Posts written by bacinaru

view post Posted: 2/4/2013, 21:09 Practically Human - Archivio
CITAZIONE (LaTuM @ 2/4/2013, 22:01) 
Non amo molto questo genere di scene che mettono un po' troppa carne al fuoco, ma vista la struttura della storia, va bene anche così. Certo, come dicevo nel commento precedente io empatia zero, però il lavoro mi è piaciuto, traduzione ben fatta, decisamente scorrevole e ottimo registro!
Scusa la brevità ma pochi giorni e ricominciano gli esami e devo starmene con la testa sui libri e non alzarla per nessun motivo al mondo ç__ç
Però due parole per farti i complimenti su come stai andando avanti con questo lavoro dovevo lasciartele a qualunque costo!
Brava =)

Sei davvero troppo gentile! Non so davvero come ringraziarti *^*
*manda un abbraccio grande grande e tanti auguri per gli esami*
view post Posted: 1/4/2013, 22:26 Practically Human - Archivio

Capitolo XII





Castiel si svegliò con la sensazione che il mondo si fosse inclinato con un’angolazione errata. Aprendo lentamente gli occhi, si rese conto di un raggio di sole che entrava dalla finestra sopra di lui, illuminando alcuni libri polverosi e la carta da parati sbiadita. Dopo qualche istante di disorientamento, mentre i suoi pensieri poco a poco iniziavano a saldarsi nella sua testa, si rese conto di essere sdraiato sul letto che si trovava nello studio e si chiese brevemente dove Bobby aveva passato la notte.
Prestando poca attenzione, iniziò a grattarsi il petto e fu sorpreso quando le sue dita incontrarono una benda. Guardando in basso, vide della garza bianca avvolta attorno al suo petto nudo, che ora, come se il suo sguardo ne fosse la causa, si sentiva come una massa d’intensi dolori. Sbatté le palpebre di nuovo e scosse la testa. I suoi pensieri erano ancora lenti e i ricordi gli sfuggivano. Afferrando la benda con attenzione, riuscì ad allentarla quanto basta per guardare di sotto. Alcune linee di cucitura gli coprivano il petto, come se fosse una bambola rattoppata in mal modo. Si appoggiò indietro, cercando di ricordare cosa era successo. Alla fine i ricordi iniziarono a tornargli, ma solo in piccoli pezzi confusi.
Si ricordò di svegliarsi a causa del forte mormorio prodotto dalle voci irritate dei suoi fratelli, poche ore dopo essersi addormentato, dal momento che aveva trascorso la maggior parte della notte a guardare le stelle dalla sua finestra. Si ricordò di sentirsi a disagio e costretto nella sua pelle umana. Si ricordò di essere sceso al piano di sotto per fare colazione. Ricordò la disperazione e il panico di essere in trappola. Poi ci fu un coltello e l’idea irrazionale che, se solo avesse tagliato via la carne che lo imprigionava, sarebbe stato finalmente libero. E poi, per qualche ragione, si ricordò di Bobby che lo tratteneva e gli diceva che tutto sarebbe andato bene.
Lentamente, ricordò ogni cosa, ma non sembrava del tutto reale, come se fosse successo a qualcun altro. Avrebbe dovuto sentirsi disgustato per l’inutile mutilazione che aveva fatto, o forse anche imbarazzato, ma non sentiva nulla.
“Bene, sei sveglio”.
Castiel guardò Bobby spingere la sua sedia dalla cucina fino ad arrivare accanto al letto.
“Come va?” chiese il vecchio cacciatore, poggiando una mano sulla spalla di Castiel, gli occhi attenti che lo scrutavano.
Non sapendo cosa dire, Castiel non si preoccupò di rispondere. Volse gli occhi al soffitto, invece.
Poggiandosi indietro, Bobby continuò, guardandolo attentamente. “Vuoi dirmi cosa ti passa per la testa?”.
Tutto quello che Castiel voleva in quel momento era il silenzio e la quiete, così non si mosse, nella speranza che Bobby lo avrebbe lasciato in pace.
“Va bene”, dichiarò Bobby, quando Castiel non rispose, lasciando cadere la compassione dai suoi occhi. “Se non vuoi parlare, potresti anche prendere il tuo culo pigro fuori dal letto e indossare alcuni vestiti puliti, così da poter fare colazione”.
“No”, rispose l’ex angelo.
“Scusami?”.
“Non ho voglia di alzarmi dal letto”.
Bobby si spostò fino a quando non pendeva direttamente su Castiel. “Ti ho chiesto se volevi alzarti? Sei in casa mia, ragazzo, e non voglio che tu stia in giro a deprimerti. Ora, muoviti!”.
Avrebbe potuto essere colpa della sua abitudine all’obbedienza, o forse solo la travolgente forza di volontà di Bobby, ma Castiel fu incapace di disobbedire. Lasciò che le sue membra, pesanti come il piombo, lo portassero fuori dal letto e salì al piano di sopra con poca grazia, avvertendo costantemente lo sguardo convinto di Bobby sulla schiena.



