Hold Me, di totalizzyness (conclusa)

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LaTuM
view post Posted on 24/1/2013, 17:07




Titolo: Hold Me
Autore: totalizzyness
Originale:
qui
Traduttrice: LaTuM
Capitoli: capitolo unico
Stato: conclusa
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, Castiel
Pairing: Dean/Castiel
Rating: NC17
Genere: Commedia, Romantico
Avvisi: a tratti OOC (secondo me, ndT)
Conteggio parole: originale 4.279 // 4.733 traduzione
Riassunto: Dean odia le coccole più di qualsiasi altra cosa al mondo... peccato che non sia vero.


Disclaimer: Supernatural è della CW. La storia invece appartiene a totalizzyness. L'originale potete trovarla qui.



Hold Me





Dean borbottò qualcosa con fare soddisfatto portandosi le braccia dietro la testa e stiracchiandosi le gambe con un sorriso impertinente dipinto sul viso. Sorriso che però svanì alcuni istanti dopo, non appena Castiel si allontanò da lui iniziando a recuperare i vestiti che erano stati sparsi sul pavimento. L'uomo s'issò sui gomiti prima di rivolgere uno sguardo perplesso in direzione dell'altro.

“Cas?”

“Devo andare, Dean. Ci sono dei compiti da portare a termine. Inoltre lo so che non ti piace che ti guardi mentre virgolette-dormi-virgolette”

“Oh... Beh, sì... bene.”

Castiel si mise malamente la cravatta prima di chinarsi in direzione di Dean e baciarlo delicatamente sulla fronte.

“Sarò di ritorno domani mattina.”

“Ok...”

“Buonanotte, Dean.”

Castiel sparì che ancora mezzo svestito lasciando Dean tanto abbattuto tanto quanto era stato su di giri solo cinque minuti prima. L'uomo cercò d'ignorare quella sensazione di disagio, temendo che si fosse lasciato andare avrebbe corso il rischio di trasformarsi in una donnicciola; così si raggomitolò sul letto, occupando il posto che Castiel aveva lasciato vuoto e, serrando gli occhi, inspirò il suo profumo, l'odore della sua pelle e la sua essenza.



La mattina dopo Dean andò a bussare furiosamente alla porta della camera di Sam finché il fratello non venne ad aprirgli.

“Cavoli Dean, datti una calmata! Si può sapere che ti prende?!”

Dean alzò le spalle.

“Niente. Dai, andiamo che ho fame!”

“Dammi solo un attimo...”

Sam sparì un attimo nella sua stanza per recuperare alcune cose prima di raggiungere nuovamente il fratello.



I due avevano appena ricevuto i loro caffè quando Castiel entrò a passo spedito nella tavola calda dove si trovavano (visto che gli avevano stato detto che materializzarsi così all'improvviso in mezzo alla gente comune non era consigliabile). Dean sorrise timidamente, sporgendosi appena verso l'altro per dargli un lieve bacio a fior di labbra e spostandosi, in modo tale da fargli un po' di spazio.

“Ciao Cas!” disse Sam sorridendo.

“Buongiorno, Sam.”

Dean tenne gli occhi fissi sul tavolo mentre intrecciava le dita della sua mano con quelle di Cas, ignorando l'occhiata perplessa che gli stava rivolgendo il fratello.

“Allora Cas, hai... passato una buona serata?”

Castiel aggrottò le sopracciglia.

“Quando sei venuto a conoscenza della relazione tra me e Dean non avevi espresso il desiderio di non conoscere i dettagli in merito ai nostri incontri?”

Sam fece una smorfia.

“Sì, in effetti è così...”

L'angelo spostò lo sguardo verso Dean che stava facendo di tutto per non guardarlo, preferendo invece giocare con la saliera, osservare il panorama fuori dalla finestra o fingere di dover togliere una macchia dalla maglietta.

“Dean, ti senti bene?”

L'uomo voltò la testa di scatto.

“Uhm, sì, certo...”

“Sembri molto distante...”

“Stavo solo... pensando.”

“Oh. Molto bene...”

Sam osservò il fratello poco convinto.

“Bene, allora... ieri sera, mentre voi due eravate... beh, impegnati, ho trovato un caso.”

Castiel gli rivolse un sorriso.

“E' necessaria la mia collaborazione?”

