Not All That, di totalizzyness - tradotta da LaTuM

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LaTuM
view post Posted on 10/8/2013, 14:15




Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness.

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(by Ayrwin Claire Crowley)

Not All That

Capitolo 12

Devi essere impazzito





Dean si buttò sul letto sbuffando pesantemente, ricevendo un'occhiata incuriosita da Sam che lo guardava da dietro lo schermo del computer.

“Tutto bene?”

Dean sospirò e si sollevò sui gomiti per guardare negli occhi il fratello.

“Che vita di merda! Dico sul serio!”

“Cos'è successo? L'hai spaventato a morte con la stratosferica cotta gay che hai per lui?”

“Chi è che avrei spaventato a morte?!”

“Cas! Cosa gli hai detto?”

Dean aggrottò la fronte.

“Primo, si chiama Castiel. Secondo... niente di che. Proprio niente di cui mi penta è solo amore non ricambiato e, fidati, fa veramente schifo!. ”

“Castiel?” domandò Sam con un sorriso.

“Certo, è ovvio! Tutti dicono che è amore e pensavo che a questo io e Cas saremmo arrivati da qualche parte ma è un osso duro.”

“Beh, con tutte le frecciatine che vi abbiamo lanciato e che continuavate a non cogliere pensavamo che entrambi lo foste! Comunque... non hai pensato a chiedergli di uscire?”

“No!” rispose Dean annaspando “E ho le mie buone ragioni! Primo: lo sai che non chiedo alle persone uscire con me perché reagisco male davanti ai rifiuti. Secondo: non gli interesso, lui è incapace anche solo di pensare di avere una storia con qualcuno. Terzo: è palesemente troppo per me... potrebbe avere chiunque, se solo lo volesse.”

“In effetti hai ragione, lui è troppo perfetto per te, ma... credo che dovresti chiedergli di uscire Dean, fidati.”

“...perché?”

“Solo... fidati di me.”

“Cosa sai che io non so?” chiese il maggiore guardando il fratello con aria sospettosa.

“Uhm...”

“Fa come ti pare, tieniti pure per te i tuoi segreti!”

Sam sospirò e, una volta recuperato il cellulare dalla tasca dei pantaloni, mandò velocemente un messaggio a Gabriel.


“Dean ha appena confessato. Passo numero due?”


Dean calciò via le scarpe e buttò la giacca per terra prima di infilarsi sotto le coperte.

“Non stare alzato troppo, è tardi...”

L'altro aggrottò le sopracciglia guardando l'orologio del computer perplesso.

“Ma se sono solo le nove e mezza!”

“Non importa. Io sono stanco e non voglio continuare a sentirti digitare sulla tastiera.”

“Va al diavolo!”

Dean mormorò qualcosa d'incomprensibile con la faccia affondata nel cuscino prima di rotolare tra le coperte e girarsi verso il muro. Sam sospirò ancora una volta e continuò a giocare al computer in attesa che Gabriel gli inviasse una risposta, cosa che non richiese più di quindici minuti.


“Ho appena parlato con Cas ed è un po' giù di morale. Si può sapere che diavolo gli ha detto quel cazzone di tuo fratello'”

“Solo che l'amore non ricambiato fa schifo. Castiel cosa dice?”

“Che non ha la minima possibilità con lui... io a questo punto mi sono perso. A Dean Cas piace o no?”

“Decisamente! Ma è andato a letto con un muso lungo... come la facciamo funzionare la cosa tra i due?”

“Dean è disposto a chiedergli di uscire?”

“Neanche per sogno!”

“Cazzo... A questo punto dobbiamo per forza intervenire in qualche modo.”

“...e come?”

“Sarà un intervento pacifico. Vediamoci domani alle otto e mezza al tuo armadietto, io questa sera studierò una strategia con Balthazar.”

“Ahahaha! Perfetto! Ciao!”


Sam lanciò un'occhiata al fratello e notò che il suo respiro era rallentato, segno che probabilmente era riuscito ad addormentarsi senza troppe difficoltà.


***


Sam stava riponendo alcuni libri nell'armadietto quando un paio di braccia gli avvolsero la vita, stritolandolo all'altezza dello stomaco. Sam ridacchiò girandosi pensando di trovarsi davanti Jessica, invece – con suo grande orrore – vide davanti a sé il ghigno strafottente di Gabriel.

“Gabe? Cos-”

“Buongiorno splendore!”

“Cosa stai facendo?!”

“Mi sto godendo la vista?” rispose l'altro alzando le spalle.

“Levati di dosso!”

Gabriel sospirò fintamente affranto e lasciò andare il ragazzo, arretrando di un passo.

“Bene... allora, io e Balthazar abbiamo elaborato un piano per riuscire a farli mettere insieme, ma in tutta onestà non ho idea se funzionerà o meno...”

“Ok, dimmi tutto.”

“Dunque... semplicemente tu dici a Dean che lui piace a Cas, e noi faremo lo stesso con Cas e li faremo mettere insieme costringendoli a baciarsi?”

“Intendi metterli sotto pressione? Non saprei, Cas non mi da l'idea di uno che reagisce bene quando gli si fanno delle pressioni.”

“In effetti no, ma al momento è l'unico piano che abbiamo.”

“Lo so... che lezione è che hai con Cas ma non con Dean?”

