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bacinaru
view post Posted on 29/8/2012, 12:21 by: bacinaru
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Capitolo II




Castiel si svegliò la mattina dopo con un mal di testa e un ronzio nelle orecchie. Ignorando entrambi, si alzò dal letto e confuso si vestì con alcuni vestiti assortiti a sua disposizione. Quando ebbe finito, si trovò a indossare un paio di jeans di Dean, una T-shirt marrone di Bobby e una camicia a righe che doveva appartenere a Sam. Si fermò un momento, poi tolse la camicia a righe e ne indossò un’altra, perché secondo il ragionamento di Dean la prima era comunque troppo grande per lui.
Quando mise le vecchie scarpe di cuoio di Jimmy, Castiel si sentì grato verso l’infermiera sorridente con i capelli castani scuro e gli occhi dello stesso colore, che gli aveva insegnato come legarle. La convinzione del personale ospedaliero che aveva subito danni celebrali durante l’incidente si era dimostrata molto utile. E lo aveva salvato dal dover creare uno di quei complicati intrecci di bugie che gli esseri umani richiedevano per tirare avanti. In segno di gratitudine, aveva informato l’infermiera che la sua ragazza non sarebbe rimasta in Italia per sempre e sarebbe tornata presto. La donna era rimasta scioccata per un momento, poi si era messa a ridere delle cose incredibili che le persone comatose potrebbero captare. Castiel non si era preoccupato di correggerla.
Al piano di sotto, Castiel trovò Bobby svenuto, a russare sulla sua sedia con una bottiglia di liquore vuota accanto a lui. L’ex angelo lo lasciò stare e proseguì in cucina.
Sentendo l’ormai familiare sensazione di fame creare spiacevoli fermenti nel suo stomaco, aprì la dispensa e fissò smarrito il contenuto. Guardò loro più volte con attenzione prima di scegliere alcune cose e metterle sul banco. Per un po’, il suo sguardo si spostò dall’uno all’altro e alla cucina, mentre cercava di ricordare tutto quello che aveva osservato su come cucinare. Era una di quelle cose che cambiano continuamente nel tempo e differiscono altrettanto tra i continenti. Non aveva mai avuto l’opportunità di provare e i Winchester avevano sempre preferito acquistare cibo già cotto.
Dopo un po’, fece un sospiro e si voltò, invece, verso la vecchia e malconcia caffettiera. Il caffè era qualcosa che lui conosceva. Aveva provato il caffè prima ancora di avere un boccone di cibo. Dean iniziava sempre la sua giornata con il caffè. Fissò intensamente la macchina prima di farsi avanti con attenzione.
“Non toccare niente.”
La voce di Bobby fece trasalire Castiel e gli provocò un’opprimente scarica di adrenalina. Si voltò per guardare di traverso il vecchio cacciatore che si stava spingendo in fretta in cucina, apparentemente per salvare la macchina del caffè.
“Non toccare niente,” ripeté, costringendo Castiel ad allontanarsi dal bancone per evitare di essere travolto dalle ruote di Bobby. “Probabilmente faresti finire la casa in fiamme o qualcosa del genere.”
“Stavo per fare il caffè.”
“Sai nemmeno come si fa?”
Sollevando il mento, l’ex angelo guardò giù verso di lui. “Ho osservato Dean fare il caffè.”
“Dean fa un caffè di merda.” Gli occhi di Bobby caddero sugli oggetti che Castiel aveva tolto dalla dispensa nella speranza di creare un pasto. “E questo cos’è?”
“Cibo. Avevo fame.”
Bobby alzò le sopracciglia. “Davvero? Stai pensando di fare spaghetti con pesche in scatola e polvere di curry per colazione?”
“E’ un problema?” Chiese Castiel, socchiudendo gli occhi in confusione, certo che tutti gli elementi erano commestibili.
Bobby fece rotolare gli occhi verso il soffitto. “Ecco, guarda me.” Cominciò ad impostare la macchina del caffè. “Prima ti mostrerò il modo corretto di fare il caffè, poi possiamo iniziare con uova e pancetta.”

* * *



“Bobby ti ha insegnato a cucinare?” Esclamò Dean, un suono che era per metà una risata, per metà uno sbuffo che veniva dal telefono. “Avrei voluto vedere questo.”
“E’ stata un’esperienza interessante,” Castiel rispose, sorpreso dal cambiamento dell’atteggiamento di Dean dalla notte precedente. Verso sera, aveva sentito il bisogno di chiamare ancora una volta e Dean sembrava davvero contento di sentirlo. E’ stato uno strano contrasto con la chiamata precedente, ma l’angelo non aveva mai capito la rapida mutevolezza delle emozioni umane.
“Qualcosa di buono?”
“I risultati sono stati appetitosi, ma ho trovato l’intero processo lento e uno spreco di tempo.” Lento sembrava un eufemismo. Bobby aveva insistito a preparare il peperoncino per pranzo e dopo che tutti gli ingredienti erano stati messi nella pentola, Bobby era andato fuori a fare qualcos’altro mentre Castiel, con niente da fare, aveva guardato per quella che era sembrata un’eternità come il contenuto della pentola si era mescolato e ammorbidito.
“Almeno, hai mangiato qualcosa di decente,” Dean brontolò. “Dovresti vedere la roba che Lisa tiene nel suo frigorifero. Non riesco nemmeno a identificare metà della merda che c’è là dentro. Che diavolo è lo yogurt probiotico o l’olio di semi di lino? Grazie a Dio, continua a tenere in giro un po’ di cibo vero per Ben, altrimenti morirei di fame.”
Castiel aggrottò la fronte, volendo che stessero parlando di persona. Quello scambio di parole vuote lasciava molto a desiderare. “Non ti piace?”
“Cosa? No.” Dean subito protestò. “Voglio dire, certo che mi piace. Il posto è praticamente un palazzo rispetto a quello a cui sono abituato. Tutto è così nuovo e pulito, ho paura che sto per rovinare qualcosa.”
“Allora è una buona casa?”
“E’ una casa fantastica,” rispose Dean sebbene l’entusiasmo sembrava forzato. “E io sono fortunato che Lisa mi abbia permesso di restare. Mi sono tipo presentato di punto in bianco e sono riuscito a spaventarla del tutto per la seconda volta. Non potevo proprio dirle ogni cosa, sai…”
“Capisco,” disse Castiel, perché per una volta ci riusciva.
“Ben pensa che sia fantastico avermi intorno. Lisa… non sono sicuro. Credo che stia ancora cercando di abituarsi all’idea. Un paio di amici suoi si sono presentati oggi. Uno pensava fossi qui per sistemare l’impianto idraulico. L’altro pensava fossi qui per derubare il posto.”
“Ma hai intenzione di rimanere?”
“Sì, be’…” Dean esitò e ci fu un momento di silenzio in cui Castiel ascoltò il debole suono del respiro di Dean. “Questo è quello che ho sempre sognato. Questo è ciò che ho promesso… Quindi, sì. Ho solo bisogno di capire come adattarmi.”
 
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