“E' tutto a posto Castiel, fai pure quello che devi fare” rispose Dean stizzito, stringendo la mano sul bordo del tavolo con una tale forza che fece insospettire Sam e l'angelo.

“Dean... ho fatto qualcosa di sbagliato?”

“No, scusa.... è che non ho dormito molto” rispose l'uomo sospirando pesantemente.

“Ah...”

“Scusate, torno subito.”

Dean scostò Castiel e si affrettò verso il bagno mentre gli altri si scambiavano uno sguardo preoccupato.

“Dean ti ha per caso detto qualcosa?” domandò l'angelo mentre giocava nervosamente con delle zollette di zucchero nel contenitore che c'era sul tavolo.

“No” rispose Sam “E' da che l'ho visto questa mattina che è di pessimo umore... è successo qualcosa la notte scorsa?”

“Niente che fosse fuori dall'ordinario. Sono arrivato, abbiamo parlato del caso di cui vi eravate occupati, abbiamo fatto l'amore, poi io sono andato via e lui si è addormentato.”

“Vuoi che provi a parlargli?” domandò l'altro.

“Non saprei. Pensi che abbia fatto qualcosa? Non è successo nulla di strano ma... non capisco.”

“Gli parlerò io. O se non altro ci proverò...” disse Sam rassicurandolo.

“Grazie mille. Ora devo andare, ma tornerò presto.”

“Ci vediamo.”

Castiel era già sparito quando, dopo diversi minuti, Dean tornò dal bagno guardandosi in giro alla ricerca dell'angelo.

“Cas se n'è andato di nuovo?”

“Che succede Dean?”

Il maggiore alzò le spalle.

“Niente.”

“Non è vero. E' da questa mattina che sei di pessimo umore. Cos'è successo stanotte?”

“Niente! Cas è arrivato, abbiamo scopato e poi se n'è andato. Quello che succede sempre, ok?”

“Dean.”

“Lascia perdere Sam, davvero. Non è nulla d'importante.”

Sam sospirò pesantemente abbassando le spalle, sconfitto.

“Ok, ma qualunque cosa sia, vedi di risolverla in fretta. Odio quanto ti comporti come una donna in piena crisi ormonale!”

“Sei tu la donna in perenne crisi ormonale... puttana!” rispose Dean mettendo il broncio al fratello.

“Fesso!”



Dopo aver fatto colazione i due fratelli tornarono nella camera di Sam per discutere del caso che il minore aveva trovato e, quando telefonarono a Bobby, l'uomo gli diede la conferma che quello era un caso che ancora nessun cacciatore aveva preso in considerazione, cosa che fece decidere ai due di caricare l'auto e partire. Solo dopo molti chilometri Sam cominciò a stufarsi del silenzio di Dean: di solito il fratello cantava a squarciagola seguendo la radio, parlava con lui o anche fra sé e sé.

“Senti Dean, vuoi dirmi che ti succede?”

“Niente, sul serio!” rispose il maggiore alzando gli occhi al cielo.

“Sì, lo che probabilmente non sono affari miei, ma mi stai facendo impazzire!”

Dean tenne lo sguardo fisso sulla strada, mordendosi nervosamente le labbra. Sam aspettò pazientemente che il fratello parlasse e cercasse aiuto per risolvere i suoi problemi.

“...Dean?”

“E' solo... no, niente. Posso gestirla da me questa cosa.”

“Evidentemente non puoi.”

Dean abbassò le spalle e spostò gli occhi sul volante.

“Sul serio Sam. Non credo davvero che tu voglia saperlo e io non credo di volere che tu lo sappia.

“Beh, se non altro ne hai parlato con Cas? E' preoccupato di aver fatto qualcosa di male. Ha paura che tu ti stia stancando di lui o qualcosa del genere.”

“Cosa?!” disse Dean sbarrando gli occhi “Comunque no, è solo che... non importa.”

“Ok, promettimi solo che ne parlerai con lui. Adesso ho bisogno che ti concentri sul caso.”

“Sì, sì... un possibile chupacabra in culo all'Ohio. Ho capito.”

Sam sospirò pesantemente quando Dean alzò il volume dell'autoradio e cominciò a cantare per i fatti suoi in modo alquanto irritante. Mentre cantava, Dean ne approfittò per riflettere su che piega avrebbe potuto prendere un'eventuale conversazione con Castiel: qualunque cosa avrebbe detto, avrebbero finito per scopare. Dean ridacchiò al pensiero che la maggior parte dei suoi incontri con Cas finivano in quel modo ma il sorriso gli si congelò sulle labbra al pensiero che tutte le volte Cas se ne andava, lasciandolo da solo.

