non aveva fatto altro che rileggere di continuo le stesse poche righe, incapace di pensare ad altro che non fosse l'imminente festa di venerdì. Da che Balthazar l'aveva detto a Josh quella era l'unica cosa a cui Castiel fosse in grado di pensare, soprattutto stava riflettendo sull'eventualità di prendervi veramente parte o no. In fondo aveva promesso che ci sarebbe stato, almeno per un po', giusto per non fare la solita figura di quello noioso davanti a Dean. Al tempo stesso però conosceva le feste di Balthazar e sapeva perfettamente che dieci minuti diventavano facilmente due ore e che un paio di drink significavano svegliarsi la mattina sul retro dopo in una pozza di vomito... non per nulla si nascondeva nella sua stanza durante tutte le feste organizzate da Balthazar. Però sapeva se avesse voluto diventare amico di Dean, questo atteggiamento da nerd non lo avrebbe portato da nessuna parte. Soprattutto non quando l'altro era circondato da persone divertenti come Gabriel e Balthazar. Non ci voleva molto prima che Dean realizzasse che Castiel non era nulla di speciale e avrebbe iniziato a evitato per tutto il resto del tempo.
Probabilmente ci stava pensando troppo, in fondo Dean gli aveva dimostrato di essere una persona gentile e sincera e gli aveva anche esplicitamente detto che si era divertito in sua compagnia, nonostante Castiel non avesse esplicitamente ricambiato l'entusiasmo dell'altro.
Purtroppo però gli venne in mente un'altra cosa: alla festa ci sarebbe stata Lisa Braeden e Dean aveva un appuntamento con lei, ragion per cui si sarebbe nemmeno accorto della sua assenza.

Note della Traduttrice:
[*] Non mi piace come ho tradotto il titolo, ma dopo mesi non sono riuscita comunque a cavare un ragno dal buco che suonasse bene con la frase si Balthazar. L'altra opzione era alterare di parecchio il testo, ma la frase avrebbe assunto un altro significato quindi... meglio adeguata che accettabile.
Tadan! Dopo la pausa - mia, ma dovevo scrivere almeno il primo capitolo della tesi - e l'hiatus di SPN, ecco a voi il nuovo capitolo di Not All That, come promesso :3
E qui finalmente anche Balthazar fa la sua comparsa! Lo adoro, è il solito stronzetto con la faccia da schiaffi che è nel telefilm... sarà anche un AU, ma credo che la caratterizzazione dei personaggi sia davvero ben riuscita e fedelissima agli originali sovrannaturali :3
Bene... siccome la prossima settimana è il compleanno di Dean e guarda caso cade proprio di giovedì, sto lavorando a una ""sorpresa"". Potrebbe essere un nuovo capitolo di questa fanfiction OPPURE una oneshot – assolutamente adorabile - sempre a opera di totalizzyness... vedremo!
A ogni modo, ci si aggiorna giovedì 24 gennaio!
Stay tuned sul mio Twitter (@latum) o sulla mia pagina Facebook!
A presto!
LaTuM

PS: siate felici con me! Questa traduzione è entrata nelle featured-fic di gennaio della community di LJ Translators' Community... Check it out!
 
Top
view post Posted on 18/1/2013, 15:22
Avatar

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
6,045

Status:



Bellissimo anche questo capitolo! Balthazar è un mito, come non adorarlo? E Dean mi è parso ancora più IC in questo capitolo, soprattutto quando fronteggia i tre rompiscatole. La parte che mi è piaciuta di più, però, è stata l'ultima. Castiel, in fondo alla libreria, su una poltrona, con un paio di cuffie e un buon libro tra le mani e tutto quello che pensa è Dean, Dean che potrebbe vederlo come una persona che non è niente di speciale, Dean che starà con Lisa e non si accorgerà nemmeno di lui. Sono davvero, davvero troppo curiosa di sapere come andrà a finire questa festa! E mi chiedo se Cass si ubriacherà xD Complimentissimi ancora una volta, brava! ^_^
 
WWW   Top
LaTuM
view post Posted on 18/1/2013, 19:49




CITAZIONE (°°°bacinaru°°° @ 18/1/2013, 15:22) 
Bellissimo anche questo capitolo! Balthazar è un mito, come non adorarlo? E Dean mi è parso ancora più IC in questo capitolo, soprattutto quando fronteggia i tre rompiscatole. La parte che mi è piaciuta di più, però, è stata l'ultima. Castiel, in fondo alla libreria, su una poltrona, con un paio di cuffie e un buon libro tra le mani e tutto quello che pensa è Dean, Dean che potrebbe vederlo come una persona che non è niente di speciale, Dean che starà con Lisa e non si accorgerà nemmeno di lui. Sono davvero, davvero troppo curiosa di sapere come andrà a finire questa festa! E mi chiedo se Cass si ubriacherà xD Complimentissimi ancora una volta, brava! ^_^

Balthazar è adorabile... mi è caduto tantissimo Sebastian Roché dopo un messaggio su Twitter, quindi non riesco a spargere amore incondizionatamente, però scindiamo e rendiamoci conto che Balthazar è fantastico! In questa storia ha più spazio Gabe, ma anche a Balth l'autrice ha dedicato parecchie pagine... non sarebbe una fanfiction divertente senza di lui XD

L'ultima immagine di Castiel seduto da solo con iPod e un libro in mano è davvero bellissima e tenera... posso assicurarti che il (o meglio, i) capitoli sulla festa saranno grandiosi, credo tra i più divertenti che abbia tradotto fino adesso...
Credo ti soddisferanno XDD

Un abbraccio e grazie mille per i complimenti da parte mia e di Lizzie!
 
Top
LaTuM
view post Posted on 7/2/2013, 19:57




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.

Not All That

Capitolo 6

Perché gli stai tenendo la mano?





Dean e Gabriel fecero con calma il loro ingresso nell'aula di educazione tecnica ridendo rumorosamente. Gli studenti che avevano già preso posto li guardarono allibiti e persino Bobby alzò gli occhi al cielo davanti al comportamento di quei due. Gabriel spinse Dean verso il piano di lavoro già occupato da Castiel che come al solito era immerso nella lettura di un libro di storia.

“Guarda un po' chi abbiamo qui! Il mio divertentissimo cugino!” disse Gabriel ridendo e mentre prendeva posto alla destra del ragazzo. Dean, dopo avergli rivolto un sorriso, si sedette alla sua sinistra.

“Buon pomeriggio Gabriel” disse Castiel con un sorriso e chiudendo il libro per riporlo nella sua borsa “Ciao Dean, com'è stata la tua giornata?”

“Pensavo peggio! Hanno cercato di intimidirmi un po' ma niente che non potessi gestirmi.”

Castiel corrugò la fronte.

“Balthazar ha peggiorato le cose?”

“Smettila di preoccuparti Cas! Dean-O sta bene! Uno forte come lui sa cavarsela in qualsiasi situazione!” disse Gabriel tirando una gomitata al cugino. Prima che questo potesse rispondere, Bobby richiamò la classe all'ordine e, una volta che ebbe l'attenzione di tutti, spiegò su cosa avrebbero lavorato durante la lezione prima di farli avvicinare alla sua postazione.

“Ok ragazzi, oggi lavoreremo su degli scaffali, utili e facili da costruire...”

Dean non riuscì a trovare divertente - e anche un po' surreale - la scena di Bobby che spiegava alla classe come fare degli scaffali prima di rimandarli tutti a posto perché iniziassero a lavorare. Dean trovò il tutto estremamente semplice, ma se per lui carteggiare i lati e fare i fori per le viti era un gioco da ragazzi, notò che Castiel era parecchio in alto mare e le risate di Gabriel non lo stavano di certo aiutando.

“Tutto a posto Castiel? Ti serve una mano?”

L'altro gli rivolse un sorriso difficile da decifrare.

“Sì, per favore. Sono pessimo nelle materie tecniche!”

“Non c'è problema, a me viene abbastanza naturale. Per prima cosa devi assicurarti che la morsa sia ben stretta. La tua è troppo molle.”

Dean serrò la morsa intorno al pezzo di legno sul quale Castiel stava cercando di lavorare mentre l'altro sorrideva imbarazzato.

“Dopo di ché devi mantenere un ritmo costante. Adesso dovrebbe essere più facile visto che il legno non si sposta.”

“Grazie.”

“Non c'è di ché. Se ti serve una mano, basta chiedere. Io ho quasi finito.”

Gabriel non poté fare altro che ridacchiare mentre continuava a lavorare ai suoi scaffali. Non ci volle molto prima che Castiel avesse nuovamente bisogno dell'aiuto di Dean.

“Ehm... Dean? Puoi darmi una mano ad aprire la morsa? È troppo dura per me...”

“Certo, scusami! Non ci posso fare nulla, sono abituato a stringerle molto e non mi rendo conto della forza con cui lo faccio” disse il ragazzo sorridendo.

“Va tutto bene. Solo... potresti darmi una mano anche con il trapano? Solitamente lo fa Gabriel per me, io tendo a innervosirmi troppo con quello in mano.”

“Nessun problema, dai andiamo!”

Castiel seguì Dean fino alla postazione del trapano, facendosi piccolo piccolo quando l'altro iniziò a trafficare intorno all'apparecchio. Dopo essersi accertato che tutto fosse in ordine, Dean si posizionò dietro Castiel e lo guidò affinché fosse lui a fare effettivamente il lavoro.

“Devi tenere il pezzo ben fermo e afferrare la leva...” iniziò a spiegare lui mentre Castiel trovava persino difficile deglutire in quella situazione. Comunque, dopo aver fatto un bel respiro profondo, fece come gli era stato detto, tranquillizzato dal fatto che le mani di Dean fossero sulle sue.

“Devi muovere il trapano lentamente. Il legno è buono, ma devi farci un po' la mano, altrimenti rischi di crepare tutta la zona in cui poi andranno inserite le viti, ok?”

Castiel annuì trovando comunque difficile fare quanto gli era stato detto mentre sentiva il corpo di Dean, ancora schiacciato contro il suo, muoversi per accendere il trapano.

“Mantieni salda la presa o il legno ti scapperà via” gli ricordò Dean posando la mano sulla spalla di Castiel. Con il suo aiuto, Castiel ebbe molti meno problemi a forare il pezzo di legno ma trovò comunque difficile mantenere la calma. Gabriel invece, dalla sua postazione, sorrise alla vista dei due ragazzi.

“Dean, perché gli stai tenendo la mano?” domandò il ragazzo con una risata mentre gli altri due notarono che effettivamente le loro mani erano unite, una sull'altra per impugnare il trapano. Improvvisamente il volto di Castiel assunse un'accesa sfumatura rosata.

“Gli sto semplicemente spiegando come usare il trapano, Gabriel e mi sto rivelando essere un ottimo insegnante.” gli rispose Dean senza riuscire però a nascondere un sorrisetto compiaciuto.

“Assicurati anche che la cosa non prenda dei risvolti alla Brokeback Mountain!”

“Amico, stiamo facendo degli scaffali! Non siamo di certo in campeggio tra le montagne!”

“Ci sei vicino!” gli rispose Gabriel continuando a ridere.

Dean lasciò la mano di Castiel e spese l'apparecchio.

“Abbiamo finito... hai bisogno di altro?”

Castiel gli rivolse un sorriso molto umile e si limitò a chiedergli se avesse potuto finirgli lui il lavoro.

“Hey! Questo è barare!”

“Non mi servirà mai saper fare degli scaffali, ho solo chiesto a un ragazzo di farlo al mio posto.”

“Dai Cas! Questo laboratorio è una cosa da veri uomini! Fammi vedere quanto sei virile!”

“Gli uomini veramente virili non portano giacca e cravatta” rispose Castiel accennando una lieve risata.

“Potresti dare il via a una nuova moda... a proposito, come mai questa scelta?”

Castiel scrollò le spalle con aria indifferente e seguì Dean fino al piano di lavoro dov'erano prima.

“Mi piace avere l'aria di uno in gamba e mi trovo bene con i completi con giacca e cravatta. Sono l'unico capo d'abbigliamento che effettivamente mi stimoli... ”

Dean si fermò di botto guardando Castiel basito.

“Tu cosa?”

Castie parve rendersi conto di quello che aveva appena detto e cercò di correggere il tiro della sua affermazione.

“Beh, è solo un modo di dire, non sto dicendo che mi eccitino, è...”

“Credo di aver capito” gli venne incontro Dean annuendo.

I due ragazzi presero posto vagamente imbarazzati mentre Gabriel pareva non fosse in grado di fare altro che guardarli e ridere. Castiel fu persino in grado di procedere con il suo lavoro per quasi cinque minuti prima di aver nuovamente bisogno dell'aiuto di Dean.

“Dean, scusami, ma avrei nuovamente bisogno del tuo aiuto....”

“Non c'è problema, cosa posso fare?” gli disse l'altro sorridendo e spostandosi vicino a lui.

“Questo pezzo non combacia con questo” gli fece notare Castiel tenendo in mano le due assi di legno. Dean si sporse sul piano afferrando un pezzo di carta vetrata senza rendersi conto che gli si era sollevata leggermente la maglietta, probabilmente rimasta impigliata in qualche sporgenza.

“Devi carteggiare questo lato, se noti è ancora un po' troppo spesso.”

Castiel annuì e osservò Dean piegare il foglio di carta vetrata prima di passarglielo. Quando questo fu tra le mani di Castiel, le loro dita si attardarono a sfiorarsi per qualche secondo prima che Dean lasciasse andare la presa.

“Sai come si fa, vero?”

“Uhm, sì...”

Dean lo guardò poco convinto prima di tornare al suo lavoro che aveva oramai quasi completamente finito. Gabriel invece stava facendo il buffone come suo solito, alternandosi tra il lavorare e tra l'infilzare alcuni trucioli di legno con il cacciavite.

“Hey, posso chiederti una cosa?” domandò improvvisamente Dean alzando gli occhi dal suo lavoro catturando l'attenzione di entrambi i Novak.

“Cosa vuoi sapere?”

“Perché Balthazar e Crowley parlano-”

“-come la regina Elisabetta? Semplice: tate inglesi” rispose Gabriel facendosi girare il cacciavite tra le dita. Castiel invece si limitò ad annuire e proseguì con il suo lavoro “Non siamo stati cresciuti dai nostri genitori, erano troppo impegnati con il lavoro o chissà cosa per occuparsi di noi, così ci hanno ammollato a delle tate a tempo pieno che non ci perdevano mai di vista. Quelle di Crowley e Balthazar venivano dall'Inghilterra e ai due è rimasto quel detestabile accento. Hanno persino imparato a parlare come degli inglesi con i tipici modi di dire ed espressioni idiomatiche britanniche” spiegò Castiel continuando a carteggiare il suo pezzo di legno con la carta vetrata.

“La vostra era molto severa?”

Gabriel rise.

“Sembrava avesse un manico di scopa infilato su per il sedere. Io e Cas abbiamo avuto la stessa tata e, come puoi vedere tu stesso, Castiel ha seguito le sue orme. Io invece mi sono un tantino ribellato.”

“Avevi un grande spirito d'iniziativa già a soli quattro anni!”

“Cosa facevi?”

“Beh, lei era maniacale quando si trattava di ordine. Le matite dovevano essere messe in ordine cromatico, i libri per grandezza... io mischiavo i colori, mettevo i libri come cavolo mi pareva. Ho messo a dura prova ogni suo DOC che invece Castiel ha ereditato dal primo all'ultimo. Così quando finalmente si è levata dalle palle, mi sono ritrovato il suo piccolo clone!”

Castiel lo guardò infastidito.

“E guarda un po' a chi ti rivolgi ogni volta che non trovi qualcosa!”

“Ogni tanto i tuoi super poteri si rivelano utili. Dean, un consiglio, non fargli mai mettere piede nella tua stanza. Una volta che ne sarà andato lei non sarà più la stessa.”

“Ah, sì?” domandò Dean ridendo.

“Ha dei tremendi disturbi ossessivi-compulsivi, che sia o meno roba sua, lui deve riordinarla e organizzarla secondo i suoi parametri...”

Castiel alzò le spalle disinteressato e proseguì con il suo lavoro mentre Dean continuava a lanciargli delle occhiate di tanto in tanto continuando a ripassare con la carta vetrata gli scaffali che oramai aveva finito da un pezzo. Gabriel in compenso continuava a elencargli divertito le abitudini di Castiel, come svegliarsi al sorgere del sole, o il modo in cui teneva in ordine le cravatte allineate per tipo, dimensione e colore, o ancora del fatto che tenesse un diario segreto.

“Gabriel, non sono una ragazzina di tredici anni e quello non è un diario. È più che altro un giornale di bordo.”

“Non vedo la differenza” lo prese in giro Gabriel.

Castiel sospirò affranto.

“Non parlo né dei miei sentimenti né di ragazzi. Trascrivo in ordine cronologico quanto mi è successo durante una giornata e talvolta aggiungo delle note in merito a quanto è successo e come mi sono comportato di conseguenza.”

Nonostante la parole del ragazzo, gli altri continuarono a ridere sotto i baffi.

“In fondo al diario ha una classifica con i ragazzi più carini della scuola!”

A quel commento di Gabriel, Dean scoppiò a ridere; Castiel invece si arrese, decidendo che non avrebbe perso ulteriore tempo a discutere.

“Tranquillo Cas, ti credo!”

Castiel sorrise in direzione di Dean continuando a lavorare. Si fermò di colpo dopo qualche secondo e si mise a fissare l'altro basito. Notando lo sguardo del ragazzo, anche Dean interruppe quanto stava facendo e osservò perplesso l'espressione confusa di Castiel.

“...sì?”

“...mi hai chiamato Cas!”

Dean si fermò un secondo a riflettere.

“Oh, merda... scusami!”

“No... voglio dire... è piacevole detto da te.”

“Oh... ok?”

Castiel abbassò lo sguardo sul suo scaffale mentre sentiva le guance andargli a fuoco.

“Scusami, probabilmente è venuta fuori peggio di quanto volessi.”

“Fantastico, Cas! Ti sei appena fatto un amico e dopo dieci minuti già lo terrorizzi! Non devi essere così esplicito con loro. So che probabilmente la cosa ti suona nuova, ma se vuoi fare sesso con qualcuno, prima devi provarci... se capisci quello che intendo.”

Anche Dean sentì le guance andargli a fuoco e lanciò un'occhiata a Castiel, che stava facendo segno di no con la testa.

“Non ero... Non intendevo.... Voglio dire... Non farei mai...”

Il balbettio di Castiel non fece altro che aumentare le risate di Gabriel. La situazione imbarazzante fu fortunatamente interrotta dalla voce di Bobby che gli intimava di interrompere il loro lavoro e iniziare a mettere a posto, riponendo i loro scaffali – finiti o meno – in una delle ante libere degli armadi. Castiel ne approfittò per defilarsela e allontanarsi il più possibile dalle prese in giro di Gabriel, mettendo così in ordine e fiondandosi fuori dalla classe non appena la campanella suonò. Quando gli altri uscirono dalla classe di Bobby per andare alla prossima lezione, Gabriel stava ancora ridacchiando.

“E' stato abbastanza crudele da parte tua...”

L'altro scrollò le spalle.

“Starà bene. Non sono molte le occasioni per metterlo in imbarazzo di fronte a qualcuno che non faccia parte della famiglia. Inoltre sa benissimo che sto scherzando.”

“Mi sembra giusto” disse Dean annuendo.



Quella sera Sam e Dean iniziarono a litigare per chi avesse il diritto di usare il computer.

“E' mio!” protestò Sam.

“Mi serve! Tu lo usi solo per giocarci!”

“Prendine uno tutto per te! Solo perché devi scambiarti qualche email con il tuo fidanzato!”

“Ma porco cazzo! Fammelo usare e basta!”

Bobby sbuffò ed entro nella stanza con fare incazzoso.

“Voi due, volete chiudere quella maledetta boccaccia?! Sam, lascia il computer a Dean per una decina di minuti. Tu, quando hai finito con le tue email vieni di sotto che c'è del lavoro da fare.”

i due fratelli si fulminarono con gli occhi e Dean ne approfittò per rubare il pc dalle mani di Sa, e scendere al piano di sotto. Entrò velocemente nel suo account di posta elettronica e non poté trattenere un sorriso davanti alla vista del numero uno tra partentesi e in grassetto accanto alla dicitura 'In arrivo'.



“Oggetto: Mi dispiace

Dean,

non credo che le scuse bastino per chiederti di fare caso al comportamento tenuto oggi da Gabriel e da me. Avrei dovuto agire in maniera meno impulsiva, tenendo soprattutto conto di quanto mi hai aiutato. Questa è un'altra delle ragioni per cui evito di intrattenere rapporti di amicizia con le altre persone. Sono troppo strano per gli altri e mi sento a disagio. Con te è diverso, però al tempo stesso la sensazione di inadeguatezza c'è comunque... ha senso? Credo di no. Non preoccuparti comunque di essere mio amico dato che io per primo non sono nulla di tutto ciò, sono solo sopravvalutato. Ammetto comunque che non mi sorprenderei se questo fosse l'ultimo messaggio che ci scambiamo.

Castiel”




Dean aggrottò la fronte e scrisse velocemente una risposta.



“Castiel, non devi scusarti di nulla! Ho capito com'è fatto Gabriel e l'unica cosa che voleva fare era metterti un po' in imbarazzo, non preoccuparti. Ok, ho capito che sei strano e che ti senti a disagio quando sei in mezzo agli estranei... probabilmente devi conoscermi un po' di più per non sentirti in imbarazzo. E non dire che non sei 'nulla di tutto ciò'... sei troppo duro con te stesso. Da quel che ho potuto vedere sei una gran bella persona. Non posso dilungarmi troppo oggi perché devo essere al lavoro tra cinque minuti. Se ti va puoi passare di qua e vedere se riusciamo a renderti più un maschiaccio? Tuttavia ti sconsiglio di vestirti come tuo solito, c'è il rischio che il tuo completo si macchi. A meno che, ovviamente, tu non abbia anche un completo per occasioni informali che indossi nelle situazioni più strane. Ammetto che la cosa non mi sorprenderebbe!

Bene, io ora vado, magari ci sentiamo dopo se non ci vediamo prima, ok? Se riesci fai un salto dalle mie parti, per favore... Toh, guarda, sei persino riuscito a farti pregare, infame che non sei altro! Bene, nel tentativo di preservare quel poco di dignità che mi è rimasta, per adesso ti porgo i miei più distinti saluti.

Dean.”[1]




Senza nemmeno preoccuparsi di aggiustare alcune frasi scritte che potevano suonare alquanto patetiche, Dean premette il tasto 'invio.' Dopo di ché si arrampicò su per le scale per restituire il computer a Sam e cambiarsi per andare al lavoro. L'officina di Bobby distava solo cinque minuti a piedi da casa, ma siccome era raro che potesse utilizzare l'auto per andare da qualche parte e in macchina arrivava a destinazione in poco più di un minuto.

Per essere un giorno d'ottobre faceva abbastanza caldo e non passò molto tempo prima che Dean si togliesse la parte superiore della tuta da meccanico che indossava legandosi le maniche in vita. Ovviamente fu questione di poco prima che si ritrovasse con la la canottiera bianca, le braccia e la faccia sporche di grasso, olio e sudore, ma la cosa sembrava non importargli. Era chino sul motore di pickup della Toyota quando Rufus, il suo collega, lo chiamo.

“C'è qui un ragazzo piuttosto strambo in completo che vuole vederti... santo cielo! Porta persino la cravatta!”

Dean rise e si asciugò in malo modo il sudore dalla fronte con un braccio cerca di non sporcarsi troppo di grasso.

“Sì, lo so... fallo pure venire sul retro.”

L'uomo alzò gli occhi al cielo e tornò in ufficio mentre Dean si rialzava, stiracchiandosi le braccia. Dopo qualche istante apparve Castiel con un'espressione sorpresa dipinta sul viso e con indosso sempre un completo, ma dall'aria meno pregiata di quelli che gli aveva visto fino adesso. Dean sorrise e agitò la mano in segno di saluto.

“Sei venuto!”

Castiel annuì e si avvicinò a Dean, osservando incuriosito come la luce del sole si riflettesse sul volto e sulle braccia dell'altro imperlate di sudore.

“Ho ricevuto la tua email...”

“Fantastico... Ehm...”

“Sei tutto... sporco. E unto.”

Dean sorrise e si strofinò nuovamente la faccia, non facendo altro che peggiorare la situazione.

“Sono cose che capitano quando passi il pomeriggio dentro al cofano di un'auto. Bel completo, comunque!”

“Sì, beh... non ho vestiti molto diversi e adatti a occasioni diverse dalla scuola” rispose Castiel.

“Assomigli a Costantine!”

“Chi?” domandò l'altro.

“E' il personaggio di un fumetto, un detective dell'occulto... ci avevano fatto anche un film con Keanu Reeves.”

“Non ti seguo” disse Castiel scuotendo la testa.

Dean gli sorrise.

“Tranquillo, lo immaginavo. Bene... ti interessa vedere come si cambia una candela?”

“Beh... prima dovrai spiegarmi che cos'è una candela.”

Dean non riuscì a trattenere una risata e tirò fuori uno straccio dalla tasca della tuta che indossava per pulirsi la mano prima di afferrare un lembo del trench di Castiel e avvicinarlo al motore. Anche se il ragazzo avesse voluto sentire cosa stesse dicendo Dean, Castiel non era minimamente in grado di concentrarsi. Era troppo preso dal ragazzo in sé che dalle sue parole: aveva un odore completamente diverso rispetto a quello di muschio che aveva sentito gli altri giorni, anche se non è che potesse aspettarsi qualcosa di diverso visto che era tutto il pomeriggio che il ragazzo era circondato da grasso e olio per motore. Inoltre non gli era mai capitato di vedere Dean senza giacca e maglietta, ragion per cui non aveva mai sospettato che il ragazzo potesse avere delle braccia così muscolose. L'immagine di Dean in quel momento era qualcosa che Castiel pensava esistesse solo nei calendari dedicati alle donne. Si rese conto di essersi imbambolato a fissarlo solo quando l'altro gli agitò una mano davanti agli occhi.

“Cas, tutto bene?”

Castiel sbatté le palpebre un paio di volte prima di annuire.

“Sì, scusami, mi sono distratto.”

“Mi spiace, avrei dovuto immaginare che le auto non sono in cima ai tuoi interessi” si scusò Dean con un sorriso timido.

“Va tutto bene, anzi! E' bello vederti così interessato in qualcosa... anche se è quasi un cliché.”

“Cliché?” domandò Dean ridendo.

“Sembri uno di quelle foto che si vedono sui calendari o nelle riviste femminili.”

Dean non poté fare altro che ridere più forte.

“Sul serio? Potrei anche pensare di fare il modello, probabilmente guadagnerei più soldi!”

Castiel gli diede una risposta indistinta prima di annuire, segno che né approvava né disapprovava la cosa. Dean continuò a sorridergli prima di afferrare nuovamente lo straccio e pulirsi le mani.

“Vuoi qualcosa da bere? Abbiamo solo the e caffè ma se vuoi-”

“Un the andrà benissimo, grazie” rispose gentilmente Castiel mentre Dean gli faceva nuovamente strada verso l'ufficio finché non raggiunsero la piccola cucina dove trovarono Rufus seduto con i piedi sul tavolo a leggere l'edizione sera del giornale.

“Vuoi qualcosa da bere Rufus?”

L'uomo alzò lo sguardo e annuì.

“Caffé, grazie. Dimmi un po'... chi è il tuo amico?”

“Lui è Cas, andiamo a scuola insieme.”

Rufus annuì prima di rivolgersi nuovamente al ragazzo.

“Ma va sempre in giro in giacca e cravatta?”

Dean ridacchiò.

“Sempre!”

Castiel si ritrovò a dover scuotere la testa per smettere di fissare di Dean, stupendosi di quanto spesso gli stesse capitando di farlo.

“Hey, Cas, ti dispiace pensarci tu al tuo the? Non vorrei che sapesse di grasso...”

“Sì, nessun problema. Vuoi che faccia anche il tuo e quello di-”

“Nah! Io e Rufus ci siamo talmente abituati che ci sentiremmo persi senza un po' di grasso nel caffè!”