“Fisica e Algebra, perché?”

“Prendi il telefono di Cas e manda dei messaggi a Dean.”

Gabriel si fermò un attimo a riflettere prima di sorridere furbescamente.

“Questo sì che potrebbe funzionare! Decisamente sei molto più bravo di me e Balthy quando si tratta di elaborare piani. Ma se la cosa mi esplode fra le mani, sappi che non esiterò un attimo a darti la colpa di tutto!”

“Fa quello che devi, io adesso ho lezione. Fammi sapere come va, ok?”


***


Quando Dean prese posto accanto a Chuck incrociando le braccia sulla borsa e appoggiandovi la testa, l'amico intuì subito che l'altro fosse giù di morale per qualcosa. Seppur con poca convinzione, Chuck posò la penna sul banco e diede una leggera gomitata a Dean, per attirare la sua attenzione e aspettando con pazienza che l'altro desse segni di vita.

“Tutto a posto, Winchester?”

Dean borbottò qualcosa prima di alzare le spalle, come se nulla fosse.

“Non ho dormito molto stanotte.”

“Qualche ragione in particolare?”

“Il mio cervello semplicemente si rifiutava di spegnersi! Ho passato tutta la notte a farmi seghe mentali cercando delle soluzioni che alla fine diventavano sempre più assurde...”

“Soluzioni in merito a cosa?”

Dean abbassò lo sguardo verso le braccia, quasi fosse imbarazzato.

“Niente d'importante. Solo, sai... c'è un momento durante la notte in cui, se sei sveglio, il tuo cervello non si spegne e inizi a porti le grandi domande che si celano dietro l'origine dell'universo.”

Chuck annuì comprensivo.

“Sì, però generalmente c'è sempre un filo conduttore da cui parte tutto. Al momento quello che più preme è la direzione che prenderà la mia storia. Devo fare in modo che il protagonista ingoi l'orgoglio e faccia ciò che è meglio oppure continuerà a fare il cretino rischiando di perdersi il meglio? Oppure l'altro protagonista avrà il coraggio di uscire dal suo guscio per prendersi ciò che vuole, oppure continuerà a essere riservato e sospettoso nei confronti di tutti?”

“Che cosa stai scrivendo?”

“Una storia. Non ti offendere se non ti dico nulla a riguardo, ma nessuno sa cosa sto scrivendo, nemmeno Becky. È top-secret.”

Dean alzò le spalle e tornò ad appoggiare la testa sulle braccia.

“Non c'è problema. Non offenderti se mi addormento, ma non ho davvero chiuso occhio stanotte.”

Chuck sospirò e riprese a scrivere. Non appena le presenze furono registrate, Castiel spostò le sguardo verso Dean, perplesso nel vedere che si era accasciato sul suo banco: aveva un aspetto decisamente malandato. Per un attimo desiderò non dover scappar via al suono della campanella per riuscire ad arrivare in tempo dall'altra parte della scuola per la sua prima lezione. Da che aveva incontrato Dean lo aveva sempre visto allegro e frizzante e lo distrusse psicologicamente vedere che l'altro era così a pezzi da riuscire a ringhiare solo un sommesso 'qui' quando chiamarono il suo nome. Castiel prese il telefono per mandare un messaggio a Dean non appena fosse suonata la campanella, cosa che avvenne da lì a poco e che lo costrinse a raccogliere le sue cose e uscire in fretta e furia. Nel frattempo Dean era riuscito a trovare la forza per alzare la testa dal banco, rimanendo perplesso nel vedere il posto solitamente occupato da Castiel, vuoto. Il ragazzo si alzò con non poca fatica e trascinò le sue membra assai poco collaborative attraverso il corridoio finché non raggiunse la classe di arte dove rimase a sfogliare le pagine di un libro di testo sul surrealismo fin quand non sentì il suo telefono vibrare.


“Stai bene? Avevi un aspetto orribile in aula magna... mi sono preoccupato.”


Davanti a quelle parole, Dean non riuscì a impedirsi di sorridere.


“Sto bene Cas, sono solo a pezzi. Stanotte non ho dormito e oggi ho giornata piena a scuola. In più, nel pomeriggio, devo lavorare.”

“Perché non sei riuscito a dormire?”

“Mi sono perso a riflettere su delle cose che mi hanno tenuto sveglio.”

“Che genere di cose?”


***


Castiel guardò Gabriel con aria perplessa. Il ragazzo stava facendo ancora meno di quanto già non facesse di solito a lezione e non continuava a ridacchiare divertito, guardando furtivamente di tanto in tanto.

“Gabriel” disse Castiel facendo spaventare l'altro, sentendosi chiamato in causa “Che cosa stai tramando?”

Il ragazzo farfugliò qualcosa prima di rispondere con un innocentissimo 'niente'.

Cas non poté fare a meno di guardarlo ancora più sospettoso di prima.

“Ti stai comportando in modo strano... ti ho detto che ero preoccupato per Dean e ora... stai tramando qualcosa, lo so!”

“Non sto facendo niente!” disse l'altro alzando le mani in segno di resa “Cosa potrei mai fare da qui? Sono qui con te, mentre Dean è... non ho neanche idea di dove sia!”

“E' ad arte.”