****





“Allora… come ti senti?” Dean chiese con qualche esitazione.
“I punti prudono”, rispose Castiel, grattandosi il petto fasciato. Bobby lo aveva già rimproverato più volte quel giorno per aver fatto la stessa cosa.
“Be’, dovranno restare fino a quando non guarisci, quindi cerca solo di non toglierli”, gli disse Dean come se Castiel fosse un bambino petulante, invece che un’ex angelo.
“Comunque, non intendevo questo”.
“Io…” Castiel cercò le parole, ma non riusciva a capire i suoi sentimenti più di quanto avesse fatto quella mattina. “Non lo so”, rispose sincero.
“Sai almeno perché diavolo hai fatto quello che hai fatto?”.
Sentendosi riluttante nel dare voce ai suoi problemi, Castiel si agitò in silenzio per un momento. “Questo corpo è una gabbia, in qualche modo troppo piccola e troppo pesante”, rispose alla fine, ancora una volta alle prese con le inadeguate parole bidimensionali del linguaggio umano. “So che quello che ho fatto è sbagliato, non stavo ragionando, ma non riesco a combattere il bisogno di evadere”.
“Dio, Cass…” Dean sospirò e Castiel sussultò alla cattiva scelta di parole. “Ma stai meglio adesso? Non farai qualcosa di stupido come quello di nuovo?”.
Castiel fissò i disegni sulla vecchia carta da parati, felice per una volta che Dean non fosse lì, così da non doversi preoccupare di evitare gli occhi indiscreti. “Non volevo lasciare il letto, questa mattina”, ammise “ma Bobby mi ha costretto ad alzarmi e a mangiare”.
“Sì, si comporta proprio come un sergente a volte, ma sta solo cercando di aiutare”.
“Dubito ci sia qualcosa che possa fare per aiutarmi”. Dean poteva credere che Bobby fosse in grado di compiere miracoli, ma Castiel sapeva che nemmeno Bobby era in grado di restituirgli la grazia, liberarlo dalla pesantezza del suo involucro o ravvivare ancora una volta le sue ali morte.
“Dannazione, Cass!” Dean grido, facendo sussultare Castiel per il suo improvviso scatto di rabbia. “Mi hai spaventato a morte. Quando Bobby mi ha raccontato quello che è successo, ho pensato…”.
“Mi dispiace”, disse Castiel, avvertendo uno sgradevole senso di colpa in mezzo all’insensibile disperazione.
“No”, fu l’immediata risposta di Dean, la sua voce notevolmente più calma e contrita. “Non scusarti. Non è colpa tua. Probabilmente hai avuto l’equivalente angelico del PTSD o qualcosa del genere”.
Castiel socchiuse gli occhi, accigliandosi. “PTSD?”.
“Disordini da stress post traumatico. Lisa sostiene che questo sia il motivo per cui ho tanti incubi e sono nervoso. Vuole che veda uno strizzacervelli, ma non è come se potessi dirgli qualcosa. Dico una sola parola di quello che mi è successo e mi portano al manicomio. Non c’è modo che io torni lì”.
“Allora che cosa devo fare?” chiese Castiel, incapace di trattenere parte della sua disperazione.
“Non lo so”, Dean gli rispose con calma. “Vorrei avere tutte le risposte, ma non posso. Ti prego, dimmi che non farai nulla di simile ancora una volta”.
“Dean, io…” Castiel voleva davvero fargli quella promessa, ma era come se non avesse il controllo sulle emozioni che stavano influenzando le sue azioni di recente.
“Non posso perdere anche te, non ora”, lo supplicò l’altro.
“Cercherò di non farlo”, rispose Castiel, perché questo era il meglio che poteva fare.
“Grazie. Supererai tutto questo”, insisté Dean con un ottimismo forzato. “Andrà tutto bene. Per entrambi. Dopotutto, siamo sopravvissuti all’apocalisse. Questo dovrebbe essere un pezzo di torta”.
Anche se restava in silenzio, Castiel non ne era così sicuro. In qualche modo, le cose erano state molto più facili da affrontare quando avevano trascorso la maggior parte del loro tempo a preoccuparsi per la fine del mondo.
view post Posted: 1/4/2013, 20:30 Amid Adversity - Archivio
CITAZIONE
non mi dire che si vedono?!?!waa non vedo l'ora che la doppino!!!*w*