Castiel ridacchiò e pensò al suo the mentre Dean si stava occupando degli altri due. Generalmente Castiel evitava qualunque genere di contatto umano ma in questo caso si ritrovò più spesso a scontrarsi con le braccia di Dean senza esserne però infastidito. Quando Dean diede il caffè a Rufus, questo uscì dalla cucinetta e lasciò i due ragazzi da soli seduti al tavolo che stringevano le loro tazze di the tra le mani.

“Grazie per essere venuto, Cas.”

Castiel sorrise spostando lo sguardo sulla sua tazza di the pur di evitare di fissare Dean.

“Non c'era nulla che me lo impedisse...”

“I cavalli selvaggi non posso trascinarmi lontano?”[2]

“Cosa?” domandò Castiel alzando lo sguardo, perplesso.

“Oh, è solo una canzone dei Rolling Stones. Comunque... perché sei venuto lo stesso? Voglio dire... anche se le auto non ti piacciono.”

“Beh, sei tu hai detto che conoscendoti potrei smetterla di sentirmi a disagio insieme a te e ho approfittato del tuo invito per iniziare. Mi piacerebbe davvero essere tuo amico, Dean. Sei decisamente la persona più gentile che abbia incontrato in quella scuola.”

Dean sorrise imbarazzato sentendosi le guance andare a fuoco.

“Io sono tuo amico, Cas. Non devi cercare di fare colpo su di me o altro. Sii te stesso e basta. E nel caso fingessi, ci sarebbe Gabriel, pronto a smascherarti in un secondo!”

“Vero. Ma tu... davvero credi che siamo già amici?”

“Sì! ...perché, tu no?”

“...se posso essere onesto, io non so nulla di cosa voglia dire avere un amico.”

“E' una cosa tipo questa.”

Castiel sorrise e si porto la tazza alla bocca continuando a guardare l'altro negli occhi, registrando mentalmente ogni singola sfumatura di verde che riuscita a distinguere. Al tempo stesso Dean osservava con un timore quasi riverenziale gli occhi di Castiel che sembravano in grado di leggergli l'anima.

“Dean, posso chiederti una cosa?”

Il ragazzo annuì in segno d'assenso prendendo un sorso di the.

“Certo!”

“Hai detto che tua madre era un'appassionata di teologia e sapevi che Castiel era l'angelo del Giovedì... mi chiedevo se anche sei appassionato alla materia o se semplicemente hai assorbito le sue conoscenze per osmosi.”

Dean aggrottò leggermente le sopracciglia.

“Beh... mia madre è morta quando avevo sette anni e visto che la teologia era un po' la sua passione, ho deciso di tenere i suoi libri, leggerli e memorizzare le informazioni. Era una specie di tentativo per tenere vivo il suo ricordo...”

“Mi dispiace.”

“E' tutto a posto. Comunque... dimmi un po', come mai avete i nomi degli angeli?”

“E' una specie di tratto distintivo della nostra famiglia. Una specie di tradizione ereditata dalla famiglia di mio padre. Ognuno di noi ha un nome legato alla religione. Tutti quelli che conosco sono stati chiamati come un angelo, uno dei dodici apostoli o degli evangelisti...”

Dean annuì.

“Wow... ma di preciso, quanto è grande la tua famiglia?”

“Parecchio, direi. La tua, invece?”

“Uhm... ti spiace se non ne parliamo? È ancora un tasto dolente.”

“Sì, scusami” disse Castiel abbassando la testa per rimarcare il concetto.

“Hey, non ti devi scusare di nulla! Forza andiamo, ho ancora del lavoro da fare!”





Note della Traduttrice:

[1] L'ultima riga dell'email di Dean è volutamente in contrasto con il tono delle sue altre email perché in inglese il linguaggio cambia e tende a imitare il modo di scrivere di Castiel – più forbito ed elegante... spero si noti XD Inoltre quando sia Dean sia Castiel scrivono 'niente di tutto ciò', beh... in inglese è not all that. Mi sembrava carino farvelo notare :3

[2] Wild horses couldn't drag me away [Wild Horses- Rolling Stones]



Non è che abbia ben capito come diavolo stessero costruendo quegli scaffali, comunque è innegabile che il dialogo tra Dean e Cas e la scena in generale della lezione siano stati stupendi. Quando Cas afferma che i vestiti lo stimolano, chiedo venia, ma l'originale era turn me on, letteralmente eccitarsi, ma faceva schifo detta così e l'unica alternativa un po' meno drastica era stimolare.

Dovrete avere un po' di pazienza con questi due – e con me -, ma posso assicurarvi che vi daranno (e daremo) un sacco di soddisfazioni!

Il prossimo aggiornamento è previsto per il 1 Marzo (auguri Jens!) ma tra un paio di settimane ricominciano i parziali scritti quindi dovrò eclissarmi e studiare TANTO!

Stay tuned sul mio Twitter (@latum) o sulla mia pagina Facebook... non si sa mai che magari riesca ad anticipare l'aggiornamento :3

A presto!

LaTuM
 
Top
view post Posted on 8/2/2013, 13:39
Avatar

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
6,045

Status:



Questo capitolo mi è piaciuto davvero tanto! Prima di tutto tutta la scena in classe con gli scaffali; a parte l'imbarazzo di Cass, le frasi ambigue e la "stronzaggine" tanto amata di Gabriel, ho adorato in particolar modo il momento in cui forano il legno e praticamente il corpo di Dean è appiccicato a quello di Cass. Detta così non sembra, ma la scena intera e i pensieri di Castiel a riguardo hanno reso il momento estremamente dolce! Poi c'è Cass in officina! Mi ha strappato un bel sorriso il commento di Cass riguardo la sporcizia di Dean, sincerità e ingenuità che sono molto in linea con il personaggio! Sì, è stato proprio un bel capitolo e davvero complimentissimi per la traduzione! E per il prossimo cap non ti preoccupare. Puoi prenderti tutto il tempo di cui hai bisogno; prma fai gli esami prima ti togli il dente, per così dire xD
 
WWW   Top
LaTuM
view post Posted on 10/2/2013, 23:17




CITAZIONE (°°°bacinaru°°° @ 8/2/2013, 13:39) 
Questo capitolo mi è piaciuto davvero tanto! Prima di tutto tutta la scena in classe con gli scaffali; a parte l'imbarazzo di Cass, le frasi ambigue e la "stronzaggine" tanto amata di Gabriel, ho adorato in particolar modo il momento in cui forano il legno e praticamente il corpo di Dean è appiccicato a quello di Cass. Detta così non sembra, ma la scena intera e i pensieri di Castiel a riguardo hanno reso il momento estremamente dolce! Poi c'è Cass in officina! Mi ha strappato un bel sorriso il commento di Cass riguardo la sporcizia di Dean, sincerità e ingenuità che sono molto in linea con il personaggio! Sì, è stato proprio un bel capitolo e davvero complimentissimi per la traduzione! E per il prossimo cap non ti preoccupare. Puoi prenderti tutto il tempo di cui hai bisogno; prma fai gli esami prima ti togli il dente, per così dire xD

Gabriel è davvero tremendo. Io lo adoro, ma ha un talento per creare casino che è assolutamente unica, e ovviamente Cas è quello che ne fa le spese XD Cas in officina è semplicemente stupendo, seocndo me. Sta cominciando a rendersi conto di che gran ben pezzo di ragazzo si trova davanti. In fondo anche Matt Cohen ha amesso che Jens può facilmente farti cambiare sponda da un momento all'altro, e visto che questo Cas è così pansessuale nella sua asessualità... dire che era resistere è impossibile XD
Grazie per la pazienza per gli aggiornamenti... il 18 inizial al seconda settimana di parziali scritti (6 esami in 4 giorni, uccidetemi u.u) ma poi ne mancherà solo una ad aprile e poi, BASTA! Ok, cisarà ancora l'esame di psicologia e la discussione della tesi, ma in confronto sembrano bazzeccole :S
Comunque, mi sono fatta il calendario degli aggiornamenti fino al capitolo 12, in modo da farmi viva ogni tanto ma senza farvi aspettare eoni XD
A ogni modo, grazie mille da parte mia e di Lizzie per apprezzare questa storia, siamo davvero felici che ti stia picendo!
Un abbracico e a presto!
LaTuM
 
Top
LaTuM
view post Posted on 1/3/2013, 22:32




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.

Not All That

Capitolo 7

Te l'avevo detto



Finalmente arrivò venerdì; Sam e Dean al momento erano seduti al tavolo della cucina cercando di fare la maggior parte dei compiti che gli erano stati assegnati prima di uscire per andare alla festa di Balthazar. Dean non era ancora riuscito a incontrare Lisa, ma gli avevano assicurati che si sarebbero conosciuti alla festa. Sam invece si era messo d'accordo con Jessica per incontrarsi direttamente sul posto, cosa che aveva dato a Dean l'occasione di prenderlo in giro fino alla morte. Bobby ovviamente non era molto d'accordo sul fatto che i due ragazzi andassero a quella festa – aveva sentito dei racconti tremendi in merito alle serate organizzate da Balthazar – ma li lasciò comunque andare, conscio che se qualcosa fosse andato storto, avrebbero di certo imparato dai loro errori.

“Finito! Vado a cambiarmi!” esclamò Dean soddisfatto mettendo giù la penna che aveva usato fino a quel momento.

Sam sospirò affranto vedendo il fratello uscire dalla cucina e dirigersi al piano di sopra. Il ragazzo posò la testa sul tavolo, obbligandosi a concentrarsi e finire i compiti che ancora gli mancavano.

Al piano di sopra invece Dean si era fatto una doccia veloce e ora – per la seconda volta in una settimana - era in piedi davanti al suo armadio alla ricerca di qualcosa da mettersi. Guardò l'ammasso di magliette con sopra stampati i loghi dei suoi gruppi preferiti, chiedendosi cosa avrebbe indossato Cas - beh, ovviamente uno dei suoi completi giacca e cravatta, ma non sapeva quale e che aria gli avrebbe dato, se un aspetto casual oppure quello da brillante super-nerd. A distarlo dai suoi pensieri fu un pugno sul braccio da parte di Sam.

“Spostati! Devo prendere una cosa!”

Dean alzò gli occhi al cielo e quasi entrò nell'armadio per permettere al fratello di passare oltre e nel frattempo afferrare una maglietta a caso dal mucchio.

“Beh, era ora che uscissi dall'armadio!” ghignò Sam riuscendo a scappare dalle grinfie del fratello che si stava avvicinando con l'intenzione di colpirlo.[1]

Borbottando fra sé e sé indosso la maglia degli AC/DC e si mise alla ricerca di un paio di jeans decenti. Dopo averci riflettuto per un po' scelse un paio di jeans grigi con degli strappi all'altezza delle ginocchia e cambiò la maglietta degli AC/DC con una più aderente dei Metallica e una camicia nera. Si guardò nello specchio appeso all'anta dell'armadio, mettendosi in posa e ammiccando al suo riflesso finché Sam non si schiarì la gola riportandolo alla realtà.

“Se tu e il tuo riflesso volete stare da soli per un po', basta dirlo.”

Dean rise sarcasticamente e riuscì finalmente a colpire il braccio di Sam.

“Sta zitto e preparati che è tardi!”

Il maggiore dei due uscì dalla stanza ed entrò in bagno, afferrò il deodorante e se ne spruzzò addosso una generosa dose prima di prendere il dopobarba. Tecnicamente quella sera lui aveva un appuntamento, ma stava anche andando a una festa e non gli andava di esagerare. Mise solo qualche goccia di dopobarba prima di sistemarsi i capelli e tornare nella sua stanza e sbraitare ordini a Sam. Alla fine riuscirono a salire in auto con Dean al volante mentre Sam era al telefono con Gabriel per farsi dare indicazioni.

“E' quella grande casa con tutte quelle persone che stanno facendo casino” disse Gabriel divertito mentre Sam sbuffava.

“Quale grande casa? Come la riconosco in un quartiere pieno di case gigantesche? Gran bella indicazione, Gabe!”

“Vero anche questo... dove siete?”

Sam guardò in direzione di Dean.

“Dove siamo?”

“E che cazzo ne so?!” rispose l'altro.

“Descrivimi il posto.”

Sam sospirò di nuovo e chiese a Dean di descrivergli cosa vedeva fuori.

“Siamo in una fottutissima macchina!”

Dean riuscì a sentire Gabriel ridere di nuovo prima che Sam se lo riportasse all'orecchio.

“Al prossimo incrocio accostate, guardate in che via siete e richiamatemi.”

Sam annuì e chiuse la chiamata lasciandosi cadere il cellulare sulle gambe.

“Al prossimo incrocio accosta.”

“Sta andando fottutamente alla grande!” commentò sarcastico Dean sospirando e poggiando la testa contro il volante, affranto.

“Come facciamo a tornare indietro? Non avrai intenzione di bere, spero!”

“No, voglio ricordarmela questa festa. Questo però non autorizza te a bere!”

“Invece sì! Ho seriamente bisogno di uccidere i miei neuroni!”

“Bravo fratellino!”

Sam alzò gli occhi al cielo e iniziò a considerare l'idea di appoggiare i piedi sul cruscotto così, giusto per infastidire un po' il fratello, ma alla fine decise che non ne sarebbe valsa la pena. Quando raggiunsero la fine della strada, Dean recuperò il telefono da Sam e chiamò nuovamente Gabriel.

“DEAN-O!”

Il ragazzo fece quasi cadere il telefono riuscendo però ad acchiapparlo in tempo prima di riportarselo cautamente all'orecchio.

“Grazie Gabe. Comunque, siamo a Meadow Lane.”

“Oh, quindi siete vicini a una grande casa e un albero con una casetta di legno tra i rami?”

Dean guardò fuori dal finestrino e vide un giardino con un'enorme quercia. Più che una casetta di legno a lui quella roba pareva più un castello, ma comunque...

“Sì.”

“Restate lì!”

Il ragazzo chiuse il telefono in faccia a Dean che, scettico, si poggiò il telefono sulle gambe e si girò verso il fratello.

“Cosa?” gli domandò lui stiracchiandosi le braccia.

“Non ne ho idea, ma credo che Gabriel ci stia venendo incontro.”

I due dovettero aspettare solo qualche istante prima di vedere Gabriel sbucare dall'angolo della strada e corrergli incontro con un sorriso soddisfatto stampato sul viso. Il ragazzo si fiondò sui sedili posteriori appoggiandosi però con le braccia a quello del guidatore e del passeggero.

“Buona sera ragazzi! Forza Dean, andiamo! Gira a destra!”

Dean si girò a guardare Gabriel.

“Ci sei venuto incontro solo per farti dare un passaggio a casa tua?”

“Prima di tutto sto cercando di far arrivare te a casa mia. Gridarti le indicazioni nell'orecchio è molto più divertente che farlo per telefono. E secondo, voglio tornare a casa a bordo di questa meraviglia! Gli altri m'invidieranno da morire!” rispose Gabriel ridendo.

“Oh, capisco perfettamente!” fece Dean, ghignando soddisfatto.

“Perfetto! E ora diamoci una mossa!”

Ci vollero solo pochi minuti per arrivare a casa Novak, dove gli invitati erano già entrati nel pieno della festa e la musica a tutto volume riempiva l'edificio e il giardino.

“Parcheggia pure nel garage, non esiste che questa bellezza resti fuori e che qualcuno la rovini anche solo per sbaglio” disse Gabriel indicando a Dean un punto dal finestrino. Il ragazzo parcheggiò l'Impala in un box decisamente ampio e scesero dall'auto dirigendosi verso la casa, ignorando le occhiate che gli altri invitati gli stavano lanciando.

“Ehm... Cas è da queste parti o si sta nascondendo nella sua stanza?”

“Al momento è nella sua stanza a deprimersi e dove rimarrà finché le cose non supereranno il limite. A quel punto andrà a deprimersi nell'altra casa.”

Non appena entrarono i tre ragazzi vennero salutati da molti degli ospiti già presenti alla festa e dalle urla di Balthazar.

“Dean! Sam! Ce l'avete fatta! È un piacere rivedervi! Venite, dai!” disse il ragazzo mettendo le braccia attorno alle spalle dei due fratelli “Coraggio, vi faccio fare il tour della casa!”

Balthazar e Gabriel gli fecero fare il giro della villa, soffermandosi in particolar modo in quelli che, secondo loro, erano le stanze più interessanti – la cucina, la piscina coperta, la sala giochi – prima di portarli al piano di sopra.

“I bagni sono in fondo al corridoio, o all'inizio, dipende da dove arrivi, e quasi ogni stanza ha il suo bagno personale. Oh, finalmente! Questa è la stanza di Cassie!”

Balthazar bussò e Dean riuscì a sentire dei suoni indistinti provenire da dietro la porta prima che questa si aprisse leggermente facendo in modo che Castiel potesse sbirciare dalla fessura.

“Sì?”

“Castiel, fratellino mio! Vieni a goderti la festa! La gente non vede l'ora di vederti!”

Balthazar si fece da parte in modo che Castiel potesse vedere Dean che se ne stava impalato dietro di lui con le mani infilate nelle tasche dei jeans. Questo convinse Castiel ad aprire un po' di più la porta e sorrise timidamente in direzione del maggiore dei Winchester.

“Ciao.”

Dean osservò Castiel sorridendo compiaciuto: il ragazzo indossava camicia, giacca e pantaloni neri e una cravatta bianca.

“Ciao Cas... hey! Hai un cappello nero di feltro?”

L'altro lo guardò sospettoso.

“Perché?”

“Sembri un gangster vestito così!”

Gabriel e Balthazar risero e annuirono.

“Ne ho uno io! Aspetta un attimo!” disse Gabriel correndo fino all'inizio del corridoio prima si svoltare bruscamente a destra, scomparendo oltre una porta.

“Io andrò a cercare Jess” mormorò Sam allontanandosi dal gruppo. Dean annuì senza riuscire però a staccare gli occhi da Castiel. In compenso nemmeno Castiel era riuscito a guardare altro che non fosse Dean, dal momento in cui aveva notato la sua presenza. Balthazar osservò i due sorridendo, soddisfatto e stranito allo stesso tempo.

“Trovato!” urlò Gabriel correndo nuovamente verso di loro brandendo un cappello nero che mise di forza in testa al cugino. Vedendo che mancava qualcosa, il ragazzo afferrò gli occhiali da sole che pendevano dal collo della maglietta di Balthzar e li mise sul naso di Castiel. Dean e Baltahzar non riuscirono a trattenere una risata.

“Cas, stai benissimo!” disse Dean sorridendo e ottenendo come risposta un sorriso da parte dell'altro.

“Credi davvero?”

“Sono d'accordo con il tuo ragazzo, Cassie! Stai davvero molto bene così!” ghignò Balthazar mettendo un braccio attorno alle spalle di Castiel. Dean e Castiel rimasero a fissarsi e sorridere finché non vennero interrotti da Anna seguita a ruota da bella ragazza alta e mora.

“Ciao ragazzi! Dean, finalmente posso presentarti Lisa. Lisa, lui è Dean!”

La ragazza sorrise e si avvicinò a Dean aggrappandosi al suo braccio.

“Wow, Anna era seria quando mi diceva sei splendido. E hai anche dei bei muscoli! Sarà una serata fantastica, forza, vieni!”

Lisa lo trascinò via senza nemmeno dargli la possibilità di salutare nessuno. Castiel si tolse gli occhiali e sospirò affranto alla vista di Dean che scompariva giù dalle scale. Il ragazzo cercò di defilarsela nuovamente nella sua stanza, ma Balthazar non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.

“Non tenere il broncio solo perché Dean è in compagnia della ragazza più facile di tutta la città. Se ne renderà conto ben presto, lo sai anche tu.”

Castiel lo guardò perplesso.

“Non ti seguo...”

Balthazar rise e si riprese gli occhiali.

“Dai Cassie! E' ovvio!”

“Cosa è ovvio?”

Balthazar stava per rispondergli, ma ci ripensò.

“Niente, ma lo capirai. A ogni modo, andiamo dai!”

Il maggiore dei Novak condusse il fratello al piano inferiore in modo che entrami potessero tornare alla feste e fermandosi a salutare chiunque incontrassero strada facendo. Castiel preferiva restare in silenzio o al massimo rivolgere parola solo ad alcuni suoi compagni di scuola che era certo di conoscere. Mentre gironzolavano per la casa, Cas notò Dean seduto comodamente su un divano con Lisa china su di lui seduta sulle sue gambe e intorno a loro parecchie persone che stavano chiacchierando tra di loro. Non si rese conto di essere rimasto a fissarli con un'espressione piuttosto infastidita finché Balthazar non gli pizzicò una guancia.

“Su con il morale! Dai, prendiamo qualcosa da bere!”

Nel frattempo Dean, per quanto la situazione non gli dispiacesse poi così tanto, non si sentiva a proprio agio con Lisa che gli stava appiccicata addosso. Non era di certo la prima che si comportava così nei suoi confronti, ma il suo atteggiamento era anche fin troppo ovvio. La ragazza continuava a stringersi a lui senza staccargli le mani di dosso e cercando ripetutamente di baciarlo nonostante, a ogni tentativo, Dean girasse la testa in modo che Lisa riuscisse a baciarlo solo sulle guance. Era appena arrivato e Dean non voleva farsi monopolizzare fin da subito.

Di fatti parlava con gli altri ragazzi e dava un'occhiata a quello che gli stava succedendo intorno e alla ricerca di qualcuno che conoscesse. Riuscì a trovare suo fratello insieme a Jessica e alcuni amici della ragazza intenti a chiacchierare vicino alla finestra francese.[2] Ogni minuto che passava, Dean vedeva Sam farsi sempre più vicino a Jessica e non riuscì a non provare un moto d'orgoglio nei confronti del suo fratellino che, nonostante la sua inclinazione da nerd, era stato – almeno apparentemente – in grado di avvicinarsi a qualcuno di così carino come Jess.

Dando un'altra occhiata in giro, Dean vide Gabriel che faceva il cretino insieme a dei ragazzi che era in grado di riconoscere. Era abbastanza certo che stessero complottando qualcosa, ma in fin dei conti Dean non poteva farci nulla. In fondo la casa era di Gabriel e i drink erano già alcolici, quindi non avrebbe avuto senso correggerli ulteriormente. Tuttavia aveva l'aria di uno che stesse progettando qualcosa di meno innocente di qualche scherzetto scolastico. Quando Gabriel lo vide, sorrise e agitò una mano, facendogli segno di avvicinarci. Dean rivolse uno sguardo a Lisa cercando il modo per allontanarsi da lei.

“Vado un attimo a parlare con-”

“Fantastico! Vengo con te!”

Cercando di non apparire troppo infastidito, Dean alzò le spalle e si fece strada insieme alla ragazza fino a raggiunge Gabriel.

“Dean! Lisa! Vi state divertendo?”

Lisa gli rivolse un sorrisetto.

“E' una gran bella festa, ovviamente. Tuo fratello sì che sa come si organizza una serata coi fiocchi!”

“In realtà è mio cugino, comunque ovvio che sa quello che fa! Dean, mi serve il tuo aiuto per una cosa!”

“Uhm...”

“Ma siamo qui per passare una serata noi due!” protestò Lisa incrociando le braccia infastidita mentre Gabriel alzava le mani in segno di resa.

“Capisco, ma non ci vorrà molto, promesso!”

Lisa sbuffò e si alzò sulle punte per dare un bacio a Dean e facendolo durare il più possibile, finché Gabriel non trascinò letteralmente via il ragazzo.

“Mi dispiace amico, avrei dovuto avvisarti prima...”

Dean sorrise e seguì Gabriel fuori nel patio.

“Cos'era quella storia, un salvataggio d'emergenza?”

Gabriel scoppiò a ridere e diede una gomitata al ragazzo.

“Amico, quella ti si era appiccicata come una cozza allo scoglio! Ti avrebbe mollato solo per noi, soprattutto per Balthazar, ma ci ho pensato io...”

“Perché Balthazar?! Cos'ha lui che io non ho?!”

Garbiel rise ancora più forte e fece segno a Dean di accomodarsi pure su una panchina.

“Beh, prima di tutto lo sai bene che lui è il più famoso di tutti i Novak, cazzone! E secondo... beh, ci sono dei retroscena che non conosci. Lei farebbe di tutto per farsi dare una botta da lui. Di nuovo.”

“Wow! Chi è che non è ancora riuscita a farsi?!”

“In effetti credo solo Cas...”

Dean spalancò gli occhi incredulo.

“Cosa?! Sul serio?”

“Sì, scusa... credeva Cas te l'avesse detto che lei è... beh, che è un po'... una zoccola.”

“Sì, che l'ha detto, ma non credevo così tanto!”

“Fidati, le serviresti per aggiungere solo un più uno alla sua già vasta collezione” gli disse Gabriel sventolandogli il bicchiere che aveva in mano davanti agli occhi. Dean alzò gli occhi al cielo e fece cozzare il suo drink con quello di dell'altro, prima di prenderne un sorso. Mentre Gabriel guardava fisso nel vuoto e in silenzio, Dean ne approfittò per dare un'occhiata al giardino: si stava facendo buio ma il posto era illuminato da una grande quantità di luci colorate. La musica che alta tanto quanto lo era all'interno della casa e i ragazzi che erano in giardino erano già abbastanza alticci da mettersi a ballare a piedi nudi nell'erba.

“Sei riuscito a parlare con Michael?” domandò Dean all'improvviso continuando però a guardare il giardino.

“No, continuo a dimenticarmene, ma ammetto che mi è venuta un'idea grandiosa per dopo. Forse è un po' crudele, ma ne varrà la pena. Dimmi... Sam è uno che arrossisce facilmente?”

“Oh, sì! Diventa un pomodoro!” disse Dean ridacchiando “Perché? Cos'hai in mente di fare?”

“Sarà una sorpresa per tutti, vedrai!”

“Ok... hey! Ma non è Cas quello?”

Gabriel guardò verso il punto che gli stava indicando Dean; in fondo al giardino c'era un gazebo malapena illuminato ma chiunque sarebbe stato in grado di vedere una figura vestita di scuro con una riga bianca.

“Mi sembra così... mamma mia se fa l'emo!”

Dean sorrise.

“Poveretto!”

“Nah, aspetta!”

Gabriel si frugò nelle tasche finché non riuscì a tirar fuori il telefono. Un secondo dopo averlo sbloccato se l'era già portato all'orecchio mentre Dean non aveva staccato gli occhi neanche per un attimo dalla figura in fondo al giardino e che li stava guardando a sua volta, come se si fosse aspettato qualcosa del genere.



“Cas! Smettila di rintanarti in fondo al giardino!”

“Il tuo ragazzo è qua con me nel patio!”



“Agita un braccio” disse Gabriel girandosi verso Dean dopo aver coperto il microfono con una mano.

Dean lo guardò sospettoso ma fece quanto gli era stato detto.

“Sai, non credo mi piaccia molto sentirmi chiamare così da tutti...”

Gabriel lo ignorò e di riportò il telefono all'orecchio.



“Dai! Vieni qua! Ci ho pensato io a salvarlo!”

“No, per un po' non credo verrà a cercarlo...”

“Bene! Adesso!”



Gabriel chiuse la telefonata e si voltò verso Dean.

“Sta arrivando!”

Poco dopo infatti Castiel li raggiunse nel patio rivolgendo a Dean un timido sorriso. Il ragazzo aveva ancora indosso il cappello di Gabriel ma sembrava aver perso gli occhiali... nonostante tutto Dean non riusciva a smettere di pensare che quei vestiti gli stessero davvero bene.

“Non credo che a Balthazar farebbe piacere sapere che ti sei rintanato in cortile a deprimerti” disse Dean avvicinandosi cautamente a Cas. Il ragazzo fece lo stesso incrociando però le braccia, mettendosi sulla difensiva.

“Sono sicuro che se la starà cavando alla grande anche senza di me... dopotutto ha comunque un sacco di amici!”

“Scusami se sono tipo sparito, ma Lisa sembrava non volermi lasciare andare” si scusò Dean.

“Non preoccuparti, capisco. E' uscita con abbastanza membri della mia famiglia e oramai so come si comporta.”