“Mi sto comportando come una fottuta ragazzina!” borbottò Dean facendo voltare Sam di scatto.

“Cos'hai detto?”

“Niente. Solo... hai trovato qualcosa di utile per il caso?”



Quando quella sera Castiel apparve nella camera di Sam fece spaventare il minore dei Winchester rischiando di farlo cadere dalla sedia.

“Cas! Cosa ci fai qui?!” domandò l'uomo quando ebbe ritrovato l'equilibrio.

L'angelo gli rivolse uno sguardo mortificato.

“Sono venuto a chiederti se per caso avevi avuto occasione di parlare con Dean.”

Sam si grattò la nuca imbarazzato.

“Diciamo che ci ho provato, ma non vuole dirmi nulla. Credo sia qualcosa di personale... probabilmente dovresti essere tu a parlargli.”

“Ma a lui non-”

“Parlagli e basta, Cas. E per una volta lasciate perdere il sesso o qualunque altra cosa voi facciate.”

“Ok. Ok, molto bene. Grazie, Sam.”

Prima che questo potesse rispondergli, Cas si era già smaterializzato per apparire nuovamente nella camera di Dean, dall'altra parte del motel. A differenza del fratello, Dean si era abituato a vedere Castiel apparire così all'improvviso, sorridendogli ogni volta che sentiva il fruscio delle sue ali.

“Buonasera, Cas.”

“Dean. Dobbiamo parlare” disse Castiel ricevendo come risposta un'occhiata perplessa da parte del cacciatore.

“Wow, dritto al punto, non c'è che dire...”

“Sono certo che preferiresti evitare di dover affrontare questa tediosa conversazione e sfruttare il tempo a nostra disposizione per fornicare.”

“Lasciatelo dire, saresti un pessimo psichiatra.”

“Ti chiedo per favore di smetterla di evitare l'argomento e rispondermi: c'è qualcosa che non va?”

“Non è niente, Cas. Davvero. Mi sto solo comportando come un idiota. Sai, pensieri strani, tutto qua. Ora possiamo smetterla di parlare e iniziare a fornicare?”

“Dean” sospirò Castiel esasperato.

“Cas, davvero... non costringermi a parlare dei miei sentimenti.”

“ Dean, i sentimenti non sono un segno di debolezza,. Provarli non sminuisce la tua mascolinità e vorrei che ti fidassi abbastanza di me per parlarmene.”

“Io mi fido di te! Come puoi dire una cosa del genere?!” domandò Dean offeso.

“Se ti fidassi di me non avresti paura di dirmi ciò che provi o cosa pensi. Credi che saperti capace di provare un determinato numero di emozioni possa portarmi ad amarti di meno? Ti ho salvato dall'Inferno e ti ho rimesso in sesto. Posso leggere i tuoi pensieri, entrare nei tuoi ogni – cose che comunque non faccio perché mi ha chiesto tu di non farlo. Per favore Dean, non c'è nulla che tu possa veramente nascondermi e mi fa male pensare che tu sia in grado di dimostrare la grande fiducia che dici di avere in me.”

“Senti, Cas...”

“... ti sto ascoltando.”

Dean sospirò pesantemente spostando lo sguardo per la stanza del motel in modo da non essere costretto a guardare Castiel negli occhi.

“Tu ti fidi abbastanza da lasciare che risolva questa cosa da me?”

Questa volta fu Castiel a sospirare affranto.

“Non provare a rigirare la questione a mio sfavore.”

“Va bene! Te lo dico più tardi pero, adesso non possiamo... sono frustrato e ho davvero bisogno di schiarirmi le idee.”

“Lo sai che parlare è un ottimo metodo per schiarirsi le idee?”

Dean borbottò qualcosa e fece rapidamente il giro del tavolo, afferrando l'angelo per un braccio.

“Anche fare sesso lo è. Dai...”

Castiel accettò di buon grado e permise a Dean di aiutarlo ad alzarsi dalla sedia prima di spingerlo sul letto. Si era aspettato che l'altro lo sovrastasse, baciandolo voracemente e che lo prendesse con così poca gentilezza da rischiare di strappargli i vestiti di dosso. Invece il cacciatore coprì il corpo dell'angelo con il proprio, dolcemente, depositando leggeri baci sul collo di Castiel finché non raggiunse le sue labbra mentre con le mani esplorava curioso il corpo dell'altro. A quel punto Castiel poteva affermare con certezza che Dean aveva qualcosa che non andava.