“...Cas, non ti sembra il caso di fargli sapere cosa provi nei suoi confronti?”

“No!” rispose l'altro sbarrando gli occhi terrorizzato.

“Stando a quello che lui ti ha detto l'altra sera...”

“Sono le solite cose che dici a un amico. Inoltre continuava ripetere quando troverai una ragazza...”

Gabriel alzò le spalle.

“Probabilmente non si ricordava che a te vanno bene entrambe le sponde. Beh, a dire il vero tutte le sponde, comunque! Cas, nessuno parla così a un amico a meno che non sia interessato in prima persona e cerchi qualcosa da te!”

“Credi davvero che Dean stesse cercando di spingermi a chiedergli... di uscire con me?”

“Mi pare ovvio!”

“Devi essere completamente impazzito!” sibilò Castiel in direzione del cugino prima di tornare al suo lavoro. Gabriel sbuffò e prese il cellulare di Castiel per leggere cosa gli aveva risposto Dean.


“Mi sento solo uno schifo dopo ieri sera, ti ho detto un sacco di cose e mi sono lasciato un po' sopraffare... mi sto comportando come una ragazza! Mi sento un idiota!”


Gabriel si riservò un attimo per pensare a come Castiel avrebbe potuto rispondere a un messaggio del genere.


“Mi fa piacere che ti sia comunque fidato di me ma, se mi permetti, c'è un punto su cui non mi trovi d'accordo.”

“Io mi fido di te, Cas. Non mi fido di me stesso! Cos'è che ho detto di sbagliato?”

“Hai detto che nessuno 'si prenderebbe uno come te'... non potresti sbagliarti più di così. ”

“Che cosa intendi dire?”

“Ti dico solo che Gabriel e Sam parlano...”


***


Sam era a lezione di geografia a giocare con una penna mentre guardava un video sulla formazione dei laghi alluvionali quando sentì il cellulare vibrare all'impazzata. Quando lo prese vide che gli erano arrivati diversi messaggi, tutti da parte di Dean.


“CHE CAZZO HAI DETTO A GABRIEL”

“TI UCCIDERÓ, SAPPILO!”

“MI AUGURO CHE TU NON ABBIA FATTO QUELLO CHE PENSO TU ABBIA FATTO O TI STRAPPO I COGLIONI, PICCOLO STRONZETTO!”


Sam sbarrò gli occhi metà divertito e metà terrorizzato all'idea di cosa avrebbe potuto fargli Dean e, cercando di restare il più calmo possibile, gli scrisse un sms di risposta.


“Non ho idea di cosa tu stia parlando.”


La risposta del fratello fu pressoché immediata.


“STRONZATE! CAS MI HA APPENA DETTO CHE TU E GABRIEL VI SIETE PARLATI. DIMMI CHE CAZZO GLI HAI DETTO!”


Sam sospirò affranto. Sapeva che era Gabriel che stava scrivendo a Dean fingendo di essere Cas e la cosa non lo divertiva affatto, visto che l'altro l'aveva appena trascinato in quel casino.

Così decise di scrivere un sms a Gabriel e uno di risposta a Dean.


“Perché cazzo hai detto a Dean che ci siamo parlati? Adesso vuole uccidermi per questo!”


“Che problema c'è se parliamo? Se tu sei amico di Cas, perché io non posso essere amico di Gabriel? E poi parliamo di tutto, prima gli ho solo detto che ieri sera eri giù di morale...”


***


Le mani di Dean tremavano per la rabbia e la paura... Sam era suo fratello ma questo non gli dava affatto il diritto di spiattellare a Gabriel che si era preso una cotta per suo cugino. Doveva ancora rispondere all'ultimo messaggio di Castiel ma non aveva idea di cosa dirgli: non sapeva se Cas lo stesse prendendo in giro e stava semplicemente cercando di essere accondiscendente o chissà cos'altro. Finalmente dopo un po' gli arrivò la risposta di Sam.


“Magari se ti degnassi di chiedere a Castiel di uscire con te io e Gabriel non saremmo costretti a interferire.”


Dean puntò la penna sul banco con una tale forza che gli ruppe la punta e rischiando di romperla in due. Lasciò l'oggetto oramai inutilizzabile sul banco e, incavolato come una vipera, mandò un messaggio a Sam.


“Tieni il naso fuori dalla mia vita sentimentale. Non sono cazzi tuoi! Stai attento a ciò che fai o guarda che ti uccido, e non sto scherzando!”


Poco dopo il cellulare di Dean vibrò di nuovo.


“Prego. Inoltre credo sarebbe più corretto dire vita sentimentale inesistente”


Dean riuscì a evitare chiunque per il resto della mattinata, rifiutandosi categoricamente di rispondere a qualunque sms concentrandosi sulle lezioni. A pranzo si accasciò sul tavolo occupato da Chuck e Becky, appoggiandovi sopra la fronte e ricevendo un'occhiata perplessa da parte di Chuck.

“Tutto bene?”

Dean gli rivolse un'occhiata alquanto incazzosa prima di risponderli.

“Fanculo! Fanculo la mia fottutissima vita!”

“Cos'è successo?”

“Mio fratello sta cospirando contro di me. La mia vita è finita!”

Becky rivolse a Chuck un'occhiata preoccupata prima di sporgersi e mettere una mano sopra quella di Dean.