“Non hai mai pensato che stia cercando un modo per arrivare a te?” domandò Gabriel al cugino, dandogli un lieve colpetto sul braccio.

“Oddio, spero proprio di no!” rispose Castiel con un'espressione di puro terrore dipinta sul viso.

Dean ridacchiò e mise un braccio attorno alle spalle del ragazzo.

“Se dovesse mai venirle in mente di provarci con te, come te ne tireresti fuori?”

“Non so... penso glielo direi e basta” rispose Castiel.

“...quindi io cosa dovrei fare adesso?”

“Cosa vuoi dire? Non ti...” iniziò a domandare lui prima di essere interrotto da Dean.

“Non fraintendermi, mi piacciono le ragazze facili, ma lei è davvero troppo facile!”

Castiel non riuscì proprio a impedirsi di sorridere.

“...te l'avevo detto.”

Dean scoppiò a ridere così forte che dovette rimanere aggrappato a Castiel per non cadere. Anche Gabriel incominciò a ridere alla vista di Dean mentre il cugino rimaneva fermo dov'era, limitandosi a sorridere davanti all'effetto che avevano avuto su Dean le sue parole. Ci volle un po' prima che Dean si calmasse, aggrappandosi con entrambe le mani alle spalle di Castiel.

“Cas, cazzo! Grazie!”

“Ehm... prego?” rispose il ragazzo.

Dean sorrise guardando l'altro ragazzo negli occhi prima di sentirsi tirare per un braccio e ritrovarsi faccia a faccia con una Lisa dall'aria alquanto imbronciata.

“Dean, dov'eri sparito?!”

Il ragazzo lanciò una veloce occhiata ai suoi amici prima di scrollare le spalle.

“Scusa, mi sono fermato a chiacchierare con Cas” le rispose indicando l'amico che al momento era troppo concentrato a guardarsi le scarpe imbarazzato. A quel punto Gabriel capì che era il momento d'intervenire.

“E' colpa mia Liz. Avevo bisogno che Dean mi aiutasse a convincere Cas a venire alla festa. Sai com'è fatto...”

Lisa sorrise e con aria apparentemente innocente appoggiò un braccio sulle spalle di Dean.

“Non c'è problema, ma adesso è ora di rientrare e ballare...”

La ragazza ammiccò e prese la mano di Dean, trascinandolo verso la casa. Il ragazzo si girò disperato verso i due amici nella speranza che gli venissero in aiuto, ma Gabriel era troppo impegnato a ridacchiare e Castiel stava facendo del suo meglio per non guardarlo.



Oramai erano passate alcune ore da che erano arrivati e, nonostante i suoi tentativi, Dean non era ancora riuscito a scappare dalle grinfie di Lisa. La ragazza l'aveva costretto a ballare (sempre che quel suo strusciarsi contro di lui potesse definirsi tale) sulla pista da ballo improvvisata e, per quanto avesse insistito che avrebbe dovuto guidare, la ragazza aveva continuato a riempirlo di drink, negandogli perfino l'uso del bagno. Fu solo mentre Lisa lo stava trascinando in giro per la casa che Dean vide una via fuga. Ricordandosi di quanto gli aveva detto Gabriel, il ragazzo afferrò Lisa per un polso e la spinse vicino a Balthazar.

“Dean, che fai! Volevo presentarti Amanda!” bisbigliò lei ma smettendo di protestare quando vide Balthazar sorridere nella sua direzione.

“Dean, Lisa, è un piacere vedervi. Come vanno le cose?”

“Benone, direi!”

La ragazza lasciò la mano di Dean e iniziò ad arrotolarsi una ciocca di capelli intorno al dito.

“Ciao Balth...”

Dean fece un passo indietro e recuperò il cellulare dalla tasca dei jeans e mandò un veloce sms a Castiel mentre Lisa iniziava a flirtare senza vergogna con Balthazar che non si stava facendo il minimo problema a ricambiare le avance della ragazza, soprattutto considerato che flirtare era in fondo un tratto distintivo del suo carattere.

“Io devo andare in bagno... non ti scoccia stare con Lisa per un po', vero?” domandò Dean facendo più un'allusione che una richiesta vera e propria. Lisa ridacchiò stupidamente verso il maggiore dei fratelli Novak e si avvicinò ancora di più a lui. Balthazar colse al volo la richiesta e annuì.

“Tranquillo Dean, resto io con lei.”

In quel momento il cellulare di Dean vibrò e il ragazzo se la diede a gambe prima di leggere il messaggio che gli era arrivato.



Sul tetto, al terzo piano ci sono le scale che portano al sottotetto.



Dean sorrise soddisfatto e corse per due piani di scale, lungo un corridoio e infine su per un'altra rampa di scale più stretta delle altre finché non arrivò nell'attico della magione dei Novak. Era molto buio ma sull'altro lato della stanza c'era un'ampia finestra da cui entravano le luci del giardino. Dean individuò la figura di Castiel che se ne stava appollaiato sul tetto a a osservare lo svolgersi della festa dall'alto, lontano da tutto e da tutti. Dean attraversò la stanza e si arrampicò, non con poca fatica considerata la sua stazza, fuori dalla finestra. Sentendo le imprecazioni di Dean, Castiel si girò verso di lui sorridendogli.

“Non sentirti obbligato a farmi compagnia, Dean. Per me ogni festa è così.”

Dean gli sorrise di rimando e si sedette accanto a lui, assicurandosi che l'altro non fosse infastidito dalla sua vicinanza.

“Beh, non avevi mai avuto un amico prima. E si sa che gli amici vengono prima di tutto.”

“Come sei riuscito a sbarazzarti di lei?” gli domandò Castiel continuando a guardare verso il giardino.

“Tuo fratello si è gentilmente offerto di aiutarmi...”

“Non ti piaceva stare in sua compagnia?”

Dean fece segno di no con la testa.

“Preferisco la tua... non continui a strusciarti contro di me e non mi costringi a bere quando non dovrei.”

“Pensavo dovessi guidare.”

“Infatti, ma non credo sarò in grado di farlo. Cazzo, a Sam gireranno le palle a meno che non riesca a trovare un passaggio. Ma questo punto gireranno a me le palle, visto che non ho affatto voglia di tornare a casa a piedi!”

Castiel aggrottò la fronte.

“Se ti va puoi restare a dormire da noi. Come vedi lo spazio non ci manca...”

“Oh, no! Non potrei mai-”

“Per favore, Dean. Resta.”

Dean sorrise.

“Bene, allora vorrà dire che potrò continuare a bere, anche se credo di essere già abbastanza alticcio. Non è mai una gran cosa quando si bevono troppe cose diverse...”

“Vuoi ubriacarti?”

“Non proprio... tu non bevi?”

“No” disse Castiel scuotendo la testa e iniziando a scrocchiarsi le dita “Una volta Gabriel ha corretto quello che stavo bevendo con della vodka. Ci è voluto un attimo prima che mi ubriacassi, stavo malissimo e ho giurato che non sarebbe successo mai più.”

“Cos'è successo?” gli chiese Dean.

“A parte essermi reso ridicolo davanti a tutti? Sono svenuto in fondo al giardino nel mio stesso vomito. Mi sono svegliato solo perché Gabriel mi ha tirato una secchiata d'acqua. Comunque sia è finito lui nei pasticci, quindi...”

“Beh, ma si può bere senza necessariamente ubriacarsi ma sentirsi solo un po' allegri...”

“No, grazie. Preferisco rimanere lucido.”

“Mi sembra giusto. Beh, io vado a prendermi qualcosa di analcolico da bere, vieni con me?”

Castiel annuì e seguì l'altro ragazzo dentro casa. Nel loro tragitto verso la cucina videro Lisa appiccicata a Balthazar che rideva alle sue battute – affatto divertenti. Il maggiore dei Novak li notò e gli strizzò l'occhio mentre circondava le spalle di Lisa con un braccio. Una volta in cucina Dean e Castiel presero una lattina di coca e tornarono velocemente di sopra, allontanandosi il più possibile dalla festa. Castiel fece strada a Dean fino alla sua stanza facendolo entrare per primo. Non appena si rese conto dov'erano, il ragazzo di fermò di colpo, cercando di mettere a fuoco la camera, stupendosi di trovarla più piccola di quanto si fosse immaginato e rispecchiava perfettamente il suo proprietario. Le pareti erano di azzurro chiaro molto vicino al colore degli occhi di Castiel e tutti i mobili erano fatti di uno stupendo faggio finemente intarsiato. C'erano mensole piene di libri, niente televisore o stereo ma solo un computer dall'aria molto costosa sulla scrivania. A dirla tutta sembrava più un ufficio che una camera...

Quando Dean finalmente si mosse, Castiel poté entrare e chiudersi la porta alle spalle. Sorrise timidamente in direzione dell'altro ragazzo prima di prendere la sedia che stava davanti alla scrivania e fare cenno a Dean di accomodarsi mentre lui si sedeva sul letto.

“Sei sicuro che questa sia una camera da letto?”

Castiel sorrise prima di recuperare qualcosa su cui appoggiare la sua bibita in modo da non lasciare macchie sui mobili.

“Lo so che non ha un'aria molto vissuta – di certo non come quella di Gabriel – ma mi piace così com'è, tenendo conto che generalmente qui passo molto più tempo a studiare che a dormire...”

Dean fece un segno d'assenso e si sedette finalmente sulla sedia che gli aveva gentilmente offerto l'altro.

“Cas, dovresti davvero rallentare il ritmo!”

“Beh, non che abbia molto da fare oltre allo studio. Non ho una vita sociale o altro...” disse Castiel prima di recuperare qualcosa che Dean potesse usare per appoggiare la sua coca. Il ragazzo si alzò per prendere quanto l'altro gli stava porgendo e, nel farlo, entrambi indugiarono un attimo senza riuscire a staccarsi gli occhi di dosso. Questo finché Cas non si sentì le guance andare a fuoco e lasciò andare il sottobicchiere improvvisato fissandosi i piedi imbarazzato mentre continuava a sentire lo sguardo di Dean su di sé.

“Dovremmo fare qualcosa a proposito. Dovresti davvero uscire Cas, anche solo per prendere un caffè o qualcosa del genere.”

“Non sarebbe male cambiare prospettiva di tanto in tanto... però posso continuare a studiare anche fuori?” domandò il ragazzo con gli occhi ancora puntati verso il basso.

“Certo, se questo è quello che vuoi.”

“Grazie” disse Castiel alzando finalmente lo sguardo “Mi ha sempre fatto sentire in imbarazzo uscire da solo per andare da qualche parte a studiare, a meno che non dovessi andare in biblioteca e... beh, nessuno ha mai volta voglia di uscire con me.”

“Io verrei volentieri, magari riusciresti a convincermi a studiare un po'! A proposito... mi fai vedere la tua collezione di cravatte?”

Castiel lo guardò perplesso.

“Vuoi davvero vedere la mia collezione di cravatte?”

“Sì... mi hanno così tanto parlato di quante ne hai e come le tieni, che ora sono curioso di vederle!”

“Beh, quando ne hai tante come ne ho io...” disse Castiel alzandosi dal letto e raggiungendo l'anta di un armadio. Quando l'aprì, Dean fu certo non di aver mai visto così tante cravatte in vita sua e tutte in perfetto ordine cromatico. Il ragazzo si alzò e raggiunse l'altro, rimanendo accanto a lui mentre le loro braccia si sfioravano.

“Wow... te ne servono davvero così tante? Io credo di averne una e basta!”

Cas ridacchiò.

“Io ne ho anche fin troppe e alcune non le ho nemmeno mai messe. Alcune me le hanno comprate giusto perché sanno che mi piacciono. Nella fila in basso invece ci sono quelle che non metto e sono quasi tutte che mi regalato Gabriel per Natale o per i compleanno. Guarda...”

il ragazzo si sporse vero l'armadio e recuperò una manciata di cravatte: la maggior parte avevano dei disegnini infantili di bruchi e farfalle, altre avevano delle inappropriate decorazioni o scritte con espliciti riferimenti sessuali, altre ancora invece semplicemente non erano nello stile di Castiel. Dean ne afferrò una, sorridendo entusiasta.

“Cas, questa è fantastica! Non ti piace la Justice League of Amerca?”[3]

“Non sono un grande amante dei fumetti. Inoltre non ho idea in che occasione potrei indossare una cravatta del genere.”

“Sono certo che troveresti il momento buono. Comunque... indossi anche le bretelle?”

“Qualche volta. Ne ho qualcuna...” rispose Castiel sorridendo timidamente.

“Così come hai qualche cravatta?”

“No, ne ho solamente... dieci paia?” disse il ragazzo recuperando la cravatta dalle mani di Dean e rimettendola al suo posto insieme alle altre. Dean non poté fare a meno di ridacchiare alla vista del DOC di Castiel prima di tornare a sedersi e continuare a guardare incuriosito la stanza.





Note della Traduttrice:

[1] About time you came out of the closet, ma credo che oramai sia ampiamente risaputo che uscire dall'armadio, in inglese, significhi dichiarare pubblicamente la propria omosessualità.

[1] A detta di Google, questa è una finestra francese. Io di architettura non so nulla XD

[3] Superman, Batman, Wonder Woman, Acquaman, Hawkman, Flash, Lanterna Verde... Beh, Wikipedia ne sa più di me.



Il 1° marzo è finalmente arrivato, auguri al nostro Jens ed ecco il capitolo 7. Le cose stanno iniziando a smuoversi, lentamente, ma in modo incredibile secondo me.

Adoro Dean e Cas, adoro Balthazar, adoro Gabriel e adoro l'autrice di questa storia. Più traduco più mi il mio amore per questa fanfiction cresce a dismisura! Btw... la collezione di cravatte?! Dean oramai è vecchia u.u

Inoltre... tradurre questo capitolo è stata un'operazione meno facile del previsto perché diverse frasi richiedevano di essere adattate e interpretate molto più che nei capitoli precedenti. Spero il risultato sia scorrevole e di vostro gradimento!

Il prossimo aggiornamento è previsto per il 25 di marzo... ancora esami (me ne mancano... 6... 7... minimo altri due... circa una decina da dare entro metà maggio e ho finito!), tesi da finire e pochissimo tempo per editare i capitoli... nel frattempo cercherò di continuare il lavoro perché i capitoli pronti si stano riducendo all'osso :S

Stay tuned sul mio Twitter (@latum) o sulla mia pagina Facebook per ulteriori sviluppi!

A presto!

LaTuM

Edited by LaTuM - 25/3/2013, 17:28
 
Top
view post Posted on 3/3/2013, 20:22
Avatar

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
6,045

Status:



CITAZIONE
Lo so che non è molto polically correct, però sono con l'acqua alla gola e ho millemila cose da fare (tra cui delle traduzioni TITANICHE per l'università, alluciante, sul serio!)

Il capitolo è aggiornato ma trasferirlo per intero qua sul forum con tutti i codici mi porta via un sacco di tempo, ecco vi lascio nudo e crudo la pagina HTML del capitolo direttamente dal mio archivio.

E' esattamente quello che che pubblico sempre ma senza trasferirlo da una parte all'altra =)

NOT ALL THAT - Capitolo 7 - Te l'avevo detto

Nessun problema! Però, quando hai un po' più di tempo, potresti modificare il post e postare il capitolo nel solito modo? Giusto per mantenere un certo ordine, ecco =) Comunque non ti preoccupare, puoi farlo benissimo quando sarai sana e salva sulla terra ferma xD

Passando al capitolo, è meraviglioso! Mi è piaciuto troppo il continuo cercarsi di Dean e Cass e soprattutto Cass che fa l'emo e si rifugia in solitudine. In fondo, sono un po' come lui xD La parte finale, poi, è tanto tenera da farmi sciogliere e voglio assolutamente vedere Castiel in bretelle XD Per quanto riguarda Lisa, l'ho odiata profondamente, a dire il vero, ma per fortuna Balthazar ha salvato Dean dall'intera situazione! E poi c'è Gabriel! Lo adoro troppo, soprattutto all'inizio quando afferma che urlare nell'orecchio di Dean è molto più divertente che farlo a telefono XD E poi sbuca così dal nulla solo per farsi portare a casa in macchina? Da dove è sbucato, poi? E' tutto pazzo lui xD Ripeto, bellissimo capitolo! Non vedo l'ora di leggere il prossimo! Complimentissimi =)

PS: Invece di risponderti ho modificato il tuo messaggio! Comunque ora ho rimesso tutto a posto, credo xD
 
WWW   Top
LaTuM
view post Posted on 4/3/2013, 18:19




CITAZIONE (°°°bacinaru°°° @ 3/3/2013, 20:22) 
CITAZIONE
Lo so che non è molto polically correct, però sono con l'acqua alla gola e ho millemila cose da fare (tra cui delle traduzioni TITANICHE per l'università, alluciante, sul serio!)

Il capitolo è aggiornato ma trasferirlo per intero qua sul forum con tutti i codici mi porta via un sacco di tempo, ecco vi lascio nudo e crudo la pagina HTML del capitolo direttamente dal mio archivio.

E' esattamente quello che che pubblico sempre ma senza trasferirlo da una parte all'altra =)

NOT ALL THAT - Capitolo 7 - Te l'avevo detto

Nessun problema! Però, quando hai un po' più di tempo, potresti modificare il post e postare il capitolo nel solito modo? Giusto per mantenere un certo ordine, ecco =) Comunque non ti preoccupare, puoi farlo benissimo quando sarai sana e salva sulla terra ferma xD

Passando al capitolo, è meraviglioso! Mi è piaciuto troppo il continuo cercarsi di Dean e Cass e soprattutto Cass che fa l'emo e si rifugia in solitudine. In fondo, sono un po' come lui xD La parte finale, poi, è tanto tenera da farmi sciogliere e voglio assolutamente vedere Castiel in bretelle XD Per quanto riguarda Lisa, l'ho odiata profondamente, a dire il vero, ma per fortuna Balthazar ha salvato Dean dall'intera situazione! E poi c'è Gabriel! Lo adoro troppo, soprattutto all'inizio quando afferma che urlare nell'orecchio di Dean è molto più divertente che farlo a telefono XD E poi sbuca così dal nulla solo per farsi portare a casa in macchina? Da dove è sbucato, poi? E' tutto pazzo lui xD Ripeto, bellissimo capitolo! Non vedo l'ora di leggere il prossimo! Complimentissimi =)

PS: Invece di risponderti ho modificato il tuo messaggio! Comunque ora ho rimesso tutto a posto, credo xD

Sì, sì... appena arriva la pausa accademica sistemo il capitolo, solo che in queste settimane sono veramente presissima e non ho voglia di litigare con i codici. Appena sarò un po' meno di corsa metto in ordine, sinceramente non mi piace il link così, ma era giusto per stare nei tempi di pubblicazione promessi =)

Cas... quanto lo capisco, odio le feste e preferire anch'io starmene sul tetto (soprattutto se poi ci trovo pure Dean XD).
Lisa è tremenda, ma credo che l'autrice labbia sfruttata bene per far avvicinare ulteriormente Dean e Cas... Gabriel invece è un perfetto cretino e lo si ama follemente e anch'i sarei andata incontrpo di corsa ai due fratelli pur di arrivare su quella bellezza di Baby XD
In effetti in generale il capitoo è molot divertente e il prossimo darà qualche soddisfazione aggiutniva a questa bellissima UST!

Grazie mille per i complimenti sia da parte mia che di Lizzie!
A presto con l'8 (e con tanto di messa a punto del capitolo 7!)
 
Top
LaTuM
view post Posted on 25/3/2013, 17:29




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.

Not All That

Capitolo 8

Too Sexy for Your Shirt[1]



Dean si stava girando i pollici continuando a guardare a disagio la stanza senza sapere cos'altro fare mentre Castiel stava sfogliando un libro di storia. Dopo un po' lo sguardo dell'altro ragazzo si posò su di lui, osservando dispiaciuto la sua espressione annoiata.

"Scusami, sono terribilmente noioso... vuoi fare qualcosa?"

Dean aggrottò le sopracciglia.

"No, tranquillo, va tutto bene... a meno che non sia tu a voler fare qualcosa."

"Non proprio... potremmo parlare" suggerrì Castiel.

"Certo... di cosa?"

"Qualunque cosa possa aiutarci a conoscerci meglio..."

"Ci sto! Potremmo fare a turno. A te l'onore!"

Castiel chiuse il libro che stava leggendo e appoggiò le mani sulle gambe.

"Cosa vorresti fare nella vita? Andare al college, trovare un lavoro...?"

"Wow, andiamo subito al sodo!" ridacchiò Dean incrociando le gambe "A dirla tutta non ne ho idea. Non credo di voler andare al college, ma non credo nemmeno di voler fare il meccanico per tutta la vita. Mi piacerebbe poter viaggiare..."

Castiel annuì e prese un sorso dalla sua lattina di coca.

"Mi sembra giusto... tocca a te."

Dean si mordicchiò le labbra pensando alla domanda.

"Hai mai avuto una ragazza? O un ragazzo o altro?"

"No. Non mi è mai importato avere una relazione con qualcuno. Comunque sono certo che passerà molto tempo prima che possa trovare la mia anima gemella. Sono ancora troppo giovane..."

"Come sei cinico! Non troverai mai la persona giusta se continuerai a stare tappato in casa."

"Per adesso mi va bene così. Magari un giorno..."

"Ok, vai con la domanda!"

"Perché vuoi essere mio amico?" domandò Castiel osservando attentamente Dean.

Il ragazzo arricciò il naso pensando alla risposta.

"...Non lo so. Mi piaci, fai quello che ti pare e sei strano. A scuola indossi sempre giacca e cravatta, sei bravo con le parole... se non fossi Castiel Novak ma un ragazzo come tutti gli altri vorrei comunque essere tuo amico. Mi piacerebbe... se per te va bene."

Castiel non riuscì a impedirsi di sorridere.

"A me va benissimo. Ho sempre temuto l'idea dell'amicizia perché la maggior parte delle persone vogliono solo essere gli amici di Castiel. Sono tutti così falsi... eccetto te."

"Voglio essere onesto con te: ho sempre viaggiato tanto senza mai fermarmi a lungo in un posto ed è sempre stato più facile essere me stesso, è più semplice e non sono costretto a raccontare balle..."

"Beh... grazie. A te la parola."

"...ti sei mai preso una cotta per qualcuno?"

Castiel cominciò a dare dei segni di irrequietezza.

"Ti metteresti a ridere se ti dicessi che non ne ho idea? Come si fa a dire se ti piace qualcuno?"

"E perché dovrei ridere?! Beh... sai se ti piace qualcuno quando ti diverti in sua compagnia, senti le solite farfalle nello stomaco e ti ritrovi a fissare quella persona più spesso del dovuto. Cerchi di stare con lei più tempo possibile e la sola idea che possa stare con qualcun'altro ti fa un male cane..." gli rispose Dean con un sorriso.

"Io credo..." disse Castiel riflettendo attentamente.

"Cosa...?"

"Uhm, che dovrò rigirarti la domanda."

"Oh, ok... perché?"

"Puoi fare solo una domanda alla volta e ora è il mio turno! Sei mai stato innamorato?"

"No. Non ho mai avuto una storia seria con nessuno anche perché non mi sono mai fermato abbastanza in un posto! Forse qui le cose andranno diversamente..."

"Può darsi..." disse Castiel sorridendo.

Dean stava per fare la sua domanda quando il telefono vibrò nella tasca, avvisandolo che gli era arrivato un messaggio da Gabriel.



Venite in salotto. Operazione imbarazza-Sam, in corso!



Dean ridacchiò alzandosi in piedi e rimettendo il cellulare in tasca.

"Andiamo Cas, questa non me la voglio perdere!"

Castiel si alzò lentamente dal letto e seguì Dean al piano di sotto dove trovarono Gabriel in piedi davanti agli altoparlanti con un ghigno dipinto sul viso mentre dall'altra parte della videro Sam che stava chiacchierando con Jessica. Gabriel fece un cenno nella loro direzione e Dean afferrò Castiel per un braccio trascinandolo fin quando raggiunsero l'altro ma senza mollare la presa dopo.

"Che succede?" urlò Dean per sovrastare la musica. Gabriel si batté l'indice sul naso prima di precipitarsi verso lo stero e spegnere la musica. Gli invitati iniziarono a protestare ma Gabriel gli fece cenno di starsene zitti e si arrampicò su una sedia.

"Ragazzi, ragazzi... Ho un annuncio da fare! Beh, più che un annuncio a dire il vero è richiesta... Hey, Sam Winchester, dove sei! Fatti vedere!"

I ragazzi intorno a Sam si fecero da parte lasciandolo imbarazzato in balia di Gabriel.

"Fantastico! E dov'è quella bellezza a cui hai mangiando la faccia per tutta la sera? Jess! Ah, eccoci! Sam mi ha chiesto di dedicarti questa canzone. Ascolta bene le parole perché vengono dal profondo del suo cuore! Musica maestro!"

Gabriel fece un cenno al ragazzo accanto allo stereo e queste premette il tasto play. Le note di 'I'm Too Sexy' cominciarono a diffondersi dagli altoparlanti e Sam cambiò le guance di Sam diventarono di un rosa acceso, così come quelle di Jessica mentre tutti gli altri ospiti scoppiavano a ridere. Castiel aggrottò le sopracciglia, non capendo esattamente quello che stava succedendo ma sorrise comunque alla vista di Dean oramai quasi prossimo alle lacrime. Il ragazzo diede una pacca sulle spalle dell'amico prima di raggiungere di corsa il fratello e pizzicargli una guancia.

"Sammy! Come va?!" gli domandò Dean ridendo mentre Sam tentava di fulminarlo con gli occhi.

"Scommetto che ci sei tu dietro tutto questo!"

Dean alzò le mani come volesse provare la sua innocenza.

"Calma, calma! E' stata tutta un'idea di Gabriel. Mi ha solo mandato un messaggio per dirmi di scendere ad assistere a questa scenetta divertente!"

"Beh, fantastico! Sono davvero felice che fossi presente nel momento più imbarazzante di tutta la mia vita!"

"Ah, smettila di fare il brontolone! Comunque... è vero non hai fatto altro che pomiciare con Jessica per tutta la serata?"

Sam arrossì ancora di più e borbottò qualcosa imbarazzato.

"Dammi il cinque! Bravo fratellino!"

"Uhm, grazie? Come stanno andando le cose con Lisa?"

Dean alzò le spalle, indifferente.

"Non ne ho idea, sono di sopra con Cas. Lisa l'ho mollata a Balthazar secoli fa!"

"Aaawwww!" fece Sam ridacchiando.

"Fottiti! Lisa era troppo... no, davvero. Meglio di no. Ho preferito tranquillizzare Cas in merito a questa storia dell'amicizia visto che non ci è molto abituato. E, a proposito. Trova un altro modo per tornare a casa, io resto a dormire qui."

Se possibile, il ghigno di Sam si fece ancora più grande.

"Pigiama party!"

"Fottiti!" disse Dean dando un pugno sul braccio al fratello "Lisa mi ha imbottito di alcool e non posso portarti a casa. Cas ha detto che posso restare qui."

"Aspetta un attimo, da quand'è che è diventato Cas?"

"Da quando siamo diventati amici, problemi? Comunque, trovati da solo un modo per andare a casa o stai a dormire da Jess. Qualunque cosa tu faccia, ci vediamo domani!" disse il ragazzo dando pugno sul braccio al fratello prima di tornare da Castiel.

"Dai, andiamo da qualche parte!"

Castiel annuì e gli fece strada attraverso la casa. Mentre camminavano, Dean riuscì a scorgere nuovamente Lisa e Balthazar; la ragazza gli stava strusciando contro di lui lasciandogli una scia di baci mentre Balthazar continuava a chiacchierare con gli ospiti. Dean cercò di passare inosservato e allo stesso tempo non perdere l'amico in mezzo alla marea di gente. Uscirono dal retro arrivando fino in fondo al giardino dove c'era una porta che portava verso l'altra casa. In giro non c'era nessuno, tutti erano troppo impegnati con la festa.

“Ogni tanto ti capita mai di restare da solo a casa?” domandò Dean divertito mentre seguiva Castiel al pianterreno fino a raggiungere il seminterrato.