*cof cof*

Io non ho detto niente U.U
view post Posted: 1/4/2013, 20:03 Amid Adversity - Archivio
Figurati! Anzi, mi rendi il lavoro molto più facile se mi dai alcuni consigli xD In effetti mi avevano già detto che avrei dovuto correggerla, ma un po' per mancanza di tempo, un po' per pigrizia non l'ho mai fatto.
A quanto pare ho sbagliato un sacco i tempi verbali, mannaggia. Il problema è che leggendo quasi esclusivamente fanfiction nel fandom inglese, sto dimenticando come scrivere in italiano xD
Devo rimediare, non appena ho un po' di tempo, sì sì U.U

CITAZIONE
CITAZIONE
“Che aspetto hanno?”
“Non lo vuoi sapere,” fu la risposta di Castiel.

ma una risposta del genere fa diventare ancora più curiosi...almeno me si >.<

Da quello che ho capito leggendo la tua presentazione, non hai ancora visto l'ottava stagione, vero? :shifty:
view post Posted: 27/3/2013, 20:07 Not All That - Archivio
Mi hai decisamente tirato su il morale!

Allora, vediamo... Gabriel è terribile come sempre, ma alla fine non gli si può dare torto per visto come è finita la serata per Sam xD
E poi ci sono Dean e Castiel, ma Castiel è il massimo, è così adorabile che ho voglia di strapazzarmelo di coccole! *O* I personaggi sfiorano un po' l'OC, ma dato il contesto e data la fascia di età non mi lamento troppo e poi la storia è troppo carina! Aspetto con ansia il seguito e grazie mille per continuare a tradurre questa piccola chicca!
view post Posted: 8/3/2013, 19:30 Practically Human - Archivio
CITAZIONE (LaTuM @ 8/3/2013, 00:21) 
Eh, povero Cas... è dura la vita quando si è più un angelo eh?
Tieni duro, dai!
Vabbè, delirio a parte. Capitolo intenso, ultimamente rpovo le stesse emozioni di un cucchiano da the (cit.), quindi fatico a empatizzare i personaggi (non so se hai letto Twist and Shout ma a quanto pare tutti sono disperati dopo gli ultimi capitoli... ecco, a me non hanno fatto né caldo né freddo XD)
Comunque, la traduzione è ben fatta, i capitoli sono brevi e impostai in modo tale in cui i voli pidarici siano un po' limitati e non si può tirar fuori tutto il proprio talento di traduttrice, ma comunque è un ottimo esercizio e anche per questo vanno gestiti forse anche meglio dei capitoli chilometrici.

Una cosa sul cafferuccio... quando intendi regioni dle nord intendi nord Italia, vero?! Comunque, non so tu dove viva, ma al caso a Milano - o per lo meno, i milanesi che frequento io da che sono nata XD - prefericono usare cafferino. Però parlo da milanese, non so altre regioni XD

Twist and Shout mi sembra di averla iniziata, ma non l'ho finita xD Mi dispiace per il brutto momento, però =(
Comunque grazie per la bella recensione e riguardo al ceffettuccio/cafferino, sì, mi davano anche questa seconda traduzione, però mi piaceva più l'altra xD
view post Posted: 6/3/2013, 20:32 Practically Human - Archivio