“Ti va di parlarne?”

“No! Vorrei solo sotterrarmi da qualche parte e morire indisturbato, ma non posso perché dopo lavoro.”

Dall'altra parte della mensa Sam vide Dean afflosciarsi sul tavolo e decise che per quel giorno sarebbe andato a sedersi con Jessica, evitando accuratamente di avvinarsi al fratello con gli istinti omicidi nei suoi confronti. Prima di sedersi raggiunse Gabriel che era in fila per il pranzo e stava parlando animatamente con Crowley.

“Sammy!”

“Non credo tu abbia fatto un gran lavoro con Dean, sta peggio di prima!”

I tre ragazzi si voltarono per guardare il maggiore dei Winchester che stava colpendo ripetutamente dando colpi al tavolo con la testa e a quella vista Gabriel si morse un labbro con aria colpevole.

“Beh... a questo punto credo di dovergli qualche spiegazione...”

“Sarà meglio che ti sbrighi raggio di sole, Cas sta andando da lui.”

“Oh, merda!” disse Gabriel correndo in direzione del cugino e intercettarlo appena in tempo, a pochi passi da Dean.

“Hey Cas! Scusami, ho dimenticato di ridarti il cellulare!”

Dean alzò la testa di scatto vedendo Gabriel tirare fuori dalla giacca il telefono di Cas e ridarlo al legittimo proprietario.

“Avevi il mio cellulare?”

“L'ho preso durante la prima ora per giocarci...”

“Perché?”

“Perché è divertente” rispose Gabriel alzando le spalle “Comunque, vado prima che Crowley venda il mio posto in coda!”

Il ragazzo fece l'occhiolino in direzione di Dean prima di tornare in fila. Castiel e Dean si scambiarono uno sguardo perplesso prima che Cas si accomodasse accanto a lui.

“Dean, volevo chiederti... è tutto a posto?”

“Eh?” disse il ragazzo osservando Cas sospettoso.

“Volevo chiedertelo stamattina, ma non c'è n'è stata l'occasione.”

Stupendo persino se stesso, Dean capì velocemente quanto era successo e riuscì a rispondere a Castiel senza apparire troppo sconvolto.

“Tranquillo, tutto bene. Sono solo molto stanco.”

“Sei sicuro? In questo momento mi sembri particolarmente... seccato.”

“Tranquillo, niente d'ingestibile.”

“Oh, bene. Stavo per andare a prendermi il pranzo. Tu...”

Stranamente Dean fece segno di no con la testa.

“Vai pure, io non ho fame.”

“Molto bene.”

Castiel lasciò lì la borsa e si alzò per andare a mettersi in fila. Dean ignorò le occhiate che ricevette da parte di Chuck e Becky quando prese il cellulare di Castiel scorrendo la lista dei messaggi inviati, evidentemente da Gabriel con il telefono del cugino. Li cancellò tutti per evitare che Castiel li vedesse e si sentisse in imbarazzo per quanto era successo. Inoltre il fatto che dietro tutto ciò ci fosse lo zampino di Gabriel, metteva Sam molto meno nei guai. Ci era lo stesso, ma Dean decise che poteva concedere al fratello un altro giorno di vita. Tuttavia era ancora parecchio sospettoso in merito alle cose che Gabriel sapeva – a questo punto era ovvio che Castiel aveva parlato con lui ieri sera. Se si erano parlati, e lui aveva parlato con Sam e poi Sam aveva parlato con Gabriel, le cose non potevano che peggiorare. Aveva bisogno di parlare con qualcuno che non fosse coinvolto, visto che Sam a quanto pareva faceva il doppiogiochista.

“Dean, cosa stai facendo?” gli domandò Becky dopo un po'. Dean rimise il telefono dove l'aveva trovato e le rivolse uno sguardo innocente, come se non fosse successo nulla.

“Dovevo solo chiarirmi le idee... Gabriel ha passato tutta la mattina a mandarmi messaggi fingendosi Castiel e non credo che a Cas piacerebbe saperlo.”

“Oh... gli hai detto che ti piace?”

“No! Perché avrei dovuto farlo?”

“Quindi è un sì?”

“Sì a cosa?”

“Ti piace!”

Chuck dovette fare del suo meglio per trattenere le lacrime dalle risate.

“Ti ha messo con le spalle al muro, Dean!”

“No. Non mi piace... in quel senso, intendo!” rispose il ragazzo terrorizzato.

Becky annuì dubbiosa.

“Come vuoi tu, Winchester.”

Dean sospirò e si girò per vedere Castiel in fila, peccato però che la visuale gli fu oscurata da Crowley. Il ragazzo quasi non cadde dalla panca, spaventato dall'improvvisa comparsa dell'altro.

“Dean, caro mio. Sono qui per riscuotere il debito che hai con me.”

“Oddio, ci mancava solo questa. Di cosa hai bisogno?”

Sul volto di Crowley si dipinse un ghigno malefico.

“Il tuo cellulare. Dammelo.”

“Cosa?! No!”

“Dammi il tuo cellulare, Winchester. Mi devi un favore.”

“Puoi scordarti che ti dia il mio telefono. Lo so che tu e Gabriel state tramando qualcosa!”

“Certo che lo stiamo facendo, ora dammi il telefono o me lo prenderò io.”