“Uhm... no? Dai forza, qui sono delle cose potrebbero interessarti: biliardo, videogiochi, film e cose simili...”

“E libri per te, immagino.”

“Già.”

Dean rise e circondò le spalle di Castiel con un braccio.

“Sono stato invitato alla festa più in di tutta la città, mi hanno combinato un'uscita con una ragazza con la quale a fine serata avrei sicuramente scopato e invece ho deciso di passare il mio tempo con il nerd di famiglia mentre io gioco alla Playstation e lui legge? Che razza di vita ho!?”

“...stai cercando di essere sarcastico, per caso?”

“Sì, direi di sì. È da parecchio tempo che non mi capita di passare una serata così bella. Sei sicuro di non voler fare qualcosa di diverso che stare con la testa china su un libro? I videogiochi sono molto più divertenti quando si è in due a giocare.”

“Non ho idea di come si faccia.”

Quando raggiunsero finalmente il seminterrato, Dean restò meravigliato davanti alla grandezza della stanza: appeso a una parete c'era il televisore più grande che Dean avesse mai visto, un divano di pelle a dir poco enorme, su un ripiano sotto il televisore c'era quasi ogni console per videogiochi disponibile sul mercato, un tavolo da biliardo, un calcetto balilla e-

“Avete una fottuta vasca idromassaggio?!”

“Crowley ha insistito per metterla” rispose Castiel vagamente imbarazzato.

“Ne avete una anche voi?”

“Uhm, sì. E' stata un'idea di Balthazar e Gabriel l'ha seguito a ruota... Allora, cosa ti va di fare?”

Dean alzò le spalle e e si avvicinò al divano, guardando incuriosito tutto quello che c'era nella stanza.

“Potremmo vedere un film o qualcosa del genere. O magari fare un videogioco. Potremmo sceglierne uno che neanche io ho mai fatto così la sfida sarebbe pari.”

Castiel sorrise in direzione di Dean e si accomodò sul divano.

“Che gioco?”

Dean individuò l'ampia collezione di videogame e lesse attentamente i titoli mentre Castiel continuava a guardarlo, incapace di staccare gli occhi da lui. Di solito il ragazzo teneva sempre lo sguardo fisso sul pavimento, ma per qualche ragione, la presenza di Dean era come una calamita per i suoi occhi. L'altro ragazzo si girò improvvisamente tenendo tra le mani la custodia di un videogioco.

“Blur! Ho sentito dire che è stupendo! Forza, dai!”

Castiel sorrise e si alzò dal divano per aiutare Dean ad accendere l'Xbox e la televisione prima di tornare entrambi a sedersi con i joystick in mano. Nonostante il divano fosse esageratamente enorme, i due ragazzi rimasero seduti vicini, spalla a spalla, mentre leggevano le istruzioni del gioco sullo schermo prima d'iniziare la partita vera e propria. Ovviamente si rivelarono entrambi dei pessimi giocatori: riuscivano a far schiantare le loro automobili nei modi più fantasiosi possibili e questo rischiò di costargli un principio di ernia tanto erano esilaranti – e al tempo stesso terribili - le loro performance in pista. A un certo punto Dean dovette mettere in pausa il gioco per accartocciarsi sul pavimento dalle risate quando, per la cinquantesima volta, Castiel aveva impostato male la girata uscendo dal campo di gioco.

Alla fine, quando ridere cominciò a fare sul serio troppo male, spensero il gioco e si misero a curiosare nella collezione di DVD alla ricerca di un film da guardare. Sugli scaffali c'erano allineati centinaia di titoli e Dean non riusciva a credere che Castiel non ne avesse visto nemmeno uno.

“Ok, anche se ci vorrà tutta la vita per questo, guarderemo tutti questi film... esclusi quelli veramente pessimi. Potremmo cominciare con una maratona di Indiana Jones.”

“Quanti film dovremmo vedere in tutto?” domandò Castiel aggrottando la fronte.

“Circa... boh, quelli che devi assolutamente vedere sono come minimo trecento!”

“Quindi, tenendo conto che durino circa un'ora e mezza l'uno, per vederli tutti c'impiegheremmo circa cinquantaquattromila minuti... sono novecento ore!”

Dean rimase un attimo allibito davanti alla velocità con cui Castiel era riuscito a fare i conti.

“Sì, ma tieni conto che ti stai dimenticando film come Il Signore degli Anelli dove ognuno dei tre film dura almeno tre ore. E in questa collezione ci sono un sacco di film che durano più di un'ora e mezza, quindi siamo già ben oltre le novecento ore, ma posso assicurarti che ne apprezzerai ogni minuto!”

“...lo spero per te! Altrimenti dovrò porre fine alla nostra amicizia con metodi non propriamente legali.”

“Sì, ho capito, mi staccherai la testa a morsi. Non ora però! Indie non può aspettarci per sempre!” disse il ragazzo prendendo il cofanetto con i DVD di Indiana Jones e piazzandosi davanti allo schermo del televisore.

“Se hai intenzione di vedere tutti e quattro i film senza addormentarti sarà meglio che vada a prendere qualcosa che ci tenga in piedi.”

“Tre, Cas. Non guarderemo di certo quell'abominio che sono I Teschi di Cristallo.”

Castiel alzò le spalle e lasciò il seminterrato mentre Dean inseriva nel lettore DVD I Predatori dell'Arca Perduta per poi andare a stravaccarsi sul divano. Visto che sarebbero dovuti rimanere lì parecchie ore, tanto valeva la pena mettersi comodi. Castiel fece ritorno con un vassoio carico di cibi e bevande salutari e non, dopodiché recuperò delle coperte e dei cuscini da un armadio della stanza.

“Amico, amerai questo film: è un mix tra storia, personaggi tostissimi e, come se non bastasse, nazisti!”

Castiel sorrise e si rannicchiò in mezzo al divano accanto a Dean, abbracciandosi le ginocchia per occupare meno spazio possibile, a differenza dell'altro ragazzo che era completamente spaparanzato e con una busta di doritos appoggiata sulla pancia.



***



Dean venne riportato alla realtà dalla fastidiosa suoneria di un cellulare mentre Castiel sbuffava e cercava a tentoni l'oggetto incriminato.

“Pronto?” disse il ragazzo mentre l'altro si stropicciò gli occhi rimettendosi a sedere e stiracchiandosi. Lui e Castiel si erano evidentemente addormentati nel bel mezzo de L'Ultima Crociata ma non capiva da dove fossero saltate fuori le coperte ed era abbastanza sicuro che Castiel fosse seduto accanto a lui e non al suo posto nella metà di divano che aveva occupato. Dean si grattò leggermente la nuca osservando Castiel portare avanti una conversazione molto assonata con gli occhi malapena aperti e i capelli ancora più incasinati del solito. Sentendosi osservato, Castiel si girò verso Dean e gli rivolse un sorriso, alzando la mano come se volesse salutarlo silenziosamente.

“Per favore Gabriel, ho mal di testa. L'ultima cosa di cui ho bisogno sei tu e tutti gli altri che mi gridate nelle orecchie... non dovresti pulire comunque?

No, non lo farà Claudia: tua la spazzatura, tuo il compito di pulire.

Lo so che è il suo lavoro, la conosco tanto quanto te...”

Dean sorrise constatando che, nonostante tutto, Gabriel era ancora perfettamente in grado di fare uscire Castiel di matto.

“Cos'è successo a Sam?

“Il fratello di Dean!

“Ok, glielo dirò.

“No, lasciaci in pace, per favore.

“Gabriel!”

Castiel sbuffò arrabbiato e terminò scocciato la chiamata prima di voltare lo sguardo verso la faccia divertita di Dean.

“Quindi?”

“Gabriel, Balthazar e Crowley stanno venendo qui. Sam invece l'hanno ritrovato questa mattina nella camera dei gemelli che dormiva sul divano insieme a Jess. Gabriel mi ha raccomandato di dirti che tuo fratello era senza maglietta e qualche succhiotto. Idem Jessica, maglietta a parte.”

Dean scoppiò a ridere.

“Lo vedi quel viscido stronzetto?! Gliela farò pagare per anni!”

“Perchè? Se Sam e Jessica si stavano divertendo allora-”

“Perché è divertente? Ha quattordici anni, è strano, sproporzionato ed è comunque riuscito a trovarsi una sexy pollastrella a cui va bene passare al serata a fare porcherie con lui! Non sarei un bravo fratello se non lo facessi! Voi non vi prendete in giro quando uscite con delle ragazze?”

“Beh, io no di certo, ma so che gli altri in effetti lo fanno, anche se non ne ho mai capita la ragione. Mi sembra solo un modo crudele per mettere a disagio qualcuno che è riuscito dove gli altri hanno fallito.”

Dean aggrottò la fronte.

“Vuoi dire che prendo in giro Sam solo per alimentare il mio ego?”

“In poche parole, sì. Altrimenti perché sentiresti il bisogno di prenderlo in giro quando lui è riuscito a trovarsi una ragazza mentre tu stai passando la tua serata tra film e videogiochi?” disse Castiel mettendosi seduto.

“Grazie per avermi fatto notare che sono meno figo di quello che sembro.”

“Non c'è di che... se ti può consolare però, questa è stata la serata più divertente di tutta la mia vita!”

“Vedi a cosa servono gli amici?! E se secondo te questa è stata una serata divertente...fidati! Il meglio deve ancora arrivare!”

“Guarda che ci conto.”

I due ragazzi si sorrisero prima di sentire delle risate giungere da dietro la porta. Gabriel, Balthazar e Crowley entrano senza nemmeno bussare con un ghigno dipinto sul viso mentre ridevano per qualcosa che si erano appena detti.

“Buongiorno giovani innamorati, avete passato una bella serata?” domandò Balthazar stravaccandosi sul divano mentre Castiel annuiva sedendosi compostamente, appoggiando i piedi sul tappeto mentre Balthazar non riusciva a impedirsi di ridere alla vista di Dean e Cas rannicchiati sotto le coperte.
“Aaww, ma guadatevi!”

Dean alzò gli occhi al cielo e si alzò in piedi stiracchiandosi e lanciando di lato la coperta mentre il suo stomaco iniziò a brontolare rumorosamente.

“Vorresti fare colazione?” domandò Castiel all'istante liberandosi a sua volta della coperta.

“Volentieri.”

“Cosa ti andrebbe?” chiese il ragazzo alzandosi in piedi a sua volta per poi ripiegare con cura la coperta mentre Balthazar ancora ridacchiava alla vista dei due.

“Qualunque cosa, basta che non sia nulla di salutare!”

Gabriel non riuscì a trattenere una risata mentre Dean si avvicinava al tavolo da biliardo dove Crowley stava posizione le palle.

“Ti va una partita?”

“Certo!”

“Io vado a preparare la colazione” fece Castiel sparendo oltre la porta seguito da Balthazar.

“Ti serve una mano, Cassie?”

“No, ma non mi dispiacerebbe un po' di compagnia.”

“Perfetto, anche perché dobbiamo parlare. E' ora che trovi un po' di tempo per scambiare quattro chiacchiere con il mio fratello preferito... non dirlo a Zack!”

“Nessun problema, in effetti volevo parlarti anch'io” rispose Castiel rivolgendogli un sorriso.

“A proposito di cosa?”

“...andiamo in cucina.”

Balthazar annuì e seguì il fratello continuando imperterrito a sorridere e senza dire una parola finché Castiel non iniziò a fare il caffè.

“Allora... di cosa volevi parlarmi?”

L'altro ragazzo fece un respiro profondo e si girò in direzione di Balthazar.

“Tu mi conosci meglio di chiunque altro, giusto?”

“Direi di sì, sei come un libro aperto per il sottoscritto.”

“Bene... senti, ho mai avuto una cotta per qualcuno? Ieri sera io e Dean stavamo chiacchierando e quando mi ha chiesto se mi fossi innamorato non sapevo cosa rispondergli.”

“Beh, da quel che ne so io fino adesso non ti sei mai preso una cotta per nessuno.”

“Ok-”

“Ma! Ora ce l'hai!”

“Davvero?”

“Sì, è anche abbastanza ovvio.”

“Per chi?”

“Scherzi vero?” domandò Balthazar con un sorriso beffardo “Non ti viene in mente nessuno che non riesci a smettere di guardare? Qualcuno di continui a parlare? Qualcuno che ti fa sorridere anche solo quando anche solo lo si nomina... tipo la persona a cui stai pensando in questo preciso momento e che corrisponde alla descrizione?”

Castiel strabuzzò gli occhi.

“Non è possibile che-”

“Cassie... ti sei preso una cotta da dodicenne in piena regola per Dean Winchester! Perché gli hai permesso di diventare tuo amico? Gli hai detto 'cose' che non avevi mai confidato a nessuno, siete usciti insieme-”

“-sono solo andato a trovarlo al lavoro!”

“E poi avete bevuto qualcosa insieme?”

“Dean doveva fare una commissione per il suo collega e strada facendo abbiamo preso un caffè.”

“Guarda che non c'è niente di male, Cas!”

“...cosa devo fare?”

“Niente, a meno che tu non voglia dirglielo.”

Castiel fece una smorfia.

“La cosa non rischierebbe di creare imbarazzo tra noi?”

“Per questo non farai nulla e andrai avanti come sempre. Non preoccuparti, Dean non ti conosce ancora abbastanza bene per capirlo.”



Nel frattempo Dean stava giocando a biliardo chiacchierando con gli altri due membri della famiglia.

“Lisa era troppo per te?” gli domandò Crowley ridacchiando e chinandosi sul tavolo mentre Gabriel mandava in buca la palla.

Dean non riuscì a trattenere una smorfia.

“Era un po' troppo facile e aveva una pessima reputazione... ci sarà pure una ragione se persino Cas la definisce una puttana.”

“Davvero Castiel l'ha chiamata così?” chiese Crowley, perplesso.

“Non con queste parole, ma il risultato è lo stesso.”

“Carino... allora, com'è il tuo tipo?” domandò Gabriel passando il turno a Dean che alzò le spalle e iniziò a impostare da direzione del tiro.

“Non ne ho uno, mi va bene quello che passa il convento.”

“Anche se sembra un uomo?” chiese Crowley ridacchiando ottendo un'alzata di spalle come risposta.

“Non m'interesserebbe. Diciamo che non mi precludo nessuna possibilità.”

Gabriel tossì scioccato dalla rivelazione.

“Sei bi?”

“Uhm... non esattamente. Diciamo che non sono nulla. Aspetta, com'è che si era definito Castiel?”

“Pansessuale?”

“Sì, esatto. La gente di solito crede sia etero e in effetti sono stato con molte più donne che altro, però mi va bene tutto. Per un po' sono anche stato con un ragazzo... però non è durata più di poche settimane.”

“Bene, bene Winchester, quante sorprese che ci riservi” disse Crowley ridendo mentre osservava Dean mettere in buca un discreto numero di palle, una dopo l'altra. Dean alzò lo sguardo osservando divertito l'espressione sconfitta sul volto di Gabriel.

“Ho imparato a barare a questo gioco. Ogni tanto era l'unico modo che io Sammy avevamo per sopravvivere. ”

“Ma non è giusto!” protestò Gabriel.

“...rendono le scommesse?” domandò Crowley spostando Gabriel dal suo campo visivo. Dean alzò nuovamente le spalle e sbagliò un tiro di proposito.

“Dipende. Ogni tanto dieci, altre volte cinquanta... se poi i tuoi avversari sono anche particolarmente ubriachi puoi anche tirar su qualche centone.”

“Allora Dean, parlando di affari: quali sono le tue intenzioni con Castiel?”

“Cosa?!” domandò l'interpellato osservando Crowley come se fosse completamente impazzito.

“E' molto sensibile! Vedi di non ferirlo in alcun modo o la furia della famiglia Novak si abbatterà su di te!”

“...non capisco.”

“Ignora Crowley, si sta solo divertendo a incasinarti la testa. Stai attento però: Cas non è come noi, potrebbe non capire quando stai scherzando” disse Gabriel ridendo e chinandosi sul tavolo da gioco.

“Tranquillo, so cosa faccio e poi ho a che fare con una persona non con un cane da salvataggio!”

“E' solo così per dire!”

“Ho capito, non sono stupido! Dagli da mangiare due volte al giorno, assicurati che faccia delle lunghe passeggiate e che non faccia troppi casini!”

Gabriel scoppiò a ridere.

“E fallo dormire sul tuo letto così starà più tranquillo!”

Dean sbuffò divertito mandando in buca la palla nera nell'esatto momento in cui Castiel e Balthazar facevano ritorno con la colazione.

“Lo sfigato fregato Crowley” ghignò Dean mettendo in mano all'altro la stecca con cui aveva giocato per poi seguire Castiel e sedersi al tavolino che c'era dall'altra parte ella stanza, osservando estasiato l'enorme quantità di pancake che avevano preparato. Nessuno dei due si accorse che Balthazar, Gabriel e Crowley li stavano guardando bisbigliando tra di loro.

“Vanno bene?”domandò Castiel.

In risposta Dean si limitò ad annuire con la bocca troppo piena di pancake per parlare.

“Sono fantastici!” riuscì a dire coprendosi la bocca per non apparire troppo maleducato.

“Mi fa piacere... senti, quali i tuoi piani per oggi?”

“Niente di particolare, quello che capita.”

“Ok... non vorrei che ti sembrasse troppo noioso ma al caso di andrebbe di lavorare al progetto di storia? Mi farò perdonare!”

“Non c'è problema Cas! È una che comunque dobbiamo fare, quindi un momento vale l'altro.”

“Avresti potuto fare qualcos'altro di molto più divertente, invece di-”

“Mi sta bene Cas! Tranquillo!”

“Solo che non vorrei-”

“Castiel, sul serio. Se vuoi studiare, a me va bene farlo con te.”

Castiel aggrottò le sopracciglia.

“Ma tu cosa vuoi fare?”

“Abbiamo fatto ciò che volevo io ieri sera, oggi mi va benissimo fare qualunque cosa tu voglia.”

“...grazie.”

Dean sorrise e Cas continuò a fissarlo finché non dovette sbattere gli occhi mentre dietro al tavolo da biliardo i parenti del ragazzo non riuscivano di fare a meno di sogghignare aslla vista della dolce coppietta.



***



“Allora è vero che ti sentivi troppo sexy per rimanere vestito, eh?” ridacchiò Dean guidando sulla strada di casa con che si stava reggendo la testa seduto Sam sul sedile del passeggero e Castiel sui sedili posteriori che leggeva.

Sam incenerì il fratello con gli occhi.

“Vaffanculo! A quanto pare più bevo, meno sento il bisogno di tenermi i vestiti addosso!”

Dean non poté fare a meno di ridacchiare e diede una pacca sulla spalla del ragazzo.

“A ogni modo, ben fatto! Jess è veramente figa!”

“Vero?” disse Sam rivolgendo un ampio sorriso in direzione del fratello.

“Ha per caso qualche strano fetish per i secchioni?”

“Beh... qualcosa del genere, in effetti.”

“Oh mio Dio!” disse l'altro iniziando a ridere rumorosamente finché non fu interrotto la voce di Castiel.

“Dean, ricordati di cosa abbiamo parlato ieri sera.”

Sam si girò in direzione del fratello con uno sguardo interrogativo dipinto sul viso.

“Di cosa avete parlato?”

Dean sbuffò annoiato.

“Cas è dell'idea che ti prendo in giro perché in realtà sono geloso.”

“E lo sei?”

“Certo che no! Nella vita il sesso non è tutto, non lo sai?!”

“Ah, davvero? Allora illuminami...”

Dean scrollò le spalle.

“Non ne ho idea... trovarsi dei buoni amici? Innamorarsi? Non fermarti davanti a nulla per ottenere quello che vuoi?”

“Wow, dovresti metterlo nei biscotti della fortuna!”[1]

“Fottiti!”

Per il resto del tragitto non volò una mosca e l'unico rumore di sottofondo era l'autoradio di Dean che andava. Quando raggiunsero la casa di Bobby, Dean chiese a Castiel di restare in auto dato che non si sentiva ancora a suo agio all'idea di fargli vedere dove abitava e che in confronto alla casa di Cas, la sua sembrava una scatoletta. Il ragazzo recuperò velocemente i compiti che avrebbe dovuto fare e tornò in un battibaleno al volante dell'Impala.

“Allora è è qui che vive il signor Singer?” domandò Castile rivolgendogli un sorriso.

Dean si schiarì la voce.

“Uhm, sì. Lui è un tipo semplice e anche la casa lo dimostra... c'è giusto quello che gli serve. Inoltre odia tutto ciò che è nuovo o moderno...”

“Sembra piuttosto... confortevole, direi. Giusto perché tu lo sappia, non sono interessato al tipo di casa in cui vivi. I soldi non mi mancano di certo, ma non sono uno snob.”

Dean si osservò le mani, imbarazzato.

“Sì, scusami... solo che non credo che a Bobby avrebbe fatto molto piacere ritrovarsi per casa uno dei suoi studenti.”

“Capisco... magari un giorno non gli darà più così fastidio.”

“Certo, sarebbe un piacere!”

“Bene, allora dove andiamo?”

“Beh, sai dirmi dove fanno un caffè decente in questa città?”

“Sì, ma solo se mi permetterai di offrire.”

“Non c'è bisogno che tu mi offra-”

“Lo so Dean, è solo un modo per ringraziarti.”

“Di cosa?”

“Di essere mio amico? Per avermi fatto compagnia ieri sera e per aver accettato di passare il tuo a studiare insieme?”

“Cas, è quello che fanno gli amici, ci si fa piaceri a vicenda perché sì. Ieri sera volevo stare con te e oggi mi va di studiare insieme.”

Castiel annuì.

“Lo so, ma permettimi comunque di offrirti un caffè, mi farebbe davvero piacere.”

“D'accordo, allora!”



***



Dean alzò lo sguardo per osservare Castiel non appena gli posò il caffè sul tavolo per poi sedersi sul divanetto accanto a lui.

“Cappuccino, giusto?”

“Giusto... tu cos'hai preso?”

Castiel abbassò lo sguardo verso il suo bicchiere che straripava di tutte leccornie che avrebbero fatto impazzire ogni bambino.

“Non giudicarmi male, ok? Da che Gabriel l'ha ordinato per me una volta, non sono più riuscito a farne a meno.”

“Che cos'è?”

“Un caffè al caramello macchiato con doppia panna, praline di cioccolato e marshmallow a parte.”

Dean ridacchiò e alzò il bicchiere in direzione dell'amico.

“E' un signor caffè, Cas!”

“E' fantastico. Pieno di zucchero che mi farà marcire i denti ma... assaggialo!”

Dean posò il suo bicchiere e mentre Castiel gli stava porgendo il suo con un sorriso senza riuscire a non guardarlo come se fosse avvelenato.

“Cavoli! Rischia di venirmi il diabete solo a vederlo!”

“Dai! Provalo!”

Castiel afferrò un cucchiaino e prese una buona porzione di qualunque cosa fosse compresa di panna e praline e marshmallow prima di porgerlo a Dean. Il ragazzo notò con orrore la goccia di panna che si stava squagliando, minacciando di cadere inesorabilmente sui pantaloni neri dell'elegante completo di Castiel. Dicendosi che lo stava facendo per il bene dei vestiti dell'amico, Dean si sporse in avanti e circondò il cucchiaino e il suo carico di glucosio con le labbra facendo così sorridere l'amico.

“Allora?”

Dean annuì e lasciò andare il cucchiaio.

“Sì... buono, anche se è un po' troppo dolce per i miei gusti.”

“Beh, ho anche aggiunto quattro bustine di zucchero...”

“Porco cazzo, Cas!”

“Qualche volta il debole per i dolci che ha Gabriel prende anche me” disse Castiel sorridendo timidamente.

“Sembri diverso dal solito in questo momento... mi piace questo nuovo aspetto di te!”

Il ragazzo inclinò la testa di lato con un'espressione confusa dipinta sul viso.

“Diverso? In che senso?”

“Beh, rispetto al Cas che ho incontrato il mio primo giorno di scuola sei molto più rilassato come se ti sentissi a tuo agio con me.”

“In effetti io mi sento a mio agio in tua compagnia...”

“Mi fa piacere” rispose Dean con un sorriso.

Castiel rispose al sorriso e prese il suo caffè senza però interrompere il contatto visivo con l'altro. Dopo un lungo e imbarazzante momento, Dean sbatté le palpebre e abbassò lo sguardo verso il suo bicchiere prima di prenderne un piccolo sorso. Castiel fece lo stesso sorridendo, se possibile, ancora di più.





Note della Traduttrice:

[1] In questo caso il titolo del capitolo l'ho lasciato in inglese perché è un verso della canzone che Gabriel fa partire per mettere in imbarazzo Sam.

[2] In originale è You should send that to Hallmark. Hallmark è un marchio che fa bigliettini d'auguri e merchandising vario... il senso della frase è che una massima così profonda andrebbe messa nei 'Baci Perugina', ma non mi andava d'inserire qualcosa di troppo italiano così ho optato per i biscotti della fortuna che rendono il senso e sono comuni in tutto il mondo :3



Per adesso questo è stato il capitolo più lungo dei primi dieci. Dall'undici in poi la lunghezza sarà tipo il triplo XD

Beh, cosa dire... ci sono delle scene bellissime, questo è innegabile: i film sul divano sotto la coperta, la colazione, il caffè (che, tra l'altro, spero di aver tradotto decentemente visto che non è un prodotto comune qui in Italia, ma che m'ingolosisce parecchio XD).

Altro... beh, spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto! Fateci sapere cosa ne pensate!

Il prossimo aggiornamento è previsto per il 22 aprile, anche se la data può venire anticipata... dipende quanto riesco a studiare per gli esami!

Stay tuned sul mio Twitter (@latum) o sulla mia pagina Facebook!

A presto!

LaTuM
 
Top
view post Posted on 27/3/2013, 20:07
Avatar

Advanced Member

Group:
Administrator
Posts:
6,045

Status:



Mi hai decisamente tirato su il morale!

Allora, vediamo... Gabriel è terribile come sempre, ma alla fine non gli si può dare torto per visto come è finita la serata per Sam xD
E poi ci sono Dean e Castiel, ma Castiel è il massimo, è così adorabile che ho voglia di strapazzarmelo di coccole! *O* I personaggi sfiorano un po' l'OC, ma dato il contesto e data la fascia di età non mi lamento troppo e poi la storia è troppo carina! Aspetto con ansia il seguito e grazie mille per continuare a tradurre questa piccola chicca!
 
WWW   Top
LaTuM
view post Posted on 1/4/2013, 14:26




CITAZIONE (°°°bacinaru°°° @ 27/3/2013, 21:07) 
Mi hai decisamente tirato su il morale!

Allora, vediamo... Gabriel è terribile come sempre, ma alla fine non gli si può dare torto per visto come è finita la serata per Sam xD
E poi ci sono Dean e Castiel, ma Castiel è il massimo, è così adorabile che ho voglia di strapazzarmelo di coccole! *O* I personaggi sfiorano un po' l'OC, ma dato il contesto e data la fascia di età non mi lamento troppo e poi la storia è troppo carina! Aspetto con ansia il seguito e grazie mille per continuare a tradurre questa piccola chicca!

Mi fa davvero piacere che questo capitolo ti abbia messo di buon umore... io lo trovo uno dei migliori scritti da Lizzie =)
Gabriel è tremendo, il vero trickster che è!
Dean e Cass sono di una dolcezza infinita... è vero, sono un po' OOC e questa è frose l'unica cosa che non ho amato completamente della storia, ma in fondo se tieni conto che non convidividono lo stesso passato pieno di mostri e incubi (solo dolore poi Dean ci spiegherà bene perché) e che sono adolescenti... può risultare plausibile. Non perfetto, ma accettabile. E come dici tu... la storia vince anche sull'OOC XD
Grazie a mille per continuare a seguire questa traduzione, io e Lizzie siamo davvero felici che ti piaccia!
A presto e grazie ancora!
 
Top
LaTuM
view post Posted on 9/7/2013, 19:47




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.

Not All That

Capitolo 9

Non è un appuntamento!