Capitolo XI




Quando Bobby si svegliò quella mattina, spostò il suo corpo dal letto alla sedia con una facilità tanto pratica da appesantirgli il cuore. Direttosi in cucina, i suoi occhi furono immediatamente attratti dal suo attuale, e molto probabilmente permanente, coinquilino che stava di fronte al bancone della cucina con la schiena rivolta a lui, indossando ancora la T-shirt blu e i pantaloni grigi della tuta con cui aveva dormito. L’ex angelo sembrava stranamente calmo e silenzioso, ma Bobby era abituato ai suoi comportamenti strani.
“Ehi, piume. Non hai ancora fatto il caffè?” chiese il vecchio cacciatore, contento che, nonostante il grande deficit nella sua conoscenza, Castiel fosse uno studente veloce e ormai se la cavava abbastanza bene nel fare un caffettuccio.*
Castiel non rispose.
“Cass?” Avvicinandosi, Bobby notò un coltello tenuto liberamente nella mano destra. “Non stai di nuovo sperimentando cibi diversi, vero?” chiese con un gemito, memore dei disastri culinari che si erano verificati quando Castiel aveva cercato di essere inventivo nella sua cucina. “Io davvero non posso prendere un altro…”
Poi notò il sangue scintillare sulla lama.
“Ma che diavolo?”.
Portandosi avanti con una forte spinta, Bobby afferrò Castiel e lo voltò verso di lui. La fonte del sangue fu immediatamente evidente. Una mezza dozzina di tagli profondi solcava il petto di Castiel con un disegno tanto disordinato da lasciare il davanti della camicia a brandelli e macchiato di un rosso scuro. L’ex angelo si guardò intensamente il petto massacrato e socchiuse gli occhi in confusione.
“Non funziona”, disse semplicemente. Strinse forte i denti, ma a quanto pare più per la frustrazione che per il dolore.
“Cosa…?”.
Castiel ignorò Bobby, del tutto concentrato sulla vista che gli stava davanti. Strinse la presa sul coltello, inclinandolo contro il proprio sterno. “Perché non funziona?”.
“Cass…” Bobby parlò lentamente e con calma, smentendo l’allarme che gli faceva battere forte il cuore. “Non so di cosa tu stia parlando, ma devi mettere giù il coltello”.
Senza alcun segno di averlo sentito, Castiel, invece, portò il coltello sulla propria pelle, lasciando un altro lungo squarcio e facendo colare più sangue dal petto.
“Smettila!” urlò Bobby, afferrando il braccio di Castiel nel tentativo di fargli cadere il coltello o, per lo meno, tenerlo lontano dal suo corpo già ferito. “Fermo!”.
“No, devo liberarmi!” Castiel lottò, ma Bobby si rifiutò di abbandonare la presa.
Poi avvenne l’inevitabile, come Bobby cadde dalla sedia a rotelle e portò Castiel a terra con lui. La caduta fece perdere all’angelo la presa sul coltello, che scivolò sul pavimento fino a un angolo lontano della cucina.
“No, quella era la mia via d’uscita!”
Castiel cercò di raggiungere il coltello, ma Bobby lo afferrò da dietro. Impossibilitato a ottenere un buon appoggio senza l’uso delle gambe, il cacciatore si sentì trascinato in avanti, ma non mollò la presa.
“Smettila, maledizione! Ti ucciderai!”.
Per un momento, era come se Castiel fosse sul punto di calmarsi, abbandonando i suoi sforzi di recuperare il coltello, ma poi iniziò a graffiarsi il petto con le dita, spalmando il sangue che fuoriusciva dalle ferite aperte. “Fatemi uscire! Fatemi uscire! Ho bisogno di uscire!”.
“No, Cass. Non morirai per questo”, implorò Bobby furioso, la sua presa inflessibile nel tenere lontane le braccia di Castiel in modo che non si facesse più del male.
Alla fine, i movimenti dell’ex angelo rallentarono, o perché avesse finalmente ascoltato le parole di Bobby o in seguito alla semplice stanchezza e la perdita di sangue. Giaceva lì, appoggiato a Bobby e respirando a fatica.
“Per favore”, disse, la voce un sussurro rauco, mentre guardava Bobby con occhi grandi e lucidi. “Non posso uscire. Sono intrappolato, intrappolato in una prigione di carne in decomposizione e le mie ali non funzionano più. Voglio solo essere libero. Ti prego, fammi uscire”.
Scuotendo la testa, Bobby distolse lo sguardo, non più in grado di guardare la preghiera negli occhi di Castiel. “Mi dispiace”.
“Per favore”.
Le lacrime caddero insieme ai singhiozzi e Bobby avvolse le braccia attorno alla forma tremante dell’angelo, lasciando che si sfogasse. Strofinandogli la schiena e offrendogli inutili luoghi comuni, il vecchio cacciatore alzò gli occhi al soffitto e pregò il cielo che a Dio, nel quale Castiel aveva riposto tanta fede, potesse importare qualcosa.