“Fammi vedere, dolcezza!”

Prima che Dean potesse anche solo pensare di reagire in qualche modo, qualcuno gli rubò il telefono dalla tasca della sua giacca. Il ragazzo si girò di scatto, trovandosi faccia a faccia con Alastair che teneva tra le mani il suo cellulare e che lo guardava con un ghigno identico a quello del fratello.

“Mi spiace Winchester, ma se sei in debito con Crowley, devi restituirgli il favore.”

Crowley e suo fratello se ne andarono, lasciando che Dean gli imprecasse dietro in tutti i modi a lui conosciuti. Il ragazzo si girò in direzione dei due amici che avevano un'espressione terrorizzata dipinta sul viso. Continuando a borbottare, Dean appoggiò nuovamente la testa sul tavolo desiderando con tutte le sue forze che quella maledetta giornata fosse già finita. Finalmente Castiel tornò al tavolo con il suo pranzo, ignaro di tutto quello che era successo durante la sua assenza. Tuttavia il ragazzo notò che c'era qualcosa che non andava: Dean era insolitamente tranquillo mentre Chuck e Becky stavano facendo di tutto per ignorare il suo sguardo. Cas si sistemò il cibo sul vassoio, osservando Dean ancora riverso sul tavolo che sembrava intento a combattere con chissà quale demone interiore.

“... ti senti bene, Dean? E rispondi sinceramente.”

“Cosa?” chiese il ragazzo voltandosi di scatto verso Castiel.

“Ti senti bene?”

“... a dire il vero, no.”

“Cos'hai?” domandò Castiel aggrottando la fronte.

“Non importa...”

“Oh... va bene, allora.”

Dean arricciò infastidito, sentendosi come se stesso tradendo Cas perché non aveva abbastanza fiducia in lui per dirgli cosa non avesse. Il ragazzo sospirò e giochicchiò con la borsa finché non si alzò dal suo posto.

“Ragazzi, ci vediamo dopo. O forse no...”

Dean salutò Castiel, Chuck e Becky con un pacato entusiasmo prima di raggiungere il 'tavolo dei Novak' notando che Gabriel e Crowley scoppiarono a ridere quando lo videro.

“Rivoglio il mio telefono indietro entro stasera. Fate del vostro peggio, tanto non m''interessa. Se qualcuno chiede qualcosa, io sono andato a casa. Divertitivi.”

Crowley alzò lo sguardo e guardò Dean confuso.

“Dove stai andando?”

“A casa. Non mi sento bene.”

Prima che qualcuno potesse aggiungere altro, Dean uscì dalla mensa e raggiunge il corridoio dove c'era l'infermeria. Riuscì a fingersi sufficientemente malato per avere il permesso di uscire e sulla strada di casa cercò il modo di distrarsi pensando ai compiti che aveva da fare e le auto sulle quali avrebbe lavorato quel pomeriggio. Quando arrivò si fece un panino di dimensioni decenti e si mise comodo come se fosse stato veramente a casa sua: accese lo stereo tenendo il volume alto quanto gli pareva e si organizzò per fare i compiti che gli avevano assegnato in mattinata. Per fortuna gli esercizi di chimica erano sufficientemente complicati da riuscire a distarlo dal pensiero di cosa Crowley e Gabriel stessero scrivendo a Castiel dal suo cellulare. Una volta che ebbe finito di studiare, Dean mise in ordine quello che aveva lasciato in giro - cosicché Bobby non avrebbe potuto arrabbiarsi più di tanto con lui anche se aveva marinato alcune ore a scuola - e indossò gli abiti da lavoro e andare in officina un po' prima del solito. La cosa stupì parecchio Rufus, ma l'uomo non se ne lamentò.

“Guarda che non ti pago gli straordinari.”

Dean rise e indossò la tuta blu.

“Non preoccuparti, non farò nulla per cui tu debba pagarmi. Lavorerò un po' sulla mia Piccola.”

Rufus agitò la mano per fargli segno di sloggiare.

“Ok, va bene, ma portala sul retro, non voglio che mi ingombri lo spazio per i clienti.”

“E' troppo bella perché la sua presenza si possa definire ingombrante!”

“Comunque sia, ricordati che il tuo turno inizia alle quattro in punto!”

Dean annuì e saltò in auto, portandola sul retro. Fortunatamente lui e Rufus avevano gli stessi gusti in fatto di musica, almeno non l'uomo non aveva nulla da ridire se dalla sua radio proveniva la musica a tutto volume degli AC/DC mentre Dean armeggiava con il motore, puliva i componenti e controllava che non ci fossero pezzi da sostituire. Lavorare con le automobili lo rilassava: era semplice e non gli creava confusione in testa. Il suo umore iniziò a migliorare mentre puliva gli interni della sua Piccola, liberandola da confezioni di cibo, bottiglie vuote e altra spazzatura non meglio identificata.


***


A biologia Castiel era seduto per i fatti suoi, cercando di concentrarsi su quello che doveva fare ma invano, visto che non faceva altro che pensare a quanto in quel momento sentisse la mancanza di Dean. Il ragazzo non avrebbe perso l'occasione per distarlo facendo delle stupide battute sulle spiegazioni contenute nel libro di teso e, pensando a quello che si stava perdendo, Castiel prese il cellulare e gli mandò un messaggio.