Gabriel, con in mano un megafono e un ghigno che non prometteva nulla di buono, si fermò in fondo a una grande scalinata e attese il cenno di Balthazar prima di premere l'interruttore e portarsi il megafono alla bocca.

“RIUNIONE DI FAMIGLIA! TUTTI IN CUCINA! ADESSO! PENA LA MORTE!”

Dopo qualche secondo si cominciò a sentire il rumore di passi dai piani superiori mentre Gabriel e Balthazar raggiunsero Crowley in cucina servendosi il caffè in attesa che gli altri arrivassero. Anna fu la prima a fare la sua comparsa, come al solito con il telefono tra le mani troppo impegnata a messaggiare.

“Finisci di scrivere quel messaggio poi dammi il telefono” le intimò Balthazar allungano la mano in direzione della sorella. Lei sbuffò e mandò il messaggio prima di dare controvoglia il telefono al ragazzo. I gemelli entrarono a loro volta in cucina continuando a darsi spintoni mentre Zacharia fu l'ultimo ad arrivare... aveva un'espressione talmente assonata che sembrava essere stato appena svegliato dalle grida di Gabriel.

“Bene, vedo che ci siamo tutti-”

“Un momento, dov'è Castiel?” domandò Lucifer.

“E' fuori ed è proprio di lui che dobbiamo parlare” disse Gabriel cercando di essere paziente.

Balthazar annuì e si alzò in modo che tutti lo vedessero.

“Esattamente... bene, tutti noi sappiamo dell'apparizione di Dean, giusto?”

Gli altri annuirono mormorando qualcosa.

“Ottimo... mi rendo conto che non è corretto condividere questa informazione, ma domani riparto e non posso procedere da solo, ragion per cui ho bisogno di tutto l'aiuto che potete darmi. Posso contare su di voi?”

Il ragazzo s'interruppe osservando il resto della famiglia annuire sospettosamente a quella richiesta.

“Di cosa si tratta?” domandò Anna, nervosa senza cellulare tra le mani.

“Beh, il nostro piccolo Cassie si è preso una cotta per niente di meno che Dean Winchester!”

Dal tavolo si alzò qualche inevitabile risolino.

“E allora?” chiese Zacharia giochicchiando con la tazza che aveva in mano e ricevendo come risposta un'occhiataccia da Balthazar e Gabriel.

“Sto chiedendo a tutti voi di aiutarci e fare la vostra parte da Dottor Stranamore!”

“Ma ho già piazzato Dean con Lisa!” protestò Anna facendo sghignazzare Crowley.

“Non è andata molto bene Anna, l'ha mollata a Balthazar per passare il resto della serata insieme a Castiel.”

“Oh.”

“Ma Dean non è etero?” chiese invece Michael prima da dare al gemello una violenta gomitata che Lucifer non mancò di restituirgli con altrettanta forza e Gabriel non poté che alzare gli occhi al cielo alla vista dei due.

“A quanto pare no. Gli va bene tutto e siamo dell'idea che a lui piaccia Cas e non faccia molto per nasconderlo. Ora di tratta solo di trovare un modo per farli mettere insieme.”

“Perché dobbiamo occuparcene noi? Non potrebbero pensarci anche Meg o Ruby o chi altro?” domandò Lucifer infastidito.

“Perché” iniziò a rispondergli Balthazar chinandosi leggermente verso il tavolo con fare minaccioso “la faccenda è maledettamente seria e delicata. Se lo dicessimo agli altri, andrebbero a spifferarlo subito a tutti e questo renderebbe le cose ancora più difficili di quanto già non siano. Sarà già abbastanza vedersela con un Castiel totalmente estraneo alla cosa e Dean troppo spaventato per tentare qualcosa.”

Gabriel annuì in segno d'assenso.

“So che è una cosa che non abbiamo mai fatto, ma è il momento di darsi da fare per farli mettere insieme: invitare Dean a ogni occasione per fargli passare del tempo con Cas. Michael, Lucifer, a voi il compito di fare da babysitter a Sam... gioca a World of Warcraft quindi dovreste trovarvi bene. Dobbiamo dare una spintarella a quei due!”

“Più che una spintarella, dovremmo direttamente buttarli giù da un dirupo!” rise Crowley.

“Dobbiamo procedere con calma o Cas potrebbe farsi un'idea sbagliata” spiegò Gabriel.

“A proposito” domandò Anna allungandosi e cercando di raggiungere il telefono che Balthazar aveva lasciato sul tavolo “Dov'è Cas adesso?”

“Fuori con Dean... vediamo che combinano!”

Gabriel prese il suo cellulare e fece scorrere i nomi finché non trovò il numero di Castiel avviando la chiamata e mettendo il vivavoce in modo che tutti potessero sentire ma tenendo ugualmente il microfono vicino alla bocca così Castiel non avrebbe sospettato nulla.

Finalmente dall'altra parte il ragazzo rispose.

“Ciao Gabriel.”

“Hey Cas! Che fai?”

Tutti i presenti si avvicinarono a Gabriel in modo da poter ascoltare meglio la conversazione.

“Sto studiando.”

“...Dean è lì con te?”

“...sì.”

“Dove siete?”

“Non è mia intenzione dirtelo, Gabriel. Saresti capacissimo di venire qua e interromperci.”

Anna ridacchiò beccandosi una gomitata da parte di Crowley e Balthazar le sibilò di chiudere quella dannata bocca!

“C'è lì qualcuno?”

“Solo Anna che, come al solito, ridacchia davanti al telefono. E non voglio venire a disturbarvi, era solo una domanda...” rispose Gabriel “Comunque stasera pensavamo di andare fuori a cena.”

“Dove?”

“Dimmi dove sei e ti dirò dove andremo!”

Castiel sospirò affranto.

“Da Java.”

“Oh, comodi e vicini sui divanetti?”

“Stiamo lavorando al progetto di storia... sai, quello che a cui dovreste collaborare anche tu e Anna.”

“Se vuoi veniamo lì a darvi una mano.”

“No, grazie. Io e Dean riusciamo a cavarcela da soli, inoltre la presenza tende a distrarre troppo Dean dallo studio. Comunque... dove volete andare a cena?”

“Uhm...” fece Gabriel guardando impreparato Crowley e Balthazar e alzarono le spalle colti alla sprovvista “Da Alfredo's!”

“Ok.”

“Vieni? Porta pure Dean, se gli va!”

Dall'altra parte di sentì una conversazione indistinta prima che Castiel riprendesse a parlare.

“Dean non pare molto dell'idea.”

“Dai, su! Tanto paga Balthazar! Una cena tra amici prima che se ne vada!”

Balthazar incenerì Gabriel con lo sguardo, ottenendo solo una risata divertita come risposta mentre Castiel aggiornava Dean dell'offerta.

“Ok, a che ora?”

“Ti faccio sapere, prima devo prenotare!”

“E' sabato sera Gabriel, non avranno nemmeno un tavolo libero!”

“Ne hanno sempre uno per i Novak!”

“Ok” rispose Castiel sospirando per l'ennesima volta.

“Perfetto, ti chiamo più tardi!”

“A dopo.”

Gabriel interruppe la chiamata con un ghigno soddisfatto.

“Aaww! Quei due sono usciti per un altro appuntamento!!”

“E ne hanno uno anche stasera!” rise Crowley dando il cinque al cugino.

“Che scroccone quello lì!” borbottò Zacharia alzandosi dalla sua sedia.

“Hey! Mica tutti possono permettersi di andare fuori a mangiare dove gli pare. E Alfredo's è tutto fuorché un posto economico! Cassie glielo avrà sicuramente detto, quindi smettila di fare il cazzone!” lo riprese Balthazar mentre Zacharia scrollava le spalle indifferente alle parole dell'altro e faceva ritorno della sua stanza.

“Scusa Balth, è la prima cosa che mi è venuta in mente” disse Gabriel avvicinandosi al frigorifero prendere qualcosa da bere.

“E' tutto ok, significa solo che non possiamo andare tutto tutti. Gabe, tu puoi venire!”

“Quindi viene solo lui?” domandò Anna riuscendo finalmente a riprendersi il telefono.

“Sì, dobbiamo assicurarci che quei due si parlino. Comunque, vado a dedicarmi al mio sonno di bellezza, fatemi sapere se riuscite a trovare un tavolo” disse Balthazar congedandosi mentre anche tutti gli altri tornavano a farsi i fatti propri.



***



Dean e Castiel erano chini a leggere lo stesso libro su Alfred Eichmann, scoprendo con piacere che proseguivano quasi alla stessa velocità. Al momento lo studio era l'unica cosa che permetteva a Castiel di mantenere la concentrazione e non distrarsi per colpa di Dean. Se fossero stati intenti a fare altro, Castiel probabilmente avrebbe fatto caso al fatto che la gamba di Dean era addossata a lui o che la mano dell'altro fosse incredibilmente vicino alla sua. Si sarebbe anche accorto che le loro teste si stavano praticamente sfiorando e che Dean profumava di caffè e dopobarba. E per un istante la concentrazione del ragazzo venne meno e se ne rese conto solo quando notò che Dean lo stava osservando prima di riportare all'istante gli occhi sul libro, anche se oramai l'altro era già ben più avanti di lui. Prima di rendersi conto della sua distrazione, per alcuni secondi Castiel si ritrovò a contare le lentiggini sul viso di Dean. Quest'ultimo aveva appena concluso di leggere la pagina quando Castiel invece era solo all'inizio dell'ultimo paragrafo. Quando Dean fece per girare la pagina, Castiel gli bloccò la mano e così rimasero finché non finì l'ultima riga. Solo quando tolse la mano da quella di Dean Castiel arrossì imbarazzato, rendendosi conto che si erano praticamente tenuti per mano.

“Scusami, ho perso per un attimo la concentrazione.”

“Non c'è problema” gli rispose Dean con un sorriso “E' una lettura non per stomaci delicati... e terribile vedere quello che hanno fatto, soprattutto quel medico di cui mi avevi parlato.”

“Lo so... solo...”

“Credo che avrò bisogno di un altro caffè.”

“Ci penso io!” disse Castiel alzandosi di scatto dal divano.

“No, Cas-” provò a protestare Dean, invano. Non fece in tempo a dire nulla che il ragazzo era già arrivato al bancone. Dean prese penna e blocco per gli appunti e iniziando a trascrivere qualche informazione nell'attesa che Castiel tornasse. Era felice di quanto fossero riusciti ad avvicinarsi in meno di una settimana. Non avrebbe mai pensato di dirlo, ma il fatto che suo padre avesse scaricato lui e Sammy da Bobby era la cosa migliore che gli fosse mai capitata. Sam era riuscito a trovarsi una bellissima ragazza e aveva degli amici, lui stesso aveva degli amici niente male e sarebbe stata questione di tempo prima che anche lui trovasse qualcuno. Dopo poco Castiel tornò reggendo due tazze di caffè tra le mani e tornò a sedersi accanto a Dean, assicurandosi però di lasciare abbastanza spazio tra lui e il ragazzo.

“Non puoi continuare a pagare tutto tu, Cas!” disse Dean prendendo il caffè che gli stava porgendo l'altro.

“Perché no?” gli domandò Castiel aggrottando la fronte “I soldi non mi mancano e non ho occasioni per spenderli... perché non farlo per te?”

“Perché... non saprei, ma mi fa sentire un po' inferiore” rispose il ragazzo alzando le spalle.

“Non sei inferiore, Dean. E sta pur certo che non mi credo migliore di te per nessuna ragione, benché meno per tutti i soldi che ho. L'unica cosa che mi sento in grado di fare per portare avanti questa relazione – volevo dire - amicizia è pagare per quello che facciamo.”

Entrambi i ragazzi arrossirono quando Castiel disse per sbaglio “relazione”. Dean abbassò lo sguardo verso la sua tazza e ne bevve un sorso mentre Castiel guardava da un'altra parte dandosi dei colpi sulla fronte colto dall'improvvisa voglia di sotterrarsi e non farsi vedere mai più. I pensiero del ragazzo vennero però interrotti dal cellulare che vibrò sul tavolo catturando così la sua attenzione: era un messaggio di Gabriel che li avvisava di essere riuscito a prenotare per quella sera e che li raccomandava vivamente di vestirsi eleganti, cosa che fece gemere Dean disperato.

“Non ho nulla che si possa definire elegante!”

“Jeans e camicia andranno bene. Come avrai notato, Balthazar si rifiuta di indossare qualunque cosa possa coprirgli i pettorali. E posso sempre prestarti io una cravatta.”

“Quella della Justice League of America!” disse Dean entusiasta facendo ridere l'amico, contento che la gaffe della 'relazione' fosse oramai passata in secondo piano.

“Se vuoi puoi tenerla, io non credo sarei mai in grado di metterla e, come hai potuto constatare, ho più cravatte di quante potrei mai metterne in un anno.”

“Davvero posso?”

“Certo! Anzi, per essere onesto ero alla ricerca di qualcuno a cui darla... sei sicuro di non volere anche le altre?”

“Stai cercando di farmi diventare una tua copia partendo con le cravatte? Le prossime sono le giacche?” chiese Dean ridendo.

“Affatto” rispose Castiel sorridendo imbarazzato “Sono certo staresti molto bene vestito in modo elegante, ma non fa parte di te e, personalmente, mi piaci così come sei.”

“Perché? Sono perfetto così come sono?”

“Sì” rispose l'altro cercando di sforzarsi di ridere e facendo sorridere Dean.

“Ma quanto sei dolce... anche tu non sei male! Comunque... dobbiamo cercare di far fuori più pagine possibili di questa roba, vero?”

“Sarebbe auspicabile...” rispose Castiel sorridendo prima di recuperare il proprio quaderno e una penna.



***



Quella sera, dopo aver riaccompagnato Castiel, Dean tornò a casa il più velocemente possibile, saltando letteralmente nella doccia mentre giù in cucina Bobby e Sam osservavano perplessi il comportamento del ragazzo.

“Che gli prende?”

Sam alzò le spalle e prese una fetta di pane tostato.

“Non ne ho idea, è stato fuori con Castiel tutto il giorno.”

“Sta succedendo qualcosa di strano... come diavolo è riuscito tuo fratello a diventare così velocemente amico del più solitario di tutta la famiglia Novak?”

“Magari si è innamorato!” suggerì il ragazzo scoppiando a ridere prima di dare un grosso morso al toast.

Bobby non poté fare altro che sospirare affranto, riempirsi la tazza di caffè e, dopo aver recuperato il giornale, andarsene in salotto. Sam ghignò e salì le scale portandosi il toast in camera, sdraiandosi sul letto di Dean proprio nel momento in cui questo usciva dalla doccia. Il ragazzo si fermò di colpo sulla soglia della stanza e lo guardò malissimo.

“Che diavolo stai facendo?! Levati subito dal mio letto!”

“Dove stai andando? Non sarà mica un appuntamento di quelli seri?”[1]

Dean gli lanciò un'occhiataccia e aprì l'armadio recuperando la sua camicia e un paio di jeans in buono stato facendo in modo che il ghigno sul volto di Sam si facesse ancora più divertito.

“E' davvero un appuntamento, allora! Sul serio?”

“No! Sto solo uscendo a cena.”

“Un appuntamento con cena in un ristorante o uno di quelli -”

“Vuoi andare a fanculo? Non è un appuntamento!”

Sam rise e si mise a sedere incrociando le gambe.

“Allora perché uscite a cena?”

“E' l'ultima sera di Balthazar da queste parti prima che torno al college e ci vuole portare fuori in un ristorante da fighetti” rispose Dean iniziando ad asciugarsi i capelli con un asciugamano.

“Carino... noi chi?”

“Io, Cas, Gabe e lui credo...”

“Oh, che carini!”

“Smettila. Anzi, levati dalle palle che devo prepararmi!”

Il ragazzo uscì il più velocemente possibile dalla stanza prima che il fratello riuscisse a colpirlo in qualche modo e scappò giù dalle scale. A Dean ci volle qualche tentativo prima di trovare l'abbinamento che lo rendesse il più presentabile possibile. Alla fine optò per una camicia stirata e senza pieghe e un paio di jeans senza buchi o strappi. Una volta vestito tornò in bagno per darsi una sistemata ai capelli e mettersi un po' di dopobarba e, guardandosi allo specchio, si rese conto che era la prima volta dopo tanto tempo che si metteva in ghingheri – o qualcosa del genere – per un'occasione speciale. Era da tanto che non usciva a mangiare con qualcuno e comunque, generalmente, gli abiti casual che aveva andavano più che bene. Considerato che il casual di Castiel corrispondeva a quello che per tutti gli altri erano abiti eleganti, gli venne da chiedersi se per l'amico vestirsi bene significasse indossare uno smoking o qualcosa del genere. Quando il telefono squillò, Dean smise di guardarsi allo specchio e lesse il messaggio che gli aveva inviato Gabriel.



“Io e Balth prendiamo la Dodge, ergo Cas ha bisogno di un passaggio. Vieni a prenderlo.”



Dean alzò gli occhi al cielo e tornò in camera recuperando la giacca decente dall'armadio e le chiavi della macchina dal comodino. Uscì di casa piuttosto velocemente prima che Bobby o Sam potessero fermarlo e si diresse verso i Novak. Quando arrivò trovò Castiel che lo stava aspettando davanti al porticato seduto rigidamente su una panchina a leggere Per chi suona la campana. Alzò lo sguardo solo quando sentì il rombo del motore dell'Impala e appoggiò il libro sulle ginocchia prima di rivolgere un sorriso a Dean. Questo ricambiò il sorriso e uscì dall'auto dirigendosi con calma verso l'amico. Quella sera Castiel era vestito completamente di nero e, per una volta, niente gilet ma solo giacca, cravatta e camicia, tutte nere.

“Carino, Cas.”

“Grazie... vuoi ancora la cravatta?”

“Cavolo, sì!”

Castiel ridacchiò e tirò fuori la cravatta dalla tasca della giacca porgendola a Dean. Il ragazzo però di ritrasse, alzando le mani in segno di resa.

“Non so mettermela.”

Castiel sorrise e se la mise intorno al collo.

“Non c'è nulla di strano... se vuoi t'insegno.”

Dean annuì e osservò il ragazzo faceva il nodo alla cravatta con una semplicità disarmante prima di allentarla e sfilarsela.

“Però magari è meglio fare un'altra volta, adesso ci conviene andare o faremo tardi. Non riesco a credere che quei due abbiano scelto un'auto a due posti di proposito...”

Dean annuì nuovamente e Castiel si avvicinò a lui mettendogli la cravatta, stringendola e allentandola finché non fu perfetta. Dean sorrise e quando l'altro alzò lo sguardo non riuscì ad allontanare gli occhi da lui.

“Grazie Cas.”

Il ragazzo arrossì per non essersi reso conto di quanto gli fosse andato vicino.

“Non c'è problema... ehm... andiamo?”

Nessuno dei due però si mosse, troppi presi com'erano a guardarsi negli occhi... almeno finché Castiel non tossì imbarazzato, rendendosi conto che aveva persino smesso di respirare. Anche Dean parve riscuotersi e gli sorrise dandogli una pacca sulla schiena.

“Stai bene?”

Castiel annuì e seguì il ragazzo verso l'Impala, sorridendo divertito quando Dean gli aprì la portiera per farlo accomodare prima si fare il giro dell'auto e salire a sua volta, mettendosi in strada nel giro di poco. Dean lanciò un'occhiata all'amico che aveva ancora il libro che stava leggendo poco prima.

“Come s'intitola?”

Castiel osservò Dean incuriosito prima di capire a cosa il ragazzo si stesse riferendo.

“Oh, è Per chi suona la campana di Hemingway.”

“Ne hanno fatta una anche i Metallica.”

“...i Metallica sono un gruppo?”

Dean annuì.

“C'è anche una canzone dei Metallica che s'intitola così.” [2]

“Oh... parla anche quella della guerra civile spagnola?”

“Uhm, sinceramente non saprei. Sembra che parli della guerra, ma dovresti sentirla e farti una tua idea...”

“Ok” rispose Castiel annuendo.

“...Ok? Vuoi dire che ti va di ascoltare i Metallica? Voglio dire... puoi sempre andare a cercarti il testo su Google...”

“Non è un problema, li ascolto volentieri se lo desideri. In fondo sei già riuscito a convincermi a vedere film che altrimenti non avrei degnato di uno sguardo.”

Dean non riuscì a impedirsi di sorridere.

“Beh, fantastico! Te la faccio sentire dopo cena!”

“Ok.”

Non ci volle molto prima che arrivassero da Alfredo's e Dean non gradì molto l'idea di lasciare le chiavi della sua auto a uno del personale perché si preoccupasse lui parcheggiarla, ma le rassicurazioni di Castiel lo costrinsero a cedere. Quando finalmente entrarono nel ristorante, Balthazar richiamò in maniera eccessivamente rumorosa la loro attenzione, costringendo Castiel a nascondersi la faccia, imbarazzato, nel momento in cui Gabriel si unì agli schiamazzi del fratello. Questa volta fu Dean a rassicurare Castiel stringendogli una spalla e guidandolo verso il tavolo sorridendo timidamente finché non si furono seduti e Gabriel abbassò il tono di voce.

“Stai da favola, Dean!”

“Grazie Gabe... non mi pare che tu però ti sia vestito particolarmente bene...!”

Gabriel alzò le spalle e iniziò a giocare con il tovagliolo.

“Nah, non è nel mio stile. Però ho su le mie scarpe buone e mi sono pettinato.”

Dean ridacchiò e diede un'occhiata al ristorante notando che l'ambiente era molto più chic di quanto si era immaginato... oltre al fatto che gli altri clienti stavano guardando malissimo il loro tavolo per la mancanza di decoro dimostrata prima dagli altri due. Nel frattempo Castiel giocherellava imbarazzato con la sua cravatta e Balthazar stava rivolgendo a Dean un ghigno con la sua solita faccia da schiaffi.

“Ehm... perché questa cena, di grazia? Voglio dire, siamo solo noi quattro?”

“Perché non ho intenzione di farmi spennare da tutta la famiglia. Inoltre insieme facciamo un bel quartetto, no? Tu sei un buon amico di Cas e Gabe e io ho un ottimo rapporto con entrambi, quindi come vedi è destino che diventiamo buoni amici pure noi!” rispose Balthazar senza staccare gli occhi da Dean e Castiel.

“O...k? No che mi stia lamentando, sia chiaro!” disse Dean annuendo comunque scettico.

“Goditela e basta, Dean. E assicurati di riportare Castiel a casa per mezzanotte.”

Gabriel rise e trasformò il suo tovagliolo in un cappello da muratore, indossandolo con fierezza anche quando il cameriere arrivò porgendogli i menù e rivolgendogli un'occhiata carica di disapprovazione.

“Dean, sentiti libero di ordinare tutto quello che ti pare”! gli fece presente Balthazar “E che non ti venga in mente di guardare i prezzi!”

Prima ancora che Dean potesse cercare di convincere Balthazar che davvero desiderava una delle pietanze meno costose, Castiel coprì i prezzi con il tovagliolo.

“Non farlo, Dean. Rilassati e divertiti, ricordati che sei tra amici.”

Gabriel sorrise e annuì.

“E se ti venisse voglia di aragosta annegata nello champagne e servita con caviale, l'avrai!”

“Puah! Che schifo!” non riuscì a trattenersi dal commentare Dean.

“Se t'interessa fanno delle ottime bistecche” gli suggerì Castiel.

“Già! Sono come degli hamburger per fighetti!” rise Gabriel sfogliando le pagine del menù, imitato poi da Dean.

Per tutta la durata della cena Dean e Castiel rimasero in religioso, incrociando di tanto in tanto lo sguardo e sorridendosi. Balthazar e Gabriel invece continuavano a chiacchierare a bassa voce, divertiti dal comportamento degno di due piccioncini degli altri due: Castiel che versava da bere a Dean e Dean che rimuoveva delicatamente della salsa dalla bocca di Castiel con il tovagliolo. Mentre stavano mangiando il dolce Dean fece sventolare la sua forchetta davanti a a Castiel, insistendo che dovesse assolutamente assaggiare la torta che avevano ordinato.[3] Quando il ragazzo rifiutò, Dean gli fece presente che lui aveva provato il suo 'caffè diabetico' e, così dicendo, gli ficcò la forchetta in bocca. La cosa fece ridere Gabriel che a sua volta si servì una generosa porzione di torta.

“Il 'caffè diabetico'? Intendi il caffè al caramello macchiato?”

“Con quattro bustine di zucchero e altre schifezze!”

Castiel alzò le spalle e iniziò a masticare il pezzo di torta, cercando di coglierne tutti i sapori sotto lo sguardo divertito di Dean che stacco un altro pezzo di dolce con la forchetta.

“Allora ragazzi, cosa fate dopo? C'è un peep-show[4] molto carino e molto vintage” disse Balthazar con un ghigno e ammiccando in direzione di Castiel.

“No, grazie lo stesso Balthazar. A ogni modo, Dean voleva introdurmi al mondo dei Metallica.”

“Cosa?! Ho provato per anni a farteli ascoltare! Oh, ma se lo chiede Dean allora! In fondo è Dean! Tutto per te, Dean!” brontolò Gabriel ricevendo un'occhiataccia da parte del cugino.

“Non è detto che mi piaceranno, ho detto che sentirò almeno una loro canzone. In fondo mi ha già convinto a vedere un sacco di film... perché non istruirmi anche sul piano musicale?”

“...che film?”

“Più o meno tutti quelli che sono stati girati nella storia del cinema visto che sembra non ne abbia mai visto uno! Comunque ieri sera ci abbiamo dato dentro con Indiana Jones!”

“Sporcaccioni!” disse Balthazar scoppiando a ridere.

“Non era poi così male” fece Castiel graffiando il piatto che aveva davanti con un cucchiaio mentre Gabriel soffocava una risata ficcandosi in bocca un pezzo di torta.

“E dopo chi viene?” domandò Balthazar innocentemente mentre Dean scrollava le spalle finendo la torta che aveva nel piatto prima di rispondergli.

“Dipende... forse Blade Runner. O Arancia Meccanica. E se riusciamo a trovare un intero giorno libero, una maratona all'insegna di Star Wars è d'obbligo!”

“Wow, Cas! Addirittura un giorno intero? Io non mi fare scappare l'occasione!”

Castiel tenne gli occhi fissi sul piatto cercando di mantenere la calma mentre la sua famiglia continuava a fare di tutto per metterlo in imbarazzo. Per fortuna Dean non lo conosceva ancora così bene da rendersene conto scrollò le spalle indifferente.





Note della Traduttrice:

[1] Letteralmente sarebbe hot date, che è un appuntamento le cui intenzioni sono arrivare in terza base... di recente la mia vita sociale è diventata ancora più scarsa del solito, quindi 'appuntamento di quelli seri' è l'unica idea che mi è venuta per rendere le due sfumature di appuntamento: uno più galante e uno che mira al sodo.

[2] Ovviamente Dean parla di For Whom the Bell Tolls, e l'opera di Hemingway è stata tradotta con Per chi suona la campana

[3] E' la solita pie di cui è ghiotto Dean, ma ho deciso di seguire la linea del telefilm e chiamarla o torta o crostata (anche se tendo comunque a preferire torta come traduzione, è comunque più fedele che crostata).

[4] peep-show: apparecchio contenente diapositive, brevi filmati di vario soggetto (anche erotici) visibili attraverso una lente (fonte: Hazon)... capito perché l'ho lasciato in inglese?! XD Tra l'altro l'anno scorso ho dovuto fare una traduzione dal tedesco all'italiano che parlava di Amsterdam (o Amburgo? Boh!) e si parlava anche dei peep-show... qualcuno aveva provato a tradurre il termine, ma la docente ha caldamente sconsigliato di farlo!



Chi non muore si rivede!
Già, sono ancora viva e no, non mi sono dimenticata di NAT, ma è stato un periodo abbastanza duro... tuttavia, da oggi – sì, sì, oggi! - sono ufficialmente Dottoressa, laureata con 110 in scienze della mediazione linguistica in qualità di traduttrice e interprete di trattativa!
Ok, dopo il momentaneo delirio di onnipotenza... vi erano mancati questi due?
Spero di sì!
Scusate ancora se mi ci è voluto un po', ma dovevo guadagnarmi quel maledetto pezzo di carta!