Con la lingua, Dean tracciò il profilo del labbro inferiore dell'angelo mentre con gentilezza lo spogliava del trench e della giacca dal taglio elegante di Castiel, sbottonando la camicia come aveva fatto centinaia di volta prima di quella – numero alquanto probabile, dato che era più che certo di aver perso il conto.

Invece di continuare però a far caso ai cambiamenti nel comportamento di Dean, Castiel si lasciò completamente trasportare dalla passione dei baci dell'uomo e di come questo lo stesse amorevolmente spogliando. L'angelo ricambiò con dolcezza quei gesti, insinuando una mano sotto la maglietta dell'altro e privandolo dell'indumento. Il cacciatore di lasciò sfuggire un mormorio soddisfatto mentre, se con la bocca stava tracciando la linea della giugulare di Cas, slacciava i pantaloni che indossava l'angelo, sfilando il bottone dall'asola e abbassando la cerniera con una lentezza e una calma quasi dolorosa.

“Dean...”

L'uomo si privò velocemente dei jeans che indossava prima di tornare a concentrarsi sul corpo di Castiel, lasciando baci caldi e umidi sul collo dell'angelo mentre con una mano sfiorava la pelle pallida e delicata di lui. Castiel gemette inarcando la schiena mentre con le anche seguiva il corpo dell'amante in cerca di sollievo.

“Ti amo, Cas. Ti amo così fottutamente tanto...”

Castiel gemette qualcosa che doveva essere una risposta prima d'insinuare le mani tra i loro corpi per togliere quei pochi vestiti che gli erano rimasti addosso. Dean si tolse malamente del calze e spinse i jeans sul pavimento mentre con le mani afferrava le gambe dei pantaloni di Castiel per togliergli con poca gentilezza, insieme alle calze e alle scarpe prima di coprire nuovamente il corpo dell'amante con il suo, facendo gemere nuovamente l'altro, anche se questa volta più forte quando sentì il calore della pelle di Dean sulla sua.

“Ti prego, Dean...” sospirò Castiel affondando le unghie nella schiena del cacciatore. Questo annuì cercando di raggiungere la borsa che aveva lasciato accanto al letto senza però allontanarsi dal calore del corpo di Castiel. Dopo aver frugato alla cieca all'interno di essa e senza smettere di baciare Castiel, finalmente l'uomo riuscì ad afferrare il tubetto di lubrificante.

“Sei così... bello, Cas” mormorò Dean lasciando una scia di baci bollenti sulla linea del collo dell'angelo “Potrei passare giorni interi ad adorarti.”

Castiel ridacchiò prima di soffocare un lieve gemito sentendo che le dita di Dean avevano cominciato a risalire curiose le sue cosce.

“Tu... non avrai-ai altro Dio... all'infiori di me. Esodo. Venti-”

“Smettila di citarmi la Bibbia, me lo fai ammosciare.”

Castiel annuì chiudendo gli occhi pregustando il piacere che sarebbe venuto non appena sentì il click del tubetto di lubrificante che veniva aperto.

Dean lasciò una scia di baci che partiva dal collo dell'angelo sino ad arrivare allo stomaco mentre con le mani gli divaricava le gambe, spingendo l'altro ad aprirle maggiormente. Con un dito andò a stuzzicargli l'entrata e Castiel sospirò eccitato quando sentì un dito di Dean insinuarsi dentro di lui. L'uomo ridacchiò soddisfatto andando a posare le labbra sulle anche dell'altro, solleticandogli l'osso particolarmente in rilievo, mordicchiando la pelle e stuzzicandolo con la lingua. Castiel iniziò a mormorare cosa senza senso in enochiano quando Dean aggiunse un secondo e poi un terzo dito finché, non facendocela più, Castiel afferrò l'uomo per le spalle, impaziente.

“Ti prego Dean, per favore!”

“Sì, sì, ok Cas... ti amo.”

“Ti amo anch'io.”

Dean si spostò sul corpo di Castiel, lasciando una scia di baci sulla sua pelle bollente finché non raggiunse l'altezza del viso dell'altro.

“Cas, apri gli occhi.”