* * *




Dean si passò una mano tra i capelli corti ed emise un lungo e tremante sospiro. “Allora, starà bene?”.
“Fisicamente sì”, rispose Bobby dal suo cellulare. “Ci sono voluti un paio di dozzine di punti di sutura, ma l’ho rattoppato. Per fortuna, non ha perso troppo sangue”.
“E mentalmente?” chiese Dean, poco certo di voler conoscere la risposta. Si voltò a guardare dentro casa e catturò l’attenzione di Lisa attraverso la finestra. Lei lo guardò interrogativa, ma lui scosse la testa e continuò a camminare nel cortile.
“Non sono uno strizzacervelli, Dean”. Bobby sospirò. “Gli ho dato alcuni sonniferi. Spero non sia in uno stato psicotico quando si sveglia, ma è solo una soluzione temporanea”.
Con gli occhi chiusi, Dean si passò di nuovo una mano sulla fronte. “Dobbiamo fare qualcosa”.
“Hai qualche idea?”.
“Bobby, tu non hai visto quello che ho visto io nel futuro. Non posso permettergli di diventare un drogato incasinato”. L’immagine di un uomo spezzato con gli spenti e il sorriso maniacale lo aveva tormentato fin da quando Bobby gli aveva raccontato quello che era successo. Aveva pensato che fermare l’apocalisse avrebbe impedito al futuro di verificarsi. Ora non ne era così sicuro.
“Non so se c’è qualcosa che possiamo fare”.
Dean avrebbe schiacciato il telefono in mano se avesse potuto. “Non osare dire una cosa simile!”.
Bobby non è mai stato il tipo da indietreggiare di fronte alla rabbia di qualcuno. “Dean, conosciamo gli angeli da quasi due anni” disse, la voce ferma proprio come prima, “ma cosa sappiamo veramente di loro?”
“Oltre al fatto che la maggior parte di loro sono dei coglioni arroganti? Non molto” ammise Dean.
“Esatto” concordò Bobby. “Più della metà delle tradizioni che abbiamo su di loro è una schifezza. Non sappiamo come funzionano. Castiel potrebbe sembrare umano, ma non lo è. Può darsi soltanto che gli angeli non possono far fronte con l’essere intrappolati in un corpo umano”.
“Anna ci è riuscita abbastanza bene” disse Dean, cercando di ricordare la donna giovane e forte con cui aveva fatto l’amore e non l’angelo psicotico che aveva tentato di uccidere lui e i suoi genitori.
“Ma in realtà non ricordava di essere un angelo e quando l’ha fatto, aveva un paio di decenni di buoni ricordi umani ad aiutarla”.
Dean si voltò di nuovo a guardare dentro casa. Lisa gli dava le spalle e stava parlando con Ben, seduto sul divano a mangiare uno spuntino. “Bobby, devo passare? Voglio dire…”
“Onestamente, non credo ci sia molto che tu possa fare” rispose Bobby stancamente. “Legarlo fisicamente non può fargli bene nel suo stato. Il ragazzo non è suicida, solo un po’ fuori di testa. Inoltre, che dire di quel lavoro che avresti dovuto iniziare domani?”.
“Lo so”. Avrebbe dovuto partire subito, ma questo era il problema. Aveva finalmente ottenuto quello stupido lavoro che aveva reso Lisa tanto felice e ciò significava che avrebbe finalmente mantenuto la promessa di vivere una tipica vita americana ed era stato così ansioso di raccontare tutto a Cass. Non era più importante il suo amico? “Ma io…” cominciò.
“Mi prenderò cura di lui” lo fermò Bobby con tono comprensivo. “Te lo prometto”.
“Okay. Okay” accettò Dean con riluttanza. “Ma se accade di nuovo una cosa del genere…”.
“Allora te lo farò sapere e potrai correre in soccorso”.
Dean si morse il labbro e scosse la testa, frustrato e arrabbiato, ma incerto con chi. “Grazie, Bobby” disse con voce piena di stanchezza.
“Non c’è di che. Potrebbe essere un idiota di un angelo, ma è il nostro idiota”.



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*In originale è "cup of joe" e non esiste un corrispettivo italiano. E' un modo di dire inglese e ho fatto qualche ricerca e letto alcune possibili traduzioni. A dire il vero non ho mai sentito il termine "caffettuccio", ma da quanto ho letto in alcune regioni del nord si usa abbastanza. Quindi, non so se è proprio esatto, ma è la traduzione più verosimile che sono riuscita a trovare =)
view post Posted: 3/3/2013, 20:22 Not All That - Archivio
CITAZIONE
Lo so che non è molto polically correct, però sono con l'acqua alla gola e ho millemila cose da fare (tra cui delle traduzioni TITANICHE per l'università, alluciante, sul serio!)

Il capitolo è aggiornato ma trasferirlo per intero qua sul forum con tutti i codici mi porta via un sacco di tempo, ecco vi lascio nudo e crudo la pagina HTML del capitolo direttamente dal mio archivio.

E' esattamente quello che che pubblico sempre ma senza trasferirlo da una parte all'altra =)

NOT ALL THAT - Capitolo 7 - Te l'avevo detto

Nessun problema! Però, quando hai un po' più di tempo, potresti modificare il post e postare il capitolo nel solito modo? Giusto per mantenere un certo ordine, ecco =) Comunque non ti preoccupare, puoi farlo benissimo quando sarai sana e salva sulla terra ferma xD

Passando al capitolo, è meraviglioso! Mi è piaciuto troppo il continuo cercarsi di Dean e Cass e soprattutto Cass che fa l'emo e si rifugia in solitudine. In fondo, sono un po' come lui xD La parte finale, poi, è tanto tenera da farmi sciogliere e voglio assolutamente vedere Castiel in bretelle XD Per quanto riguarda Lisa, l'ho odiata profondamente, a dire il vero, ma per fortuna Balthazar ha salvato Dean dall'intera situazione! E poi c'è Gabriel! Lo adoro troppo, soprattutto all'inizio quando afferma che urlare nell'orecchio di Dean è molto più divertente che farlo a telefono XD E poi sbuca così dal nulla solo per farsi portare a casa in macchina? Da dove è sbucato, poi? E' tutto pazzo lui xD Ripeto, bellissimo capitolo! Non vedo l'ora di leggere il prossimo! Complimentissimi =)