Stay tuned per gli aggiornamenti sul mio Twitter (@latum) o sulla mia pagina Facebook!

PS: Questa è la tesi che ho dissertato... XD Ne vado troppo orgogliosa <3

29382_original

 
Top
LaTuM
view post Posted on 27/7/2013, 15:07




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.



Not All That


Capitolo 10

Le due facce della stessa medaglia






Dean e Castiel rimasero in piedi a fissare perplessi Gabriel e Balthazar salire in auto e andarsene in fretta e furia e suonare assurdamente il clacson non appena furono in strada. Castiel rivolse a Dean un sorriso imbarazzato e sfregò leggermente le scarpe sull'asfalto.

“Direi che si sono trattenuti” disse Castiel facendo scoppiare a ridere l'amico che gli afferrò una spalla per non cadere.

“Mi piace la tua famiglia Cas! Era da tanto che non mi divertivo così!”

“Beh, mi fa piacere. Io la maggior parte delle volte non li posso sopportare.”

“Credo dipenda dal fatto che non sono costretto a vivere con loro. Comunque... cosa ti va di fare? O meglio, come preferisci che ti inizi ai Metallica?”

Castiel sorrise a attraversò il parcheggio insieme a Dean finché non raggiunsero l'auto.

“Non ha importanza come... mi basta iniziare dal titolo che mi hai suggerito solo qualche ora fa.”

“Amico, ti farò ascoltare qualunque cosa abbiano mai composto i Metallica!” rispose Dean aprendo la portiera a Castiel sorridendogli per poi entrare in macchina a sua volta, al posto del guidatore. Senza smettere di sorridere, Castiel si allacciò la cintura e appoggiò le mani sulle gambe mentre osservava incuriosito Dean che trafficava con l'autoradio.

“Non c'è niente di meglio che sentire un nuovo gruppo mentre si guida senza una meta precisa e con i finestrini tirati giù. Lo so che nel cruscotto ci sono un sacco di cassette, ma riesci a recuperarmene una che s'intitola Ride the Lightening?”

Castiel annuì e fece quanto Dean gli aveva chiesto, fermandosi a osservare incuriosito la copertina dell'album prima di consegnare l'oggetto in mano all'altro.

“Ok, prima che la lezione abbia inizio, ti va di andare da qualche parte in particolare?”

“No, mi va benissimo stare in auto mentre tu guidi. Nel caso invece tu preferisca fermarti, se giri a sinistra dove c'è la biblioteca e prosegui dritto si arriva a un lago...”

Dean annuì e mise in moto l'auto.

“Allora andiamo!”

Nel momento in cui l'auto partì, si accese anche lo stero e una melodia leggera (per quanto leggera potesse essere la musica dei Metallica) che annunciava l'inizio di Fight Fire With Fire invase l'abitacolo.

“Non sembrano così tremendi...” disse Castiel pensieroso.

“Dagli ancora un momento...”

Dopo quaranta secondi le chitarre smisero di essere leggere e melodiche e da quel momento, tutto quello che Castiel riuscì a sentire fu rumore. Il ragazzo si girò in direzione dell'amico aggrottando la fronte, rendendosi però conto che l'altro stava faticando parecchio per non lasciarsi andare all'head-banging.[1]

“Riesci davvero a sentire questa... roba?”

La domanda di Castiel lo fece scoppiare a ridere.

“A ognuno il suo. Comunque non tutte le canzoni sono così. La maggior parte sì, ma a te potrebbe piacere Fade to Black. E' sicuramente più tranquilla...”

Castiel alzò le spalle e cercò di rimanere di ampie vedute: alla fine avrebbe trovato almeno una canzone dei Metallica di suo gradimento... se così fosse stato probabilmente Dean lo avrebbe apprezzato maggiormente. Generalmente le relazioni umane funzionano meglio se ci sono dei punti in comune e al momento Castiel non aveva nulla dalla sua. Certo, delle cose in comune le avevano, come frequentare la stessa scuola, vivere nella stessa città, essere vivi, ma Castiel dubitava fortemente che quegli argomenti potessero nascere delle grandi conversazioni.

Per tutto il tragitto il ragazzo fece del suo meglio per ascoltare i testi delle canzoni nonostante la musica gli stesse – metaforicamente – facendo sanguinare le orecchie. Se non altro i Metallica avevano per lo meno il buon senso di scrivere dei testi di senso compiuto e cantarli, invece che limitarsi a gridare come facevano i gruppi che ascoltava Gabriel.

Castiel rivolse uno sguardo a Dean osservandolo attentamente: mentre guidava con il braccio appoggiato alla portiera con il finestrino tirato giù mentre il sinistro era disteso in modo tale da permettergli di tenere saldamente il volante sembrava il ritratto del classico ragazzo bello e dannato. Aveva uno sguardo vagamente annoiato e l'aria di uno che avrebbe tranquillamente potuto guidare a occhi chiusi. Si era allentato la cravatta e ora il nodo nascondeva leggermente la pelle sotto la linea del collo, i primi tre bottoni della camicia erano slacciati e il colletto della camicia svolazzava mosso dall'aria che entrava nell'abitacolo. Dean si morse leggermente le labbra quando iniziò un assolo di chitarra, sposando un braccio in modo da poter fingere di suonare a sua volta e guidare allo stesso tempo. Castiel sorridere alla vista di quando quella musica riuscisse ad appassionare il ragazzo... l'amore che Dean provava per i Metallica era un'ottima ragione per amarli a sua volta.

“Allora... che ne pensi?” domandò Dean accorgendosi che Castiel continuava a fissarlo.

“Non... non sono male. I testi non sono particolarmente... poetici.”

“Nah, diciamo che in ogni album c'è una canzone con un testo che spacca. Il resto sono splendidi assoli di chitarra e Lars che suona la batteria come un pazzo.”

“Una canzone per album è una media accettabile?” domandò Castiel perplesso senza però smettere di sorridere.

“Amico, ogni canzone della loro discografia è spettacolare. Alla fine ti ritroverai a voler ascoltare tutto quello che hanno inciso, trovandolo ben più che accettabile!”

“Sentirò qualunque cosa tu mi proponga.”

“Sul serio?” chiese Dean voltandosi verso il ragazzo e ricambiando il sorriso.

Castiel scrollò le spalle senza dare troppo peso alla cosa e tornò a guardare dritto davanti a sé.

“Mi fido dei tuoi gusti in fatto di musica, film... qualunque cosa.”

Dean non riuscì a impedirsi di sorridere ancora di più. Avrebbe voluto rispondergli, ma non aveva la benché più pallida idea di cosa dirgli, così decise di dare una lieve pacca sulla gamba, stringendogli il ginocchio con fare divertito. Castiel non riuscì a staccare gli occhi dalla mano del ragazzo come se si fosse trattato di un serpente velenoso pronto a colpire al minimo movimento. Dean esitò qualche momento prima di riportare la mano sul volante. Castiel continuò a osservarla, ritrovandosi a desiderare che il contatto non si fosse mai interrotto e sentendo la mancava del piacevole calore che aveva provato fino a poco prima.

Mentre i due ragazzi continuavano a girare a vuoto per la città videro che le vetrate dei negozi erano già stati ornati per Halloween. Era solo metà ottobre, ma era abbastanza piacevole guidare e vedere le zucche illuminate e gli scheletri alle finestre. Dean sorrise divertito mentre provava a immaginarsi che costume avrebbe scelto d'indossare Castiel, sapendo che molto probabilmente avrebbe optato per un oscuro personaggio di un qualche classico della letteratura. Non riuscì a fare a meno di pensare all'ultimo Halloween che avevano festeggiato, quando lui e Sam si erano vestiti come Luke e Han Solo riuscendo persino a convincere John a travestirsi da Chewbacca, anche se la sua voce durò poco più di un'ora. Non riuscì a impedirsi di ridacchiare al ricordo di John Winchester che domandava 'dolcetto o scherzetto?' emettendo dei versi spaventosi e facendo scappare tutti a gambe levate prima che i loro due avessero la possibilità di ricevere i loro dolci. Anche alcuni dei bambini più grandi avevano scelto di travestirsi come dei personaggi di Star Wars, citando alcune battute dei film e reinterpretando le scene, c'erano persino un paio di bambini si erano travestiti come R2 e C3PO. Gli adulti che li accompagnavano invece non avevano esitato a tirar fuori le videocamere e immortalare le scene inviandole poi a Dean e promettendo a John che si sarebbero visti presto per festeggiare con un bicchierino il modo eccellente in cui aveva cresciuto i suoi figli.

“Cosa c'è di divertente?” domandò Castiel con un sorriso.

“Oh, niente di che” rispose Dean “Solo vecchi ricordi del mio ultimo Halloween. E' stato... fantastico! Cosa si fa qua da voi?”

“Uhm... c'è una specie di ballo a scuola.”

“E fammi indovinare, tu non partecipi mai, giusto?”

“Perché mai dovrei volerci andare?”

“Odi le feste o odi travestirti?”

“Entrambi. Di solito dopo facciamo sempre una festa tra di noi, ma siccome mi accusano di non avere abbastanza fantasia, preferisco nascondermi nella mia stanza.”

“In che senso non hai abbastanza fantasia?”

“Non mi lascio mai andare. Gabriel invece riesce sempre a procurarsi i costumi più elaborati che abbia mai visto.”

“Quest'anno ci andresti?”

“Mi stai chiedendo di andarci con te?”

“Forse?”

“Forse.”

Dean sorrise soddisfatto e iniziò a picchiettare le dita sul volante continuando a guidare finché l'album non finì. Castiel diede il suo benestare a For Whom the Bell Tolls, decidendo che la canzone si poteva adattare abbastanza alla Guerra Civile Spagnola e promise a Dean che una volta a casa sarebbe andato a cercare il testo su Google. Decise che gli piaceva anche Fade to Black, cosa che fece sorridere Dean per tutta la durata delle due canzoni che la seguirono.

Quando finalmente l'album finì, Dean afferrò a casaccio un altra cassetta dal cruscotto facendo il cambio con quella dei Metallica. Improvvisamente la musica dei Black Sabbath riempì l'abitacolo mentre il ragazzo continuava a guidare finché non raggiunsero la biblioteca, visto che l'idea di Castiel di andare al lago era decisamente buona. Quando finalmente arrivarono, Dean avrebbe voluto tenere lo stereo accesso, ma preferiva evitare di scaricare la batteria della sua Piccola.

“Sai... dovremmo farlo più spesso. Andare in giro così, sentire la musica, chiacchierare...”

Castiel annuì osservando Dean mentre spegneva il motore prima di uscire dalla macchina. Cas fece lo stesso, avvicinandosi a sua volta sul cofano, facendo sorridere l'amico.

“Dalle un paio di minuti prima di sederti o ti brucerai le chiappe!”

Castiel annuì e guardò il lago.

“...allora, è finita la mia educazione musicale per questa sera?”

“Per ora. Al momento non voglio disturbare la quiete con Ozzy Osburne.”

“Grazie, Dean. Per questa sera, intendo.”

“Cas, non devi ringraziarmi ogni volta che usciamo. So che per te uscire così è una cosa nuova ma... a me fa piacere.”

Castiel annuì e si guardò i piedi imbarazzato.

“Volevo solo farti sapere che apprezzo molto quello che stai facendo per me.”

“Non sto facendo nulla Cas! Sono tuo amico e questo è ciò che fanno gli amici. Tu mi offri il caffè, io ti un passaggio. Tu mi porti fuori a cena e io mi lascio convincere a fare i compiti.”

“In mia difesa posso dire che non sono stato io portarti fuori a cena.”

Dean ridacchiò.

“Sì, ma c'eri anche tu e in effetti è stata molto una cena tra di noi visto che i tuoi fratelli ci hanno totalmente esclusi dalla conversazione.”

“Sono insopportabili.”

“Sono dei tipi a posto... se non altro abbiamo avuto l'occasione di chiacchierare un po' di più.”

“Ma eravamo già stati insieme per tutto il giorno.”

“E non ti sei ancora stancato di me! Dovrò trovare il modo di sbattere in faccia a Sammy il fatto che non sono la persona più fastidiosa sulla faccia della Terra.”

“Ovviamente Sam non conosce Gabriel ancora a sufficienza.”

Dean rise dando una leggera spinta a Castiel andando a controllare la temperatura del cofano dell'Impala prima di sedercisi sopra. Salì con attenzione sulla carrozzeria fino ad andare ad appoggiare la schiena al parabrezza e fece cenno a Castiel di raggiungerlo. Giusto in tempo per rovinare l'atmosfera di quel momento, il telefono di Castiel suonò, obbligando il ragazzo a vedere chi gli avesse scritto.



“Evita di tornare a casa prima di esservi baciati. E sappi che non ti daremo di certo il bentornato se la tua verginità sarà ancora intatta.”



Castiel sospirò affranto e chiuse il telefono mentre Dean lo guardava perplesso.

“Che succede?”

“Niente. Solo Gabriel che è... Gabriel.”

“Giusto. Hey... com'è che anche tu non hai un iPhone all'ultima moda o qualcosa del genere?”

Castiel alzò le spalle e si mise il telefono in tasca.

“E' da un po' che uso questo telefono e sinceramente non sento il bisogno di averne uno nuovo. Inoltre, non vedo il bisogno di avere uno smartphone. Mi serve un telefono, non un computer in miniatura. La gente lo usa per andare su Facebook e Twitter ma io non sono iscritto a nessuno dei due, quindi...”

“Non fa una grinza... però così avresti Google a portata di mano. Avresti potuto cercare subito i testi dei Metallica!”

“Ma ho anche una memoria abbastanza buona per ricordarmi di farlo quando arriverò a casa.”

“Ma-”

“-Non mi interessa averne uno. Mi serve un telefono che funzioni, non un oggetto un oggetto di marca che provi quanto sono ricco. Continuano a regalarmene per Natale e compleanni e non faccio in tempo a darli via che ecco che me ne regalano uno nuovo l'anno dopo.”

“...dai via gli iPhone?”

Castiel rise.

“Dici che è un comportamento troppo frivolo? Ne ho dato uno alla professoressa di storia, visto che il suo si era rotto. Ne ho dato un altro a un senza tetto che vedevo ogni giorno dicendogli d'impegnarlo o guadagnarci comunque dei soldi.”

“...dai via gli iPhone?”

“Li do alle persone che credo ne abbiano bisogno. Immagino che se la Apple venisse a conoscenza di quello che faccio con i loro prodotti potrebbero o uccidermi o assumermi come sponsor!”

“Sei veramente pazzo!” disse Dean scoppiando a ridere aggrappandosi a una spalla di Castiel.

“Ne vuoi uno? Ne ho ancora tre in un armadio. E gli ultimi iPod e iPod Nano. Se ne ho già uno, a cosa me ne serve uno nuovo?”

“Non è che la tua famiglia possiede parecchie azioni della Apple?”

“No, credo che semplicemente gli piaccia molto.”

“Uhm... io sono più un tipo da Microsoft.”

“Anch'io. La trovo molto più affidabile.”

“Non riesco a credere che stiamo avendo una discussione del genere!”

“Se non altro siamo d'accordo! Si solito mi capita di discuterne sempre con Anna.”

“E fammi indovinare, lei è una che ama il design intrigante della Apple?” domandò Dean con ghigno.

“Esatto.”

“Lo stesso vale per Sam, ma usa comunque un computer Microsoft perché funziona meglio con i suoi giochi.”

Castiel annuì a alzò gli occhi verso il cielo alla ricerca di qualcosa di nuovo di cui parlare, ma Dean riuscì a batterlo sul tempo.

“Quindi... se ti chiedessi di venire a quella cosa di Halloween con me, ci verresti?”

“Dovrei travestirmi?”

“Certo! Ma ho delle idee fantastiche a riguardo!”

“Ah sì?” domandò Castiel aggrottando la fronte, scettico.

“Però funziona solo se ci sono anch'io, ma sarebbe comunque particolare.”

“Sì? Quindi...?”

“Tu ti travesti da Henry Jones Junior, io da Indianna Jones.”

“Io... cosa?” domandò Castiel mordendosi leggermente le labbra.

“Tu ti travesti da Indianna Jones quando veste i panni del Professor Jones. Un completo, nulla di più. Io invece avrò la giacca di pelle, il cappello, la frusta e tutto il resto.”

“Mi sembra una bella idea... come le facce di una stessa medaglia.”

“Quindi... ci stai?”

“...credo che tu possa riuscire a persuadermi.”

“Che nella tua lingua significa sì?”

Castiel rise e colpì scherzosamente il braccio di Dean.

“Sì, è un sì. Ma dovrà essere un bel costume, sappilo.”

“Fidati, sarà fantastico!”

Castiel guardò nuovamente verso il cielo e sorrise riconoscendo la musica che stava canticchiando Dean tra sé e sé. Castiel nel frattempo stava tamburellando le dita all'altezza della cintura, domandandosi se, visto la quantità di cose aveva da studiare prima del giorno del Ringraziamento, sarebbe riuscito a pensare a qualcosa che non fosse Dean.

Quest'ultimo si schiarì la voce e rivolse uno sguardo a Castiel, sorridendogli mentre il ragazzo sorrideva tra sé e sé.

“Ti andrebbe di fare qualcosa in particolare? Non vorrei che ti annoiassi...”

“Non mi annoio insieme a te, Dean.”

“...Grazie Cas, ma davvero.”

Castiel scosse la testa.

“Non sono una persona che si annoia facilmente. Che ore sono?”

Dean spostò il quadrante dell'orologio per riuscire a trovare la giusta angolazione che gli permettesse di leggere l'ora nonostante il buio.

“Sono appena passate le undici. Tra quant'è che devo riportarti a casa? Sai, non vorrei che tue sorellastre cattive si preoccupassero.”

Castiel ridacchiò e si sedette in maniera più composta.

“Possiamo fare quello che ti va. Magari tornare a casa mia e vedere un altro film o qualcosa del genere. Se per il signor Singer non è un problema potresti fermarti a dormire di nuovo da noi...”

“Amico, tranquillo. Per Bobby non c'è nessun problema. Piuttosto non vorrei disturbarvi...”

“No, affatto. Hai in mente qualcosa di meglio?”

Dean fece segno di no con la testa e scese velocemente dal cofano dell'Impala.

“Come potrei dire di no?! Andiamo?”

Castiel sorrise nuovamente e scese a sua volta dall'auto raggiungendo il sedile del passeggero.

Purtroppo per lui a casa erano ancora tutti svegli intenti a guardare la televisione, farsi dei mega-panini a più piani o, semplicemente a leggere. Castiel fece del suo meglio per portare Dean dentro casa senza che gli altri li vedessero, ma Gabriel gli corse incontro. Letteralmente. Lui e Dean si trovarono accasciati sul pavimento leggermente confusi per la botta mentre Castiel li osserva mortificato all'idea di essere stato beccato.

“Dean! Cosa ci fai qui?!”

“Uhm, Castiel mi ha invitato a vedere un film...” rispose il ragazzo con una leggera smorfia.

“Alle undici e mezza di sera? Sul serio?”

Gabriel ghignò soddisfatto prima di rialzarsi e offrendo una mano a Dean per aiutarlo. Questo accettò l'offerta e si tirò su tornando nuovamente al fianco di Castiel.

“Non sapevamo cos'altro da fare...” ammise Castiel sfregando le scarpe sul pavimento mentre l'espressione di Gabriel non mutava di una virgola.

“Allora, che film vedete? Volete andare di sotto? In tal caso sappiate che ci sono i gemelli che se le stanno dando davanti a una partita di Gears.”

“Beh, potremmo sempre vederlo nella mia stanza...” propose Castiel.

“Oh beh, allora divertitivi!” fece Gabriel con un sorriso ancora più grande rispetto a quello che aveva avuto fino a quel momento.

Prima che uno dei due avesse il tempo di dire qualcosa, Gabriel sgattaiolò via canticchiando una canzone, che Castiel non fu in grado di riconoscere, mentre Dean giocherellava imbarazzato con la manica della sua giacca, osservando i piedi dell'amico.

“Uhm, prendiamo il film allora?”

Castiel annuì e gli fece strada verso la sala dov'erano stati la sera prima per recuperare un DVD. Come Gabriel gli aveva anticipato, trovarono Lucifer e Michael che stavano giocando a Gears of War litigando furiosamente nel frattempo. Si tenevano l'un altro con una mano mentre con l'altra cercavano di continuare a giocare allo stesso tempo senza smettere per un secondo di gridarsi addosso. Castiel borbottò uno 'scusate' mentre camminava il più silenziosamente possibile davanti agli scaffali dov'erano impilati i DVD.

“Hai qualche preferenza?” domandò Castiel concentrando l'attenzione su Dean, preoccupato all'idea di disturbare i gemelli. Dean alzò le spalle e recuperò velocemente un paio di DVD lasciando che Castiel lo trascinasse al più presto fuori dalla stanza.

“Va pure a metterti comodo... ti ricordi dov'è la mia stanza?”

Dean annuì e iniziò a leggere il retro della copertina per distarsi un momento.

“Io vado a prendere qualcosa da mangiare.”

“Perfetto...”

I due ragazzi rimasero un secondo a guardarsi negli occhi, incapaci di muoversi. S'interruppero solo quando dalla stanza alle loro spalle giunsero delle urla troppo forti per essere ignorate. Castiel si schiarì la gola e si avviò verso le scale prima di sparire in cucina. Dean sospirò e si passò una mano sul viso continuando a salire. Gabriel nel frattempo non aveva smesso un secondo di guardarlo incuriosito e, ora che ci pensava, era tutta la sera che lui e Balthazar non facevano altro e la cosa non faceva che aumentare l'imbarazzo già innato di Castiel. Finalmente anche Gabriel si allontanò canticchiando Wango Tango di Ted Nugent, l'ultima canzone di cui Dean aveva bisogno. A fatica si fece strada sul pianerottolo con la testa fra le nuvole, fino a quando qualcuno davanti a lui non schiarì la voce attirando la sua attenzione. Davanti alla posta della stanza di Castiel c'era Balthazar che lo stava guardando con un ghigno soddisfatto dipinto sul viso.

“Un uccellino iperattivo mi ha detto che eri qui per vedere dei film con Cas. In privato. Nella sua stanza. Cos'è successo mentre eravate in giro in macchina?”

“Niente... perché?” domandò Dean rivolgendo un'occhiata sospettosa al maggiore dei Novak.

Balthazar alzò le spalle e si appoggiò allo stipite della porta.

“Nessuna ragione in particolare. Quindi, tu e Cas...?”

“...sì?”

“Sì, eh?”

“Cosa?” fece Dean.

Balthazar gemette frustrato.

“Devo farti lo spelling per fartelo capire?”

“Senti Balthazar, non so cosa tu abbia in mente ma... smettila, per favore.”

L'altro aprì la bocca come se volesse dire qualcosa ma senza riuscire a proferire parola. Serrò la mascella e gli rivolse un sorriso.

“Passate una buona serata.”

Dean si girò di scatto vedendo dietro di lui Castiel che stava guardando Balthazar, palesemente messo a disagio dal comportamento del fratello.

“Grazie Balthazar...”

Dean riusci a oltrepassare la porta e nascondersi nella stanza, aspettando che Castiel lo raggiungesse. Riusciva comunque a sentire i due ragazzi che stavano parlando tra di loro sottovoce ma non era in grado di capire cosa si stessero dicendo.

“Per favore Balthazar, no. Dean non è interessato.”

“Lo sarebbe se glielo dicessi!” sbuffò il fratello.

Dean deglutì nervosamente cercando di ignorare il groppo che gli si era formato in gola e si fiondò sul letto, cercando di capire se Castiel e Balthazar stessero parlando di qualcosa che non fosse... quello. Il ragazzo si tenne la testa tra le mani, alzando lo sguardo solo quando sentì la porta chiudersi e trovando davanti a sé Castiel che gli stava sorridendo timidamente.

“Allora, che film guardiamo per primo?”

Dean ricambiò il sorriso cercando di mascherare il suo imbarazzo e alzò le spalle.

“Per me è indifferente, io li ho già visti. Siamo qui per infonderti un po' di cultura pop, quindi a te la scelta...”

“Ok...”

Castiel prese in mano i due DVD e, prima di accendere il computer, appoggiò sulla scrivania quello che aveva recuperato dalla cucina. Dean nel frattempo si mise comodo, togliendosi le scarpe e incrociando le gambe.

“Quali di questi due è assolutamente un must da guardare?”

“Beh, direi American Psycho. Non puoi non vederlo!”

“Non è uno di quei film paurosi, vero? Non mi piace considerarmi un fifone ma... beh, lo sono.”

“Secondo me è un film fantastico!” disse Dean con sorriso “Leggi cosa c'è scritto sul retro.”

Castiel inserì il disco nel computer e lesse velocemente il retro della custodia, alzando le spalle.

“Probabilmente dovrei leggere il libro.”

“Lo leggerai dopo! Guardiamo questo e basta!”

Castiel annuì e avviò il film prima di sedersi compostamente sulla sedia da ufficio alla ricerca di una posizione comoda.

“Stai seriamente pensando di rimanere seduto lì per tutto il tempo?” domandò Dean aggrottando la fronte “Ti verrà un mal di schiena tremendo!”

“E' a posto così, Dean. Davvero. Tu fa come se fossi a casa tua.”

Dean incrociò le braccia spazientito.

“No, Cas, dai! Vieni qua!”

I due si limitarono a discutere scambiandosi delle occhiate penetranti e aggrottando le sopracciglia fino a che Cas non cedette e, con sospirando, andò a sedersi sul letto, il più possibile lontano da Dean per evitare possibili fraintendimenti. Sapeva perfettamente invitarlo a casa si sarebbe rivelata una cattiva idea ma, in tutta onestà, sarebbe potuta anche andare peggio. Anche se considerando quello che era successo quando l'altro era entrato in casa e il fatto che ora Dean era seduto comodamente sul suo letto non era sicuramente un buon segno.

Nel momento in cui il film partì, Castiel rivolse uno sguardo all'amico che aveva l'aria di essere parecchio a disagio. Era andato tutto bene finché non era entrato nella stanza. Ovviamente era successo qualcosa con Gabriel o Balthazar... magari gli avevano detto qualcosa che non avrebbe dovuto sapere. Erano stati in grado di scrivere un'intera storia senza bisogno di parole: tutto quel gioco di sguardi, ammiccamenti, frasi piene di significato e linguaggio del corpo sarebbero diventati improvvisamente chiari nella mente del Winchester. Era solo una questione di tempo prima che Dean se ne andasse per non ritornare mai più. Castiel aveva tanto sperato che Dean l'avrebbe semplicemente accettato così com'era: un ragazzo strano con un carattere altrettanto strano. Suo fratello e suo cugino però non erano riusciti a non mettersi in mezzo e avevano fatto in modo di far sapere a Dean che Castiel era sì un tipo strano, ma per una ragione ben precisa.

Doveva ammettere che se anche Dean fosse stato a conoscenza di tutto, stava facendo un ottimo lavoro per mascherarlo.

“Cas, tutto bene?”

Castiel alzò lo sguardo e scosse la testa.

“Eh?”

“Stai guardando o...?”

“Scusami, mi sono distratto un attimo...”

Dean annuì scetticamente prima di prendere a guardare il film, allungandosi per recuperare la scatola di biscotti. Dopo essersene infilato uno in bocca porse la scatola a Castiel che, gentilmente, rifiutò l'offerta indicandogli invece una confezione che conteneva delle cose verde. Dean l'afferrò e la guardò perplesso.

“Mange-tout?” disse leggendo la marca “Cosa diavolo è 'sta roba?”[2]

“Fave” rispose Castiel prendendo la busta che gli stava porgendo Dean “Si trovano spesso cucinate in molte ricette, ma sono buone anche crude.”

“Sono... verdure? Stai guardando uno dei più grandi thriller della storia cinema sbocconcellando verdure?!”

Castiel alzò le spalle e aprì un baccello mettendosi in bocca una fava.

“Sì?”