All'angelo servi qualche istante, ma alla fine riuscì ad aprire gli occhi e incatenare lo sguardo a quello caldo, languido e carico di desiderio di Dean. Il suo cacciatore sorrise e gli passò una mano tra i capello morbidi e leggermente sudati.

“Continua a guardarmi, Cas.”

Castiel gemette quando sentì Dean iniziare a farsi strada dentro di lui. L'angelo sbarrò leggermente gli occhi e ansimò il suo nome.

“-Guardami Cas. Guardami.”

L'angelo si sforzò di aprire gli occhi mentre Dean entrava completamente dentro di lui. L'uomo gemette appoggiando la testa a quella di Castiel mentre entrambi chiudevano gli occhi sconvolti dalle sensazioni che stavano provando in quel momento. L'angelo portò le mani attorno alla vita di Dean, stringendo l'uomo con forza, mentre il suo respiro si faceva sempre più pesante.

“Ti prego, Dean. Muoviti!”

Dean annuì e si avventò sulla labbra di Castiel prima di iniziare a muoversi lentamente dentro al corpo dell'altro. Castiel si morse il labbro abbastanza forte a farlo sanguinare mentre l'altro continuava a spingersi in lui con dolcezza. Dolcezza. Castiel era completamente sconvolto: il suo cuore batteva sempre più velocemente e il respiro gli si mozzava in gola ogni volta che provava a incitare l'uomo ad andare più veloce. Dean comunque ignorò le suppliche di Castiel e continuò a muoversi lentamente e con dolcezza, colpendogli la prostata a ogni spinta.

“Dean!”

Il corpo dell'angelo s'inarcò per il piacere, spingendo le anche verso l'altro e cingendo con forza i fianchi per sentirlo sempre più dentro di sé. Dean però sembrò non gradire e afferrò le mani dell'angelo bloccandogliele sopra la testa ignorando gli inutili tentativi dell'altro di liberarsi.

“Per favore, Dean...”

L'uomo ansimò affondando il viso nell'incavo del collo di Castiel, lasciando una scia di baci umidi sulla pelle imperlata di sudore dell'altro.

“Dai, Cas... coraggio.”

“Vai più veloce, ti prego!”

Dean annuì, accelerando il ritmo delle sue spinte mentre Castiel iniziò a gemere ancora più forte, muovendosi disperatamente alla ricerca di un maggior contatto con il corpo dell'altro. L'angelo iniziò a balbettare parole confuse, pregando di Dean di andare più veloce, di spingere più forte e l'altro obbedì, gemendo e ansimando contro il collo dell'altro.

“Cazzo, Cas.! Cas!”

I movimenti di Dean si fecero più concitati, i muscoli di Castiel si strinsero attorno all'eccitazione dell'uomo, mentre entrambi gemevano l'uno il nome dell'altro. Fino a che Dean venne per primo, seguito dopo qualche secondo da Castiel. L'uomo collassò sul corpo dell'altro, respirando pesantemente ma senza smettere di baciare la pelle sensibile del collo dell'angelo mentre questo, a sua volta, gli accarezzava la schiena e gli baciava delicatamente la fronte imperlata di sudore.

“Ti amo, Dean.”

Questo sorrise e s'issò sui gomito guardando l'angelo sotto di lui.

“Anch'io.”

Rimasero per un po' in quella posizione, sfiorandosi le mani e scambiandosi baci languidi fino a che Dean non si allontanò dal corpo di Castiel e si mise a guardare il soffitto con un espressione totalmente beata dipinta sul viso. Dopo un po' l'uomo si alzò a sedere e recuperò la maglietta dal pavimento per dare una ripulita a se stesso e a Cas ritrovandosi a farfugliare qualcosa d'indistinto nel tentativo di non far andare via l'altro. L'angelo di fermò un istante e coprì entrambi con il lenzuolo.

“Sei stanco, Dean?”

Dean sorrise debolmente lasciando un lieve bacio sul torace dell'altro.

“Sì, un po'.”

“Ti lascio dormire allora” rispose Castiel alzandosi. Dean lo guardò perplesso mentre quello raccoglieva i suoi vestiti da terra.

“Non... non rimani? Pensavo che dovessimo-”

“Parleremo domani mattina. Torno presto.”

“Ma... perché...”

Castiel sorrise e si chinò verso l'altro unendo le sue labbra a quelle di Dean.

“Non preoccuparti. Tu adesso dormi.”