PS: Invece di risponderti ho modificato il tuo messaggio! Comunque ora ho rimesso tutto a posto, credo xD
view post Posted: 8/2/2013, 13:39 Not All That - Archivio
Questo capitolo mi è piaciuto davvero tanto! Prima di tutto tutta la scena in classe con gli scaffali; a parte l'imbarazzo di Cass, le frasi ambigue e la "stronzaggine" tanto amata di Gabriel, ho adorato in particolar modo il momento in cui forano il legno e praticamente il corpo di Dean è appiccicato a quello di Cass. Detta così non sembra, ma la scena intera e i pensieri di Castiel a riguardo hanno reso il momento estremamente dolce! Poi c'è Cass in officina! Mi ha strappato un bel sorriso il commento di Cass riguardo la sporcizia di Dean, sincerità e ingenuità che sono molto in linea con il personaggio! Sì, è stato proprio un bel capitolo e davvero complimentissimi per la traduzione! E per il prossimo cap non ti preoccupare. Puoi prenderti tutto il tempo di cui hai bisogno; prma fai gli esami prima ti togli il dente, per così dire xD
view post Posted: 8/2/2013, 13:10 How to Get There - Archivio
CITAZIONE (LaTuM @ 7/2/2013, 21:56) 
Non c'è storia, Baby è sempre e comunque la migliore e io non potrei non apprezzare una breve storia di questo tipo tutta incentrata sulle sensazioni e i sentimenti che un'automobile può trasmettere. Adoro la mia auto e capisco perfettamente le sensazioni di Dean, di Sam (anche se non ovviamente la questione auto-casa, per fortuna la casa ce l'ho).
Però è stato bello sia vedere Dean capire perché in fondo anche l'auto di Sam non è male, sia Sam capire che alla fine la sua vera casa è il sedile del passeggero di Baby.
Bella, bella =)
Complimenti per la traduzione :3

PS: gas, nei paesi anglossassoni ma specialmente negli USA è inteso come carburante in generale più che come gas vero e proprio. Va bene la forma senza dovers fermare per fare rifornimento. Anche fare il pieno andrebbe bene, è un'espressione più usata ma cambia un po' il senso... vedi tu quale secondo il tuo approccio alla traduzione è meglio =)

Aww, anche io voglio la macchina! Però mi devo prima prendere la patente xD Scherzi a parte, ti ringrazio moltissimo per i complimenti e soprattutto per la dritta! E' utile e interessante sapere certe cose e provvedo subito a correggere il testo. Grazie ancora! =)
view post Posted: 7/2/2013, 16:04 How to Get There - Archivio
Titolo: How to Get There
Traduttore: °°°bacinaru°°°
Autore: Daylight
Link originale: Qui
Personaggi: Sam, Dean.
Rating: Verde
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Note: Ambientata all'inizio della sesta stagione.Qui il permesso dell'autrice =)
Riassunto: A Sam piace davvero la sua auto. A Dean no.














I.

A Dean non piace l’auto di Sam.
Non sembra giusta. E’ troppo elegante, troppo nera. La mancanza di dettagli cromatici la fa apparire fredda come un’ombra informe, una disgustosa macchia sul paesaggio.
Suona anche sbagliata. Oltre agli innumerevoli segnali acustici e squilli da un carico eccessivo di gadget troppo complicati, le porte mancano dell’abbondante stridio dei cardini vecchi e il motore fa le fusa, invece dei ruggiti a tono che suonano sempre un po’ stonati.
Si sente anche sbagliata. La forma del sedile del passeggero è scomoda contro la schiena. Le vibrazioni del motore, di norma confortanti, sono quasi inesistenti. Il movimento delle ruote sul marciapiede è troppo liscio e la forza dello sterzo troppo controllata.
Nemmeno l’odore è giusto. Indugia ancora un vago sentore di “auto nuova”. Eppure, un odore più forte sta cominciando a dominarlo.
Un odore che gli ricorda Sam.
E Dean pensa che forse, solo forse, la macchina non sia poi così male, dopotutto.



II.