“Dove sei andato? Biologia non è la stessa cosa senza di te.”

“Mi spiace, ma stavo da cani. Ora sono a casa, cercando di rimettermi in sesto prima di andare al lavoro.”

“Comprensibile. Cosa ti è successo? Non vorrei sembrare un ficcanaso, ma generalmente quando si è molto stanchi non si arriva a stare così male.”

“Va bene, hai ragione. Diciamo che dopo ieri sera mi sento un po' giù... ho parlato troppo.”


Castiel aggrottò le sopracciglia, perplesso.


“Troppo in che senso?”

“Tutte le cose che ho detto sulla ragazza che sarebbe fortunata ad averti... scommetto che ti sono sembrato un perfetto idiota.”

“No, affatto, anzi! Ne sono lusingato. Ma ancora non capisco cosa vuoi dire...”

“Devi esserlo! Comunque il fatto che è sono già un po' geloso della persona che sarà così fortunata ad averti!”


Crowley mostrò a Gabriel l'sms che aveva appena inviato a Castiel dal cellulare di Dean e l'altro ragazzo dovette fare del suo meglio per non scoppiare a ridere nel bel mezzo della lezione. Crowley ghignò e aspettò con ansia la risposta di Castiel.

“Sammy ha veramente delle idee geniali! Non solo sta funzionando, ma è persino divertente!”

“Bisogna riconoscerlo alla nostra giovane alce...[1] non credevo potesse funzionare ma, ecco qui che, davanti ai nostri occhi, Dean sta aprendo il cuore a Cas...”

Gabriel scoppiò in una fragorosa risata prima di piazzarsi una mano davanti alla bocca quando il professore rivolse un'occhiataccia a lui e a Crowley. Il telefono che aveva in mano quest'ultimo vibrò e, leggendo il messaggio, entrambi non riuscirono a impedirsi di sorridere.


“Dean, non vorrei saltare a conclusioni affettate ma... cosa stai cercando di dirmi?”


Crowley fece per rispondere ma Gabriel gli fregò il telefono dalle mani e cancellò quanto aveva appena scritto l'altro, prendendo in mani le redini della situazione.


“Niente, non importa, ancora una volta non sono stato capace di tenere chiusa la bocca. Non dovrei disturbarti con queste scemenze, soprattutto quando sei a lezione. Ci vediamo domani, forse.”


“Perché gli hai inviato quello?!” domandò Crowley riprendendo il telefono dalle mani di Gabriel, che ridacchiò soddisfatto.

“Perché non possono mica dichiararsi amore eterno via sms! E in questo modo abbiamo colto la palla al balzo per farli vedere e dichiararsi di persona!”

“Dean lo sa di piacere a Cas?”

“Gliel'ho fatto intendere a sufficienza. Inoltre lo sai che dovrà essere Cas a fare la prima mossa perché Dean è troppo idiota per farsi avanti...”

“Che femminuccia!

Il cellulare vibrò di nuovo.


“Ero già preoccupato per te, ma non hai fatto altro che peggiorare le cose! Lo sai che puoi fidarti di me, vero?”


“Non rispondergli, lascialo lì a rimuginarci sopra...” disse Gabriel malefico.


***

Quando scoccarono le quattro, Dean lasciò l'Impala sul retro per iniziare a lavorare sulle auto dei clienti mentre Rufus gestiva le telefonate e stava dietro il bancone. Per sua grande sfortuna, la prima auto a cui Dean dovette mettere mano apparteneva a un arrogante uomo d'affari che non aveva la benché più pallida idea di cosa avesse la macchina ma rifiutandosi di chiedere aiuto aveva peggiorato le cose cercare di sistemare le cose da sé. Ovviamente uno come lui trovò inaccettabile che un ragazzino di diciassette anni gli dicesse cosa fare.

“Si sente uno strano rumore ogni volta che giro il volante.”

“Sì” sbuffò Dean “Il braccio oscillante è andato.”

“No, ragazzino, senti! Ho fatto controllare tutte le componenti interne da pochissimo ed era tutto in ordine!”

Dean si sfregò la mano sulla faccia, prendendosi qualche secondo per pensare e ricordarsi che prendere a pugni i clienti non giovava agli affari.

“Ok, bene... che ne dice allora se chiedo al mio capo di dare un'occhiata e passa a prenderla domani mattina?”

L'uomo d'affari annuì, evidentemente rassicurato.

“Sì, molto bene. Assicurati che compili anche un documento in cui mi dice cosa è successo all'automobile.”

“Certamente!” rispose il ragazzo rivolgendosi un sorriso anche fin troppo cordiale.

L'uomo si gonfiò d'orgoglio e se ne andò mentre Dean attraversava l'officina per recuperare una cartelletta e informare Rufus della cosa.

“Odio quelle teste di cazzo! Credono che non valga nulla solo perché sono giovane, quando in realtà so molte più cose sulle auto di loro! Ho fatto controllare le componenti interne solo poco fa! Beh, ben fatto, coglione! Argh! Ah, tra l'altro, vuole che tu gli metta nero su bianco cosa non funzionava...”

Rufus ridacchiò.

“Cos'ha che non va?”