“Ma Cas-”

“-ci vediamo domani mattina.”

Dean si ritrovò incapace di parlare per tutto il tempo che impiegò Castiel a rivestirsi, dargli un bacio sulla fronte e sparire come suo solito. L'uomo si rigirò nel letto affondando nei cuscini e portandosi le braccia dietro la testa. Castiel non se n'era mai andato così velocemente e questa a cosa a Dean non piaceva per niente, tant'è che passò la notte praticamente insonne incapace di svuotare la mente e pensare ad altro.



Sam si allarmò quando vide lo sguardo rassegnato del fratello quando la mattina dopo questo entrò nella sua stanca.

“Stai bene?” gli domandò Sam aggrottando la fronte mentre s'infilava le maniche della giacca.

“Sì” rispose Dean sbuffano.

“Sei sicuro? Hai parlato con Cas?”

Nonostante Sam aspettasse con ansia una risposta, Dean non disse nulla.

“Dean...?” lo chiamò il fratello facendo cadere le braccia lungo i fianchi.

“Se n'è andato prima che potessimo parlare. Ha detto che si saremmo visti più tardi.”

“Cosa?! A me sembrava che gli premesse abbastanza capire cosa ci fosse che non andava tra voi due!”

“Non c'è nulla che non va tra di noi, ok?! Ho solo qualche paranoia che devo risolvere da me e non ho intenzione di annoiare Cas con questa storia!”

Sam annuì comprensivo mettendosi la borsa sulle spalle.

“Ok, che problemi hai?”

“Non importa, me lo risolverò da solo.”

“E' chiaro che non ne sei in grado! Fatti aiutare, Dean!”

“Bene! Ne parlerò con Cas non appena torna!”

“O userai il sesso per distarlo come tuo solito?”

“Lascia perdere, Sam. Ok?” rispose Dean sbuffando infastidito.

“Come vuoi tu. Andiamo che ho fame, adesso.”

Sam seguì il fratello sino all'Impala notando dalla postura delle sue spalle e dal modo in cui ciondolava in giro che qualcosa decisamente non andava, approfittando quel momento in cui Dean era girato di spalle per mandare un sms a Castiel

“Amico, che diavolo hai combinato! Dean sta ancora peggio di ieri!”

La strada fino alla tavola tavola calda fu stranamente silenziosa: Dean provava a fingere che tutto andasse bene e Sam fingeva di non aver notato nulla di strano nel comportamento dell'altro quando invece stava facendo di tutto per cercare di capire cosa effettivamente potesse essere successo. Almeno finché non sentì il cellulare vibrare nella tasca della sua giacca.

“Chi è?” domandò Dean.

Sam lesse velocemente il messaggio.

“Ieri sera sembrava andasse tutto bene. Dove siete? Vengo a parlargli.”

“Solo Bobby, ha detto che darà un'occhiata al caso per vedere se può aiutarci in qualche modo” mentì Sam mentre scriveva a Castiel un sms di risposta per dirgli dov'erano e in che tavola calda di erano fermati.

“Hai trovato qualcos'altro?”

“No molto a dire il vero. Il wi-fi del motel faceva schifo. Dopo colazione pensavo di andare in biblioteca.”

“Io cosa posso fare?”

Sam alzò le spalle.

“A dire il vero nulla, a meno che tu non voglia aiutarmi con le ricerche.”

“No, grazie Nerdy McNerderton.”

“I tuoi insulti stanno peggiorando a vista d'occhio.”

“E chi se ne frega!”

La chiacchierata tra Dean e Cas non andò molto bene come sperato. E dire che l'inizio era stato promettente: quando Castiel arrivò, Dean permise all'angelo di abbracciarlo. In pubblico. I tre rimasero seduti in silenzio ma, per una volta, non era un silenzio imbarazzante, Dean beveva con una mano il suo caffè mentre l'altra era intrecciata sotto il tavolo a quella dell'angelo. Quest'ultimo riuscì persino a far ridere Dean ordinando qualcosa da mangiare e il cacciatore non si fece problemi a imboccarlo teneramente davanti agli altri clienti della tavola calda. Le cose presero una brutta piega quando Sam si allontanò per andare in bagno impiegandosi più tempo del normale, in modo da lasciare ai due il tempo necessario per parlarsi. O litigare, come invece decisero di fare. Quando il minore dei Winchester tornò al tavolo trovò solo Castiel con un'espressione torva dipinta sul viso.