A Sam piace davvero la sua auto.
Innanzitutto perché, come troppe poche cose nella sua vita, è veramente sua. L’ha scelta lui stesso. Ha scelto tutti i dettagli e l’ha personalizzata secondo le proprie esigenze. Il colore e lo stile potrebbero ricordare un’altra macchina in particolare, ma nessuno ha commentato ancora.
Inoltre, a differenza della maggior parte delle cose nella sua vita, non è di seconda mano o a buon mercato, un buon affare trito e ritrito preso a un negozio di seconda mano da qualche parte.
E’ potente, ma ne ha il controllo. Richiede una bassa manutenzione e può camminare per chilometri e chilometri, senza doversi fermare per fare rifornimento. E’ ottima per il suo lavoro, così che possa svolgere quest’ultimo in modo rapido ed efficiente.
Tuttavia, quando vede di nuovo l’Impala per la prima volta, quando si siede sul sedile del passeggero accanto al fratello, sente apparire una crepa sulle mura che aveva eretto attorno alla sua anima quando era caduto nella Fossa, e per la prima volta da quando è tornato, si sente come se non fosse più all’Inferno.
Si sente come se fosse finalmente a casa.

Edited by °°°bacinaru°°° - 8/2/2013, 13:11
view post Posted: 7/2/2013, 15:52 Practically Human - Archivio
CITAZIONE (LaTuM @ 6/2/2013, 23:15) 
Cas umano appollaiato sul letto che guarda nostalgico un'aquila e ancora porta le cicatrici del sigillo enochiano che è inciso sul petto.
Oh, povero cucciolo Cas!
Credo di aver già letto questa storia in inglese, perché nella mia memoria a lungo termine stanno riaffiorando dei ricordi di una possibile evoluzione della trama, ma sicocme sono troppo stanca per vedere se era lei o meno, mi godrò con calma la tua traduzione.
Questo capitolo a livello di traduzione l'ho trovato pià preciso degli altri, non ho riscontrato particolari somiglianze con la struttura inglese e ciò è sempr eun poacere.
Brava carissima!

Awww, grazie! In effetti, sto cercando di "distaccarmi" un po' dalla traduzione letterale, preferendo concentrarmi più sul senso della frase in modo da darle comunque una buona struttura in italiano. Sono contenta che la traduzione di questo capitolo risulti più precisa rispetto alle altre, significa che sto migliorando! Grazie ancora, sei stat gentilissima! :wub:
view post Posted: 6/2/2013, 15:21 Practically Human - Archivio

Capitolo X



“Cosa diavolo pensi di fare?”
Castiel si prese un momento per osservare come Bobby appariva piuttosto piccolo dal suo attuale punto di vista. Il cacciatore si era spostato a una decina di metri circa lontano da casa per avere una vista migliore e Castiel poteva solo intravedere l’occhiataccia che gli stava lanciando.
“Ammiro la vista”, disse, spostandosi con attenzione sul tetto in una posizione più comoda e tornando a guardare la terra e il cielo che si stendevano di fronte a lui.
“Sei fuori di testa, tu idiota cervello di gallina?”
“La tua casa è piccola e limitante. Avevo bisogno di uscire”, rispose Castiel nel tentativo di dare voce all’inquietudine che lo aveva portato a strisciare fuori dalla finestra del bagno al piano superiore e salire sul punto più alto del tetto. Si strofinò i muscoli tesi del collo e si grattò distrattamente il petto.
Con le mani serrate sulle ruote della sedia, Bobby gridò di rimando: “Di solito, quando qualcuno vuole uscire, va a farsi un giro. Non cerca di rompersi il collo!”.
“Non ho alcuna intenzione di rompermi il collo”.
“Cosa che potrebbe essere mille volte più facile da fare senza il whisky!”.
Castiel guardò la bottiglia in precario equilibrio sul tetto accanto a lui, una di quelle che prima aveva preso dall’abbondante scorta di liquori del cacciatore. Si era quasi dimenticato che fosse lì, anche se non del tutto dato che era ormai piena solo per metà e lui era sicuro che fosse stata intera quando aveva iniziato la sua scalata.
Bobby parlò di nuovo, iniziando a preoccuparsi. “Se vuoi bere, almeno sii ragionevole e fallo dentro”.
“No”, rispose Castiel, bevendo un sorso di whisky per dimostrare il suo disaccordo.
“Idiota, non hai più le ali. Se cadi, non puoi volare. Scendi!”.
Castiel deglutì pesantemente e mise giù la bottiglia. “Perché non ti alzi da quella sedia, sali qui e mi fai scendere?”.
Bobby lo guardò in cagnesco da sotto la tesa del berretto. Le sue labbra erano tirate in una linea sottile, la mascella stretta. “Va bene. Rimani lì, ma se sei ancora vivo dopo aver toccato il suolo, puoi chiamarti l’ambulanza da solo!”.
Non preoccupandosi di guardarlo mentre se ne andava, Castiel volse gli occhi alla linea dell’orizzonte.
Il grido di un’aquila squarciò l’aria all’improvviso e lui alzò lo sguardo per vederla piombare su di lui e catturare il vento ad ali spiegate. Cercò di prendere il whisky, ma nel farlo lo fece cadere. La bottiglia rotolò giù per il tetto e cadde oltre il bordo, fracassandosi contro la terra sottostante, dove si era formata una pozza scura piena di frammenti di vetro.