“Diventi più strano ogni minuto che passa!” disse Dean scoppiando a ridere dando un colpetto scherzoso alla gamba di Castiel. Il ragazzo sorrise e tornò a guardare il film.

Dopotutto non era detto che Dean sapesse qualcosa.



***



Dean si svegliò facendo fatica a mettere a fuoco quello che circondava sentendo al tempo stesso uno strano calore sul lato sinistro del corpo e un peso innaturale sullo stomaco. Si sfregò gli occhi e abbassando lo sguardo vide Castiel addormentato accanto a lui e che gli stringeva il fianco con un braccio mentre la testa era appoggiata sul suo stomaco che si alzava e abbassava al ritmo del suo respiro. La prima cosa che pensò il ragazzo totalmente colto alla sprovvista fu 'che carino, voglio tenerlo, possiamo tenerlo?' e, senza pensare alle possibile conseguenze, passo gentilmente le dita fra i capelli arruffati di Castiel, sorprendendosi da quanto fossero morbidi. Il sorriso che non era riuscito a trattenere gli si gelò sul viso non appena Castiel cominciò a stiracchiarsi. Dean allontanò immediatamente il braccio e iniziò a muoversi irrequieto, spaventato all'idea che Castiel potesse sorprenderlo mentre gli toccava i capelli. Cas alzò leggermente la testa osservandolo con uno sguardo assonnato e il cuore di Dean cominciò a battere più velocemente. Ci volle qualche momento prima che l'altro si rendesse conto di dove fosse e, non appena accadde, cercò di allontanarsi da Dean il più velocemente possibile.

“Oh mio Dio, mi dispiace. Non volevo... scusami!”

Dean non riuscì a impedirsi di sorridere e si tirò su a sedere alzando le mani in segno resa.

“Cas! Cas, sta tranquillo. Va tutto bene, davvero. Ti sei solo addormentato, non è un problema.”

“Mi sono addormentato su di te!”

“Ti posso assicurare che non è la cosa peggiore che mi sia mai successa, Cas. Davvero! Una volta un tizio si è addormentato vicino a me e nel sonno ha cominciato a strusciarsi contro la mia gamba. Anche se no mi piace dormire così – cavoli, è troppo da ragazze – davvero, non m'importa!”

Castiel sorrise timidamente e si grattò imbarazzato la testa.

“Ti porgo ugualmente le mie scuse.”

“Scuse non accettate, Cas. Non c'è niente di cui tu ti debba scusare.”

L'altro ragazzo sospirò ma sorrise a Dean.

“Non importa Dean, se non accetti le mie scuse dovrò dire a tutti che ti piace farti abbracciare mentre dormi.”[3]

Dean aprì la bocca, esterrefatto.

“Non ci provare, sai!

“Mi basterebbe solo dirlo a Meg e nel giro di cinque minuti l'intera scuola ne verrebbe a conoscenza. Dieci minuti e tutta la città-” iniziò a dire Castiel bloccato però da Dean che lo spinse nel tentativo di farlo smettere, facendo però così cadere entrambi dal letto. Ancora ridendo, Dean riuscì ad ancorare il corpo di Castiel al suolo, anche se non si poteva dire un'operazione particolarmente difficile, visto quanto era magro l'altro ragazzo, a differenza di lui a cui i muscoli non mancavano di certo.

“Ricordati che per parlare ti servono i denti, Cas!”

“Mi stai forse minacciando? Bene, allora lo metterò per iscritto!”

“Ti taglierò le mani!”

“Lo dirò in codice Morse!”

“Ti... sarai morto prima che la gente venga a sapere che ho dormito con un koala di nome Castiel aggrappato alla schiena!”[3]

Il moro scoppiò a ridere e iniziò a divincolarsi sotto il peso del corpo di Dean. Quest'ultimo si alzò leggermente osservando l'altro che cercava di fare il possibile per liberarsi dalla sua presa senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso. Quando il suo cervello riprese a funzionare si alzò e si sedette sui talloni in modo da permettere a Cas sfuggire. Senza rendersene conto si erano nuovamente persi uno negli occhi dell'altro fino a che non vennero interrotti dalla suoneria del telefono di Castiel. Sospirando, il ragazzo recuperò il cellulare dalla scrivania venendo che, ancora una volta, era stato Gabriel a interromperli.



“Abbiamo sentito un tonfo abbastanza impressionate venire da lassù... la tua verginità è ancora sana e salva? Comunque goditi questa foto commemorativa per ricordare gli eventi di questa notte!”



In allegato al messaggio c'era una fotografia di lui e Dean addormentati l'uno accanto all'altro, perfettamente incastrati. Castiel aggrottò la fronte provando un odio profondo verso il cugino che aveva osato invadere la loro privacy. Dean gli agitò una mano davanti agli occhi nel tentativo di richiamare la sua attenzione.

“Che succede?”

“Niente” rispose il ragazzo mettendosi il telefono in tasca “Solo Gabriel che-”

“Che è Gabriel... è qualcosa di così sconvolgente rispetto al Gabriel che conosco anch'io?”

“Qualcosa del genere... non essendo imparentato con lui non cerca di tormentarti ogni secondo della tua esistenza.”

Dean annuì e si mise finalmente in piedi cercando di aggiustare in qualche modo la camicia spiegazzata che indossava.





Note della Traduttrice:

[1] head-banging, è il tipico modo dei metallari (solitamente capelloni) di muovere convulsamente la testa a ritmo di musica. La pratica comporta numerosi torcicollo, ma quando il metal prende possesso di te, fermarsi è impossibile! Buahahaha! …la smetto, eh?

[2] Mange-tout è una marca di prodotti biologici. [logo] In realtà Cas mangia piselli e bacelli, ma la traduzione risultava ridicola in italiano, così li ho trasformati in fave.

[3] qui si parla di spooning – letteralmente dormire a cucchiaio – ma non mi piaceva come traduzione, così l'ho trasformato in dormire abbracciati, incastrati l'uno con l'altro e poi mi è uscito il koala da non so dove.



*teorico* GIRO DI BOA!

Ne mancano solo altri dieci per il doppio delle pagine che ho tradotto fino a questo punto *voglio morire*... ovviamente devono succedere ancora un sacco di cose visto che siamo solo a un terzo della storia XD
 
Top
LaTuM
view post Posted on 3/8/2013, 13:40




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.

notallthat



Not All That

Capitolo 11

Questo non l'avevamo previsto



Lunedì mattina Dean entrò in classe con un sorriso decisamente soddisfatto. Certo, continuava a ricevere delle occhiate scocciate da parte di alcune persone, ma ultimamente la maggior parte degli studenti aveva iniziato a comportarsi gentilmente nei suoi confronti chiamandolo per nome e dargli pacche sulle spalle, trattandolo come se fossero stati amici di vecchia data. Il che era abbastanza strano, considerando che solo la settimana prima il comportamento degli altri nei suoi confronti era a un passo dal bullismo, ma non sarebbe comunque stato difficile abituarsi a quel nuovo regime. Dean rivolse uno sguardo a Castiel e gli fece l'occhiolino prima di prendere posto come di consueto accanto a Chuck.

“Buongiorno... passato un buon week-end?”

Chuck, che come suo solito continuava a scribacchiare sul suo blocco, si limitò a scrollare le spalle.

“Abbastanza. Tu invece, ti sei divertito con Castiel?”

Se possibile, il sorrise di Dean diventò ancora più ampio.

“E' stato un week-end fantastico! Abbiamo visto film, siamo andati a cenare da Alfredo's, abbiamo fatto un giro in auto e la domenica l'abbiamo passata a vedere la prima trilogia di Star Wars!”

“Sembra divertente... quindi ora siete amici?”

“Già... avresti mai pensato di poter essere amico di un amico dei Novak?”

“Mai... quindi? Com'è?”

“Com'è cosa? Essere suo amico?”

Chuck alzò per un secondo lo sguardo da quaderno e annuì.

“Diciamo che non lo so. E' stranissimo da spiegare, ma è veramente pazzesco... Gli sta bene fare qualunque cosa abbia voglia, non ha mai visto un film in vita sua e, anche se assurdo, è fantastico! In questo modo ho l'occasione per insegnarli un sacco di roba. Figurati che nemmeno studiare studiare è noioso... è talmente bravo che riesce a spiegarti le cose in un modo veramente semplice. Ha persino promesso di ascoltare i Metallica per vedere se c'è qualche canzone di suo gradimento, in modo da poter avere qualcos'altro in comune di cui parlare. È così... ha un senso dell'umorismo fantastico... diciamo che è tipo il migliore amico che vorresti mai avere!”

“Buon per te” rispose Chuck con un sorriso.

Dean rispose al sorriso e lanciò un'occhiata a Castiel che al momento stava giocando con il velcro della sua borsa. Il movimento delle mani del ragazzi catturò l'attenzione di Dean: Cas aveva le dita lunghe e affusolate, di quelle che si vedono di solito nelle pubblicità di prodotti per le mani. Dean abbassò lo sguardo osservando le sue come se fosse la prima volta che lo faceva. Castiel aveva delle belle mani mentre le sue erano screpolate e piene di graffi, un dito era persino gonfio sulla nocca, in ricordo di quella volta che si era rotto un osso e che non era stato aggiustato a dovere. E non aveva importanza quanto tempo passasse a lavarsi le mani, sotto le unghie c'era qualche residuo di nero di olio per motori. Si guardò infastidito le mani prima di appoggiarle sulle gambe, in modo da non essere costretto a vederle. Dean fece per aprire la bocca e dire qualcosa a Chuck, ma la classe venne richiamata all'ordine in modo che la lezione potesse avere inizio. Il ragazzo però mise la testa sulla borsa guardando dritto di fronte a sé osservando però nel mentre Castiel con la coda dell'occhio.

Quando la campanella suonò, Dean si alzò di scatto dalla sedia e raggiunse Castiel, afferrandogli gentilmente la spalla. Il ragazzo, sentendosi chiamare, si girò verso di lui con un sorriso.

“Inglese.”

“Lo so, andiamo, dai.”

Castiel s'infilò la borsa a tracolla e si diresse verso l'uscita della classe seguito a ruota da Dean. Durante il breve tragitto fino alla classe successiva, nessuno dei due aprì bocca nemmeno quando presero posto ai loro banchi tirando fuori il materiale necessario per la lezione. Dean, sovrappensiero, aveva iniziato a scarabocchiare all'angolo del quaderno quelle che avrebbero potuto essere delle stelle, alzando di tanto in tanto lo sguardo osservando il resto della classe con un'espressione vuota. A differenza di lui invece Castiel aveva già aperto il libro e stava scribacchiando qualcosa sul quaderno alternando le due penne che teneva nella mano destra, intercambiandole come se nulla fosse mentre con la mano sinistra teneva il segno sul libro. Dean sbatté le palpebre un paio di volte osservando confuso quello che stava facendo l'amico.

“Cas, la lezione non è ancora iniziata” gli fece notare con un sussurro, ma l'altro si limitò ad alzare la spalle senza nemmeno rivolgergli uno sguardo e continuando a scrivere.

“Sono rimasto indietro con gli appunti Dean. Poi, di cosa potremmo parlare? Abbiamo passato insieme tutto il week-end, non sono successe molte cose dall'ultima volta che ci siamo visti.”

“Beh... potremmo parlare di qualunque cosa...”

Castiel concluse la frase che stava scrivendo e alzò lo sguardo verso l'amico.

“Come per esempio? Ti andrebbe di parlare dei contenuti del libro?”

“Uhm... non proprio” ammise Dean mordendosi le labbra “Ne ho letti solo pochi capitoli e faccio fatica a seguirlo. Inoltre non sono un gran lettore come te. Ma mi farebbe comunque piacere sapere la tua opinione...”

“Anche se fosse una cosa noiosa?” domandò Castiel rivolgendo a Dean un piccolo sorriso “Se fatichi a seguire il racconto in sé, credo che sarebbe ancora più difficile per te seguire le mie teorie sulla trama.”

“Beh, diciamo che non è che me ne importi molto. A me non dispiace ascoltare e, chissà, magari riesci pure a insegnarmi qualcosa!”

Castiel ridacchiò e avvicinò il suo quaderno a Dean prima di avvicinarsi lui stesso e iniziare a parlare dei contenuti principali del libro e delle sue teorie facendo riferimento agli appunti che aveva preso. Dean annuiva, riuscendo sorprendentemente a comprendere quanto stava dicendo l'amico molto più di quello che si aspettava, interrompendolo persino di tanto in tanto per fargli qualche domanda ed esporre le sue idee.

“Così è stato pubblicato nel 1949?”

Castiel sorrise e annuì, girando una pagina del quaderno.

“E' così... inquietante. Ha fatto una descrizione accuratissima di quello che è diventata oggi la nostra vita. Beh, a parte... Non saprei, non sono molto bravo con le parole, sei tu quello con il dono dell'eloquenza, capisci quello che intendo?”

“Certo che capisco” disse Castiel divertito “Se davvero vuoi capire a fondo il pensiero di Orwell dovresti leggere alcuni dei saggi che ha pubblicato, nella fattispecie Il Leone e l'Unicorno. E' stata la prima opera da lui pubblicata e quello che l'ha portato a scrivere dei romanzi veri e propri.”

“...dovrei leggere un saggio? Ma se faccio già abbastanza fatica a capire un romanzo!”

“Ti aiuterebbe se ti scrivessi un riassunto?”

“No, Cas. Hai già abbastanza lavoro da fare e non sono particolarmente interessato a fare da critico letterario per Orwell, a me basta superare il corso.”

L'altro ragazzo annuì e rimise il libro sul suo banco.

“Sì, scusami... a volte tendo a dimenticarmi che le persone non sono così entusiaste dello studio quanto lo sono io.”

“Non preoccuparti di questo” gli rispose Dean “Tutto il lavoro che stai facendo un giorno darà i suoi frutti! Meglio essere un geniaccio nerd incompreso che un tizio che non sa nemmeno mettere una parola in fila all'altra.”

Castiel lo guardò riuscendo a rivolgergli nuovamente un sorriso.

“Grazie Dean...”

Dopo la lezione d'inglese Dean ebbe due lezioni senza Castiel, una più pesante dell'altra. Il ragazzo dovette cercare di capire tutto da solo, ritrovandosi a desiderare ardentemente la presenza di Castiel pronto a spiegarli quello che non riusciva ad afferrare. Dean approfittò di un momento di distrazione del professore di chimica per tirare fuori il telefono dalla giacca e mandare un sms all'amico.


“Hey, amico! Cosa diavolo sono i legami covalenti? Questa roba mi si sta fottendo il cervello!”


Il ragazzo non riuscì a impedirsi di sorridere quando dopo un po' gli arrivò l'sms di risposta di Castiel in cui l'amico gli spiegava in modo chiaro e semplice cosa fosse un legame covalente.


“Grazie. Dovresti darmi ripetizioni, probabilmente con il tuo aiuto riuscirei a capire un po' di questa robaccia!”


“Se lo desideri, sono a tua disposizione Dean.”


Per il tutto il resto della lezione, Dean e Castiel continuarono a scambiarsi messaggi parlando del lavoro di Dean e del tempo che il ragazzo aveva a disposizione per riuscire ad andare a ripetizione da Castiel.


“Stasera va bene?”


Dean sorrise e buttò velocemente i libri nella borsa mentre digitava la risposta.


“Certo! Ora e luogo?”


“Possiamo metterci d'accordo a pranzo. Ti spiace se mi unisco a te? E' l'unico modo per riuscire a parlare senza che il resto della mia famiglia si intrometta.”


“Certo! Nex problema! Ci vediamo tra cinque minuti!”


Quando finalmente la campanella suonò, Dean si gettò la borsa a tracolla e corse fuori dalla classe per raggiungere il più velocemente possibile la mensa dove trovò Becky già seduta al loro tavolo già intenta a mangiare. Dean si mise in fila prima che Anna richiamasse la sua attenzione urlando.

“Ehm... ciao?”

La ragazza lo raggiunse e gli sorrise dolcemente.

“Ciao Dean! Senti, volevo chiederti scusa per averti combinato quell'uscita con Lisa. Ero certa che tra voi due le cose sarebbero andate bene, ma evidentemente neanche tu riesci ad avere la meglio contro mio fratello...”

Dean sorrise divertito.

“Giusto, quando si tratta di Balthazar non c'è competizione.”

“A ogni modo... volevo ringraziarti per essere diventato amico di Cas-”

“Oh santo cielo! Ma perché sentite tutti il bisogno di ringraziarmi per questo?”

“Ascolta Dean, purtroppo tu non lo conosci bene come lo conosciamo noi e posso assicurarti che, da quando ha iniziato a passare del tempo con te, lo vediamo tutti più felice. E' sempre stato molto succube in qualunque situazione e non gli importava nulla del mondo che lo circondava. Ora sorride e l'altra sera, quando te ne sei andato, è rimasto a pare con noi invece di rifugiarsi nella sua stanza... era da secoli che non accadeva una cosa del genere!”

“Beh... prego, immagino” disse Dean mordendosi le labbra vagamente imbarazzato.

“Inoltre” disse Anna sorridendo raggiante “Tu e Cas insieme siete assolutamente adorabili!”

“...in che senso?”

“Lo siete e basta!”

Dean le lanciò un'occhiata sospettosa mentre la ragazza recuperava il suo pranzo, prima che lui potesse fare lo stesso e dirigersi verso l'altro lato della sala dove lo aspettava Becky con un'aria soddisfatta dipinta sul viso.

“Sei ancora uno di noi, allora?”

“Certo che lo sono! A te e Chuck non da da fastidio se si aggiunge qualcun'altro al nostro club di sfigati?”

“Ceto che no! Più siamo, meglio è!”

“Ottimo!”

Dean notò Castiel in piedi sulla soglia della mensa che si stava guardando in giro; Dean agitò una mano per farsi notare e, quando quello lo notò, gli rivolse un sorriso. Becky si girò, rimanendo di stucco nel momento in cui vide Castiel camminare verso di loro.

“Dean, puoi controllare la mia borsa, per favore?”

“Certo.”

Il sorriso di Castiel si fece ancora più ampio e posò la borsa accanto a Dean prima di andare a mettersi in coda per recuperare a sua volta il pranzo con Gabriel che lo trascinava verso i primi posti della fila.

“Castiel Novak?! Cioè... so che uscite in compagnia e tutto ma... sta veramente per sedersi al nostro tavolo?”

“Già.”

Proprio in quel momento Sam e Chuck li raggiunsero prendendo posto accanto a loro.

“Che succede?” domandò Chuck prima di dare un morso al suo panino.

“Castiel sta per venire a sedersi al nostro tavolo! Sam, lo sai che lui e tuo fratello sono amici?”

Sam ghignò.

“Certo! Oramai fanno coppia fissa! Passano tutto il loro tempo insieme, figurati che oltre a essere già usciti insieme alcune volte, Dean si è pure fermato a dormire da Castiel un paio di notti!”

“Stai uscendo con lui?” domandò Becky raggiungendo un tono talmente acuto che nemmeno Chuck le aveva mai sentito emettere e che costrinse i tre ragazzi a sfregarsi le orecchie infastiditi.

“Cosa?! Assolutamente no! Siamo solo amici! Che diavolo ti salta in mente!”

“Sul serio? Peccato, voi sareste una così bella coppia!”

“Cosa...? Ma perché la gente continua a dirlo?!”

“Forse perché è vero?” gli fece notare Sam ridendo ricevendo come risposta un'occhiataccia da parte del fratello.

“Chiudete la bocca, tutti voi! Soprattutto non dite nulla quando verrà a sedersi con noi... non fatelo sentire strano!”

“E voi evitate di scambiarvi effusioni con gli occhi.”

“Cosa vorresti dire con questo?”

“Che voi due non fate altro che guardarvi, uno perso negli occhi dell'altro... lo fate così intensamente da non rendervi nemmeno conto di quello che vi circonda!”

Becky squittì e Chuck alzò gli occhi al cielo mentre Dean si infilava in bocca la forchetta colma di cibo. Improvvisamente Sam si allontanò da Dean e quest'ultimo fece appena in tempo a girarsi per vedere Castiel che appoggiava il suo vassoio sul tavolo.

“Hey ragazzi! Lui è Castiel! Cas, loro sono Chuck e Becky” disse Dean con un enorme sorriso.

Castiel sorrise a sua volta in direzione dei ragazzi e prese posto sulla panca accanto a Dean.

“E' un piacere fare finalmente la vostra conoscenza. Ciao Sam.”

“Ciao Cas!” disse Sam a fatica con la bocca ancora piena di cibo.

Dean sorrise in direzione dell'amico e cominciò finalmente a mangiare sena notare che Becky stava ridacchiando dando dei colpetti a Chuck.

“Cosa ti porta al nostro tavolo, Cas?” domandò Sam riuscendo a distrarre Dean che si era andando per l'ennesima volta in fissa su Castiel.

“Io e Dean dovevamo parlare di alcune cose” risposte il ragazzo alzando le spalle innocentemente.

“Davvero?”

“Stasera dobbiamo vederci per studiare.”

“Oh, buona idea, ma quant'è che effettivamente riuscirete a studiare? Non perdete tempo a fissarvi l'un l'altro per la maggior parte del tempo?”

Becky squittì di nuovo e Dean si ritrovò ardentemente a desiderare che Cas non si fosse messo tra lui e suo fratello, visto che pareva proprio giunto il momento per dare una lezione a Sammy. Fortunatamente Castiel era socialmente ritardato e non afferrò il senso di quello che stava dicendo Sam. Sfortunatamente però era abbastanza socialmente ritardato da non rendersi conto che certe cose non dette così, giusto per parlare del più e del meno.

“Beh, in effetti la presenza di Dean è una distrazione ma è ancora peggio quando non c'è. A quanto pare sembra che non faccia altro che pensare a lui tutto il tempo.”

Il ghigno di Sam e Backy si fece ancora più ampio, Chuck in vece arrossì, imbarazzato per Dean mentre l'altro stava avendo non poche difficoltà a inghiottire un pezzo di pollo che gli era finito nella trachea dopo aver sentito l'imbarazzante rivelazione di Castiel. Quest'ultimo si girò verso l'amico perplesso vedendolo tossire e sputacchiare in modo così violento.

“Ti senti bene?”

Il pezzo di pollo finì finalmente nella mano di Dean: il ragazzo aveva la faccia rossa e gli lacrimavano gli occhi. Mise il pollo a lato del piatto e afferrò la sua bibita asciugandosi nel frattempo le lacrime che gli erano colate, riuscendo comunque, non appena fu nuovamente in grado di respirare, a rivolgere uno sguardo a Castiel.

“L'ho solo respirato invece di inghiottirlo” rispose Dean, cercando di fulminare con lo sguardo Sam e Becky e la loro espressione di chi si la molto più lunga degli altri.

“Sei sicuro?”

Il ragazzo riportò l'attenzione su Castiel che pareva sinceramente preoccupato per lui e non riuscì a impedirsi di sorridere.

“Sono sicuro, anche se di certo non grazie ai miei presunti amici o mio fratello. Grazie per avermi riso in faccia, è stato di grande aiuto!”

“Cosa vuoi? Sono certo che Castiel sarebbe stato perfettamente in grado di praticare la mossa di Heimlich!”

Se solo avesse potuto, Dean avrebbe commesso un fratricidio e gli rivolse uno sguardo come per dirgli 'ti ucciderò nel sonno e lo farò sembrare un incidente'.

“Allora Cas, lascia perdere questi idioti. Dove ci vediamo stasera?” domandò Dean cambiando discorso. L'altro ragazzo sorrise portandosi la forchetta alla bocca, aspettando di aver finito di masticare prima di rispondergli.

“Possiamo andare nello stesso locale dell'altro giorno. Per che materie hai bisogno?”

“Va benissimo! Ehm... direi inglese. E sicuramente chimica!”

“Molto bene.”

“Vuoi che ti venga a prendere?”

“Sì, sarebbe comodo, grazie.”

“Ma di che! Gabriel lavora stasera, vero?”

Castiel annuì e si portò nuovamente la forchetta alla bocca e Dean lo imitò, certo che così l'altro non avrebbe potuto dire nulla di imbarazzante da rischiare di farlo morire soffocato.

“Se vuoi posso farti vedere dove lavora. E' un negozio veramente incantevole e c'è pure una gelateria!”

“Fantastico! Non posso di certo perdermelo!”

“Devo metterti in guardia però: è pieno di coppiette così innamorate da essere quasi stomachevoli.”

Dean riuscì persino a sentire i sorrisi strafottenti di Sam e Becky.

“Non c'è problema... tanto non credo che al monda esista qualcosa peggio di Gabriel.”

“In effetti...” non poté fare a meno di convenire Castiel, sorridendo in direzione dell'amico.


***


Durante l'ora di storia Dean si offrì per andare in biblioteca a fare delle ricerche mentre Anna e Gabriel avrebbero dovuto fare degli appunti, invece i due cugini passarono tutta la lezione a sparlare tra di loro.

“Gli ho detto che insieme sono adorabili. Secondo me lui sta seriamente prendendo in considerazione la cosa. E prima ho persino sentito Becky Rosen che parlarva di loro con una sua amica. Da quel che ho capitano passano un sacco di tempo a guardarsi negli occhi come se non ci fosse un domani... sarebbero una coppia così carina! Sono usciti insieme, ma non come se stessero andando a un appuntamento e... beh, Cas sembra non riuscire a fare altro se non pensare a Dean e Dean sta persino iniziando a controllarsi in presenza del cibo! Comunque stasera escono di nuovo insieme.”

“Se continuiamo così alla fine lo capiranno. A proposito, dov'è che vanno stasera?” domandò Gabriel ghignando.

“Da Java, dove sono andati l'altra volta. E da quel che ho capito prima vogliono passare a trovarti in negozio.”

“E' arrivato il momento di tirar fuori l'asso dalla manica.[1] Se non sbaglio Dean deve un favore a Crowley, giusto?”

“Credo di sì...”

“Bene, allora vediamo se riusciamo ad accelerare un po' le cose!”

Il cellulare di Anna vibrò sul tavolo e in un istante lo recuperò leggendo il messaggio che le era arrivato con un sorriso soddisfatto.

“Che succede?” domandò Gabriel iniziando a disegnare le sue famose pin-up.

“E' Ruby. Mi ha detto che è a lezione con Sam e lui non sta facendo altro che raccontare a Jessica della cotta che si è preso suo fratello per Cas e di quanto si diverta a prenderlo in giro facendogli saltare i nervi.”

Gabriel ridacchiò.

“Fatti dare il numero di Sam, credo sia il caso di renderlo parte integrante della nostra cospirazione. Se c'è una persona che potrebbe mettere un po' di sale in zucca a Dean di sicuro è anche l'unica al mondo per il quale sarebbe disposto persino a morire.”

“Roger” disse la ragazza mentre digitava il messaggio.

Dopo diversi minuti Gabriel salvò il numero di Sam nella sua rubrica prima di mandargli un messaggio.


“Qui parla Gabe. Dobbiamo discutere di una cosa importante, ci vediamo dopo la scuola?”


“Curioso... do il mio numero a Ruby e improvvisamente mi arriva un messaggio da parte tua. Di cosa vuoi parlare?”


“Curioso dici? Comunque... dobbiamo parlare di Dean e Cas.”


“Perché?”


“Devi unirti a noi e al nostro piano per farli mettere insieme!”


“Ci sto!”


Gabriel scoppiò a ridere e fece vedere il messaggio ad Anna.

“Sarà un gioco da ragazzi! Non passerà una settimana prima che inizino a dichiararsi amore reciproco” disse lei sorridendo.

“Credo sia il caso di fare una chiacchierata tra ragazza con Castiel. Di solito non fa molto caso alle tue paranoie femminili, ma se riesci a mantenere il discorso su Dean, magari si lascerà un po' andare...”

Anna scoppiò a ridere e prese il telefono per mandare un messaggio a una delle sue tante amiche cheerleader mentre Gabriel decise di far vedere che almeno un minimo aveva lavorato prima di incorrere nella furia di Castiel per aver perso un'ora a far nulla mentre lui e Dean sarebbero sicuramente tornati con pagine e pagine di appunti scritti fitti. Quando il ragazzo aprì il libro cominciò a provare degli istinti suicidi per quell'idea malsana; prima che la lezione finisse, Castiel e Dean fecero ritorno dai due con meno materiale che Gabriel si era aspettato di vedergli tra le mani.