“Hey, che è successo? Dov'è finito Dean?

Castiel sospirò affranto prima di rispondergli.

“E' andato ad aspettarti in macchina e... non so cosa sia successo. Gli ho chiesto se c'era qualcosa che non andava e lui continuava a insistere che andava tutto bene. Poi si è comportato come se stesse avendo una crisi d'identità. Si è rifiutato di dirmi cosa fosse, ha solo farfugliato qualcosa in merito al sesso e poi se n'è andato.”

Sam aggrottò la fronte, perplesso.

“Ok, vado a cercare di capire cosa gli prende, qualunque cosa sia, va bene? Ti mando un messaggio, ok?”

Castiel si sforzò di sorridere.

“Grazie Sam. Non saprei davvero cosa fare se... se-”

“Non preoccuparti, Cas!” lo interruppe Sam “Cercherò di mettergli un po' di sale in zucca.”

“Bene... allora io vado” disse Castiel e, prima che Sam potesse dire qualcosa, l'angelo era già sparito.

L'uomo sbuffò e pagò il conto prima di raggiungere il fratello nel parcheggio e salendo in macchina al posto del passeggero.

“Allora, sei pronto per andare in biblioteca?” borbottò Dean cercando di fare il simpatico e ricevendo come risposta un'occhiataccia da parte del fratello.

“Dean.”

“Che vuoi Sam?”

“Dai, Dean! Parlami! E' evidente che tra e Cas c'è qualcosa che non va e che non hai intenzione di parlargli. E questo lo terrorizza a morte! Ha paura che che tu voglia lasciarlo e non ha idea di cosa potrebbe fare senza di te! Lascia... lascia che ti dia una mano!”

“No” rispose Dean deciso “...mi rideresti in faccia.”

Il minore sbuffò facendo appello a tutta la sua pazienza.

“Prometto che non riderò. Dai, dimmi cos'hai.

Dean non disse nulla e rimase a osservarsi le mani ancora strette sul volante con Sam che continuava a guardarlo in cagnesco.

“Mi fa sentire una puttana, contento adesso?!”

Sam assottigliò lo sguardo.

“...cosa? Com'è possibile che un angelo del Signore possa... far sentire te, Dean Winchester, una puttana?”

“Te l'ho detto che mi avresti riso in faccia!

“Non sto ridendo. Sto solo cercando di capire di cosa tu stia parlando.”

Dean sospirò affranto ma si decise finalmente a parlare.

“All'inizio andava bene così, non m'interessava e, a dire il vero, era esattamente quello che volevo. Ma adesso... le cose sono cambiate e si sono fatte più serie ma lui, ancora... Uhm, lui...”

“Cosa, Dean?”

“Se ne va via subito dopo aver scopato! Appare, scopiamo, e sparisce! Come si dicesse 'ci vediamo Dean, grazie per il sesso, a dopo!' E' così...”

Sam sospirò a sua volta cercando di sorridergli dolcemente.

“Tutto qua? Lo sai che Castiel è abituato a vedere le cose in modo diverso...”

“Lo so, ma... non rimane neanche per cinque minuti! Dico sul serio, non appena è in grado di ricordare di nuovo il suo nome, sparisce!”

“Gli hai mai chiesto di restare?”

“Uhm...”

“Dean! Gli hai mai esplicitamente chiesto di restare dopo il sesso?”

“No, non esattamente...” mormorò Dean grattandosi imbarazzato la nuca.

“E come pretendi che possa capirlo, Dean? Lui semplicemente crede ancora che tu non voglia che lui rimanga dopo che avete... beh, hai capito. Devi solo dirglielo!”

“Ma... mi fa sentire una donnicciola!”

“Rassegnati Dean! Se vuoi che il tuo angelo rimanga per le coccole dopo il sesso devi dirglielo e basta!”

“Ci penserò!”

“No, Dean. Devi-”

“Ho detto che ci penserò. Ora ti va bene se ti mollo fuori dalla biblioteca?”

“Ok...” disse Sam sbuffando melodrammaticamente.



Da che aveva lasciato Sam davanti alla biblioteca, Dean era rimasto nella stanza del motel a pensare il modo per dire a Cas cosa gli stava succedendo... o se effettivamente dirglielo. Aveva ancora il volto nascosto tra le mani quando sentì un familiare frullio d'ali che gli fece alzare la testa di scatto, sbarrando gli occhi.