*******





“Stai bene?”, chiese Dean. “Sembri un po’…”.
“Sto bene”, disse Castiel laconicamente. L’effetto del whisky che aveva bevuto prima era scomparso e lui iniziava a sentire una leggera sbornia. Nonostante le convinzioni di Bobby, non si era rotto l’osso del collo ed era riuscito a scendere dal tetto con solo pochi passi falsi.
“Va bene. Va bene”, rispose l’ex cacciatore. “Lisa e io abbiamo parlato un po’ ieri”.
“Sì”.
“A dire il vero, è stato un discorso un po’ lungo. Sai come sono le donne”.
“No”. La sua prima incursione nel mondo della donna umana e del sesso si era dimostrata abbastanza disastrosa e lui non era interessato a riprovare in futuro. Suppose che avrebbe dovuto. Dean pareva trovare in loro una distrazione, ma Castiel sembrava incapace di richiamare l’entusiasmo per questo cose al momento.
“Oh, giusto. Immagino di no”. Dean si schiarì la gola e spostò la conversazione in una direzione diversa. “Be’, alla fine ho deciso di trovarmi un lavoro. Visto che devo vivere questa vita tipicamente americana, suppongo che ho bisogno di iniziare a vivere”.
“Questo è vero”.
“Sto pensando di fare il meccanico o qualcosa del genere. Lisa pensa che potrei fare qualcosa di più, ma non è che abbia molte qualifiche”. Dean si lasciò sfuggire un lungo sospiro. “Non so come finiranno le cose tra me e lei. Potrei essermi gettato nella sua vita un po’ troppo veloce. Ho tipo bisogno di vedere come vanno le cose”.
“Capisco”.
Ci fu una pausa e poi Dean chiese: “Sei sicuro di stare bene? Voglio dire, non sei mai stato un grande chiacchierone, ma stasera sei praticamente monosillabico”.
“Sono… sono solo stanco”, rispose Castiel, sebbene la parola sembrasse inadeguata per esprimere come si sentiva davvero.
“Va bene…” disse Dean con tono perplesso. “Mi sa che ci sentiamo domani, allora”.
“Va bene”.
Chiusa la telefonata, Castiel posò il telefono sul comodino accanto a lui. Fissò il soffitto, ma solo per un momento prima di alzarsi e dirigersi verso la finestra a est della stanza. La vista delle stelle al di là del vetro macchiato allievò l’oppressione delle mura che lo circondavano, ma fece ben poco per facilitare la pressione della carne che lo teneva rinchiuso. Si passò le unghia sulle braccia nude, prima di spostarle sul suo sterno, le sottili e bianche cicatrici dei sigilli spiccavano crudamente contro la pelle arrossata.
view post Posted: 26/1/2013, 16:17 Practically Human - Archivio
CITAZIONE (LaTuM @ 24/1/2013, 23:54) 
Oh! Finalmente sono riuscita a leggermi questa fanfiction tradotta, cosa che era sulla mia to read list da tempo immemore!
Comunque!
E' indubbiamente una storia molto carina, i capitoli sono brevi ma comunque pieni e l'aspetto che maggiormente mi piace è il modo in cui l'autrice dedica ogni capitolo a una nuova scoperta del mondo degli esseri umani da un Castiel non più angelo che deve cercare di vivere come un qualunque essere umano. E le telefonate con Dean a fine giornata per ''raccontargli'' cosa ha fatto e quali sono stati i suoi progressi da angelo caduto sono veramente carini anche se pure un po' tristi perché c'è una malinconia sottostante... in fondo casa di Lisa non è il posto di Dean.
La traduzione è ben fatta, scorrevole e piacevole... forse ci sono un paio di forme che portano ancora una lieve traccia d'inglese che emerge, ma sono cose che nota una (preparati a ridere) esperta del mestiere XD
Ti posso assicurare che il lavoro è davvero buono!
Complimenti per la traduzione e la scelta della storia, mi sta piacendo molto =)

Grazie! Mi fa così piacere ricevere un parere da chi se la intende! Sì, infatti temevo che qualcosa dall'inglese potesse essere rimasto, anche perchè alcune espressioni sono difficili da riportare e io tendo ad essere letterale xD Però spero di migliorare! E grazie ancora per il bellissimo giudizio! ^_^
view post Posted: 24/1/2013, 18:36 Hold Me - Archivio
E' carinissima! Forse un po' OOC sì, non sono abituata a vedere Dean e Cass così aperti riguardo i loro sentimenti, anche se poi Dean fa tante moine per una cosa così sciocca, ma è comunque carinissima e molto dolce! Grazie per la bellissima traduzione! ^_^
46 replies since 14/8/2008