“Wow, Cas! Che fine hanno fatto gli appunti?”

Una lieve nota rosata colorò le guance del moro.

“Non abbiamo trovato molto di più di quello che già non sapessimo e... beh, siamo stati distratti.”

“Da cosa?” domandò Gabriel con un ghigno.

“Internet. Siamo andati a cercare i testi di alcune canzoni, aneddoti su Chuck Norris e abbiamo spulciato quei pochi siti che non erano stati bloccati dal server della scuola” rispose Dean mettendo via le sue cose.

“Ma Cas! Tu non ti distrai mai quando c'è da studiare!”

“Beh, se Dean si mette d'impegno sa essere una bella distrazione” rispose Castiel arrossendo di nuovo.

“E' il suo culo? Perché cavoli![2] Non è il mio genere, ma un salto sull'altra sponda potrei anche farlo!”

Anna e Gabriel scoppiarono a ridere mentre le guance di Castiel diventavano ancora più rosse. Persino Dean arrossì, ma senza smettere di sorridere.

“Che sponda? E perché mi stavi guardando il culo?”

“Cas non parla d'altro, mi sembrava giusto dare a mia volta un'occhiata!”

Era palese che in quel momento Castiel non avrebbe voluto altro che avere un vanga per sotterrarsi e non uscire mai più, ma tutto quello che fu un grado di fare fu mantenere lo sguardo fisso sui piedi continuando ad aggiustarsi nervosamente la cravatta.

“Gabriel sta mentendo. Io non... non parlo del tuo... ehm...”

Dean sorrise e mise una mano sulla spalla dell'amico.

“Tranquillo lo so, è Gabriel che è un idiota patentato!”

“Di sicuro!”

Gabriel scoppiò a ridere.

“”Sì, hai ragione Cas! Sono un coglione! Scusa!”

“Certo che lo sei!”

Quando la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò, la classe si riversò fuori dall'aula e Gabriel se la diede a gambe per riuscire a vedersi con Sam prima che arrivasse Dean. Il giovane Winchester era davanti al suo armadietto insieme a Jessica; i due si stavano tenendo le mano sorridendosi dolcemente.

“Hey, Gigantor!”

Sam si girò e vide Gabriel che stava venendo verso di lui.

“Hey, Pisquano! [3] Scusami Jess, devo parlare un attimo con lui. Ti mando un messaggio più tardi, ok?”

Jess sorrise e diede a Sam un veloce bacio sulle labbra prima di raggiungere le sue amiche. Gabriel afferrò Sam per un braccio e lo trascinò per il corridoio, lontano da dove si trovava l'armadietto di Dean.

“Allora, cos'è che dovevi dirmi?” domandò Sam aggiustandosi la borsa sulla spalla.

“Dunque... Castiel è cotto di Dean, ma veramente parecchio e si da il caso che questa sia anche la sua prima cotta. Balthazar, Crowley e io stiamo cercando di fare in modo che quei due si mettano insieme, perché è palese che pure a Dean piaccia Cas. Molti di noi hanno già detto che ci stanno e, nel caso fortuito in cui riuscissimo a far vedere la luce a Castiel avremmo bisogno di qualcuno che dia un calcio nel sedere a Dean per farlo muovere.”

“Posso farlo ma... sul serio Cas si è preso una cotta per Dean?”

“Resta in loro compagnia per più di cinque minuti e vedrai che ti sarà chiaro come il sole. Inoltre... guarda che scena ho immortalato l'altra sera!” disse Gabriel mettendogli sotto il naso la foto di Dean e Castiel che dormivano insieme. A quel punto Sam non riuscì a non scoppiare a ridere.

“Oh mio Dio! Dean che dorme così con qualcuno?! E continua a negarlo! Beh, certo che l'ho beccato diverse volte che abbracciava il cuscino ma- l'ha sempre negato!”

“Il tuo fratellone è un coccolone, Sammy! Allora... come ci muoviamo?”

Sam si mordicchiò le labbra nervosamente.

“Beh, non sarà semplice. Anche se riuscissi a fargli ammettere che Cas gli piace, in tutta la sua vita Dean non ha mai chiesto a nessuno di uscire con lui. Ha sempre avuto storie molte passeggere, in genere sono le ragazze che si gettano ai suoi piedi senza che lui debba fare nulla. Non avrei idea come muovermi con Castiel, a meno che tu non riesca a convincere tuo cugino a chiedere a Dean di uscire con lui...”

“Beh...” fece Gabriel sospirando affranto “Ci penseremo quando sarà il momento, intanto stasera devono uscire di nuovo insieme e farò tutto ciò che è in mio potere per rendere l'uscita il più romantica possibile! Tutto ciò che devi fare è parlare faccia a faccia con Dean-O, questo funzionerà!”

“Sì! Comunque, ora devo andare da lui.”

“Io devo mandare un messaggio a Balthazar e aggiornarlo velocemente sugli ultimi sviluppi. Ci vediamo più tardi Samantha!”[4]

Sam rise e diede all'altro una gomitata.

“A più tardi, Gabriel!”


***


Quando Gabriel arrivò a casa si precipitò nella sua stanza e accese il computer. Non ci volle molto prima che riuscisse ad accedere a Skype e chiamare Balthazar.

“Un altro appuntamento, eh? Vomiterei se non fosse che sono adorabili!”

“Non dirlo a me!” disse Gabriel scoppiando a ridere “Quando verranno a trovarmi al lavoro gli offrirò uno dei frappè più romantici che abbiamo nel menù e con due cannucce!”

“Ottima idea!.... Allora, Sammy ci sta? Gliene hai parlato?”

“Certo e ha già detto che farà una chiacchierata con Dean a quattrocchi.”

“Molto bene...”

Si sentì un timido bussare alla porta della stanza di Gabriel prima che la testa di Castiel facesse la sua comparsa.

“Cas!”

“Hey, fratellino!” disse Balthazar con un sorriso.

“Ciao Balthazar” disse Castiel rispondendo al sorriso e avvicinandosi allo schermo per riuscire a salutare meglio il fratello.

“Allora Cassie, come posso aiutarti?”

“Mi stavo chiedendo se potessi aiutarmi a caricare alcune canzoni nell'iPod.”

“Certo! Che che canzoni?”

“Solo alcune dei Metallica e altre dei Def...”

“...Def Leppard?”

“Sì, loro.”

“Castiel! Il Winchester non ti avrà mica fatto passare dal lato oscuro del rock 'n' roll, vero?” domandò Balthazar ridacchiando e facendo arrossire il fratello.

“Ho trovato alcune canzoni di mio gradimento...”

“Accomodati pure! Io vado a farmi una doccia prima di andare al lavoro” disse Gabriel alzandosi di scatto per andare a recuperare alcune cose e sparire nel bagno mentre Castiel si accomodava alla scrivania e collegava l'iPod al computer.

“Allora Cas, Gabe mi ha detto che stasera esci.”

“Dean sta avendo delle difficoltà a scuola, così mi sono offerto di dargli una mano.”

“Lo sai che-”

“Per favore Balthazar, lo so che tu e Gabriel state tramando qualcosa.”

“A dire stiamo solo cercando di aiutarti. Vogliamo che tu sia felice e fidati se ti diciamo che da quando Dean è entrato a far parte della tua vita non ti abbiamo mai visto così.”

“E' solo un amico, non gli piaccio da quel punto di vista. E so per certo è che non è gay!”

“Oh, non sai come ti sbagli! Gli piaci un sacco, fidati! Ha una cotta per te tanto palese tanto quella che tu hai per lui! E in merito al fatto che non sia gay... diciamo che è pansessuale come te. Con l'unica differenze che se tu sei asessuale, lui fa tutto il sesso che tu non fai!”

“Chi te l'ha detto?” domandò Castiel agrottando la fronte.

“Gabriel. Gliel'ha detto Dean l'altro giorno.”

“...non ti offendi se ti dico che non ti credo, vero?”

“Chiedilo a Crowley, c'era lì anche lui! Anzi! Chiedilo direttamente a Dean!” rispose Balthazar scoppiando a ridere.

“Non ho intenzione di andare a chiedere a Dean quale sia il suo orientamento sessuale.”

“Allora chiedilo a Sam! Ma fidati se ti dico che una volta che vi sarete tolti le fette di salame dagli occhi, scoprirai che non sarai il suo primo ragazzo!”

“Per favore, possiamo smetterla di parlare di Dean?”

Balthazar sospirò affranto.

“Ok, vado a farmi una tazza di the. Se quando torno sei già andato via, divertiti.”

Castiel fece del suo meglio per sorridere.

“Grazie.”


***


Gabriel tornò in camera guardandosi in giro alla ricerca della maglietta che usava per andare al lavoro. Castiel era già uscito da un pezzo insieme e Balthazar lo stava guardando attraverso lo schermo con un ghigno dipinto sul viso e un tazza di the in mano.

“Fai in fretta, cosa ti ha detto?” domandò il ragazzo una volta trovata la maglietta.

“Non mi ha creduto quando gli ho detto che anche lui piace a Dean. Inoltre ha capito che stiamo tramando qualcosa.”

“Cavoli! Ho davvero bisogno dell'aiuto di Sam. Dean deve darsi una mossa prima che Cas getti la spugna. E ancora peggio, Dean è uno che non chiede mai a nessuno di uscire con lui, sono sempre stati gli altri a farlo!”

“Beh, non possiamo pretendere nemmeno che sia Cas a farlo!”

“La cosa si sta rivelando più difficile di quanto avessimo pensato.”

“A meno che il giovane Winchester non riesca a fare un miracolo!”

“Speriamo ce la faccia! A ogni modo, ora devo scappare! Ci vediamo!”


***


Dean e Castiel erano fuori dal negozio dove lavorava Gabriel intenti a osservare le vetrine.

“Allora è qui che lavora Gabe?”

“Sì” rispose Castiel annuendo “Non siamo costretti a entrare se non ti va.”

Dean scoppiò a ridere e mise un braccio attorno alle spalle dell'amico.

“Tranquillo Cas, andrà tutto bene, ti proteggerò io!”

L'altro sorrise rassicurato dalle parole di Dean ed entrò nel negozio. La maggior parte delle decorazioni erano tutte a tema Halloween: ragnatele finte, scheletri, mummie e lupi mannari, c'erano calici pieni di una nebbiolina verdastra che diventava liquida e la marionetta di una strega scoppiava a ridere ogni volta che qualcuno le passava davanti.

“Gabriel deve adorare questo posto!” disse Deam divertito guardandosi attorno.

“Certo che lo adoro! Buon pomeriggio!”

Dean e Castiel si girarono in direzione della voce vedendo che Gabriel era chino sul bancone dei gelati ridacchiando.

“Sedetevi pure! Dovete assolutamente provare la mia nuova creazione. Devo esercitarmi e renderla perfetta per san Valentino!”

Dean si arrampicò su uno sgabello mente Castiel rivolgeva al cugino un'occhiata sospettosa ma la sua attenzione fu catturata da quello dell'altro ragazzo che mise una mano sullo sgabello accanto al suo facendogli cenno di sedersi. Gabriel sorrise soddisfatto e si diede una mossa a preparare il gelato mentre Castiel si voltò verso Dean pronto a sorridergli, riuscendo però solamente a fare una smorfia che all'altro ragazzo non sfuggì.

“Ho qualcosa di strano in faccia?”

“No, affatto, guarda dietro.”

Dean si voltò e vide una coppia, a loro volta seduta a un tavolo che si stava baciando appassionatamente e continuando a toccarsi. Il ragazzo ridacchiò e si voltò verso Castiel che aveva ancora l'aria turbata.

“Come riescono a non cadere? Se ci provassi io, finirei a terra in secondo!”

“Devono per forza farlo in un luogo pubblico?” domandò Castiel.

“Vuoi fare cambio di posto così non sei costretto a vederli?”

“Sì, per favore.”

I due ragazzi scesero entrambi dagli sgabelli contemporaneamente senza pensare alle conseguenze e finendo ovviamente l'uno addosso all'altro. Castiel arrossì non appena sentì il corpo di Dean contro il suo mentre l'altro gli rivolse un sorriso nervoso.

“Beh, questo non l'avevamo previsto!” disse Dean ridendo afferrando Castiel per una spalla per raggiungere il suo sgabello e, ovviamente, Gabriel comparve proprio in quell'istante.

“E ora, bacio!”

Gabriel fece il gesto di avvicinare i due per spingerli a baciarsi, ma Dean riuscì a sgusciare via e sedersi. Castiel fece un respiro profondo e si arrampicò anche lui sullo sgabello guardando Dean per un secondo prima di voltarsi verso Gabriel.

“Oh, che carini! Ma non ditemi che v'imbarazzano le dimostrazioni d'affetto in pubblico!”

“Per favore Gabriel, vattene.”

“Prima però dacci il gelato!” riuscì a dire Dean.

Gabriel alzò gli occhi al cielo e mise sul tavolino una coppa di gelato con una cannucce e un cucchiaino prima di andare a servire gli altri clienti. Dean afferrò il cucchiaino e lo riempì di crema di cioccolato prima di girarlo verso Castiel che si sporse in avanti per assaggiare il dolce.

“Buono?” domandò Dean con un sorriso.

Castiel annuì.

“Niente veleno o altro?”

Castiel mandò giù e ridacchiò.

“Allora è per questo che ti servo! Assicurarti che Gabriel non ti propini cibo avvelenato?”

“Nah, ho solo pensato che volessi assaggiarlo per primo! Guarda che sono un gentiluomo, io!”

“Per quanto puoi essere carino e affascinante, non ti descriverei esattamente come un gentiluomo.”

“Cosa?! Ma se sono un cavaliere nato! Apro le porte... l'ho fatto anche te! E metto i bisogni degli altri prima dei miei...”

“Dean, a parte con me, non ti ho mai visto comportarti così con nessuno. Nemmeno con Sam! Anzi! Ti ho visto spesso superarlo, aprire la porta e chiudergliela in faccia!”

“Beh, ma è Sam!

“Vedi che ho ragione Dean! Con me ti sei solo comportato da gentiluomo, ma non lo sei!”

Gabriel riusciva a origliare tutta la conversazione e dovette fare del suo meglio per non andare da loro e dargli una scrollata, cercando di fargli capire quanto fossero duri di comprendonio. Alla fine trovò il modo di mantenersi occupato dall'altro lato del negozio, dietro al bancone. Da quella postazione riusciva a vedere Dean e Castiel imboccarsi a vicenda con il gelato e appoggiare la fronte uno all'altro quando bevevano contemporaneamente dalle rispettive cannucce. Immortalò con una foto quella scena così intima e la mandò a Balthazar e Sam. La risposta da parte del cugino fu il solito “aawww, che carini! Sono davvero una bella coppia!” mentre Sam, anche lui come al solito, gli rispose “ahahahahahaah! OMG! Che coppia di ragazzine!”

Dopo un po' i due terminarono il loro gelato, pagarono e se ne andarono. Gabriel sospirò affranto visto che con loro se n'era andata anche la sua fonte di divertimento... probabilmente i due erano andati a imboscarsi da qualche parte a sbaciucchiarsi e cose simili, così decise di passare al piano B e disturbare Sam.


“Allora, come va con Jess?”

“OMG Gabe! Oramai sono tre giorni che stiamo insieme!”

“Beh, è arrivato il momento allora...”

“Non sono cose che ti riguardano!”

“Bene! Fammi sapere se succede qualcosa però, ok? Ti organizzerò una festa per l'occasione!”

“No!”

“Va bene, niente festa!”

“Non ti dirò quando perderò la verginità!”

“Fa niente, me lo dirà Dean!”

“...non lo dirò nemmeno a lui!”

“Ahah! Lo capirà lo stesso. Tra fratelli certo non sfuggono!”

“Cos'è successo quando l'hai persa tu?”

“Io, Balth e Crowley ci siamo ubriacati e guardando film erotici!”

“Avete guardato un porno?”

“Ho detto film erotici. Hanno una trama e molte scene di nudo. E quando ho compiuto diciassette anni mi hanno persino portato a uno spettacolo!”

“Uno squallido strip-club?”

“Uno spettacolo di burlesque... quando diventerai maggiorenne ti ci porterò!”

“No, grazie.”

“Ti piacerà, te lo prometto!”

“Hai ancora tre anni per convincermi!”


***

Dean e Castiel erano seduti sul cofano dell'Impala che era stata ancora una volta parcheggiata vicino al lago anche se, a differenza dell'altra sera, faceva particolarmente freddo visto che non c'era neanche una nuvola in cielo. Castiel aveva provato a spiegare all'altro che le nuvole erano una specie di coperta che tratteneva il calore al di sotto di esse mentre senza di loro l'aria calda saliva verso l'alto. Dean però aveva alzato le spalle e dato una risposta alquanto singolare.

“Non importa, dopo aver passato un inverno in Alaska sono diventato abbastanza indifferente al freddo.”

“Beato te!” disse Castiel incrociando le braccia nella speranza di scaldarsi.

Dean sorrise e continuò a guardare verso il lago, notando però con la coda dell'occhio che l'altro stava tremando. Senza farsi troppi problemi il ragazzo si tolse la giacca di pelle e la mise sulle spalle di Castiel.

“Se hai freddo posso portarti a casa.”

Senza smettere di sorridere Castiel fece segno di no con la testa e si strinse maggiormente addosso la giacca che gli aveva dato Dean, beandosi del calore del corpo dell'altro che ancora riusciva a sentire.

“No, grazie. Preferisco di gran lunga essere qui al freddo che a casa. Quando è tardi la mia famiglia diventa ancora più insopportabile di quanto già non lo sia di solito.”

“Mi dispiace, ma se non altro avete un minimo di stabilità. Nella nostra vita io e Sam non abbiamo fatto altro che spacchettare e impacchettare di nuovo le nostre – poche – cose. Come fai a metterti comodo quando sai che dopo una settimana dovrai già ripartire?”

“Stai per partire?” domandò Cas aggrottando la fronte.

“No, stavolta siamo qui per rimanere. Il fatto è che fa praticamente parte del nostro DNA. Raramente ci siamo fermati in un posto per più di due mesi.”

“Perché?”

Dean sospirò pesantemente mentre Castiel si morse le labbra con fare nervoso, timoroso di aver oltrepassato la linea.

“Mio padre è un ingegnere militare e il lavoro lo costringe a viaggiare parecchio. E' sempre andato tutto bene finché mia madre non è morta in un incidente stradale.”

“Oh... mi dispiace.”

“E' tutto ok, oramai sono passati undici anni. Quando è morta però, abbiamo dovuto iniziare a viaggiare con lui e così è stato per undici anni. Io e Sam abbiamo sempre vissuto con una valigia in mano e senza mai avere dei veri amici. L'unica casa che abbia mai conosciuto è la mia Piccola. Abbiamo dormito qui dentro molte più volte che in un letto. E con dormire intendo restare distesi in uno stato di semi-incoscienza mentre mio padre russava come un dannato dopo essersi preso una sbronza. Non è mai stato un alcolista, ma dormire al posto del guidatore può essere alquanto scomodo e un piccolo aiuto non guasta. E poi ci sono i calci di Sam. Il sedile posteriore è grande, ma non abbastanza per due tizi alti più di un metro e ottanta. Inoltre Sam è completamente incapace di tenere fermo le gambe quando dorme. La seconda notte che eravamo qua non riuscivo a dormire, così sono uscito e ho provato a dormire in auto, solo che non riuscivo a dormire nemmeno qui perché mi mancava sentire mio padre russare e i calci di Sam... tuttavia credo di essere riuscito ad abituarmi a letti, finalmente.”

“Perché tuo padre ti ha lasciato la macchina?” domandò Castiel timidamente.

Dean alzò le spalle.

“Credo che in parte sia stato un modo per chiedermi scusa per la vita che mi ha fatto fare - non che lo condanni per questo, affatto – e perché in fondo anche lei fa parte della famiglia. Fin da quando sono nato ha sempre pensato di darla me quando avrei imparato a guidare, anche se purtroppo nel frattempo molte cose sono cambiate.”

Castiel fece un respiro profondo e, senza il coraggio di guarda Dean, iniziò a raccontare la sua storia.

“Non ho mai conosciuto mio padre. O mia madre. Lei è morta quando sono nato io... qualcosa causato dall'avere avuto due figli a breve distanza di tempo l'uno dall'altro, ma da quello che mi hanno assicurato Balthazar e lo zio Raphael, lei era davvero un angelo. Era estremamente generosa e ha sempre usato le risorse economiche della famiglia per fare del bene, ha fondato delle organizzazioni benefiche, è andata dei paesi del Terzo Mondo per aiutare in prima persona... a dire il vero è proprio lì che ha incontrato mio padre. In Etiopia per la precisione: stavano lavorando alla costruzione di qualcosa e si sono innamorati.”

“Romantico” commentò Dean con uno sbuffo divertito che fece sorridere Castiel.

“Se per te le zanzare, un terreno pieno di liquami e un villaggio pieno di persone prossime alla morte non sono un problema... ”

“Questo però non ha comunque fermato i tuoi genitori.”

“Si amavano molto.”

“Hey, aspetta. Ma Zacahria allora?”

“Non voglio parlar male di Casey, ma lei era veramente una matrigna cattiva. Per anni si è approfittata del dolore di mio padre per la perdita di mia madre. E così è nato Zacahria. Mio padre ha sempre viaggiato molto per stare il più possibile lontano da lei e divorziarono quando lui scoprì che Casey aveva picchiato Balthazar.”

“Cosa?”

“Balthazar stava prendendo giro Zacahria, lei ha avuto una reazione esagerata e gli ha dato uno schiaffo. Rapahel era al telefono con mio padre proprio in quel momento e due giorni dopo a Casey sono stati recapitati i documenti per il divorzio.”

“Wow... e Zach la vede mai sua madre?”

“No, se n'è andata e nessuno l'ha più rivista. Questo ti fa capire perché è così indisposto nei nostri confronti, soprattutto quelli di Balthazar. Secondo lui è colpa sua se ora non ha più una madre.”

“Cavoli... e che è successo a tuo padre?”

Castiel alzò le spalle assicurandosi però di avere ancora stretta a sé la giacca di Dean.

“Qualcuno dice sia morto, nessuno di noi lo sa di preciso e se anche passasse di qui, credo che nessuno di noi riuscirebbe a riconoscerlo. Tenendo conto che è successo solo quando ero piccolo, quindi non ne sono certo al cento per cento, credo di aver visto mio padre non più di quattro volte in tutto. Ho una vaga di che faccia abbia grazie alle fotografie. Lo zio Raphael invece dice che Balthazar è la sua copia sputata.”

“Cavoli amico! Siete belli incasinati pure voi!”

“E' tutto a posto. Per fortuna c'è sempre stata la mia famiglia” ammise Castiel con un sorriso.

“Immagino che questa si possa considerare una fortuna.”

“Molto. Una benedizione, direi. E non posso nemmeno dire aver sofferto a causa della mancanza dell'amore materno o paterno, anche se Balthazar continua a dire che in realtà ho subito dei danni a livello emozionale per questo.”

“Beh, ho anch'io ho un rapporto parecchio incasinato con mio padre... direi che possiamo tranquillamente commiserarci insieme!”

“Come?”

“Mangiando un sacco di gelato e cioccolato e guardando film per ragazze.”

Castiel ridacchiò e infilò le braccia delle maniche della giacca di pelle.

“Credo che passerò, ma grazie lo stesso. Non sono quel genere di persona che ama commiserarsi.”

“Nemmeno io, ma voglio dire! Gelato e cioccolato, vuoi mettere?!”

“Beh, che cosa stiamo aspettando allora?”

Entrambi scesero dal cofano dell'Impala ritrovandosi l'uno davanti all'altro con un sorriso dipinto sul viso.

“Sai una cosa Cas? La mia giacca ti da proprio l'aria di uno che spacca!”

“Uhm... grazie?”

“Forse per Halloween dovresti travestirti tu da Indianna!”

“No, non sono abbastanza sicuro di me per reggere la parte.”

Dean gli mise un braccio intorno alle spalle e lo avvicinò a sé.

“Sei proprio fuori Cas, e nemmeno te ne rendi conto!”

L'altro arrossì furiosamente, cosa che ultimamente stava capitando troppo frequentemente in presenza di Dean.

“E' una brutta cosa?”

“Nah, ognuno di noi è fuori a modo suo. Nel tuo caso significa che se mai dovessi trovare una ragazza, non potrà mai perderti di vista. Hai un cartello con su scritto 'Aggiustami' che ti spunta dalla testa e a qualche persona piace. Sei quello che loro definirebbero una missione.”

“Oh...”

“Non prenderla come un'offesa. Qualsiasi ragazza sarebbe fortunata ad averti; a livello emozionare hai davvero tantissimo da dare.”

“Lo credi davvero?”

“Sì e ti assicuro che invidio non poco chi riuscirà ad averti.”

“E di te cosa mi dici? Sei anche tu complessato a livello emozionale?”

“Ovvio, ma io sono un missione impossibile! Nessuno è disposto a prendersi la briga di mettere a posto uno come me e, a dirla tutta, non credo di essere ancora pronto all'idea che qualcuno lo faccia. Ho una schiera lunghissime di storie da una sola notte e relazioni non più lunghe di una settimana... l'unica che è durata un po' di più è stata una storia di tre settimane con tizio di nome Ash. Era strano, ma ci stava dentro. Probabilmente sarebbe durata di più se non ci fossimo trasferiti.”

“Balthazar non stava mentendo, allora!”

“Ha detto che sono un missione impossibile?”

“No, mi ha raccontato che uscivi con un ragazzo!”

“Oh, sì. Diciamo che sono una puttana in jeans e giacca di pelle e non m'interessa se faccio sesso con un uomo o una donna.”

“Io non ti definirei così... credo semplicemente che tu sia alla disperata ricerca d'amore e che per questo lo confondi con il sesso. Tu avresti davvero bisogno che qualcuno...si prendesse cura di te, parafrasando quello che hai detto tu stesso.”

Dean sospirò pesantemente e, in un gesto inconscio, stringe gentilmente Castiel a sé.

“E dove lo trovo io qualcuno che è sentimentalmente menomato come me?”

A quelle parole Castiel si stupì del suo autocontrollo che lo trattenne dal gridare 'SONO QUI!'.

L'altro ragazzo scrollò le spalle e si allontanò da lui per aprirgli la portiera della macchiane farlo salire.

“Coraggio Cas, la tua stupenda carrozza ti attende!”



Note della Traduttrice:

[1] Letteralmente è whip out the big guns, ovvero tirar fuori l'artiglieria pesante, ma l'asso nella manica mi sembrava più adatto al contesto.

[2] In originale è day-um, che equivale tipo a damn! [fonte Urban Dictionary]

[3] Pipsqueak... lunga storia, ma non vi dico il mio entusiasmo quando ho visto che Lizzie ha usato questa parola! PISQUANO! Io adoro questo termine <3

[4] Nell'originale Gabriel lo chiama Samsquatch dove squatch è una versione più slang e volgare di pussy... il succo è che Gabe da della ragazza a Sam in modo molto colorito, ma ho preferito ignorare la sfumatura slang.

In questo capitolo il mio spirito di fangirl è andato alle stelle. Voglio dire, uno dei miei pairing preferiti che ciancia sul mio scrittore e sul mio libro preferito?! WOW XD Della serie, amo talmente tanto Orwell che la mia tesina di maturità era incentrata proprio su 1984 e i totalitarismi della Seconda Guerra Mondiale XD

Btw... sappiate solo che mi è servito un mese (10/12-07/01) per tradurre questo capitolo. Vero che ho avuto millemila altre cose da fare, ma è stato una tortura lunga 7.666 parole! Non vi dico la mia gioia quando ho scritto l'ultima frase!


Stay tuned per il prossimo... posso assicurarvi che non vorreste perdervelo per nulla al mondo XD

Stay tuned sul mio Twitter (@latum) o sulla mia pagina Facebook!
 
Top
30 replies since 8/11/2012, 14:28   443 views
  Share