“...Cas.”

“Dean Winchester! Sei uno degli esseri umani più stupidi che abbia mai incontrato! Lo sai che sono non capisco ancora bene il vostro modo di comportarvi e ho ancora molto da imparare anche se sto cercando di fare del mio meglio. Però Dean... ho bisogno del tuo aiuto. Certe cose dovresti dirmele tu, non Sam. Dovresti avere il coraggio di parlarmene.”

Dean alzò lo sguardo in direzione dell'angelo vedendo che lo stava guardando esasperato.

“Se vuoi che dopo il coito rimanga con te, avresti dovuto semplicemente dirmelo. Ero ancora convinto che preferissi dormire da solo. Mi piacerebbe molto... scambiare effusioni con te... se però me ne avessi parlato, sarebbe stato tutto molto più semplice. Ero convinto che volessi porre fine alla nostra relazione e non avevo idea di cosa pensare!”

Dean si sforzò di sorridere.

“Mi dispiace Cas. Ero convinto che avresti capito... pensavo che dopo un po'....

Castiel raggiunse l'altro e s'inginocchiò davanti a lui posandogli una mano sulla guancia.

“Ero combattuto. Avrei tanto voluto restare – l'ho sempre voluto – ma ai tempi mi avevi chiesto di andarmene ed ero convinto che le cose non fossero cambiate.”

“Ma... ho cercato di fartelo capire e...”

“Non capisco le allusioni. Lo sai che se vuoi dirmi qualcosa, devi spiegarmi tutto chiaramente.”

Finalmente Dean riuscì a sorridere.

“Vuoi restare qui con me, stanotte?”

Castiel sorrise a sua volta accarezzando il volto dell'altro con il pollice.

“Niente potrà trattenermi dal farlo.”

Quella sera, dopo aver discusso con Sam in merito al caso e aver mangiato delle assai poco salutari pizze dal diametro di quasi trenta centimetri, dopo essere rimasti tutti e tre sul divano rimasero ad aspettare di digerire mentre guardavano un film di Robocop, dopo che Sam se ne andò nella sua stanza e dopo aver fatto un po' di sesso da 'perdonami-sono-un-idiota', Cas rimase sdraiato sul letto accanto a Dean. Le sue braccia circondavano il corpo del cacciatore mentre la testa di quest'ultimo era accoccolata sul suo petto, dando così la possibilità all'angelo di giocare con alcune ciocche dei suoi capelli. Dean sorrise, finalmente contento, e mise la testa sotto il mento di Castiel, conscio che l'angelo non avrebbe provato a dormire nemmeno per sbaglio, preferendo rimanere a vegliare su di lui per tutta la notte.





Note della Traduttrice:

Ok, la prima volta che l'ho letta mi era sembrata molto meno romantica e con molti meno cliché (punto a suo favore)... ho la vaga impressione che la mia memoria faccia un po' cilecca e che a tradurre le oneshot faccia abbastanza schifo, mentre – inspiegabilmente – con le longfic me la cavo meglio. Bah! Non chiedete, non capisco nemmeno io! Spero che comunque vi sia piaciuta!

Io e totalizzyness ci uniamo a voi nei festeggiamenti per il compleanno per quel gran pezzo d'uomo che il nostro 34enne Dean Winchester!

Intanto vi ricordo che il prossimo di aggiornamento di Not All That è previsto per tra il 4 e l'8 febbraio, il giorno non lo so ancora, dipende dall'orario del nuovo semestre...

Stay tuned!

LaTuM
 
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view post Posted on 24/1/2013, 18:36
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E' carinissima! Forse un po' OOC sì, non sono abituata a vedere Dean e Cass così aperti riguardo i loro sentimenti, anche se poi Dean fa tante moine per una cosa così sciocca, ma è comunque carinissima e molto dolce! Grazie per la bellissima traduzione! ^_^
 
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LaTuM
view post Posted on 24/1/2013, 19:35




Alla prima lettura mi era parsa meno OOC, ma poi traducendola e vedendo l'effetto delle scene e dei dialoghi in italiano, diciamo che la storia mi convince solo fino a un certo punto... però è carina e se non altro è un po' di Destiel reale. Anche se comunque di Lizzie continuo a preferire Not All That XD
Grazie mille per il commento e i complimenti cara <3
 
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2 replies since 24/1/2013, 17:07   51 views
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