“Credo che l'idiota abbia messo benzina invece che gasolio. Ha tutta l'aria di uno in grado di fare una cazzata simile. Ma fagli credere che problema sia solo nel braccio oscillante...”

“Mi sembra giusto.”

“Non dirlo a me. Ho dovuto assicurargli che ci avresti pensato tu.”

“Adesso ci penso io... vuoi qualcosa da bere?”

“Un caffè senza zucchero. Ne avrò davvero bisogno se devono arrivare altri cazzoni snob con la puzza sotto il naso!”

Dean raggiunse nuovamente la Audi nera lasciata dal 'grande uomo d'affari' e iniziò a compilare il modulo di accettazione prima di portarla in officina e cominciare a lavorarci sopra. Aveva appena trovato i pezzi di ricambio che gli servivano quando Rufus lo raggiunse portandogli il caffè.

“Quel tipo strano che è venuto l'altro giorno è di nuovo qui. E ha portato pure la scorta.”

Dean guardò l'uomo perplesso.

“Cosa? Cas è venuto qui?”

“Hai quindici minuti, dopo se ne devono andare.”

Dean annuì e raggiunse l'entrata dell'officina vedendo Castiel che lo guardava imbarazzato da dietro il bancone. Con lui Gabriel, Crowley e Sam.

“Che succede?”

“Mi hanno trascinato qui” rispose Castiel guardando imbarazzato.

“Era ora d'intervenire concretamente. E eccoti il tuo telefono. Ora voi due dovete parlare.”

Gabriel restituì il cellulare a Dean e fece strada a Crowley e Sam fuori dall'ufficio. Il ragazzo indicò delle sedie in un angolo poco distante da dove si trovavano e lui e Cas andarono a sedersi, evitando accuratamente di guardarsi negli occhi.

“Hai idea del perché siano dovuti intervenire?” domandò finalmente Dean, portandosi la tazza con il caffè alle labbra.

“Mi sono fatto un'idea del perché... tu lo sai?”

“Sì, penso di poterlo indovinare facilmente” rispose Dean.

“... lo sapevi che Gabriel aveva il tuo cellulare?”

“Sì, me l'ha preso Crowley durante il pranzo. Ti hanno anche detto che questa mattina hanno continuato a mandarmi messaggi dal tuo?”

“Sì, mi hanno fatto vedere la conversazione.”

“Fantastico, ora sono io quello che è rimasto indietro. Cosa mi hanno fatto dire?”

Dean era a dir poco terrorizzato all'idea di sentire la risposta, quindi lesse velocemente tutti i messaggi che erano stati spediti mentre Castiel lasciava che mettesse insieme i pezzi da solo.

“Che figli di puttana” mormorò il ragazzo mettendosi il telefono in tasca mentre l'altro annuì.

“Mi dispiace.”

“Non è colpa tua” rispose Dean alzando le spalle.

“Beh, in parte credo lo sia. Ne ho parlato con Balthazar che non ha perso tempo e l'ha detto sia a Gabriel sia a Crowley. E ovviamente non hanno perso tempo e hanno iniziato a tramare alle nostre spalle, coinvolgendo anche Sam, a quanto pare.”

“Cos'hai detto a Balthazar?”

Castiel sospirò affranto.

“Mi stai davvero chiedendo di dirlo ad alta voce?”

Dean sospirò a sua volta sfregandosi la faccia.

“Ok, allora... fermami se mi sbaglio, va bene?”

Castiel annuì mordendosi nervosamente le dita mentre l'altro si schiarì la voce e prese un generoso sorso di caffè prima di iniziare a parlare.

“Hai detto a Balthazar che... ti piaccio?”

Castiel annuì.

“E lui l'ha detto a Gabriel e Crowley che hanno iniziato a pianificare un modo per farci mettere insieme. Come la cena, per esempio?”

Castiel annuì nuovamente.

“Quindi tutti i loro risolini e battutine erano perché sapevano?”

Un altro cenno di assenso da parte dell'altro.

“Alla fine hanno deciso di reclutare anche Sam per accelerare le cose anche da parte mia, mi hanno teso una trappola costringendomi ad ammettere che mi piaci...”

Ancora una volta Castiel annuì, assumendo un leggero colorito rosato.

“E oggi hanno provato a costringerci indirettamente a dichiararci mentre fingevano di essere prima l'uno e poi l'altro, in modo che alla fine ci ritrovassimo seduti qui?”

“...penso non ti sia sfuggito nulla.”

Dean annuì a sua volta e finì il suo caffè.

“Bene... e adesso?”

Castiel alzò le spalle, perplesso.

“Non chiederlo a me, non mi sono mai ritrovato in una condizione simile.”

“A dirla tutta nemmeno io... cosa vorresti che succedesse?”

Castiel abbassò lo sguardo verso i suoi piedi mentre Dean andava ad appoggiare la tazza, oramai vuota, sula scrivania dell'ufficio osservando Castiel che giocava nervosamente con la cravatta. Lanciò un'occhiata veloce fuori dalla finestra vedendo che Gabriel, Crowley e Sam avevano visto tutta la scena, nella fattispecie suo fratello aveva un'espressione alquanto infastidita. Improvvisamente Dean sentì il cellulare vibrare nella sua tasca e lesse velocemente il messaggio per vedere cosa diavolo volesse dirgli Sam.


“Chiedigli di uscire, idiota! E' troppo timido perché lo faccia lui!”


Dean inspirò ed espirò cercando di restare tranquillo e si passò una mano sulla faccia prima di rimettere il cellulare in tasca. Rimanendo davanti alla finestra, mostro il dito medio ai tre ragazzi che erano ancora lì a fissarli, intimandogli vivamente di levarsi dalle scatole. Seppur con una nota di delusione, tutte e tre si allontanarono, in modo da dare ai due un po' di privacy.

“Cas?”

L'altro lo guardò nervosamente e Dean, notando che gli tremavano le mani, gli sorrise e gliele prese tra le sue, facendolo alzare ma senza permettergli di allontanarsi.

“Cas, mi conosci solo da una settimana.”

“Anche tu mi conosci solo da una settimana”

“...touché.”

Castiel guardò Dean negli occhi trovando difficile concentrarsi su qualunque altra che non fosse il pollice dell'altro che aveva iniziato a sfiorargli dolcemente il dorso della mano.

“Senti, lo capisco che per te tutto questo è nuovo e, beh, mi va bene andarci con i piedi di piombo se... beh, ti va?”

“Non capisco...”

Dean ridacchiò nervosamente,

“Vuoi proprio farmelo dire, eh?”

Castiel si morse nervosamente il labbro celando un sorriso e annuì.

“Ok, va bene... Castiel Novak. Mi faresti l'onore di essere, beh... il mio ragazzo?”

Cas rimase interdetto a quelle parole, riuscendo soltanto a guardare Dean negli occhi prima di annuire.

“Mi piacerebbe.”

“...fantastico! Posso... uhm... abbracciarti?”

“Se lo desideri” rispose Castiel con un enorme sorriso.

Dean esitò un attimo per godersi l'espressione di assoluta felicità dipinta sul volto di Castiel prima di lasciare andare la mano dell'altro e avvolgendo con le braccia il corpo dell'altro ragazzo, pressando i loro corpi l'uno all'altro. Lui stesso sorrise come un idiota quando sentì Castiel emularlo. Senza riuscire a capacitarsi davvero che l'altro lo stesse abbracciando, Dean poggiò il viso nell'incavo del collo di Castiel, chiudendo gli occhi o godendosi quel momento di pura felicità, anche se durò poco, visto che furono interrotti da Gabriel, Crowley e Sam che irruppero nell'ufficio fischiando e applaudendo.

“Era ora, finalmente!” disse Gabriel, mettendo un braccio sulla spalle di Dean e Castiel, come se avrebbe fatto un padre orgoglioso con i suoi figli. Castiel arrossì furiosamente e Dean era prossimo a lanciargli addosso una marea d'insulti se Rufus non avesse scelto quell'esatto momento per entrare in ufficio. Crowley e Gabriel accennarono un lieve borbottio, ma sapevano che non era il caso di andare oltre. I cinque ragazzi uscirono dall'ufficio con Dean e Castiel in fondo alla fila.

“Ne parliamo più tardi” sussurrò Dean a Castiel in modo tale che gli altri non potessero sentirlo e l'altro non riuscì a impedirsi di sorridere leggermente.

“Non puoi lasciami in balia di quei tre.”

“Mi dispiace, ma devo lavorare.”

“Lo so... beh, buon lavoro allora.”

Dean afferrò velocemente la mano di Castiel, sfiorandogliela con il pollice, prima di posargli un lieve bacio sulle nocche.

“Andrà tutto bene.”

Castiel gli rivolse un sorriso, sentendosi la mano in fiamme lì dove Dean l'aveva appena baciato.

“A stasera.”

“A stasera.”

I due rimasero a guardarsi con le dita ancora lievemente intrecciate finché Gabriel non gridò al cugino di darsi una mossa. Dean e Castiel si scambiarono un altro sorriso prima di prendere due direzioni opposte.



Note della Traduttrice:

[1] Young moose, sinceramente non ricordo come l'hanno tradotto in italiano (anche se mi pare di aver capito che nel doppiaggio l'elemento moose sia stato riadattato) però siccome mi piace che diano dell'alce a Sam, con alce lo traduco u.u


SIA LODE ALL'EROE TRIONFATORE!

CE L'HANNO FATTA!


Vi rendete conto che i primi dodici capitoli raccontano l'arco di tempo di UNA SOLA SETTIMANA? Wow, a me sono sembrati mesi :S

Comunque...

Se per il capitolo precedente mi è servito un mese per tradurlo, questo l'ho finito in tre giorni! Vero che l'11 erano 2.000 parole in più, però questo ha dalla sua la meraviglia. Spero di avergli reso abbastanza giustizia, ma vi assicuro che ci ho messo tanto amore! Primo perché era troppo divertente, secondo perché... no, servono davvero i miei commenti?! XD


Un enorme grazie a Ayrwin per il bellissimo banner... visto il capitolo, mi sembrava il caso di inaugurarlo!


Il nuovo capitolo arriverà a fine mese perché in questi giorni sono lentissima a tradurre e svegliandomi tutti i giorni alle 5.45 il pomeriggio crollo dal sonno e combino poco... oltretutto Lizzie è oscenamente prolissa, quindi i suoi capitoli non finiscono più x__x
 
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30 replies since 8/11/2012, 14:28   443 views
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